Sic – Saccheggi interni controllati, artisti che ospitano artisti

“La morte non è nel non poter più comunicare, ma nel non poter più essere compresi.” Pier Paolo Pasolini

Studio Quadraro si trova in via Juvenci 11, nel quartiere quadraro, a due passi dalla metro Porta Furba di Roma. Vi lavorano gli artisti Paolo Assenza e Antonello Bulgini, gli architetti Adriano Pingaro e Maria Farina. Ci si propone, in questa sede, di promuovere e consigliare una maniera di lavoro, idea di scambio anche per collezionisti, curatori e galleristi. Verranno realizzate dunque inizialmente tre mini-mostre dentro lo studio. I lavori degli artisti scelti saranno esposti per tre giorni, e gli eventi avranno cadenza mensile. Le pareti di uno studio vissuto e utilizzato saranno la cornice non convenzionale dell’esposizione. Tre quadri vivranno nella parete creando da se l’atmosfera e il micromondo cui appartegono.

Le inaugurazioni, poco formali negli intenti, inizieranno alle 21 di sera. Delle mini interviste che avranno il compito dell’approfondimento tematico su un’opera dell’artista sul blog di GlobArtMag a cura di Daniela Trincia andranno a coronomento del lavoro per approfondire anche i punti di vista concettuali e la cifra stilistica dei lavori presentati. Con questa iniziativa si vuole porre l’attenzione sull’esigenza di sinergie, il desiderio di scambio e confronto che necessita di nuove vie e di un diverso modo di operare. I punti di vista chiamati in causa sono molteplici. Sottolineare che in questo caso si tratta di artisti che invitano artisti, da loro stimati anche nelle possibili diversità, ne è un esempio vivo.

Il cemento della memoria nell’opera di Lukáš Machalický

“Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato” G. Orwell

Come preannunciato qualche settimana fa, il 18 maggio inaugura il secondo appuntamento mensile del MLAC di Roma. Questa volta tocca a Lukáš Machalický, secondo artista ceco della rassegna Czech Point a cura di Alessandra Troncone, occupare il piano inferiore del museo con un evento intitolato To my left, to my right e che sarà visitabile fino al 27 maggio 2011. Il lavoro di Machalický verte sull’analisi trans-storica degli eventi che hanno caratterizzato la fase del regime comunista nell’ex Cecoslovacchia. Trattandosi di un giovane artista, non ci sorprende il fatto che il punto di vista attraverso cui si dispiega questa analisi sia quello che passa attraverso le dinamiche della memoria. Come facciamo esperienza di questi avvenimenti pur non avendoli vissuti direttamente?

In Grey zone (2010), Lukáš ci presenta una serie di documenti relativi ad atti di contro-spionaggio attuato dai servizi segreti durante il regime. Questi documenti, resi noti successivamente in internet, sono ora visionabili con delle evidenti cancellature in cui vengono occultati i nomi e le referenze dei protagonisti di questi atti. Tale omissione diventa per l’artista mezzo formale il cui profilo costituisce i blocchi di calcestruzzo (materiale tipico delle costruzioni del regime) che l’artista dispone sul tavolo mettendo in risalto la durezza e l’asetticità di un materiale contro cui si scontrano le ambizioni e le aspettative di un’umanità schiacciata sotto il peso di un sistema appiattente e incontrovertibile.

alva noto + ryuichi sakamoto – s tour 2011

Il 20 e 21 maggio 2011, alle ore 21.00, alva noto + ryuichi sakamoto sono a Villa Massimo, tappa romana del tour europeo s tour 2011, per il lancio del loro ultimo album summvs. Il nuovo album di alva noto + ryuichi sakamoto summvs esce con l’etichetta raster-noton e avrà la sua prima mondiale il 12 maggio 2011 al Roundhouse di Londra, a cui seguiranno concerti a Roma, Milano, Perugia, Bruxelles, Eindhoven, Lipsia, Copenhagen, Francoforte, Berlino e Barcellona.

summvs è il quinto album in collaborazione tra il compositore di colonne sonore cinematografiche e vincitore d’Oscar Ryuichi Sakamoto e l’artista visivo e pioniere della musica elettronica Carsten Nicolai (alva noto). Il nome suggerisce varie associazioni: se da un lato, infatti, la parola latina “summa“ (somma) pone l’accento sull’idea di collaborazione tra questi due artisti straordinari, il termine “versus” (opposto) ne sottolinea il loro potenziale individuale. Inoltre le iniziali dei cinque album – vrioon, insen, revep, utp_ e l’ultimo summvs – formano insieme la parola “virus”, quasi ad evocare la forza “contagiosa” di questa musica.

Chiara Mu – I am not there anymore

Chiara Mu scrive: “Jazzare sul tempo che passa. Mi e’ rimasta questa frase addosso e considero il mio intervento una personalissima risposta a riguardo. Non e’ possible jazzare sul tempo che passa perche’ non esistono ritorni. Alba de Cespedes scriveva quel bellissimo romanzo, “Nessuno torna indietro”, sulle ragazze che vivevano nel pensionato, cristallizzando in un momento preciso le loro emozioni, aspettative, desideri e timori. Poi tutto cambio’, ognuna fece la sua scelta e nulla fu’ come prima. Il mio intervento mira a sottolineare quel momento di stasi, ma a ritroso, si tratta solo di un ricordo infatti, non posso piu’ vestire le mie cose d’un tempo, il mio corpo ha preso altre forme e distruggerei la stoffa se cercassi di sentire di nuovo quella medesima camicia di bimba sulle gambe fredde di adesso.”

La vetrina espositiva del negozio di abiti vintage CLOSET, in via Metauro, 55 a Roma espone da oggi (fno al 29 maggio) il quinto intervento della rassegna “Usurato (jazzare sul tempo che passa)” a cura di Fabrizio Pizzuto. Si tratta di un intervento dell’artista romana Chiara Mu, di formazione artistica londinese  che decide di capovolgere i temi, i tempi del ragionamento e della “gabbia” assegnata, ovvero la vetrina e il contenuto appunto tematico del lavoro.

Emilio Isgrò alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma

Emilio Isgrò torna a “disobbedire”, e lo fa stavolta non nella sua isola, ma nella capitale della Repubblica, in uno dei templi dell’arte contemporanea. L’artista di Barcellona di Sicilia, classe 1937, sarà infatti protagonista, sabato 7 maggio 2011 alle 12.00, di una performance alla Galleria nazionale d’arte moderna a Roma (in Viale delle Belle Arti, 131), dove vestirà nuovamente i panni di un insolito Giuseppe Garibaldi, già indossati per l’inizio delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Lo scorso maggio era stata la città di Marsala, già scenario dello sbarco dei Mille, a far da quinta alla pièce teatrale dell’artista, che rievocava l’approdo dei garibaldini in Sicilia nel maggio del 1860.
Questa volta Isgrò si esibirà, invece, davanti al pubblico capitolino, circondato dai volumi della sua Costituzione Cancellata, senza il pericolo (o forse proprio con quell’intento) di risvegliare il “corpo” in alluminio dell’Italia che dorme, incurante di un nugolo di blatte che ne cospargono il letto e la corona turrita.  Tutto contribuisce al pathos dell’evento: l’inflessibile Italia personificata, i volumi della carta costituzionale, cura estrema di un’ammalata cronica per la quale la mano del cancellatore prevede le sorti più cupe. Dai leggii emergono qua e là motti ambigui: divertissement per i benpensanti; profezie funeste per i più accorti.

There Is Something You Should Know. Una performance in cui allo spettatore viene trasmessa una forma di sapere alternativo

There Is Something You Should Know è il titolo della performance di Chiara Fumai, in collaborazione con Andrea Lissoni, che si svolgerà oggi alle 18 al MACRO di Roma in occasione della presentazione del catalogo Archiving, gathering, exhibiting, recounting, remembering, loving, desiring, ordering, mapping. A performance cycle (A cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni – NERO Publishing).

L’opera di Chiara Fumai nasce in risposta alla richiesta da parte di Andrea Lissoni di lavorare su una leggendaria e non documentata performance del filmmaker sperimentale ed artista visivo Jack Smith (1932-1989) del 1981 presso La Panteca Volante di Genova. La performance consiste nella simulazione dell’esistenza di un gruppo esoterico chiamato S.I.S. (“Scuola Iniziatica Smithiana”). Di ispirazione sincretica e gnostica, S.I.S. e’ un leviatano bizzarro e antagonista, scagliato contro la tradizione della cultura materialista – riduzionista, antimetafisica e pervasa da un atteggiamento illustrativo, o condizionato dal regime spettacolare del visivo – che e’ incapace di riuscire a “vedere” davvero Jack Smith e la sua scintillante ricerca.

Psicogeografia e appunti di viaggio: Valerio Ricci e Jan Pfeiffer al MLAC

Maggio è un  mese particolarmente prolifico per il MLAC di Roma che ospiterà ben tre mostre dal respiro internazionale curate da Alessandra Troncone. Le tre personali si divideranno in due eventi. Nel primo, che verrà inaugurato il 4 maggio, la caratteristica struttura  del museo sviluppato su due piani, consentirà di ospitare contemporaneamente due mostre distinte. Al piano superiore la personale di Valerio Ricci intitolata Sŏul che si protrarrà fino a fine mese; il piano inferiore sarà invece riservato al ciclo espositivo Czech Point, che vede protagonisti due artisti cechi Jan Pfeiffer e Lukáš Machalický. Pfeiffer sarà il primo ad occupare gli spazi del museo fino al 15 maggio e successivamente sarà la volta di Machalický il cui lavoro sarà presentato il 18 maggio.

Violetta Valery – Da piccola facevo disegni colorati

Lo spazio della galleria Ingresso Pericoloso di Roma si farà libro su cui appuntare pensieri scaturiti dalle relazioni personali, dai luoghi frequentati e dal trascorrere del tempo in occasione della mostra “Da piccola facevo disegni colorati”, prima personale romana di Violetta Valery (Roma, 1982), che sarà inaugurata il 19 maggio e potrà essere visitata fino al 9 luglio 2011.

“Mi chiamo Violetta, sono nata a Roma 28 anni fa. Fino ad oggi ho cambiato tante case, e tanti luoghi, e in tutto questo ho capito che potrei vivere bene o in campagna, o in una città molto grande. Da piccola facevo disegni colorati, adesso faccio dei disegni scuri e da mal di stomaco. Mi piace disegnare e mettere sulla carta i miei pensieri. Mi aiuta a dimenticarli, a dargli un’altra forma. Disegno quello che mi succede. Mi piace il momento in cui un brutto ricordo diventa un disegno, e finalmente lo puoi guardare con altri occhi. A volte qualcuno mi chiede di guardare i miei lavori, qualcuno mi chiede di spiegarli, di solito preferisco che vengano guardati senza voce narrante. Preferisco usare un nome d’arte, mi da più libertà.”Questa l’introduzione, scritta dalla stessa protagonista; la narrazione sarà suddivisa in tre capitoli: mentale, sentimentale e fisico.

Connecting Cultures a ROMA – The Road of Contemporary Art

Connecting Cultures per la prima volta a ROMA – The Road of Contemporary Art, presenta alcuni lavori inediti di artisti e fotografi nazionali e internazionali prodotti dall’associazione. La mission e gli obiettivi perseguiti da Connecting Cultures per un’idea di arte contemporanea in grado di farsi catalizzatore di processi e di cambiamenti con e per il territorio si realizzano attraverso i progetti degli artisti selezionati: Paola Di Bello, Ettore Favini, Claudia Losi, Laura Morelli e Helen Sear.

In questa occasione Connecting Cultures propone una serie di opere realizzate nell’ambito di progetti pubblici che si distinguono per un approccio e una metodologia interdisciplinare e per la volontà di intervenire criticamente su aree urbane problematiche e in contesti territoriali e culturali complessi.

Nuova sede per la seconda edizione dell’ADD Festival

Sono aperte fino al 15 giugno le iscrizioni al concorso online per partecipare ad ADD Festival 2011, quest’anno in programma per la prima volta presso gli spazi espositivi di Testaccio del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Il concorso è  rivolto ad artisti emergenti e ad appassionati: il sito web del festival è il primo luogo di confronto e di visibilità per chiunque voglia esprimersi attraverso la videoarte.

Caricando la propria opera video e le proprie informazioni direttamente su www.addfestival.com si avrà la possibilità di partecipare al Festival al MACRO Testaccio grazie al sistema di votazione online, contribuendo allo stesso tempo a costituire un vero e proprio archivio online di audiovisivi d’arte. I 10 video più  votati su www.addfestival.com saranno esposti ad ADD Festival 2011 presso il MACRO Testaccio di Roma dal 23 al 26 giugno assieme alle opere di artisti affermati del panorama italiano ed internazionale, e concorreranno al Premio Finale.

Sarah Braman – Lay Me Down

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – e la Fondazione DEPART presentano dal 3 maggio la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman: Lay Me Down. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia.

Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva. L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura. Queste opere offrono una chiave d’accesso a un’altra dimensione ma si presentano al contempo come cose tra le cose: esse infatti non esistono in quanto [meri] riferimenti, allusioni, rappresentazioni o metafore … [ma] rimangono nel nostro spazio come cose in sé, reali come un tavolo o un albero.

TIM ELLIS – Sons of Pioneers

Interrogarsi sulle possibilità inespresse del manufatto, alterarne la destinazione originaria con l’intenzione di ripensarne il valore e la funzione, mettendo in evidenza il processo che porta un oggetto trovato ad appropriarsi di un differente valore culturale. La pratica di Tim Ellis si basa sulla giustapposizione di materiali e oggetti culturalmente diversi tra loro e ne interpella sia il loro valore formale che la loro finalità originale, forzando lo sguardo ad interrogarsi su questioni relative alle nozioni di funzionalità, autorialità e display. Attraverso relazioni mentali e alterazioni impercettibili, il giovane artista inglese dichiara una forma di impegno relativa alla nozione di artefatto e a quella di artificio, al principio di creatività e di serialità.

Il titolo della mostra che si inaugura il 4 maggio a Roma presso Furini Arte Contemporanea si riferisce all’idea dell’essere minacciati dal peso della storia, mentre il percorso espositivo si svolge come se fosse una proposta per l’inizio di una nuova ideologia. Sia la scultura che la pittura – modelli, trofei e testimoni di qualcosa di più grande – focalizzano la loro tensione su quella congiuntura in bilico perenne tra il fatto e l’oggetto storico, tra la sua fabbricazione e la sua diffusione, suggerendo riflessioni sul ruolo dell’artificio all’interno del processo di produzione di senso.

Ahmet Öğüt – Once upon a time a clock-watcher during overtime hours

La Fondazione Giuliani di Roma inaugura il 28 Aprile 2011 la mostra personale di Ahmet Öğüt, Once upon a time a clock-watcher during overtime hours. Con spirito acutamente perspicace e tagliente, Ahmet Öğüt esamina le casualità quotidiane, i comportamenti e i gesti informali che testimoniano le più ampie strutture globali sociali e politiche. Attraverso l’uso di diversi mezzi espressivi, dall’installazione e la performance al disegno, al video, a interventi in spazi pubblici, Öğüt intreccia racconti che si dipanano tra pratica artistica e vita sociale per provocare consapevolezza critica e sottili slittamenti di prospettiva.

In Once upon a time a clock-watcher during overtime hours, l’artista orienta la sua pratica verso una nuova direzione, usando come risorsa una collezione d’arte. Öğüt ha selezionato opere di Marina Abramovic, Giovanni Anselmo, Carl Andre, Mircea Cantor, Peter Coffin, Cyprien Gaillard, Joseph Kosuth e Sislej Xhafa dalla Collezione Giuliani, creando intorno a ogni lavoro “atmosfere” o interventi che pongono l’attenzione sulle caratteristiche dei lavori stessi e suggerendo allo stesso tempo narrazioni sovrapposte con la prospettiva di generare e potenziare nuovi significati.