Nicholas Hlobo, chi è?

Oggi 6 ottobre si inaugura presso la galleria e x t r a s p a z i o di Roma la seconda personale Ngubani na lo? di Nicholas Hlobo (Cape Town, SA, 1975). Nicholas Hlobo è noto per installazioni, performance e immagini che affrontano temi complessi e sollecitano diversi livelli di lettura. L’artista coinvolge l’osservatore nella costruzione di una storia dai molteplici significati.

Il titolo della mostra è Ngubani na lo? – traducibile con Chi è?: Chi sono le persone, da dove vengono e, soprattutto, quali identità si costruiscono nei vari contesti? Per Hlobo, porre interrogativi è fondamentale quanto l’atto stesso del fare. Le sue opere sono ricche di riferimenti alla cultura xhosa e all’esperienza di vita nel Sudafrica post-apartheid e al contempo rappresentano una riflessione più generale su temi quali lingua e comunicazione, genere e sessualità, razza ed etnia.
L’artista parla spesso del suo lavoro in termini di ‘scrittura’ e utilizza sempre per i titoli delle opere la sua lingua madre, lo xhosa, appartenente al ceppo nguni, molto diffusa in Sudafrica. Le sue poetiche espressioni idiomatiche, i proverbi e le ambiguità di senso, sono particolarmente adatte a eludere significati scontati e a minare stereotipi.

Milano e Roma rendono omaggio ad Edward Hopper

Per la prima volta, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967) il piu’ popolare e noto artista americano del XX secolo con una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, che comprende piu’ di 160 opere.

L’evento e’ promosso dal Comune di Milano – Cultura e dalla Fondazione Roma – a cui va riconosciuto l’impulso iniziale alla realizzazione del progetto – uniti per la prima volta in una partnership culturale, con Arthemisia, il Whitney Museum of American Art e la Fondation Hermitage di Losanna.

La rassegna si terrà a Palazzo Reale di Milano dal 15 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 e, subito dopo a Roma, presso la Fondazione Roma Museo, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010, ed e’ prodotta da Palazzo Reale, Fondazione Roma e Arthemisia che grazie agli elevati standard qualitativi delle proprie produzioni, riconosciuti in Italia e all’estero, e’ riuscita in un’operazione mai realizzata prima: portare a Milano e a Roma – e successivamente a Losanna per l’estate 2010 – la prima grande mostra italiana del maggior esponente del Realismo statunitense, il pittore che piu’ di ogni altro ha saputo rappresentare la vita quotidiana e la solitudine dell’uomo moderno.

1/9 – Unosunove arte contemporanea di Roma presenta She said no

Oggi la galleria 1/9 – unosunove arte contemporanea di Roma inaugura la mostra She said no, collettiva di Stefan Brüggemann, Gregor Hildebrandt, Jamie Shovlin e Conrad Ventur. Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.

Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.

La sensibilità dell’orizzonte di Fernando Zucchi

Sabato 3 ottobre 2009, dalle ore 18:30 la galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura la mostra La sensibilità dell’orizzonte, personale di Fernando Zucchi a cura di Micol Di Veroli.

Nel corso della mostra verranno presentate una serie di opere pittoriche le quali riproducono spaccati di vita contemporanea, paesaggi metropolitani alterati, costantemente immersi in un etereo universo dove oggetti e figure umane si stagliano in primo piano contornandosi di elementi che sembrano sul punto di svanire od in lento apparire. Ogni opera si traduce in un’evanescente fotografia che proviene da un recondito luogo nascosto nella nostra memoria collettiva. Come all’interno di un viaggio a ritroso nei ricordi, i luoghi e le persone appaiono sfuggenti mentre i loro iridescenti contorni reclamano forme e fisicità che si costituiscono fulminee davanti ai nostri occhi per poi ritornare ad uno stato onirico ed impalpabile.

Guido Van Der Werve e le regole degli scacchi

Guido Van Der Werve torna alla galleria Monitor di Roma e lo fa in grande stile. L’opening del 21 settembre oltre ad attirare un folto pubblico ha offerto agli astanti la meraviglia di una visione artistica completa, interdisciplinare e soprattutto poetica. Per Minor Pieces, l’artista ha infatti presentato un video, una serie di fotografie, una performance ed un concerto per archi, il tutto incentrato sulla matematica e sul mistero di rebus irrisolti, nuclei centrali di tutte le cose visibili ed invisibili. Van Der Werve parte dal gioco degli scacchi per formulare teorie celesti, il suo lavoro corre sul filo di movimenti minimi disegnati su una scacchiera ideale che regola il tempo, lo spazio e la natura del destino umano.

Ed ancora tattiche e mosse scacchistiche ritornano nelle opere fotografiche e nel film di quaranta minuti girato in tre location diverse tra il Marshall Chess Club di Manhattan, il vulcano attivo del monte St Helens e la valle di Sant’Andrea in California, come a voler ribadire la costante presenza di un fato pre-organizzato e regolato da schemi ben precisi.

Apre a Roma Furini Arte Contemporanea con la mostra di Marlon De Azambuja

Il 30 settembre si inaugura il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea con una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo Antônio da Patrulha – Brasile, vive e lavora a Madrid), artista brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il Movimento Concreto che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del “concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come luogo psicologico che fisico.

In questa sua prima personale italiana curata da Antonio Arèvalo, Marlon utilizza dei raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles, da Tunga a Miguel Rio Branco.

Le brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese

The Gallery Apart apre la stagione 2009-2010 con la prima mostra personale di Diego Iaia. È anzi l’esordio assoluto di un artista che per molti anni ha prodotto molti cicli di opere di cui il progetto Le Brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese è solo il più recente e maturo esempio.

Tutto nasce da una fascinazione, l’irresistibile attrazione verso una figura che, moltiplicandosi in innumerevoli rappresentazioni dell’altro, è riuscito paradossalmente ad interpretare un unicum, l’Imitatore per eccellenza, senza confronti e condivisioni. Alle trame ancora oscure che segnano la tragica fine dell’attore, Iaia sovrappone una suggestiva interpretazione che travalica il limite della fantapolitica.

!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽, non è un rebus ma la nuova mostra alla Galleria Cesare Manzo

Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata il 23 settembre in entrambi gli spazi.

Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate. L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato.

Guido van der Werve alla galleria monitor di Roma

La galleria Monitor di Roma il 21 settembre inaugurerà la seconda personale in Italia dell’artista olandese Guido van der Werve.

“Tutta l’arte è influenzata dalla musica” per dirla con Walter Pater e mai aforisma potrebbe essere più appropriato se riferito al lavoro di van der Werve. Che si tratti di essere al Polo Nord tentando di girare nel senso contrario all’asse terrestre (Nummer negen) o che ci si trovi a camminare a pochissima distanza dalla prua di una nave rompighiaccio nei mari finlandesi (Nummer acht) la musica e il suono hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale per l’artista. Prova ne è Nummer twaalf, Variations on a theme: the king’s gambit accepted, the numbers of the stars in the sky and why a piano cannot be tuned or waiting for an earthquake, ultimo film realizzato dopo due anni di ricerche e studi che condensa in quaranta intensi minuti le passioni e le ossessioni per i rebus irrisolti: aprire una partita di scacchi con la mossa suicida e romantica del King Gambit che lascia il Re vulnerabile sin dall’inizio, accordare un piano ed infine provare a contare tutte le stelle del cielo.

L’Art Forum Würth presenta la Visone del mondo

Dal 14 settembre l’Art Forum Würth Capena presenta Weltanschauung – Visione del mondo. Planisfero-Weltanschauung è un progetto italo-tedesco nato nel 1993 su iniziativa di Paul Eubel, Silvio Artero, Andrea Balzola e Johannes Pfeiffer e che ha avuto tra i suoi entusiasti sostenitori il Gruppo Würth.

La mostra offre uno sguardo sul mondo attraverso un’opera collettiva in cui rappresentanti di fama internazionale nel campo delle arti e della cultura, hanno espresso la propria visione del mondo. Tutte le opere visive sono presentate come tasselli di un ipotetico planisfero e sono nate per rispondere alle domande formulate dai promotori e rese note nel Testo-Manifesto: “Qual è il ruolo dell’artista in questo mondo? L’artista come vede se stesso? E come vede il mondo all’alba del nuovo millennio? Quale mondo nuovo può nascere dalle visioni dell’arte e della poesia?”.

Mimmo Jodice Vs Andreas Gursky

Il 23 settembre 2009, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo inaugura l’undicesima edizione del ciclo espositivo Soltanto un quadro al massimo con i due artisti Mimmo Jodice che espone Trentaremi (2002) e Andreas Gursky che presenta il lavoro Gelsenkirchen (1991).

Mimmo Jodice è nato nel 1934 a Napoli, dove tuttora vive e lavora. Frequenta gli ambienti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dopo prime esperienze con la pittura e la scultura alla fine degli anni Cinquanta si avvicina alla fotografia. Le sue produzioni degli anni Sessanta orientate verso la sperimentazione e la manomissione delle tecniche tradizionali della fotografia vedono l’influenza dell’informale e delle avanguardie, specie il Cubismo e il Surrealismo.

Il Safari Metafisico di Yorgo Manis

La CO2 contemporary art di Roma inaugura il 18 settembre Metaphysical Safari, prima personale in Italia del giovane talento greco Yorgo Manis a cura di Maria Letizia Bixio, Miltos Manetas e Domenico Quaranta.  “Strutturando e destrutturando in continuazione la massa di immagini ed informazioni, cerco di ottenere un equilibrio etico metafisico. Ciò riflette il sentimentalismo di una morale popolare di successo che mi piace chiamare ‘romanticismo cinico’. Si tratta di una forma di romanticismo storico deviato, lontano dall’idea centrale di ritorno alla natura”.

Con queste parole si presenta al pubblico l’artista di origine greca con un lavoro realizzato appositamente per l’Italia, basato sulla rielaborazione di alcune immagini di monumenti storici di Roma riconducibili ai valori “pop”, per il loro dominio di pubblico accesso mediante la rete internet, vero riverbero dei nostri tempi.

From generation to generation, la prima personale romana di Kaarina Kaikkonen

La Fondazione Pastificio Cerere e Z2O Galleria Sara Zanin sono lieti di ospitare per la prima volta l’artista finlandese Kaarina Kaikkonen (Iisalmi, Finlandia, 1952) in una doppia mostra personale dal titolo From generation to generation a cura di Laura Barreca.

Nota internazionalmente per i suoi progetti ambientali e per le grandi installazioni realizzate con l’uso di materiali semplici come indumenti o carta, Kaarina Kaikkonen affronta la sua prima personale a Roma cimentandosi in una grande installazione nello spazio suggestivo della Fondazione Pastificio Cerere. I materiali utilizzati sono per lo più camicie, giacche usate di diversi colori e fogge recuperate nei mercati della capitale, che nelle mani sapienti dell’artista rimodellano e interpretano l’architettura esterna del cortile e gli spazi interni del Pastificio Cerere, in un suggestivo progetto site-specific.

Pranzo di ferragosto? si, al museo!

Ferragosto, tutti a festeggiare al mare ed in montagna. Per chi ha invece deciso di rilassarsi ed al contempo visitare le meraviglie offerte dalle città d’arte d’Italia sarà sicuramente piacevole sapere che la giornata di festa si annuncia come normale giorno di apertura in tutta Italia per musei, monumenti e siti archeologici. Con in più diverse aperture serali, da Milano a Roma, da Pescara a Taranto, solo per fare qualche esempio. E diverse occasioni anche per l’arte d’Abruzzo martoriata dal terremoto del 6 aprile. Globartmag vi ripropone un utilissimo articolo pubblicato da Il Sole 24 ore che illustra al meglio tutte le possibilità culturali ferragostane.

Porte aperte a Roma dove non c’è che l’imbarazzo della scelta tra il circuito che comprende Fori-Palatino-Colosseo, le Terme di Caracalla, nonchè la maggior parte dei musei, dalla Galleria Borghese a Palazzo Massimo. Meno fornita di monumenti e archeologia, Milano punta sull’l’apertura serale per la Pinacoteca di Brera, che festeggia i 200 anni della collezione (chiude alle 23) e una promozione dedicata agli stranieri: tutti quelli che a Ferragosto di quest’anno pagheranno il biglietto di un museo, l’anno prossimo potranno tornare a visitarlo gratis.