Centre Pompidou Metz, cronaca di un successo (non) annunciato

Il Centre Pompidou è un’istituzione non nuova alle trovate di stile ed alle provocazioni. Più di 30 anni or sono, esattamente nel 1977 la venue parigina creata dall’archistar Renzo Piano aveva suscitato enorme scalpore. Le sue forme erano sicuramente azzardate, ma con il senno di poi è facile accorgersi che l’edificio è ormai divenuto parte integrante dell’identità cittadina. Qualche tempo fa vi avevamo parlato della nuova trovata del Centre, vale a dire quella di aprire un nuovo hub a Metz, nella parte orientale della Francia.

Uno strano nido di teflon e legno deve esser stato duro da digerire per la gente di Metz ma dopo le incertezze della prima ora, il Centre Pompidou Metz è riuscito a conquistare il pubblico francese e non solo, bissando il successo del suo fratello maggiore.

Tate Oil Tanks, la Gran Bretagna investe nella cultura…e l’Italia?

Una notizia apparsa in questi ultimi giorni su tutti i quotidiani internazionali mi ha fatto non poco riflettere sull’interesse che l’Italia riserva alla sua martoriata sfera culturale. La Tate Modern ha finalmente deciso di ampliare la sua cubatura. Già dal 2012, anno delle olimpiadi di Londra, la prestigiosa istituzione potrà disporre degli Oil Tanks, vale a dire uno spazio espositivo sotterraneo e lunare che troverà posto all’interno dell’ex centrale elettrica sulle rive del Tamigi.

Si tratta di locali già acquisiti tempo fa dalla Tate ma mai ristrutturati, un tempo le Oil Tanks alimentavano le turbine della Turbine Hall. Le Oil Tanks fanno parte di un piano di espansione che prevede la costruzione di un nuovo edificio di 64 metri d’altezza che sarà completato non prima del 2016. Il costo totale dell’ampliamento sarà di circa 343 milioni di dollari ed il 70 percento della ragguardevole cifra è stato già coperto da donazioni dei privati. Questo perchè la Tate è finanziata al 62 percento da fondi privati mentre il restante 38 percento è coperto dai fondi governativi.

Holon, capitale del design internazionale grazie al Design Museum di Ron Arad


Trasformare un anonimo centro abitato in un grande polo culturale di livello internazionale è una scommessa assai ardua. Eppure ad Holon, città di circa 200.000 abitanti a ridosso di Tel Aviv in terra d’Israele, questa missione impossibile è perfettamente riuscita. La trasformazione è iniziata con il sorgere di nuove strutture come l’Israel Children Museum, il National Israeli Cartoon Museum e l’Istituto di Tecnologia e Design ma come già accaduto a Bilbao, che con il Guggenheim Museum ha praticamente mutato il suo volto divenendo la seconda città più visitata di Spagna, anche Holon ha sentito il bisogno di creare un edificio chiave in grado di manifestare il sostanziale cambio di rotta.

Il difficile compito di creare questo edificio, vale a dire l’Holon Design Museum, è toccato al designer Ron Arad, nato in Israele e cresciuto in Inghilterra, dove ha praticamente operato come portabandiera della creatività israeliana, inventando vere e proprie pietre miliari del design moderno come la Rover Chair e la libreria Bookworm.

Bill Viola vince un premio per la pittura e la Bulgaria lancia un nuovo museo

Sono stati resi noti i nomi dei vincitori del prestigioso Praemium Imperiale, award giapponese fondato nel 1988 per celebrare i più grandi successi nel campo delle arti visive, categoria che non trova posto all’interno del Premio Nobel. Bill Viola si è aggiudicato il premio per la categoria pittura, Anish Kapoor per la scultura e l’attrice Judi Dench per il teatro ed il cinema. Ricardo Legorreta ha vinto la categoria architettura ed il direttore d’orchestra Seiji Ozawa ha primeggiato nella categoria musica.

Strana la scelta di Viola per la categoria pittura, anche se le opere del celebre video artista sono universalmente considerate come vere e proprie pitture in movimento.  Comunque sia la cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 19 ottobre a Tokyo. Al vincitore di ogni categoria andrà la “modica” cifra di 182.000 dollari.

La Grecia in crisi ma i soldi per Renzo Piano ci sono

La travolgente passione tra le amministrazioni cittadine e le archistar è un qualcosa di veramente insolito e soprattutto è difficile da spiegare. Di certo, a tutti i governi ed a tutte le giunte fa gola un nuovo edificio dalle forme avveniristiche, che sappia stupire i turisti ed affascinare gli abitanti di una città. A volte però questi sfavillanti edifici non sono il frutto di un’urgenza ben precisa e si risolvono in uno spreco di soldi a favore dell’estetica ed a discapito delle tasche dei poveri e martoriati contribuenti.

Inutile citare esempi di architetture faraoniche, dispendiose come la Nuvola di Massimiliano Fuksas, che doveva sorgere nel quartiere EUR di Roma già dagli inizi dello scorso anno ma che proprio quest’anno ha subito un ennesimo rallentamento a causa di quattro gravi irregolarità ravvisate dal Tar del Lazio. La Nuvola era partita da un piano spese iniziale di 175 milioni di euro ma fino ad oggi ne ha già bruciati 500 milioni, in attesa di una fantomatica inaugurazione prevista per il 2012. Intanto  strambe notizie provengono dalla Grecia.

Steve Jobs e Norman Foster lanciano la nuova sede Apple mentre Zaha Hadid crea un nuovo museo

Visto che è da diverso tempo che non ne parliamo, oggi vorremo dedicare un articolo ai vari proggetti architettonici sparsi per il mondo. Partiamo quindi da Steve Jobs che in questi giorni ha rialsciato alcune gustose dichiarazioni sul nuovo quartier generale della Apple. Il fondatore, nonchè simbolo, del celebre brand ha inoltre mostrato al pubblico i primi progetti del nuovo centro che occuperà circa 150 acri in quel di Cupertino.

Inutile aggiungere che Jobs ha pensato in grande ed ha affidato l’intero sviluppo del progetto all’archistar inglese Norman Foster, vincitore del Pritzker Prize nel 1999 e celebre per aver creato The Gherkin” (il cetriolo) vale a dire il 30 St Mary Axe situato nella City di Londra. Stando ai primi disegni, il nuovo centro Apple avrà la forma di un gigantesco disco volante. Oltre ad ospitare 12.000 dipendenti, il nuovo quartier generale disporrà di un auditorium, una caffetteria, una palestra ed un parcheggio sotterraneo. Il progetto dovrebbe essere ultimato nel 2015. Passiamo ora a vedere cosa succede ad Hong Kong.

130 artisti contro il Guggenheim di Abu Dhabi

Ad Abu Dhabi non è sempre tutto rose e fiori come non sempre i soldi riescono a comprare tutto. Come ben saprete, da diverso tempo la capitale degli Emirati Arabi è concentrata sulla realizzazione del nuovo Guggenheim progettato dal celebre archistar Frank Gehry. L’opulente struttura da 800 milioni di dollari (alla faccia della crisi globale), mira e divenire un vero e proprio punto di riferimento culturale del medio oriente ma come accennato poche righe fa, questo sfarzo e questa cultura hanno già acceso alcune proteste da parte della comunità artistica internazionale.

Sono 130 infatti gli artisti che boicotteranno il museo, mettendo in discussione sin da oggi la futura collezione permanente di un istituzione ancora in costruzione. Tra i partecipanti al boicottaggio svettano nomi assai prominenti quali Harun Farocki, Mona Hatoum, Emily Jacir, Shirin Neshat, Monica Bonvicini, Tania Bruguera, Matt Mullican, Thomas Hirschhorn, Alfredo Jaar, Rikrit Tiravanija, Hans Haacke e tantissimi altri ancora.

Eli Broad e le prime immagini del suo nuovo museo a Los Angeles

Sembrava la barzelletta del secolo ed invece il nuovo museo di Eli Broad, tanto annunciato e mai svelato al pubblico, ha finalmente una location, un’architettura ed un archistar ben precisi. In questi ultimi giorni infatti Broad ha dato in pasto alla stampa di Los Angeles i rendering in 3D del progetto pensato da Diller Scofidio + Renfro, il team di architetti che sono riusciti a fare le scarpe a Rem Koolhaas nel corso della gara a “progetta tu il museo”.

Ebbene le linee del nuovo museo sono decisamente stravaganti, si tratta di un gigantesco rombo con disegno ad alveare che sarà perlopiù costituito da cemento. Ovviamente i tempi di sviluppo dell’intero progetto sono ancora molto lunghi ed anche i costi totali saranno un buon deterrente, si parla infatti di circa 130 milioni di dollari di spese.  Punto forte del museo sarà la lobby che permetterà una sorta di relazione visiva tra i pedoni all’interno ed i visitatori che arrivano in automobile.

Arrestato ministro per furto Van Gogh – Diller Scofidio + Renfro realizzeranno il nuovo museo di Eli Broad

Alcuni giorni or sono un celebre dipinto di Vincent Van Gogh dal titolo I Papaveri è stato rubato dal  museo Mahmud Khalil del Cairo. La notizia è rimbalzata su numerosi quotidiani internazionali, anche perché il dipinto in questione vale la bellezza di oltre 39 milioni di euro. Il furto ha assunto i toni di un giallo surreale visto che i dettagli dell’evento non sono stati ancora rivelati.

Il mistero si è notevolmente infittito quando le autorità hanno dichiarato il malfunzionamento dell’impianto di allarme e delle telecamere di sorveglianza del museo che da tempo erano in attesa di pezzi di ricambio. Ne consegue che non esiste nessuna immagine del furto, neanche a farlo apposta. Inoltre circa quattro giorni fa due turisti italiani sono stati arrestati in aeroporto perché ritenuti gli autori del furto.

Saatchi si ritira e dona la sua Gallery alla città di Londra

Charles Saatchi ne ha combinata un’altra delle sue ma stavolta a fin di bene. Il celebre mercante d’arte, nonché vero e proprio motore della Young British Artists, ha infatti incredibilmente deciso ritirarsi dalle scene di donare al Regno di Inghilterra la sua Saatchi Gallery di Londra. Quindi prossimamente la celebre galleria diventerà Il London Museum Of Contemporary Art, unendosi così ad altri prestigiosi musei del contemporaneo sparsi per il mondo. Sicuramente i cittadini britannici saranno contenti di questa scelta e l’edificio di per sé è un bellissimo spazio dedicato all’arte che ogni hanno riesce a raggiungere un vasto bacino di visitatori.

Ovviamente in tutto questo rotear di baci ed abbracci, sorge una questione assai spigolosa. Il problema è grosso modo lo stesso che abbiamo noi in Italia (e che Globartmag ha sollevato mesi fa parlando del Maxxi) e sarebbe a dire la collezione permanente del museo. In tutti questi anni la Saatchi Gallery, nella speranza di scoprire nuovi e scintillanti talenti, ha organizzato un’enorme quantità di mostre con molte buone opere ed un mare di manifestazioni creative decisamente mediocri, mettendo in luce una linea espositiva incoerente e frammentata.

Sorgerà a Roma il nuovo museo della Shoah

Shoah (in lingua ebraica השואה ), significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne adottato per la prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938).  Da allora la parola Shoah definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa per mano dei nazisti. Attualmente il museo Yad Vashem di Gerusalemme è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’olocausto fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano.

Da oggi però  il museo Yad Vashem avrà un nuovo gemello.  La  sensazionale notizia è stata confermata nelle ultime ore proprio dalle autorità di Gerusalemme e dalle parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Entro tre anni Roma avrà un nuovo museo della Shoah. L’importante museo sorgerà a Villa Torlonia e sarà il primo museo storico-didattico di tutta Italia. Roma ha inoltre stipulato un’intesa con lo Yad Vashem il quale ha già confermato lo scambio di importanti contributi. Il nuovo museo della Shoah di Roma non sarà solamente un museo ebraico ma un polo culturale di storia europea e nazionale per tutti ed a cui tutti potranno lavorare.

Sempre più lontano il Mac di Milano mentre a Venezia Sgarbi sogna un museo d’arte contemporanea

Come molti di voi ben sapranno l’Assessore alla Cultura della città di Milano Massimiliano Finazzer Flory ha da poco presentato (circa due mesi fa) il Mac, progetto faraonico per un nuovo polo dell’arte contemporanea che presumibilmente dovrebbe vedere la luce nel 2013. La zona prescelta per la costruzione dell’edificio è l’area Citylife e l’archistar che presumibilmente si occuperà del suo sviluppo è Daniel Libeskind.

Il Mac è un progetto molto ambizioso che dovrebbe costare circa 40 milioni di euro ma alcune voci di corridoio avrebbero confermato l’esistenza di alcuni intoppi. Ad esempio i presunti 11mila metri quadri di estensione della struttura si sono misteriosamente ridotti a meno di 7mila e pensare che si era parlato di marmi, piscine ed orti botanici, strutture forse un poco troppo fuori budget vista la crisi economica imperante. Nei giorni scorsi è inoltre arrivato un ulteriore no ad un progetto proposto da Finazzer Flory a testimonianza delle non molto propositive intenzioni del resto della giunta comunale.

Svelati i piani del nuovo mega-museo di Eli Broad

La domanda è oramai divenuta il vero e proprio tormentone dell’anno: Dove sorgerà il nuovo museo di Eli Broad? Per mesi il più celebre collezionista e filantropo di Los Angeles ha rilasciato dichiarazioni su varie location per il nuovo museo che dovrebbe accogliere la sua collezione privata di arte contemporanea ma fino ad ora non si è ben capito dove sorgerà l’edificio. Verso la metà dello scorso aprile sembrava ormai definitiva la sede di Beverly Hills ma circa due settimane fa il Los Angeles Times ha invertito la rotta, dichiarando che il museo sorgerà a Santa Monica, sulla Grand Avenue.

Ed ecco il colpo di scena, secondo alcune testate giornalistiche di Los Angeles, alcune persone direttamente coinvolte nel progetto (che hanno scelto di rimanere anonime per vari motivi) hanno dichiarato che il nuovo museo sorgerà proprio vicino alla Walt Disney Concert Hall. Inoltre, sempre secondo le voci di corridoio, Broad avrebbe indetto una sorta di gara privata e segreta per la creazione del progetto. Alla gara avrebbero partecipato celebri archistars del contemporaneo come Rem Koolhaas, Diller Scofidio & Renfro, Christian de Portzamparc, Sanaa, Foreign Office Architects e Herzog & de Meuron, i quali avrebbero presentato vari disegni al celebre collezionista.