Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Artsicle e la vendita di “croste” online

Collezionare opere d’arte è senz’altro un’attività dispendiosa e non sempre redditizia. Molti investimenti infatti si rivelano fallimentari e c’è sempre il rischio di pescare la “carta” sbagliata da un mazzo decisamente cospicuo. Alcuni collezionisti però acquistano opere per il solo privilegio di possedere una creazione unica, in grado di suscitare emozioni e deliziare la vista. Il vasto mare di internet propone diverse piattaforme per l’acquisto di opere d’arte. Si va dai multipli in edizione limitata sino alle opere uniche di quotati artisti internazionali. Alcune case d’asta inoltre hanno da qualche tempo lanciato le aste online e con la Vip Art Fair è ora possibile assistere ad  una fiera d’arte virtuale.

Non sempre però l’offerta è di alta qualità. In questi giorni un’altra nuovissima piattaforma online si inserita in questo vasto spettro di offerte. Si tratta di Artsicle, sito che si propone l’obiettivo di offrire al pubblico opere d’arte originali, accessibili a tutti. Il meccanismo funziona più o meno così, Artisicle invita i migliori artisti emergenti della scena newyorchese ( questo secondo il loro parere) a far parte del proprio circuito.

Vip Art Fair paga i danni

Lo scorso mese vi avevamo dato notizia dell’inaugurazione della prima edizione della Vip Art Fair, esperimento unico nel suo genere che di fatto ha portato su internet una vera e propria fiera dedicata all’arte contemporanea. L’evento era stato lanciato in pompa magna ed ottenuto il nostro press pass, noi di Globartmag siamo andati a curiosare in giro per gli stand virtuali presenti all’attesissima fiera. Una cosa però ci è subito saltata all’occhio, vale a dire l‘incredibile lentezza del sito pesantemente sovraccaricato da milioni di visitatori di tutto il mondo.

Il sito della VIp Art Fair prevedeva anche una chat dove gli utenti potevano parlare con gli assistenti di galleria per chiedere informazioni sulle opere esposte e quanto altro. Inutile dire che poche ore dopo l’inaugurazione dell’evento, anche la chat si è rovinosamente “impallata”, rendendo assai frustranti gli scambi epistolari tra clienti e gallerie. Anche la nostra redazione ha impiegato più di un’ora per visitare solo una manciata di stand e ammirare qualche decina di opere.

A Madrid una cattedrale costruita con…rifiuti

La Sagrada Familia non è l’unico edificio sacro attualmente in costruzione in terra spagnola. Esiste infatti un’altra chiesa, molto particolare, che da circa 50 anni è in fase di crescita in un tranquillo quartiere di Madrid. Questo monumento sacro è totalmente costituito da materiali di scarto e Justo Martinez ci ha lavorato, in totale solitudine, da quando è stato costretto a lasciare la sua vita monacale per problemi di salute.

Justo Martinez ha costruito la sua cattedrale con materiale di recupero ed ora deve solo finire qualche particolare come il tetto ed alcune finestre, ovviamente mancano anche i permessi per aprire il luogo al pubblico.

I Voina finalmente liberi

Passiamo rapidamente in Russia per capire cosa sta succedendo ai malcapitati artisti Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, entrambi membri del gruppo Voina che erano stati incarcerati alcuni mesi fa. I Voina, autori di performances belligeranti e rivoluzionarie, avevano infatti rovesciato un’auto della polizia durante una loro azione artistica. Dopo l’arresto la cauzione per la loro uscita di prigione era stata fissata sui 10.300 dollari ed il celebre street artist Banksy si era offerto di pagarla. Il giudice aveva però rifiutato l’offerta del nostro beniamino poichè la legge russa non ammette donazioni da parte di individui senza identità accertata.

Ebbene finalmente il duo è stato liberato, dietro pagamento della cauzione. L’accusa aveva dichiarato di non voler liberare gli artisti perchè “in tal modo avrebbero proseguito le loro attività illegali una volta fuori”. La difesa ha invece parlato di “persone che combattono per diritti civili etichettati come vandali o criminali”.

Concorsi truccati? Alla National Portrait Gallery vince tutta la famiglia

Un'opera di Abbie Trayler-Smith

Dalle nostre parti ci si lamenta spesso dei risultati dei concorsi d’arte e dell’assegnazione di residenze e quanto altro. “Vincono sempre i soliti” queste sono le parole che ogni addetto ai lavori, ogni artista ed ogni semplice appassionato, in cuor suo ripete. Forse le lamentele ed i dubbi non sono solamente sfoghi dettati dall’invidia, forse c’è qualcosa di vero ma è pur vero che i sotterfugi ed i piccoli intrallazzi sono l’unico modo che la scena dell’arte contemporanea nazionale conosce per “fare sistema”.

Eppure, anche se in molti sarebbero pronti a giurare il contrario, anche all’estero le cose non vanno meglio. Basti pensare a cosa è successo nel corso dell’ultima edizione del Taylor Wessing Photographic Portrait Prize, prestigioso concorso fotografico organizzato dalla National Portrait Gallery di Londra. Ebbene il primo premio ammonta a 12.000 sterline e quest’anno ad aggiudicarselo è stata Abbie Trayler-Smith.

Tracey Emin affila le armi per la sua nuova, incredibile mostra

Tremate, tremate, Tracey Emin è tornata. La scapestrata ragazzaccia della generazione Young British Artists non ha intenzione di cedere il passo alle sue più giovani colleghe e tra dichiarazioni battagliere e azioni sconsiderate ci sarebbe tanto materiale da scrivere interi libri a lei dedicati.

Comunque sia la celebre artista sta scaldando i motori per la sua nuova mostra in programma alla Hayward Gallery di Londra dal titolo Love is What You Want che aprirà le porte il prossimo 18 maggio e rimarrà in visione fino al 29 agosto. Si tratta della più grande retrospettiva mai organizzata sul lavoro di Tracey Emin con opere degli inizi fino ad arrivare ai giorni nostri. L’artista stessa ha confermato la presenza di alcune nuove installazioni in larga scala oltre che di dipinti, fotografie, neon, lavori su carta e su tessuto.

Il CAM chiama e la Germania risponde

Ricorderete certamente lo strano caso del direttore del CAM, contemporary Art Museum di Casoria. Per chi si fosse persa la notizia, vi ricordiamo che agli inizi di febbraio Antonio Manfredi aveva issato la bandiera tedesca sulla porta principale del msueo ed aveva chiesto asilo politico in una lettera inviata al cancelliere Angela Merkel, poiché vittima della camorra ed impossibilitato a proseguire le normali attività culturali dell’istituzione.

Manfredi aveva inoltre proposto di trasferire lo staff e l’intera collezione del museo in Germania, abbandonando di fatto una terra già fin troppo bersagliata da numerosi attacchi al suo patrimonio culturale. Ebbene il Corriere del Mezzogiorno ci informa che lo scorso lunedì, in mattinata, una delegazione formata dal console tedesco Christian Much, dal direttore del Goethe Institut di Napoli Maria Carmen Morese e dall’addetto alla cultura del consolato tedesco Atonia Weber, si è recata a far visita al tanto chiacchierato museo d’arte contemporanea.

Dan Brown ferisce più della spada

La letteratura è la culla della cultura, impossibile pensare ad un mondo senza libri essi rappresentano un mezzo supremo per tramandare ed accrescere lo scibile umano. A volte però la letteratura riesce a creare dei danni irreparabili, infarcendo la testa dei lettori più vulnerabili di concetti assurdi e teorie strampalate che mai troverebbero riscontro all’interno di un ambiente per così dire scientifico.

Mi riferisco ovviamente a quel Codice da Vinci, vero e proprio caso letterario del secolo partorito dalla mente di quel simpatico genietto di Dan Brown. Ebbene la scrivente ha ricevuto negli ultimi tempi ben due lettere di persone che sarebbero giunte a straordinarie scoperte utilizzando Photoshop ed una foto della Monna Lisa, o Gioconda che dir si voglia. Inoltre diversi esimi ricercatori sono pronti a giurare di aver letto strani codici all’interno degli occhi della celebre donna.

Ancora censura, ancora Ai Weiwei


Sembra incredibile a dirsi ma dopo la cancellazione della sua grande retrospettiva che doveva tenersi in Cina, Ai Weiwei è nuovamente vittima di un ennesimo atto di censura. Il popolare website cinese Sina aveva infatti indetto un sondaggio aperto al pubblico per stabilire il più grande artista nazionale del 2010.

In poco tempo l’artista ha ricevuto talmente tanti voti da mettersi saldamente in testa alla classifica. Ma ecco il colpo di scena, come d’incanto il nome di Ai Weiwei è stato incredibilmente rimosso dalla competizione.

Il MADRE e l’ira di Achille contro la giunta regionale campana

Le dimissioni del Cda del museo MADRE di Napoli, maturate in questi ultimi giorni hanno creato un ulteriore caso all’interno della situazione “emergenza arte contemporanea campana”. Il comunicato stampa emanato dalla fondazione parla di dimissioni “per senso di responsabilità e in coerenza con la dignità del ruolo finora ricoperto il Presidente Oberdan Forlenza, il Vicepresidente Achille Bonito Oliva e il Consigliere Enrico Santangelo, i quali hanno restituito le cariche nelle mani del Presidente Caldoro con lettera raccomandata inviata il 17 febbraio, evitando in questo modo l’insorgere di un conflitto istituzionale con la Regione Campania.”.

Ieri è stato proprio Achille Bonito Oliva, sulle pagine de La Repubblica, a rilanciare la posta con una lunga intervista in cui il celebre critico definisce la politica di centrodestra come priva di progettualità culturale e di personale intellettuale, brava solo a tagliare teste. Bonito Oliva invita i fa infatti riferimento alla decapitazione dei vertici del Ravello festival, del Napoli Teatro festival, del Trianon, del Mercadante ed ora del MADRE

L’Università dell’Iowa vuole vendere un Pollock donato da Peggy Guggenheim

Un’opera d’arte, come si sa, rappresenta un patrimonio culturale praticamente inestimabile. Quando poi l’opera in questione è stata prodotta da un vero e proprio maestro, allora essa diviene un vero e proprio bene per l’umanità. Ma possedere un’opera d’arte creata da un famoso artista significa anche essere proprietari di un bene economico in continua rivalutazione. Lo sanno bene i vertici della University of Iowa che dal 1951 beneficiano di una grande opera dal titolo Mural (1943) creato da Jackson Pollock e successivamente donato all’istituzione scolastica da quell’eroina dell’arte contemporanea che risponde al nome di Peggy Guggenheim.

Ora va detto che l’opera, posta all’interno degli spazi scolastici, rappresenta un vero e proprio strumento formativo, ammirato da 100.000 persone l’anno. Studenti e semplici visitatori che trovandosi davanti all’opera di Pollock possono ricevere un primo assaggio dell’arte contemporanea statunitense. Ebbene l’Università dello Iowa ha deciso di mettere in vendita l’opera del grande maestro per supportare al meglio i propri studenti.

La scultura pubblica finisce nel cassonetto

A volte le opere d’arte pubblica riescono a dare lustro ad un’area urbana pesantemente degradata, altre invece si trasformano in vere o proprie vittime del degrado. Mai però prima d’ora ci era capitato di udire di un’opera d’arte pubblica gettata per sbaglio in una pattumiera.

Il bizzarro evento è accaduto la scorsa settimana ad Albuquerque nel New Mexico. Il progetto Working Classroom Inc. aveva infatti creato una scultura pubblica sfruttando 50.000 dollari provenienti dalle tasse dei contribuenti. La somma era stata utilizzata per produrre un gigantesco cactus in fibra di vetro, simile ad una scultura di Jeff Koons venuta male. Alcuni giorni fa la scultura è stata presa di mira da ignoti vandali che l’hanno letteralmente buttata al suolo.