200 euro per abbonarsi all’arte di Andrew Jeffrey Wright

 Comprare un’opera d’arte non è certo roba da poveri in canna. Una persona comune decide di acquistare un dipinto, una stampa od una statua solo dopo essersi accertata di poter soddisfare i suoi bisogni primari e di potersi così permettere una spesa accessoria che rappresenterà comunque un cospicuo sforzo economico.

L’artista americano Andrew Jeffrey Wright ha lanciato però un’iniziativa che potrebbe sovvertire questo genere di convenzioni: “Ora che la mia carriera di artista è in ascesa i miei dipinti e disegni sono diventati troppo costosi per chi non dispone di molti soldi. Io però voglio che la gente comune possa ancora permettersi di collezionare i miei lavori” ha recentemente dichiarato l’artista. Quindi Wright ha lanciato una sorta di sottoscrizione low cost per i suoi fans.

Gli uomini nudi di Antony Gormley terrorizzano New York

Sono alte circa due metri ed hanno le sembianze di esseri umani nudi. Nei prossimi giorni ne saranno installate 27 sui tetti e sulle balconate di Manhattan a New York. Anche L’Empire State Building sarà invaso da queste presenze, il tutto fa parte di una mostra di arte pubblica. Stiamo ovviamente parlando del nuovo progetto di Antony Gormley che ha creato alcune statue con particolari anatomici estremamente reali che raffigurano le sembianze dell’artista stesso e che verranno appunto installate sui tetti di New York.

L’intento dell’artista è quello di: “giocare con la città e con le percezioni della gente” come lui stesso ha dichiarato in una recente intervista al New York Times. Noi di Globartmag avevamo già scritto un articolo anticipando questo insolito progetto ma ora che lentamente le statue cominciano ad apparire sui tetti della città, iniziano anche a verificarsi evidenti problemi di ordine pubblico.

Jeffrey Deitch trova in Kathy Grayson la sua “testa di legno”

 Quando in gennaio Jeffrey Deitch è stato nominato direttore del Moca, Museum Of Contemporary Art di Los Angeles ed ha dichiarato di voler chiudere la sua galleria Deitch Projects in giugno, il mondo dell’arte è rimasto con più domande che risposte. Prima fra tutte è la spigolosa questione sul futuro dei 30 talentuosi artisti che fanno (facevano) parte della scuderia Deitch. Il celebre dealer ha deciso di chiudere baracca e burattini per evitare un possibile conflitto di interessi tra la posizione di gallerista privato e di direttore di museo pubblico.

Deitch ha in seguito dichiarato che parte dei suoi artisti potrebbero passare ad uno dei suoi più stimati collaboratori e cioè a Kathy Grayson, direttore della galleria e responsabile di tutti i rapporti con gli artisti più giovani. Kathy Grayson ha inoltre curato alcune mostre assieme a Jeffrey Deitch come Panic Room che è stata presentata alla Deste Foundation di Atene nel 2006, collettiva a cui hanno preso parte artisti come Assume vivid astro focus, Tauba Auerbach, Devendra Banhart, Paul Chan, Brian Chippendale, Roberto Cuoghi,  Brian Degraw, Naomi Fisher, Barry McGee e Paper Rad.

Kenneth Anger: “non sono un satanista”

In una piccola galleria, un film di 10 minuti viene proiettato in loop. All’interno della pellicola possiamo riconoscere il volto di stralunate rock stars che rassomigliano a Mick Jagger o sono Mick Jagger in persona compiono strani riti satanici. Punti bianchi formano una piramide mentre ragazzi nudi si distendono languidi su un sofà e marines saltano da un elicottero. Lo schermo mostra un gatto, un cane, un onnisciente occhio egiziano e gente che fuma erba da un teschio. Un sintetizzatore emette un suono insopportabile. Non c’è nessun dialogo, nessuna storia.

La galleria è la celebre Sprüth Magers di Londra ed il film in questione è Invocation of My Demon Brother del grande Kenneth Anger ( in mostra sino al prossimo 27 marzo).  Anger è una leggenda di Hollywood, i suoi film pazzi, pomposi e disturbanti hanno ispirato generazioni di filmmaker e video artisti. Va da sé che tutta la produzione di Anger ha generato notevoli critiche, indignazioni, accuse di satanismo e polemiche che lo hanno persino condotto in galera.

Caravaggio Super Star, batte anche Michelangelo

Secondo una nuova e buffa scoperta Michelangelo è stato spodestato dall’ipotetico primo posto in classifica in qualità di artista più amato del panorama artistico italiano dopo circa 500 anni. Caravaggio, (che tra accoltellamenti, sfide, donne, gioco d’azzardo e fughe è riuscito anche a creare capolavori assoluti), ha infatti messo fine allo strapotere del grande pittore.

Certo che di queste illazioni non se ne sentiva certo il bisogno ma come si sa, i ricercatori sono sempre all’opera ed ogni tanto sciorinano grandi scoperte come: Leonardo amava il gelato gusto puffo o Tiziano era tifoso della Ferrari. Questa volta  a renderci più dotti sulla storia dell’arte ci ha pensato Philip Sohm, storico dell’arte dell’Università di Toronto. Sohm, negli ultimi 50 anni, ha studiato un congruo numero di cataloghi, libri e pubblicazioni varie scoprendo che Caravaggio nel corso degli anni ha gradualmente superato Michelangelo. Il ricercatore afferma di essere in possesso di grafici e studi che possono provarlo scientificamente. Certo questo cambiamento non significa certo che Michelangelo sia crollato in basso, basta notare quanta gente ogni anno visita la Cappella Sistina a Roma o si reca ad ammirare il David a Firenze.

I Raggi UV riportano alla luce un affresco di Giotto

Importante scoperta di un team di restauratori italiani che durante i loro interventi su alcuni affreschi del Giotto (maestro del 14esimo secolo) sono riusciti a riportare alla luce incredibili colori e dettagli mai visti, presumibilmente occultati da secoli di polvere ed impurità.  Gli affreschi, databili attorno al 1320, fanno parte delle decorazioni delle mura della cappella Peruzzi nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

La cappella è stata immortalata dalla regista James Ivory che nel 1985 scelse proprio la magica location per girare una scena del film Camera Con Vista. Nella scena in questione la celebre attrice Helena Bonham Carter interpreta la nobildonna inglese Lucy Honeychurch che nella cappella incontra il suo futuro marito. Gli affreschi di Giotto raffigurano l’ascesa in paradiso di San Giovanni Evangelista e la testa di San Giovanni Battista presentata a Re Erode su di un piatto portato da un soldato Romano. Per riportare alla luce gli sfavillanti colori creati dal grande maestro, i restauratori hanno utilizzato i raggi ultravioletti.

Ai Weiwei selezionato per la prossima mostra alla Turbine Hall del Tate Modern

 Ai Weiwei, Il celebre artista/attivista cinese da tempo impegnato in una dura lotta per il rispetto dei diritti civili nel suo paese nation, è stato selezionato dai vertici della Tate Modern di Londra per realizzare una nuova installazione alla Turbine Hall nel prossimo ottobre. Lo spazio cavernoso è già stato occupato da incredibili installazioni di artisti quali Miroslaw Balka e Dominique Gonzalez-Foerster , ora non resta che vedere cosa escogiterà Weiwei che di estro e creatività ne ha da vendere.

L’artista è nato a Pechino ed è conosciuto per opere che provocano reazioni e generano dibattiti, non a caso in una recente intervista  ha dichiarato:  “Libertà significa avere il diritto di fare domande su tutto”.  Sino ad oggi Weiwei è l’unico artista della regione pacifico-asiatica (che ancora vive e lavora in Cina) ad essere stato selezionato per esporre nella Turbine Hall.  Da venti anni l’artista gioca un ruolo fondamentale nella scena dell’arte contemporanea cinese e nel 2008 ha collaborato con gli architetti Herzog & de Meuron per la realizzazione del Bird’s Nest Stadium (o Nido d’uccello, ufficialmente chiamato National Stadium), struttura ufficiale delle olimpiadi di Pechino 2008.

Independent e Armory Show, l’invasione delle fiere a New York

Nella settimana dell’Armory Show, importante fiera newyorchese si è aperta anche una nuova manifestazione fieristica intitolata Independent, evento ospitato dall’ex sede della Dia Foundation ed ideato dai galleristi Elizabeth Dee e Darren Flook con “l’obiettivo di riesaminare il modello della manifestazione fieristica e creare una piattaforma ibrida a metà tra la mostra collettiva ed il forum” almeno così recita il comunicato stampa dell’evento.  “Tutti sanno che siamo quì per vendere” ha invece dichiarato il giorno dell’opening Daniele Balice della galleria parigina Balice/Hertling, confermando il fatto che indipendenza o non indipendenza, una fiera è sempre legata alle leggi di mercato.

A conferma di ciò Balice ha già venduto un mixed media di Nikolas Gambaroff per 5.500 dollari. Anche Laura Bartlett, dealer di Londra, è riuscita a vendere già dal primo giorno, un collezionista si è infatti portato a casa due fotografie di Cyprien Gaillard per 5.000 dollari al pezzo, mentre un altro avventore ha acquistato una grande installazione di Nina Beier per 11.500 dollari. Sutton Lane, direttore della galleria Cora Muennich ha invece venduto un grande dipinto astratto di Cheyney Thompson per la bellezza di 75.000 dollari. Alla fiera è presente anche la Galleria Zero di Milano, girovagando per lo stand l’art dealer di Los Angeles Tim Blum si è dichiarato molto interessato all’opera di Christian Frosi ed ha in seguito aggiunto: “Riuscire a trovare qualcosa che ti piace veramente in una fiera d’arte è cosa veramente rara”.

Jeff Koons apre la sua casa ed il suo studio

 A 55 anni suonati Jeff Koons è uno dei più celebri artisti viventi e non ha certo problemi di soldi. Quindi come ogni Paperone che si rispetti anche Koons possiede la sua bella collezione di opere d’arte che attualmente invade gli spazi della sua residenza nell’Upper East Side di Manhattan.La testata giornalistica New York Times si è quindi recata a casa Koons per fargli visita.Tra i tanti capolavori, in un angolo della casa è possibile trovare un’opera raffigurante Gesù Cristo del 16esimo secolo creata da Quentin Massys, il più importante pittore della scuola di Antwerp.

In salotto, sopra un grande televisore a schermo piatto dove era solito trovarsi un dipinto di Pablo Picasso ora in prestito ad un museo, Koons ha posto un Gustave Courbet del 1873 a cui l’artista tiene molto. Si tratta di un grande ritratto di un placido vitello che fissa lo spettatore con un insolito sguardo quasi umano “Sembra che l’animale sia al corrente che fra non molto sarà macellato” aggiunge Koons, sorridendo.

Ristoranti e gioco d’azzardo: la vita movimentata di Lucian Freud

 Lucian Freud è celebre per i suoi dipinti che ritraggono corpi nudi pervasi da una forte carica drammatica.  L’artista 87enne, nel corso della sua carriera, ha usato come modelli personaggi famosi del calibro di Kate Moss e Jerry Hall ma ultimamente l’attenzione del maestro si è spostata sui proprietari di due grandi ristoranti di Londra e sarebbe a dire il Wolseley e Clarke’s.  Freud ha dichiarato di aver ritratto Jeremy King, co-proprietario del Wolseley sito in Piccadilly per alcuni anni.

L’amicizia tra King e Freud è nata durante le cene abituali che il pittore consumava nel noto ristorante. King ha confermato ai microfoni del Daily Telegraph di aver posato per Freud e che la collaborazione andrà sicuramente avanti “Mi hanno definito una musa e sono orgoglioso di esserlo ma in realtà una musa è una fonte di ispirazione ed io sono semplicemente un modello”. L’altro soggetto dipinto da Freud e Mrs Clarke, proprietaria dell’omonimo ristorante già citato.

Gli Ok Go alle prese con l’effetto domino

Molti di voi conosceranno sicuramente l’indie rock band degli Ok Go anche perché il loro album del 2006 intitolato Oh No è stato un vero tormentone persino in Italia, successo trainato grazie ad un video divertentissimo in cui i nostri si trovavano alle prese con alcuni tapis roulant. Gli Ok Go (formati da Damian Kulash – voce, seconda chitarra ,Andy Ross – prima chitarra, cori , Tim Nordwind – basso, cori ,Dan Konopka – batteria ), come tanti altri gruppi musicali, hanno ben compreso l’importanza del mezzo video ed hanno sempre cercato di dare un’impronta originale ai loro filmati pur conservando una sfavillante ironia.

C’è da dire che negli ultimi tempi il confine tra video musicale e video arte (e viceversa) si è notevolmente assottigliato tanto da rendere quasi impossibile ogni tentativo di precisa catalogazione. Per certi versi la cosa ci fa alquanto piacere visto che la video arte non ha regole ferree ma il rischio è quello di spettacolarizzare troppo questa tecnica artistica.

Richard Hambleton una vittima della società dello spettacolo dell’arte

 Per una sera Milano si è trasformata in New York con tanto di lustrini e star dello spettacolo al seguito. Tutto è successo giovedì 25 febbraio al vernissage della mostra dedicata al grande artista Richard Hambleton, ospitato dal Teatro Armani. Tra i 120 ospiti c’erano Eugenia e Stavros Niarchos, Pierre Andrea Casiraghi (figlio della principessa Carolina di Monaco) Dasha Zhukova (fondatrice del nuovo museo Garage di Mosca e fidanzata del magnate Roman Abramovich), Clive Owen, Mario Testino e l’immancabile viveur Lapo Elkann.

Ovviamente va detto che non si è trattato del solito vernissage di arte contemporanea anche perchè non bisogna dimenticare che Hambleton si è isolato completamente dal mondo dell’arte, trincerandosi per anni nella Lower East Side di Manhattan. Il progetto Hambleton è un rilancio ben programmato e sofisticato. Tutto è cominciato quando l’imprenditore australiano Andrew Valmorbida ha conosciuto le opere di Hambleton a casa di Rick Librizzi, noto dealer americano. Nemo, il figlio di Librizzi ha poi accompagnato Valmorbida a casa di Hambleton per farglielo conoscere di persona.

La guerra tra Banksy e Robbo diventa lotta di classe


La battaglia a colpi di graffiti e murales che ha visto come protagonisti il nostro beniamino Banksy contro il re della old school Robbo (ne avevamo parlato in un nostro precedente articolo) sembra non esaurirsi ed anzi, nuovi episodi sembrano ravvivare la terribile disfida. Robbo in tutti questi anni di inattività è diventato un padre di famiglia anche se ha mantenuto i contatti con molti giovani writers. Lo scorso natale l’affronto di Banksy, il quale aveva modificato un graffiti che Robbo aveva creato ben 24 anni or sono, ha richiamato il vecchio eroe dall’oscurità e questi,dopo aver ricancellato il tutto ed aver apposto il suo tag, ha deciso che la sua sete di vendetta non si è ancora esaurita.

Nelle scorse settimane Robbo ha modificato tutti e quattro i murales di Banksy eseguiti sulle sponde del Regent’s Canal ed ha poi firmato con la frase “Team Robbo“. Anche altri writers hanno deciso di supportare il vecchio street artist ed hanno cominciato ad adottare la scritta Team Robbo nelle loro nuove composizioni. “Oramai è chiaro che la città si divide in due fazioni, Il Team Robbo ed il Team Banksy” ha dichiarato Robbo la cui testa rasata ci riporta indietro nel tempo quando i Punks e gli Skinheads inglesi si sfidavano per la conquista del territorio a colpi di tags e slogans. 

La Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci ha rischiato di essere distrutta

 L’ondata di furti ai Danni dell’arte non accenna a fermarsi e questa volta la situazione era piuttosto grave ma fortunatamente i ladri sono stati assicurati alla giustizia e l’opera è stata recuperata. Il 27 agosto del 2003 una gang di 5 malfattori ha infatti confiscato il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci intitolato la Madonna dei Fusi, e cosa ancor più sbalorditiva, la banda aveva intenzione di distruggere il capolavoro se i proprietari si fossero rifiutati di pagare un riscatto di 4.25 milioni di sterline.

Ovviamente il dipinto di Leonardo ha un valore stimato ben oltre quella cifra, le sue quotazioni sul mercato si agirebbero infatti sui 30 milioni di sterline.L’opera era stata sottratta dal Castello di Drumlanrig in Scozia, residenza privata del duca di Buccleuch. Il raid dei predoni è stato a dir poco devastante, Alison Russell (25 anni) era in servizio come guida del castello al momento dell’irruzione.