Maddalena Ambrosio alla galleria Mimmo Scognamiglio di Milano

 La galleria Mimmo Scognamiglio inaugura giovedì 14 gennaio 2010 alle ore 19 la prima mostra personale a Milano di Maddalena Ambrosio dal titolo Transmigranti.Come nelle due precedenti mostre da Scognamiglio a Napoli nel 2004 e nello scorso settembre l’ artista, anche questa volta, si appropria, invade e sconvolge lo spazio espositivo creando una sola grande opera che interagisce con i 200mq della sala centrale.

L’intera opera della Ambrosio sembra essere attraversata da una strategia della decostruzione (Jacques Derrida), non esistono all’interno di essa concetti stabili e ben determinati, si oppone a qualunque “certezza”, a qualunque staticità formale definendo il concetto stesso come la caduta del pensiero in un “falso paradiso della definizione” e lo stesso titolo della mostra che sfugge ad una netta definizione, sembra appartenere alla categoria degli indecidibili di Derrida. La mostra si completa nelle sale laterali della galleria con due sculture in cui la Ambrosio riprende la sua analisi della coscienza umana immersa in una realtà percepibile per ambivalenze e in cui lei non sceglie una delle parti in cui si divide la dicotomia del reale, non si schiera, ma esplora il potenziale espressivo di ogni contraddizione, fondendo in una visione multiforme ciò che sembra apparentemente inconciliabile.

Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla Biennale di Venezia 2011

Francia, Francia ed ancora Francia, dopo un periodo di silenzio i transalpini hanno deciso di stupirci e di puntare al rilancio di tutta la nazione nel gotha dell’arte contemporanea internazionale che fino ad ora vedeva un poco in ribasso le quotazioni di una patria capace di sfornare grandi talenti come Sophie Calle e Claude Lévêque. La Francia dicevamo non ha intenzione di rimanere incollata al passato, ai suoi grandi musei di arte moderna ed ai suoi grandi maestri della pittura.

Per questo la nazione d’oltralpe si sta muovendo in fretta ed ha già reso noto il suo programma per la Biennale Di Venezia 2011, annunciando che il celebre artista francese Christian Boltanski rappresenterà il suo paese all’interno della prestigiosa kermesse veneziana. La notizia potrebbe stupire visto che la Biennale si è da poco conclusa registrando un record assoluto di presenze ma è noto che le grandi manifestazioni devono essere meticolosamente progettate con largo anticipo. A quanto dichiarato da Artforum il padiglione transalpino sarà curato da Jean-Hubert Martin, stimato professionista che ha già ricoperto il ruolo di direttore del Centro Pompidou di Parigi e del Kunst Palast di Dusseldorf in Germania.

La Francia cala i suoi assi per il 2010

 Avevamo citato ieri la mancanza di buone notizie dal versante francese e ci eravamo ripromessi di parlarvi dei transalpini non solo riguardo scioperi e furti d’arte. Oggi siamo quindi qui a fornirvi una lista di impedibili mostre che avranno luogo a Parigi, proprio come avevamo fatto nel nostro precedente articolo sull’Inghilterra.

Il Centro Pompidou renderà omaggio all’eccentrica pittura di Lucian Freud in una mostra monografica dal titolo Lucian Freud. L’atelier che aprirà le sue porte dal 10 marzo. Questa è la seconda grande retrospettiva dedicata a Freud in territorio francese. La prima fu organizzata sempre dal Centro Pompidou nel 1987.

Il Grand Palais di Parigi propone invece dal 24 febbraio al 24 maggio una mostra dedicata al più sublime dei pittori inglesi : William Turner (1775-1851). Il grande maestro sarà il protagonista dell’evento intitolato Turner et les Maîtres, dove il genio del pittore inglese sarà affiancato ad opere che hanno ispirato la sua creatività e stiamo parlando di nomi del calibro di Canaletto, Rembrandt, Rubens e Claude le Lorrain.

England Go Go Go, un pieno di arte contemporanea per il 2010

Per coloro I quali avessero intenzione di recarsi in Inghilterra nei prossimi mesi, Globartmag ha deciso di fornire un piccolo vademecum delle mostre più interessanti che il Regno Unito si prepara ad ospitare.

Si parte con Donald Judd in mostra alla galleria Simon Lee fino al prossimo 29 gennaio. Pochi artisti hanno osato l’impossibile come Judd e questa mostra ne testimonia la vibrante creatività dai primi lavori sino alle opere industrialmente prodotte.

Miroslaw Balka sarà invece presente in una mostra alla Modern Art Oxford fino al 7 marzo, evento parallelo dell’acclamata prova dell’artista alla Turbine Hall della Tate Modern. Questa volta però l’artista polacco presenterà le sue opere video, parte meno conosciuta del suo corpus creativo.

La project space dell’ Hayward Gallery di Londra propone invece fino al 20 gennaio una ricca collettiva dal titolo Rooms Without Walls tra cui figurano le opere in bamboo della berlinese Isa Genzken miste a quelle di nuove leve dell’arte contemporanea.

Fuoriluogo XIV Interrelazionale

Anche quest’anno la galleria molisana Limiti Inchiusi rinnova l’appuntamento con la mostra Fuoriluogo, arrivata alla XIV edizione intitolata Fuoriluogo XIV Interrelazionale. Si sente ancor di più la voglia di rompere il silenzio che s’insinua sornione in questi luoghi e di trascinare l’osservatore verso ricerche e sperimentazioni in vari settori artistici (site specific, video, installazioni, performances, scultura..).

I fattori sostanziali sono la collaborazione di due curatrici: Emanuela De Notariis e Silvia Valente,  con l’intervento di due artisti concettuali: Cesare Pietroiusti ed Emilio Fantin, dando vita così ad una cooperazione stimolante.
Inoltre un duplice scenario nei due centri molisani crea la scenografia adatta alle due esposizioni in atto:  a Campobasso presso la Galleria Limiti Inchiusi e Termoli Galleria Civica d’arte Contemporanea, che per quest’occasione ospitano artisti e critici molisani. La mostra propone un percorso al fine di poter osservare con occhi diversi il mondo quotidiano, concede uno spunto per una riflessione sulla ri/lettura del mondo circostante e per se stessi. Vuole essere quasi una reazione per uscire fuori dagli schemi di oscurantismo che travolgono questo territorio ed un monito ad aprirsi al mondo.

Irving Penn il fotografo della gente comune

 Importante retrospettiva la Getty Center di Los Angeles che fino al prossimo 10 gennaio ospiterà la mostra Small Trades dedicata al talento fotografico di Irving Penn (1917-2009). Il grande maestro della fotografia ha iniziato la sua carriera lavorando per Vogue come fashion photographer e creando immagini con linee pulite, toni brillanti e composizioni bilanciate che gli hanno garantito un un posto nel mondo dell’arte molto prima che Juergen Teller fosse in grado di sorreggere il peso di una macchina fotografica.

Nei primi anni ’50 il celebre fotografo cominciò ad espandere il suo campo d’azione viaggiando a Londra, Parigi e New York. Fu in quegli anni che Penn decise di dare una sterzata artistica alla sua carriera di fotografo e diede inizio alla serie Small Trades di cui il Getty Museum mette in mostra una vasta collezione di opere. Penn decise di ritrarre semplici lavoratori e cominciò a fotografarli nel suo studio con dei fondali neutrali senza altri orpelli in grado di distogliere lo sguardo dello spettatore dal soggetto principale. Ogni soggetto era in piena uniforme di servizio e corredato da tutti gli oggetti che servivano all’espletamento della sua mansione.

Xenofon Kavvadias e l’arte del terrorismo

 L’artista greco Xenofon Kavvadias potrebbe incappare in una seria vicenda legale che riguarda le leggi contro il terrorismo. Il governo inglese ha infatti sguinzagliato i suoi informatori mettendoli al seguito dell’artista che avrebbe intenzione di usare un manuale della Jihad ed alcuni testi estremisti all’interno di una sua futura mostra in una galleria di Londra. Il governo ha già informato Xenofon Kavvadias che se andrà avanti con i suoi propositi sarà arrestato e giudicato per atti terroristici. L’artista greco è laureato alla Central St Martins School of Art and Design e vive nel Regno Unito da sei anni.

Kavvadias aveva già ricevuto un avvertimento dal governo durante la sua precedente mostra dove aveva esposto tre copertine di testi estremisti protetti da espositori di plexliglas con l’intento di esplorare i limiti legali della libertà di espressione. Adesso l’artista ha intenzione di installare una specie di libreria con testi che includono La Difesa della Nazione Musulmana di Sheikh Abdullah Azzam un esponente della Jihad che ha influenzato Osama Bin Laden e Il Manuale dei veleni dei Mujaheddin una guida che insegna come è possibile ricavare terribili veleni dal tabacco e dalle patate. Nella mostra Kavaddias a anche intenzione di includere il Manuale della Jihad Afgana (conosciuto come il Manuale di al-Qaeda) che spiega come pianificare, finanziare ed eseguire gli attacchi terroristici.

Hermann Nitsch – Teatro delle Orge e dei Misteri

Le attività 2010 della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino prendono l’avvio con uno storico appuntamento dedicato ad uno degli artisti più apprezzati e controversi dell’arte contemporanea internazionale, Hermann Nitsch che incontra il pubblico di Torino giovedì 14 gennaio alle ore 18 per approfondire, anche attraverso filmati e video documentari, alcuni aspetti del suo celebre lavoro Orgien Mysterien Theater.

Hermann Nitsch, nato a Vienna nel 1938, concepisce l’idea di “Orgien Mysterien Theater”, il Teatro delle Orge e dei Misteri, nel 1957 e da allora ha sviluppato incessantemente questo progetto, concentrando su di esso tutte le sue aspirazioni e dedicandovi la sua intera vita artistica. Il Teatro concepito da Nitsch è uno spazio in cui centinaia di persone si abbandonano ad una comune e totalizzante esperienza artistica, con il coinvolgimento di tutti i cinque sensi. Si tratta dunque di una forma di arte performativa in cui l’elemento centrale è lo stato di eccitazione psicofisica dei partecipanti, che non reprimono i propri naturali istinti primordiali come invece – secondo l’artista – accade normalmente, a causa delle norme e dalle imposizioni dettate dalla società attuale.

Gli ultimi dipinti di Jörg Immendorff alla galleria Cardi Black Box di Milano

La galleria Cardi Black Box di Milano inaugura il 20 gennaio 2010 la prima personale in Italia dedicata a Jörg Immendorff, grande artista tedesco che ha segnato la storia della pittura contemporanea e che dagli anni Settanta è stato una figura chiave dell’arte europea.

Questa mostra rappresenta una sorta di sfida perché non vuole raccontare il percorso di Immendorff attraverso le sue opere più note, i grandi cicli narrativi degli anni Settanta e Ottanta, ma sceglie un punto di osservazione particolare, presentando le ultime opere realizzate prima della sua morte. Tra il 2006 e il 2007 – l’anno della sua morte – Immendorff produce infatti una serie di capolavori di grandissima forza emotiva che coniugano il linguaggio espressionista ad una nuova costruzione dell’immagine e ricerca formale.

Lungo tutto il suo percorso artistico Immendorff ha utilizzato la pittura come riflessione sulla realtà sociale ed economica della Germania postbellica. Politico militante nelle fila dell’estrema sinistra, nella sua formazione artistica Immendorff, allievo di Joseph Beuys, assume su di sé tracce indelebili di movimenti come Espressionismo, Nuova Oggettività, Neo-Dada. Ne scaturisce un universo pittorico marcatamente segnato dalla storia contemporanea e dalle sue problematiche. I dipinti di Immendorff fino agli anni Novanta sono ricchi di simboli che rimandano alla storia tedesca degli ultimi cinquant’anni (il muro, la svastica, la bandiera ecc.) e quindi metafore della condizione sociale e politica della Germania divisa.

Jill Magid l’artista che si trasformò in agente segreto

 Il 25 agosto del 2008 una macchina nera partita dall’ambasciata Olandese di New York si recò davanti dell’abitazione dell’artista Jill Magid a Brooklyn. Un uomo sceso dalla vettura suonò il campanello e recapitò all’artista una busta marrone. La missiva in questione conteneva un enorme rapporto redatto dalla stessa artista sui suoi tre anni spesi ad incontrare agenti dei servizi segreti olandesi. Tre anni prima infatti Jill Magid era stata incaricata dai servizi segreti di creare un’opera d’arte capace di metter in luce l’aspetto umano dello spionaggio.

Ma dietro il manoscritto c’è  una lunga storia, quella di Jill Magid di 36 anni, artista le cui sculture sono state vendute per 25.000 dollari al pezzo. Per le opere commissionate dall’intelligence olandese invece l’artista ricevette 100.000 euro. L’artista propose di intervistare alcuni agenti del servizio segreto su questioni personali e compilare un rapporto oltre che ad altre opere che avrebbero poi mascherato le loro vere identità. Jill Magid cominiciò così ad incontrare gli agenti nei bar e nelle hall degli alberghi.

In mostra a Berlino le visionarie immagini di John Baldessari

 La galleria Sprüth Magers di Berlino ospita attualmente un’interessante mostra dedicata ad una nuova serie di lavori di uno dei più influenti artisti americani, ovvero John Baldessari classe 1931. La carriera del grande artista comincia con la pittura, nella prima metà degli anni Sessanta Baldessari è uno degli interpreti del rinnovamento, in chiave concettuale, della scena artistica della West Coast. Il presente evento dal titolo Hands And/Or Feet (Part Two) rimarrà in visione fino al 16 gennaio 2010 e coincide con la retrospettiva organizzata dalla Tate London dedicata al genio del grande artista ( mostra che si è aperta lo scorso ottobre e si sposterà al MACBA di Barcellona, al LACMA di Losangeles ed al Metropolitan Museum Of Art di New York, viaggiando per tutto il 2011).

L’evento a Berlino ospita 10 opere in larga scala che proseguono l’indagine dell’artista sulle potenzialità espressive del corpo mediante una vasta gamma di media e tecniche. Dopo aver cremato nel 1970 un vasto corpus di dipinti dal 1953 al 1966 ed aver usato le ceneri per cucinare dei biscotti, l’artista si è orientato sui materiali di riuso per creare le sue famose Photo-compositions, incorporando una grande varietà di media nelle sue opere. Assemblando pittura e fotografie su di una superficie tridimensionale, Baldessari ha molte volte esplorato vari significati dell’arte mediante una sintesi formale e tattile.

Waseem Ahmed ed il nuovo volto artistico del Pakistan

Si parla sempre troppo degli artisti asiatici e della loro parabola (ormai discendente) nella scena dell’arte internazionale. Si parla invece sempre troppo poco degli artisti provenienti dall’Asia meridionale, porzione meno pubblicizzata di un continente artistico densamente popolato ed estremamente effervescente. Fortunatamente ogni tanto qualcuno si erge al di sopra delle barricate e comincia a promuovere l’arte proveniente da questa esotica ed affascinante realtà.

Questa volta ci ha pensato la galleria Laurent Delaye di Londra che dal 22 gennaio 2010 al 27 febbraio 2010 presenterà una mostra personale dell’artista Waseem Ahmed come seconda parte di una serie di eventi dedicata al vasto spettro dell’arte made in Pakistan. Ahmed, nato nel 1976, è divenuto celebre per i suoi dipinti miniati: “E’ assai curioso il fatto che l’antica tradizione della miniatura, in particolare lo stile miniato del Mughal che è molto diffuso in Pakistan, è divenuta una grande fonte d’ispirazione per l’arte contemporanea pakistana. La presente re-invenzione della miniatura è frutto del fascino della tradizione e delle novità radicali della giovane arte” ha in merito dichiarato il critico Virginia Whiles.

Correva l’anno 2009, il peggio dell’arte contemporanea secondo Globartmag

Giunti alla fine di questo lungo ed interessante 2009 è ormai tempo di bilanci e come si sa ogni testata che si rispetti stila la sua personale classifica del meglio visto nei mesi precedenti. Noi di Globartmag solitamente vi offriamo solo il meglio ed è per questo che stavolta abbiamo deciso di stilare una ricca top ten con il peggio del minestrone artistico nazionale, cose che non avremmo mai voluto vedere ma che è possibile vedere solo (per fortuna) in Italia, quindi allacciate le cinture e preparatevi a tutto:

1 Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009
L’horror vacui colpisce il duo curatoriale formato da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli noti ormai come B&B. Ci si aggrappa ai fasti del Futurismo(?) e si riempie un padiglione-feijoada di opere ammassate, manco fosse una fiera d’arte. Tra presenze pittoriche imbarazzanti ed installazioni non meglio identificate il dramma si compie mentre la critica cala la scure. Quei pochi artisti che riescono a salvarsi galleggiano come isole perse in un dramma da feuilletton del  secolo scorso. Intanto al vernissage piove e tutti entrano in sala per ripararsi con sommo piacere degli organizzatori che sbandierano un boom di presenze mai visto. Contenti loro, depressi noi.

2 Quer pasticciaccio brutto del Premio Cairo 2009
Vince Marzia Migliora ma durante la premiazione il gallerista di Changing Role, Guido Cabib fa giustamente notare che l’opera premiata non è inedita, cosa che il regolamento impone. Segue la protesta su internet (viene persino istituito un gruppo su Facebook intitolato Il premio Cairo 2009 va annullato) e su varie testate che chiedono il ritiro dell’artista. Alla fine dopo un lungo periodo di imbarazzo la giuria del premio decide di squalificare Marzia Migliora ed assegnare il primo posto a Pietro Ruffo. La vicenda si chiude con una dichiarazione di Marzia Migliora che si ritiene vittima di tutta la faccenda. Cui Prodest?

3 Le nomine innominate del Castello Di Rivoli
Il balletto per la nomina del direttore della prestigiosa istituzione è il vero giallo di fine 2009, un delitto irrisolto con una trama alquanto intricata: il presidente Giovanni Minoli annuncia la prima sorpresa, i direttori sono due Andrea Bellini e Jens Hoffmann, poi quest’ultimo si defila inaspettatamente e senza un vero perché, il cda che prima l’aveva scelto presentandolo come uomo di fiducia lo accusa di non esser degno di fiducia. Al suo posto compare  Beatrice Merz, presidente della fondazione dedicata al celebre padre. Come diceva quella canzone di De Gregori? E non c’è niente da capire.

4 Alva Noto/Carsten Nicolai a Napoli
Proprio in zona Cesarini arrivano il pacco, il doppio pacco ed il contropaccotto. Nicolai viene ingaggiato per creare un’installazione a Piazza Del Plebiscito, dopo neanche tre giorni di “mostra” e 500mila euro spesi per l’intera operazione (tra l’altro molto bella) il curatore Eduardo Cicelyn rimuove il tutto per motivi di sicurezza.

L’ironico Urs Fischer un artista tutto da scoprire

 In questi giorni e fino al 7 febbraio 2010 il New Museum di New York ospita la mostra Marguerite de Ponty dell’acclamato artista Urs Fischer, la mostra è decisamente spiazzante a tal punto che alcuni visitatori hanno mosso alcune accuse contro l’artista, accusando le sue opere di superficialità, alcuni hanno affermato che Fischer in questa mostra non indaga a fondo nell’animo umano e non si è scervellato più di tanto a cercare un’idea pregna di contenuti ed emozioni. Eppure l’arte non è solamente fatta di indagini rigide e composte pervase dalla serietà assoluta, c’è molto nonsense ed ironia nell’arte anche perchè esse sono caratteristiche fondamentali dell’animo umano. Per chi ama un poco di sana ironia la mostra al di Fischer ha decisamente qualcosa da offrire.

Le sue scatole specchio dal titolo Service à la française (2009) sono sparse per tutto il secondo piano, ogni opera è formata da un cubo rettangolare coperto da una superficie specchiante. Su ogni faccia del cubo è riprodotta l’immagine realistica di un oggetto. In questo modo è possibile osservare la ripoduzione di un oggetto mentre la superficie specchiante trasmette brandelli di immagine di altre scatole circostanti, in un orgia visiva del tutto spaesante e divertente.  Al terzo piano è invece possibile ammirare la celebre lingua nel muro di Fischer (opera dal titolo Noisette, 2009) che sbuca fuori dal muro non appena il visitatore si avvicina. L’opera sembra coglierti sempre di sorpresa e muove ironicamente memorie legate all’infanzia riguardo il gioco del nascondino ed alla persistenza degli oggetti.