Gioco di specchi al museo Carlo Bilotti

 Lo specchio come simbolo della bellezza femminile nella pittura del Cinquecento fino alle avanguardie del primo Novecento. Lo specchio come decorazione nei sontuosi palazzi e nelle dimore regali dove gli spazi si raddoppiano illusionisticamente. Lo specchio dunque nel duplice ruolo di rivelatore di verità e di inganno.

È questo lo spettro illimitato di interpretazioni che offrirà la mostra Speculazioni d’artista. Quattro generazioni allo specchio a cura di Augusta Monferini, Maria Grazia Tolomeo e Alberto Dambruoso ospitata al Museo Carlo Bilotti dal 26 giugno a Roma.

La mostra vuole essere un tentativo di offrire allo spettatore, attraverso una selezione di opere di artisti che hanno operato “coscientemente” con lo specchio dagli anni Sessanta ad oggi, una lettura di questo affascinante strumento in tutte le sue diverse valenze e declinazioni, siano esse di carattere simbolico, estetico, concettuale, percettivo e psicologico.

BP Portrait Award 2009 c’è anche l’italiana Annalisa Avancini tra i vincitori

Il 16 giugno scorso sono stati resi noti alla National Portrait Gallery di Londra  i vincitori del BP Portrait Award 2009 famoso premio dedicato agli artisti che si distinguono nell’arte del ritratto. Il primo premio in denaro di 25.000 sterline è andato al 44enne Peter Monkman che ha partecipato con l’opera Changeling 2, parte di una serie di ritratti dedicati a sua figlia Anna in diversi stati della sua vita. Il secondo premio di 8.000 sterline è invece andato a Michael Gaskell con l’opera Tom, un incredibile ritratto contemporaneo che si riallaccia alla maestria dei pittori rinascimentali.

Un terzo premio di 6.000 sterline è andato all’italiana Annalisa Avancini classe 1973 che ha presentato una grande opera su tavola dal titolo Manuel. Annalisa Avancini è nata a Trento, dal 2003 è docente di Design di moda ed ha partecipato a vari concorsi ed esposizioni di pittura in Italia e all’estero vincendo nel 2006 il primo premio al First Contemporary Art Show 2006 presso il Museum of the Americas di Miami.

100 Sexes d’Artistes censurata alla Biennale di Venezia e accolta in Belgio

Nel 1973 Jacques Charlier ha iniziato a realizzare una serie di disegni che rappresentano “sessi di artisti”, proponendo in maniera caricaturale il ritratto immaginario degli organi di riproduzione degli artisti che a suo avviso, a partire da Marcel Duchamp hanno segnato l’arte del XX secolo. Recentemente Jacques Charlier ha avuto l’idea di esporre 100 di questi disegni (che includono anche i sessi di Francis Bacon, Andy Warhol e Jeff Koons) in forma di cartelloni nello spazio pubblico di Venezia in una mostra dal titolo 100 Sexes d’Artistes.

Il progetto è stato così presentato ufficialmente al fine di poter essere incluso tra gli eventi collaterali della 53a Biennale di Venezia. Il direttore Daniel Birnbaum tuttavia, in una lettera del 18 dicembre 2008, informava con rammarico che “non riteneva possibile includere tale progetto tra gli eventi collaterali della mostra”. Charlier aveva anche contattato gli artisti per così dire ritratti che si erano dimostrati favorevoli all’evento ma il comune e la direzione della fiera non hanno dato il permesso di esporre la mostra nei luoghi pubblici.

Tutti vogliono François Pinault

François Pinault sembra essere divenuto il divo del momento. Il famoso imprenditore francese che possiede e gestisce la catena di vendita e produzione di beni di lusso PPR è stato il fautore dell’evento più chiacchierato della 53esima Biennale di Venezia.

Mapping the Studio: Artists from the François Pinault Collection, la mostra con opere provenienti dalla collezione del famoso miliardario e curata da Francesco Bonami e Alison M. Gingeras è stata inaugurata con annesso bagno di folla il 6 giugno scorso simultaneamente a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana, il nuovo centro d’arte contemporanea della François Pinault Foundation reduce da un intervento di restauro affidato all’architetto giapponese Tadao Ando.

Che fare? ci pensa Dan Perjovschi

Che fare?/What Is To Be Done? è un ciclo di eventi partito il 3 aprile negli spazi del Castello di Rivoli. Ogni appuntamento si tiene in una differente area del museo e coinvolge alcuni tra i protagonisti della performance contemporanea.

Che fare? prende il titolo dalla celebre opera di Mario Merz che, realizzata nel vivo della contestazione del 1968, riflette sul dubbio perenne che accompagna l’artista nel relazionarsi con il mondo.

La Performance art nasce negli anni Sessanta e si sviluppa ampiamente negli anni Settanta, anche se esempi di azioni performative si contano già nei primi anni del secolo scorso con le manifestazioni dei dadaisti e dei futuristi. Genere oggi ampiamente riscoperto, la performance occupa un ruolo rilevante nell’arte dei nostri giorni – tra permanenza ed effimero.

Amore e Psiche raccontati come uno storyboard

Sarà inaugurata il prossimo 27 giugno a Spoleto, nella Rocca Albornoziana, la mostra Amore e Psiche. Storyboard di un mito, all’interno del 52° Festival dei due Mondi.

Ideata e curata da Miriam Mirolla, la mostra mette in scena la favola di Amore e Psiche come se fosse lo storyboard di un film, illustrandola con le opere di venti protagonisti dell’arte contemporanea che, nel testo di Apuleio, hanno trovato lo spunto per rappresentare temi come la visione e l’invisibilità, la conoscenza e l’inconoscibilità, il divieto e la sua infrazione, l’anelito all’immortalità, l’istinto di ricerca e il raggiungimento del piacere.

A Milano vanno in scena i curatori

 Una mostra collettiva, ma strutturata come 10 presentazioni personali indipendenti, è l’esito espositivo della serie di interviste condotte dal direttore artistico di Viafarini, Milovan Farronato, che hanno suscitato grande interesse da parte di un vasto pubblico.

Da aprile a giugno, presso la sede del DOCVA, Fabbrica del Vapore, si sono confrontati in cinque tappe dieci curatori: Elena Bordignon e Marco Tagliafierro, Vincenzo De Bellis e Davide Ferri, Paola Noè e Francesco Garutti, Michela Arfiero e Simone Menegoi, Roberta Tenconi e Antonio Grulli.
Ogni curatore presenta in mostra una sola opera con l’obiettivo di formalizzare la complessità del proprio indirizzo di ricerca, come ideale conclusione del dibattito su una possibile campionatura di alcuni indirizzi di ricerca curatoriali attivi in Italia in genere e a Milano in particolare.

Whaleless, la riscossa delle balene

Globartmag ha presenziato lo scorso 11 giugno ad un insolito ed interessante evento artistico ospitato al Temporary Love di Roma, seminale e sperimentale luogo di incontro tra arte, design e moda della capitale . Si tratta di Whaleless, progetto itinerante ideato e curato da Giovanni Cervi e sostenuto da Res Pira, Pig Magazine, Globartmag, Bang Art e dalla Whale and Dolphin Conservation Society con l’intento di promuovere la conservazione delle balene, e di tutte le creature marine, attraverso i contributi di artisti e giovani creativi provenienti da ogni angolo del mondo.

Le opere in mostra, tutte raffiguranti l’enorme cetaceo, ci hanno particolarmente colpito non solo per la capacità di ricreare universi onirici e fantastici ma anche per la straordinaria difformità di stili, linguaggi e tecniche che ha contribuito ad allargare la visione percettiva su diversi livelli, proponendo molteplici universi paralleli posti su di un unico tema centrale.

I videoritratti di Robert Wilson a Milano

Dopo il grande successo ottenuto in tutto il mondo, da New York a Mosca, da Miami a San Paolo, apre a Milano al Palazzo Reale la mostra VOOM Portraits dell’artista americano Robert Wilson.

Robert Wilson e’ riconosciuto come una delle figure piu’ importanti della nostra epoca nel teatro, nell’opera e nell’arte. Nella sua carriera piu’ che trentennale con il suo modo di interpretare le arti visive e attraverso l’uso radicale della luce, Wilson non solo ha influenzato il teatro ma ha rivoluzionato con il suo linguaggio design, architettura e media.

Luisa Rabbia alla Fondazione Merz di Torino

 La Fondazione Merz di Torino presenta la mostra In viaggio sotto lo stesso cielo, un progetto dell’artista Luisa Rabbia, pensato appositamente per gli spazi della Fondazione e curato da Beatrice Merz. La mostra ruota intorno a un nucleo di tre lavori, un video e due installazioni ed ha come filo conduttore il tema del viaggio: un percorso nella memoria, nell’immaginario e nel surreale.

Luisa Rabbia intreccia il suo mondo fatto di solitudini, di precarietà psicologiche, di ricordi con le immagini tratte dalle vite di altri. Il risultato è una sorta di diario, una narrazione composta da una ragnatela di disegni: radici infinite, flash di opere dell’artista, spezzoni di precedenti video, tutte arterie di un percorso di vita.

Fatevi Misurare da Roman Ondák al MoMa di New York

Il MoMa, Museum of  Modern Art di New York cala per l’ennesima volta il suo asso. La famosa istituzione museale statunitense non paga dell’attuale calendario espositivo tra cui figurano i nomi di Aernout Mik, León Ferrari e Mira Schendel è in procinto di inaugurare il 24 giugno prossimo Measuring The Universe, di Roman Ondák.

L’evento rappresenta il 4° appuntamento dedicato ad una serie di performance che ha già visto tra le sue fila nomi del calibro di Tehching Hsieh, Simone Forti ed Yvonne RainerMeasuring the Universe (2007) è un’opera di recente acquisizione per il MoMa, si tratta di una performance in cui l’altezza di ogni visitatore è annotata sul muro dello spazio espositivo da un operatore del museo adibito ad annotare il nome del visitatore e la data dell’effettiva misurazione in corrispondenza dell’altezza massima della persona misurata.

Musica ed Arti visive alla James Cohan Gallery

Interessante evento lanciato dalla James Cohan Gallery di New York per il prossimo 18 giugno. La mostra collettiva dal titolo White Noise si ripropone di indagare le connessioni tra opere di arte visiva e musicale di artisti e performer di generazioni differenti.

La musica è stata un’importante influenza nell’arte visiva. Con l’avvento del gruppo artistico Fluxus, nomi come John Cage e Nam June Paik hanno inserito nuove sperimentazioni sonore nell’arte. Influenze addizionali come il Rock ed il Punk hanno contribuito a creare un movimento rivoluzionario che ha letteralmente abbattuto le barriere tra le diverse espressioni artistiche.
A trainare l’evento saranno presenti famose opere come Box with the Sound of Its Own Making (1961) di Robert Morris che consiste in un cubo di legno contenente uno speaker che restituisce il suono proveniente da una cassetta sui cui sono incisi i rumori prodotti dalla costruzione stessa del cubo per un totale di 3 ore e mezzo di registrazione.

Incredibile: mostra segreta di Banksy al museo di Bristol

Icredibile mossa a sorpresa del famoso street artist Banksy che ha letteralmente invaso il Bristol’s City Museum in Inghilterra con più di 100 opere tra i installazioni, murales e dipinti a rimpiazzo della usuale collezione di artefatti regolarmente esposta nel museo cittadino.

L’evento che vede il noto artista esporre per la prima volta in un museo della sua città natale è stato tenuto segreto fino alla sua data di apertura il 13 giugno scorso. Il museo cittadino è rimasto chiuso sin dall’ottobre dello scorso anno con una manciata di guardiani a pattuglia del perimetro. Il direttore del museo Kate Brindley ha recentemente rilasciato queste dichiarazioni: “L’inaugurazione della mostra di Banksy è stata un vero sollievo, abbiamo corso numerosi rischi ed i piani della mostra sono stati tenuti segreti fino a venerdi 12 giugno, esattamente un giorno prima del vernissage”.

Gerhard Richter alla Fundación Telefónica

Dal 4 giugno al 30 agosto la Fundación Telefónica di Madrid presenta una mostra personale di uno dei più grandi artisti contemporanei della scena internazionale. L’evento dal titolo Gerhard Richter: fotografias pintadas (fotografie dipinte) propone al pubblico più di 300 fotografie con interventi materici provenienti dall’album personale dell’artista tedesco classe 1932.

La mostra include inoltre immagini provenienti da collezioni private con opere dal 1989 ai nostri giorni. Gerhard Richter è considerato uno degli artisti più influenti di tutti i tempi. Egli non si è mai limitato ad un singolo stile, la sua varia produzione include sculture e dipinti che vanno dal paesaggio alla totale astrazione cromatica passando per il monocromo. Nella presente mostra si vuole indagare il fruttifero dialogo di Richter con la fotografia e la pittura. Le immagini di piccolo formato derivano dai molti viaggi compiuti dall’artista o dalla sua vita privata. L’artista ha selezionato le fotografie prive di specificità o sfocate, togliendole dal suo album e intervenendo sopra di esse con vernice ed altri media, creando così una nuova forma di immagini.