Di sola arte non si vive

Ci si chiede spesso quale sarà il futuro dell’arte contemporanea nostrana e spesso la sorte ed il fato vengono associati alla possibilità di finanziamenti pubblici e privati, ad aiuti economici per artisti ed altri operatori del settore e così via. Molti musei si lamentano di disporre di pochi fondi per organizzazione e promozione di mostre ed eventi, le gallerie sono sempre in cerca di nuovi collezionisti mentre cresce il livore per le vendite in ristagno, gli artisti non si sentono adeguatamente supportati e vorebbero vendere di più ed i curatori difendono disperatamente il loro territorio, tentando di allargare il bacino dei propri contatti e sbarcare il lunario.

In sintesi questa è la situazione del pianeta arte italiano, il futuro viene giustamente valutato in base a questioni economiche, le stesse che hanno in qualche modo segnato il tramonto delle ideologie politiche. Noi ovviamente non siamo dei sognatori, non staremo qui a dirvi che l’arte non ha bisogno del vile denaro anche perché senza vendite, committenze e sovvenzioni non ci sarebbe arte ma è indubbio che la misura è oramai colma ed in tutto questo discorso money oriented si rischia di perdere di vista la creatività in senso stretto, l’amore per le manifestazioni estetiche e concettuali.

Il Museo dei Musei


In occasione di START, Lambretto Art Project presenta IL MUSEO DEI MUSEI, una mostra per celebrare i venti anni di Museo Teo, museo senza sede e senza opere, associazione no­profit per la diffusione dell’arte contemporanea al di fuori degli spazi istituzionali.

Museo Teo opera dal 1990 in modo collettivo al fine di favorire la diffusione dell’arte contemporanea in una dimensione democratica e quotidiana e per sviluppare una riflessione sullo stato dell’arte e del mondo presente; per stimolare una rete di relazioni creative e la produzione di socialità e di senso. La mostra vuole ribadire i caratteri dell’intervento di Museo Teo nella realtà sociale e nel mondo dell’arte contemporanea.

Le opere napoletane di Hermann Nitsch

Seguendo con coerenza la vocazione di Museo per le idee, luogo dinamico di studio, di riflessione e di ricerca della poetica di Hermann Nitsch, il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch inaugura sabato 11 settembre 2010, alle ore 19,00, Opere Napoletane.

Percorsa da un’ intenzionalità unificante, confermata dagli effetti di una concitazione sensoriale avvolgente, dalla bellezza della forma, dall’ebbrezza dell’estasi, Opere Napoletane, costituisce il secondo paragrafo, al Museo Nitsch, di un’avventura creativa scandita da importanti stazioni ritmate da una galleria di progetti tematizzati nei quali notazioni e riflessioni perimetrano i nitidi campi spirituali e filosofici: si tratta di un allestimento di opere, la cui forza risiede nella peculiarità di un lavoro che racconta il lungo itinerario concettuale dell’artista a Napoli di cui si avvertono, sottese, tracce, suggestioni e fascini inediti.

All around the art world

 Settembre, molti di voi saranno già tornati dalle meritate vacanze ma siamo sicuri che molti altri sono ancora in giro per il mondo. Visto che ci sembra doveroso informare anche i nostri lettori su quello che succede in giro per il globo, vorremmo qui di seguito elencare gli eventi più interessanti del momento.

Fino al 2 ottobre il Contemporary Fine Arts di Berlino ospiterà un’interessante mostra del duo gemellare formato da Gert & Uwe Tobias con più di 50 opere in visione tra ceramiche, sculture, disegni, collages e coloratissimi intagli nel legno. Fino al 30 ottobre alla Cattedrale di Gloucester in Inghilterra sarà possibile ammirare la mostra Crucible che espone una vasta selezione di opere scultoree (più di 75 pezzi) di grandi nomi del contemporaneo quali Damien Hirst, Antony Gormley, Marcus Harvey e Lynn Chadwick. Sempre nel Regno Unito ed in particolare a Londra, fino al 2 ottobre sarà possibile visitare la mostra del celebre fashion designer Hussein Chalayan alla sua prima prova come artista visivo.

Rachel Whiteread, cambiare la scultura dall’esterno

Solitamente Rachel Whiteread è celebre per le sue sculture ed installazioni di grandi dimensioni ma nella mostra Drawings attualmente ospitata alla Tate Britain di Londra da oggi fino al 16 gennaio 2011, l’artista della generazione Young British Artists ha stupito il pubblico, presentando ad una vasta selezione di schizzi e disegni, una parafernalia di piccoli oggetti e sculturine. Stiamo parlando di singolari elementi quali mobili da casa di bambole, piccole gabbie per uccelli e calchi di vetro di quello che potrebbe sembrare un intestino umano.

C’è anche un calco del naso dell’attore Peter Sellers. Va detto che la maggior parte del corpus artistico di Rachel Whiteread è costituito proprio da calchi di comuni oggetti domestici, basti pensare alla celebre opera intitolata Ghost (1990), una riproduzione di un intero soggiorno della sua casa d’infanzia che l’ha resa una vera e propria figura di spicco all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea.

La scultura italiana del XXI secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro

A distanza di 5 anni dalla mostra sulla scultura italiana del XX secolo che inaugurava la nuova sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, gli spazi di via Solari 35 ospiteranno, dal 19 ottobre 2010 al 20 febbraio 2011, un’esposizione che traccia un primo bilancio delle ultime tendenze italiane del XXI secolo nel campo delle discipline plastiche.

Curata da Marco Meneguzzo, La scultura italiana del XXI secolo – tale è l’ambizioso titolo dell’iniziativa – presenterà le opere di 80 artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso, dagli ormai storicizzati Nunzio e Gianni Dessì, agli esponenti delle generazioni più recenti, quali Maurizio Cattelan, Massimo Bartolini, Chiara Dynys, Stefano Arienti, Liliana Moro, Vanessa Beecroft, a quelle ancora più giovani, con Loris Cecchini, Sissi, Aron Demetz, Roberto Cuoghi, fino alle ultimissime come Arcangelo Sassolino, Francesco Simeti, Riccardo Previdi, Gennari.

Robert Rauschenberg – Gluts

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e il Robert Rauschenberg Estate di New York, rende omaggio a una delle più grandi forze creative dell’arte americana dagli anni ’50 con la mostra Robert Rauschenberg. Gluts nella prestigiosa sede di Villa e Collezione Panza a Varese dal 14 ottobre 2010 al 27 febbraio 2011.

L’esposizione, a cura di Susan Davidson, Senior Curator, Collections & Exhibitions, Museo Solomon R. Guggenheim, e David White, Curator, Robert Rauschenberg Estate, proporrà una selezione di oltre 40 opere provenienti da istituzioni e collezioni private internazionali che verranno esposte nelle Scuderie e nelle sale della Villa. Al ritorno da un tour internazionale che ha coinvolto importanti sedi quali il Guggenheim di Venezia, il museo Tinguely di Basilea e il Guggenheim di Bilbao, l’esposizione di Varese sarà arricchita da un nuovo nucleo di opere.

A Mosca scatta la moda della Performance

 Il Garage Center for Contemporary Culture di Mosca in Russia non ha intenzione di mollare la presa ed ha deciso di lanciare la prima edizione di quello che si prefigura come uno dei più interessanti appuntamenti dell’anno. Si tratta dell’ International Performance Art Festival ( in visione dal 4 al 14 settembre 2010 ), evento curato da  Klaus Biesenbach direttore del MoMA PS1 e curatore capo del Museum of Modern Art di New York e dall’ormai esperta di eventi di performances RoseLee Goldberg, direttore e curatore del Performa Festival di New York.

Il nuovo festival è teso a creare un affascinante spazio temporaneo per performances ed ad offrire ai visitatori l’opportunità di ammirare ed interagire con i più grandi artisti provenienti da tutto il mondo che creeranno opere inedite.

Arrestato ministro per furto Van Gogh – Diller Scofidio + Renfro realizzeranno il nuovo museo di Eli Broad

Alcuni giorni or sono un celebre dipinto di Vincent Van Gogh dal titolo I Papaveri è stato rubato dal  museo Mahmud Khalil del Cairo. La notizia è rimbalzata su numerosi quotidiani internazionali, anche perché il dipinto in questione vale la bellezza di oltre 39 milioni di euro. Il furto ha assunto i toni di un giallo surreale visto che i dettagli dell’evento non sono stati ancora rivelati.

Il mistero si è notevolmente infittito quando le autorità hanno dichiarato il malfunzionamento dell’impianto di allarme e delle telecamere di sorveglianza del museo che da tempo erano in attesa di pezzi di ricambio. Ne consegue che non esiste nessuna immagine del furto, neanche a farlo apposta. Inoltre circa quattro giorni fa due turisti italiani sono stati arrestati in aeroporto perché ritenuti gli autori del furto.

Femminile singolare – Louise Bourgeois alla Fondazione Vedova

Essere femminista oggi fa tanto zitella inacidita. Una donna che abbia una relazione stabile e un buon rapporto col sesso opposto non può essere femminista, è uno di quei concetti demodé, un termine usato quasi con disprezzo: le femministe, quelle che non sanno come funziona il mondo, quelle attaccate agli anni Settanta e che in fondo sono solo gelose del culo alto delle veline. Eppure, anche se ho accettato la depilazione come unica via all’accettazione sociale, io resto femminista. È più forte di me.

“Nacqui il giorno di Natale, rovinando la festa a tutti quanti.” È forse possibile dunque che non mi innamori di una donna che pronuncia tali parole? Pura provocazione. La dichiarazione di Louise Bourgeois prosegue in modo assai più doloroso e mostra la stoffa di questa artista sorprendente: “Mentre erano intenti a gustare ostriche e champagne, ecco che arrivo io. Mi piantarono in asso. Oggi riesco a raffigurarmi quell’evento ridicolo…non accuso nessuno. E’ quindi un senso di sconfitta quello che motiva il mio lavoro, una volontà di rimediare al danno che è stato fatto…non di paura, ma del trauma dell’abbandono.”

Adolph Gottlieb alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Per la prima volta in Italia la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia celebra dal 3 settembre al 9 gennaio 2011, con un’antologica, l’artista americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974). La mostra si colloca nell’ambito di una linea di indagine, perseguita dal museo veneziano, incentrata su quell’emblematica generazione d’artisti d’oltreoceano del secondo dopoguerra, il cui linguaggio nasce e matura proprio negli anni in cui Peggy Guggenheim apre a New York la sua galleria Art of this Century.

Scopo di questa serie di esposizioni è di avvicinare il pubblico italiano e internazionale alla conoscenza di quel periodo, attraverso le opere dei grandi maestri americani, come è già accaduto in passato in occasione delle personali dedicate a William Baziotes e Richard Pousette-Dart. La storia di Adolph Gottlieb è perfettamente in linea con quelle degli esponenti dell’Espressionismo astratto. Amico stretto di Milton Avery e Mark Rothko fin dagli inizi degli anni ’30, nel 1935 Gottlieb fonda “The Ten”, una sorta di gruppo di pittori espressionisti, e sul finire di quegli stessi anni lavora per il Federal Art Project del New Deal.

Odile Decq e Camille Henrot, non solo borse da Louis Vuitton a Parigi

Come molti di voi ben sapranno, a Parigi è possibile trovare il quartier generale di Lous Vuitton, fashion brand celebre per le sue costosissime, prestigiosissime ed ambitissime borse. Lo store degli Champs Elysées non è un semplice punto vendita ma un vero e proprio megastore di sette piani. All’ultimo però non troverete solamente borse o scarpe ma una ricca selezione di arte contemporanea. A partire dal 2006 infatti, Vuitton ha dedicato il suo settimo piano ad artisti provenienti dall’India, dalla Russia e dal Cile, questa volta però la mostra in corso dal titolo Perspectives (in permanenza fino al prossimo 5 settembre 2010) focalizza l’attenzione sulle opere di due artisti nazionali oltre che due grandi esponenti della creatività al femminile, Odile Decq e Camille Henrot.

Odile Decq ha ultimamente completato l’espansione del MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma) già sito nell’ex-fabbrica della Birra Peroni  a Roma. Inoltre nell’agosto del 2007 è stata nominata direttrice della Scuola Speciale di Architettura.

Philippe Gronon – L’altro lato

L’Accademia di Francia – Villa Medici di Roma inaugura il 14 settembre la mostra di Philippe Gronon, L’altro lato. Nato nel 1964, Philippe Gronon vive e lavora a Malakoff (Francia). E’ stato borsista dell’Accademia di Francia a Roma dal 1994 al 1995.

A metà degli anni 1980 inizia ad utilizzare una tecnica innovativa che in seguito governerà tutte le sue opere. Philippe Gronon lavora infatti con la camera oscura, mettendo a fuoco, frontalmente, oggetti generalmente piatti. In seguito sviluppa le immagini portando un’attenzione minuziosa alla qualità della “definizione per diminuire la parte d’interpretazione soggettiva ed intensificare la presenza dell’oggetto all’immagine” e le pone su di una placca di alluminio staccata dal muro di qualche centimetro. Coerentemente con la volontà di mantenere il piu’ possibile realistico il suo lavoro, l’artista decide di rappresentare gli oggetti a grandezza naturale. Le sue fotografie sono cosi’ caratterizzate da una corrispondenza tra l’oggetto rappresentato e l’immagine dell’oggetto o dall’identificazione stessa tra la superficie dell’oggetto come lo si trova nel mondo e la superficie dell’oggetto che costituisce l’immagine fotografica.

William Cobbing – Man in the Planet

Viafarini DOCVA di Milano inaugura il15 settembre la prima personale dell’artista William Cobbing in uno spazio pubblico in Italia. Man in the Planet, include una serie di sculture, installazioni, fotografie e video che riconfigurano lo spazio di Viafarini DOCVA.

Il lavoro prende forma a partire dalla peculiare architettura di derivazione industriale dell’edificio, già fabbrica per la produzione dei convogli tramviari. Incuriosito dalla precedente destinazione del luogo, Cobbing ha interpretato lo spazio pensandolo affine al moribondo paesaggio industriale del surreale film di David Lynch Eraserhead, in cui uno dei personaggi è per l’appunto ‘L’uomo del pianeta’.