Mike Brenner si rasa per Ai Weiwei

FREE AI WEIWEI!. Continuiamo con questo articolo la nostra campagna di solidarietà nei confronti Ai Weiwei, definito da molti giornali come artista dissidente, per noi semplicemente un grande artista che da troppi giorni si trova in mano ad regime senza pietà. Oltre le varie petizioni lanciate da istituzioni e musei, che molto spesso rimangono parole inascoltate, in molti hanno deciso di fare sul serio passando ai fatti concreti. Tra i primi a passare all’azione va sicuramente citato il Tate Modern di Londra che ha piazzato la gigantesca scritta: “Release Ai Weiwei” (Liberate Ai Weiwei) sul tesso del suo palazzo.

Al contempo la Turbine Hall ha deciso di trattenere una cospicua porzione dei semi di girasole di porcellana del progetto Sunflower Seeds anche dopo la chiusura della mostra in programma. Gli stessi semi di girasole sono ora in mostra alla Kunsthalle Marcel Duchamp in Svizzera ed il museo ha emanato un comunicato stampa dove è possibile leggere: “La mostra è dedicata alla coraggiosa campagna a favore dei diritti umani compiuta da Ai Weiwei.

L’arte irlandese contro Bono Vox mentre il MET alza i prezzi

Pensate che le tasse italiane siano troppo alte? Beh, forse la cosa non vi sarà di conforto ma sappiate che l’Italia non è l’unico paese ad avere tasse astronomiche. Parlando di gabelle infatti anche l’Irlanda si difende bene e se fino a qualche anno fa gli artisti potevano godere di tassazioni privilegiate, nel 2006 il governo ha deciso di rialzare la posta, con sommo dispiacere di molti creativi. A questo punto molti artisti hanno deciso di spostare i loro affari all’estero e fra questi nomi c’è anche Bono Vox, carismatico leader degli U2 che ha pensato bene di evitare le tasse nazionali trasferendo i suoi affari in altri lidi, in Olanda ad essere precisi.

Questa fuga ha mandato su tutte le furie molti connazionali della celebre band ed in occasione del ritorno in patria degli U2 previsto per il prossimo 24 giugno al festival di Glastonbury, l’organizzazione artistica Art Uncut inscenerà una performance di protesta molto simile ad una vecchia azione di Banksy.

CortoArteCircuito in MAXXI

CortoArteCircuito è un’Associazione no profit costituita nel 2007, presieduta da Beatrice Bordone Bulgari, che si avvale della direzione artistica di Paola Ugolini e che ha come fine la produzione e la promozione di cortometraggi d’arte realizzati da registi italiani e stranieri su un artista vivente e il suo lavoro, per favorire il confronto tra due espressioni d’arte oggi separate. Questo confronto, totalmente libero, aperto alla creatività dei singoli registi, prevede di entrare nello studio di un artista, o nei musei nel caso di installazioni monumentali, e di seguirlo nel work in progress dell’opera.

Nuovi linguaggi che si riallacciano però alla grande tradizione cinematografica e documentaristica che in Italia ha visto impegnati nel passato alcuni dei più importanti registi da Michelangelo Antonioni a Valerio Zurlini. CortoArteCircuito nel 2011 realizzerà la produzione di una serie di cortometraggi che raccontino le varie fasi delle installazioni delle mostre del MAXXI, seguendo, non solo la nascita di un’opera, ma anche quella di una grande esposizione.

Il MAXXI di Roma censura Jacob TV

La censura del MOCA ai danni dello street artist italiano Blu, la censura dello Smithsonian National Portrait Gallery di Washington DC ai danni di David Wojnarowicz e le molteplici censure ai danni di Ai Weiwei da parte del governo cinese. Ecco, se tutto questo non vi basta, possiamo oggi aggiungere a questa spregevole lista un ennesimo atto terroristico nei confronti dell’arte che proviene dritto dritto dall’Italia e più precisamente dal MAXXI di Roma.

La notizia è apparsa un poco in sordina ma fortunatamente un recente articolo del 19 maggio di Roberta Carlini apparso sulle pagine de L’Espresso ha portato in evidenza gli eventi che hanno condotto a questo scempio. Come molti di voi ben sapranno il MAXXI ha inaugurato lo scorso 21 aprile la rassegna di video e performance live dal titolo Expanded Video, con opere di Jacob TV, Masbedo, Martha Colburn e People Like Us (aka Vicki Bennett).

Batman, Benito o Papa Wojtyla?

Dopo la triste notizia delle dimissioni di Luca Massimo Barbero dal MACRO di Roma pensavamo di aver definitivamente toccato il fondo per quanto riguarda la degenerazione del sistema artistico romano. Invece, come si suol dire, al peggio non c’è mai fine ed ecco allora che Roma torna a stupirci con un episodio di malarte contemporanea che francamente ci ha gettato nel più tremendo sconforto. Parliamo quindi della statua dedicata a Papa Wojtyla, creata dallo scultore Oliviero Rainaldi ed inaugurata alla stazione Termini con tanto di Gianni Alemanno in prima fila.

Ebbene, al momento del disvelo della statua i non pochi astanti hanno creduto ad uno scherzo solo per rendersi poi conto della dura realtà. Il Papa visto da Rainaldi è uno strano incrocio tra Benito Mussolini e Batman, già perché i tratti somatici della statua somigliano pericolosamente a quelli del celebre dittatore mentre il mantello del pontefice e la sua “postura” richiamano alla mente proprio le sembianze del vendicatore mascherato.

Il MoMa paga 32 milioni di dollari per l’American Folk Art Museum

Come avrete sicuramente letto in altri magazine di settore degli ultimi giorni, Il MoMa, Museum of Modern Art di New York ha intenzione di comprare un edificio nelle vicinanze, sulla 53esima strada. Attualmente l’edificio, progettato da Tod Williams Billie Tsien Architects ed aperto nel 2001, ospita l’American Folk Art Museum, un’istituzione museale che non ha mai incontrato i favori del pubblico.

Per farla breve, nell’arco di un decennio il museo ha raccolto circa 32 milioni di debiti e con la crisi economica le sue casse non hanno retto. Il MoMa dovrà quindi sborsare i famigerati 32 milioni di dollari per aggiudicarsi l’edificio ed ancora non è certo se quest’ultimo rimarrà in piedi o verrà in seguito miseramente demolito. In questi ultimi giorni il celebre magazine d’arte Artinfo ha intervistato alcuni critici di grido, tra cui anche il sempreverde Jerry Saltz, nella speranza di individuare le cause del tracollo del Folk Art Museum.

Rosa Barba al Mart di Rovereto

Il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e Fondazione Galleria Civica – Centro di Ricerca sulla contemporaneità di Trento sono liete di annunciare “Rosa Barba. Stage Archive”, la prima mostra personale in istituzioni pubbliche italiane di Rosa Barba (in visione dal 27  giugno al 28 agosto), a cura di Chiara Parisi e Andrea Viliani. Rosa Barba (Agrigento, 1972, vive e lavora a Berlino) è una delle più affermate artiste italiane dell’ultima generazione, il cui lavoro abbraccia cinema, suono e testo.  La mostra “Rosa Barba. Stage Archive” nasce dalla collaborazione fra le due istituzioni trentine e si sviluppa intorno al ruolo di archivio, e a come esso plasma l’identità e l’attività istituzionale del museo contemporaneo.

Il punto di partenza è rappresentato da un lavoro in cui Rosa Barba approfondisce i documenti del periodo futurista presso gli Archivi Storici del Mart di Rovereto. Il progetto della duplice mostra consiste nella presentazione in forma di “scultura-teatro astratta” di varie opere futuriste, tra cui sceneggiature e trattamenti cinematografici mai realizzati dell’artista Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960), i cui originali sono conservati presso il Mart. L’archivio è re-interpretato dall’artista non solo come luogo della conservazione ma anche come fulcro di una temporalità fluida, che confonde fra loro passato, presente e futuro, come motore attivo dell’immaginario, come fonte di nuove narrazioni, come palcoscenico, da cui il titolo della mostra, “Stage Archive”, ovvero “Palcoscenico-Archivio”.

Il cemento della memoria nell’opera di Lukáš Machalický

“Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato” G. Orwell

Come preannunciato qualche settimana fa, il 18 maggio inaugura il secondo appuntamento mensile del MLAC di Roma. Questa volta tocca a Lukáš Machalický, secondo artista ceco della rassegna Czech Point a cura di Alessandra Troncone, occupare il piano inferiore del museo con un evento intitolato To my left, to my right e che sarà visitabile fino al 27 maggio 2011. Il lavoro di Machalický verte sull’analisi trans-storica degli eventi che hanno caratterizzato la fase del regime comunista nell’ex Cecoslovacchia. Trattandosi di un giovane artista, non ci sorprende il fatto che il punto di vista attraverso cui si dispiega questa analisi sia quello che passa attraverso le dinamiche della memoria. Come facciamo esperienza di questi avvenimenti pur non avendoli vissuti direttamente?

In Grey zone (2010), Lukáš ci presenta una serie di documenti relativi ad atti di contro-spionaggio attuato dai servizi segreti durante il regime. Questi documenti, resi noti successivamente in internet, sono ora visionabili con delle evidenti cancellature in cui vengono occultati i nomi e le referenze dei protagonisti di questi atti. Tale omissione diventa per l’artista mezzo formale il cui profilo costituisce i blocchi di calcestruzzo (materiale tipico delle costruzioni del regime) che l’artista dispone sul tavolo mettendo in risalto la durezza e l’asetticità di un materiale contro cui si scontrano le ambizioni e le aspettative di un’umanità schiacciata sotto il peso di un sistema appiattente e incontrovertibile.

Ai Weiwei riceve visite dalla moglie: “non è stato torturato”

Dal 3 aprile Ai Weiwei è tenuto sotto stretta sorveglianza dalla polizia cinese. Questo lo abbiamo già detto e lo abbiamo più volte ripetuto ma non ci stancheremo mai di reiterare il nostro grido di libertà per un artista che si è sempre battuto (dal periodo The Stars in poi) contro la menzogna e l’oscurantismo di un regime ottuso. Va inoltre detto che Weiwei non è l’unico ad aver provato sulla sua pelle le angherie della repressione cieca.

Nel corso degli anni infatti anche moltissimi altri artisti cinesi hanno subito ogni tipo di ritorsione, basti pensare ai raid compiuti nello studio dei Gao Brothers ed i relativi pestaggi portati a termine da agenti in borghese. Comunque sia, torniamo ora al nostro Ai Weiwei perché finalmente ci sono giunte alcune notizie sul suo stato di salute.

Mostre da vedere in giro per il mondo

Ai Weiwei

Nel precedente articolo parlavamo di chiusura estiva dell’arte contemporanea, quindi prima della “serrata d’agosto” c’è ancora tempo per ammirare alcune grandi mostre in giro per il mondo tra gallerie private e istituzioni pubbliche. Cominciamo da Ai Weiwei, attualmente in prigionia da oltre un mese. Dell’artista non si hanno notizie ma se volete ammirare i suoi lavori potrete farlo alla Lisson Gallery di Londra che ospita alcune sue magnifiche opere fino al 16 luglio 2011.

Parlando di Weiwei, il grande Anish Kapoor gli ha dedicato la sua ultima monumentale fatica intitolata Leviathan. L’opera è attualmente visibile al Grand Palais di Parigi fino al prossimo 23 giugno. Se desiderate ammirare un vero e proprio maestro della scultura non perdetevi la personale di John Chamberlain, da oltre 25 anni sulla cresta dell’onda. L’artista è solito creare entusiasmanti forme dal metallo contorto. La mostra di Chamberlain sarà visibile fino al prossimo 11 giugno alla Pace Gallery di New York.

A Palazzo Grassi “Il mondo vi appartiene”

Le due mostre, Elogio del Dubbio, a Punta della Dogana che si è inaugurata il 10 aprile, e Il Mondo vi appartiene, il 2 giugno 2011 a Palazzo Grassi, segnano i primi cinque anni di attività di Palazzo Grassi, inaugurato da François Pinault e dal sindaco di Venezia ad aprile 2006, e l’avvio di una nuova sequenza espositiva nella programmazione dell’insieme di Palazzo Grassi e Punta della Dogana – François Pinault Foundation.

Palazzo Grassi e il centro di arte contemporanea di Punta della Dogana presentano oramai due differenti ritmi: Palazzo Grassi si articola secondo una tempistica rapida, con un ruolo trainante rispetto alla scansione degli appuntamenti. Punta della Dogana, invece, si muove con un ritmo più ampio, simile a quello adottato dai grandi musei internazionali per la rotazione delle collezioni. Il 2 giugno 2011, la François Pinault Foundation presenta una nuova esposizione a Palazzo Grassi, intitolata Il Mondo vi appartiene.

Identita virtuali – artisti internazionali che riflettono sul nuovo rapporto tra uomo e tecnologia

Il 20 maggio inaugura presso il Centro Culturale di Palazzo Strozzi Strozzina di Firenze Identità virtuali una mostra che indaga come la cultura digitale stia ridefinendo caratteri e confini della nostra identità, sia personale che collettiva. Essere costantemente reperibili e interagire con i telefoni cellulari, condividere pensieri ed esperienze della propria vita tramite i social network sono elementi comuni alla vita della maggior parte delle persone. Nell’odierna società della comunicazione, una persona sembra esistere solo se rintracciabile online e nel costante flusso di informazioni.

Opere e installazioni di artisti internazionali riflettono sul nuovo rapporto tra uomo e tecnologia nel segno delle “identità virtuali” con cui sempre più spesso affrontiamo la realtà, anche senza accorgercene. Partendo dall’assunto che la continua relazione con i nuovi media implica per l’individuo un nuovo approccio verso computer e rete internet, le opere in mostra intendono affrontare, sia per un pubblico vasto che per esperti della cultura digitale, caratteristiche e contraddizioni di questa nuova relazione privata e personale dei singoli con il mondo virtuale, in una ricerca di identità, di autoaffermazione e di riconoscimento pubblico.

Gli eroi dell’arte contemporanea a Torino

La GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta, a partire dal 19 maggio 2011, la mostra Eroi, a cura di Danilo Eccher con il contributo di Alessandro Rabottini. La mostra indaga il lavoro di quegli artisti che osano, che hanno il coraggio di operare una scelta fino a farsi portatori, con la loro arte, di nuovi valori sociali. La selezione è deliberatamente caduta su grandi opere, magniloquenti, alcune delle quali sono state ideate appositamente per questa esposizione.

È l’Arte che nell’età postmoderna – spesso associata alla fine dei grandi ideali e delle sicurezze ideologiche – diventa resistenza individuale, fa dell’accumulazione di saperi la sua stessa forza, e in questo scenario analitico va oggi ripensato il gesto “eroico”. L’eroismo oggi non è più lotta solitaria di un uomo: non c’è possibile azione eclatante che non possa immediatamente essere assorbita come fatto di cronaca o evento televisivo dal sistema globale di comunicazione. L’eroismo torna quindi alle sue caratteristiche originarie, volontà e ambizione, con il compito di ricostruire modelli ed etiche nuove, alternative possibili alla società.

ARTDATE a Bergamo

ARTDATE è una giornata dedicata all’arte moderna a contemporanea, con oltre 30 tra inaugurazioni, conferenze, visite guidate, studio visit, collezioni private, feste. ARTDATE è promosso da THE BLANK il nuovo network di Bergamo che riunisce operatori pubblici e privati con lo scopo di favorire la curiosità verso l’arte moderna e contemporanea e creare nuove occasioni di dialogo e confronto. Programma dettagliato e mappa della giornata, disponibile anche al sito internet

Programma:

10.00|12.00
MUSEO BERNAREGGI Via Pignolo 76
L’arte contemporanea nella liturgia: il nuovo presbiterio di Sedrina
Intervengono:
Don Giuliano Zanchi, Segretario generale Fondazione Bernareggi – Direttore Museo
Marco Sammicheli, Politecnico di Milano | Mario Airò e Stefano Arienti, Artisti
Guglielmo Renzi, Architetto | Tullio Leggeri, Imprenditore
Don Carlo Gelpi, Parroco di Sedrina