Le mutande di Pipilotti Rist invadono il Tamigi

Pipilotti Rist (Photo: Getty Images)

Tremate, tremate Pipilotti Rist è tornata! Il geniale e caleidoscopico folletto dell’arte contemporanea, dopo il successo del suo primo lungometraggio Pepperminta ha in mente una nuova diavoleria che verrà presentata dal 28 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012. Si tratta di una delle più grandi retrospettive dedicate all’artista che vedrà la presenza di oltre 30 opere dagli anni ’80 in poi, ospitate presso i prestigiosi spazi della Hayward Gallery di Londra.

Vista l’importanza dell’evento l’artista svizzera ha deciso di tener fede alla sua ecletticità, architettando un’installazione senza precedenti che non mancherà di divertire il pubblico. Pipilotti Rist ha infatti intenzione di appendere ad un filo da biancheria oltre 300 paia di mutande bianche, questo insolito bucato sarà installato nei pressi della riva sud del fiume Tamigi. Le mutande avranno tre misure diverse e saranno illuminate da una bizzarra scultura luminosa che prende il nome di Hip Lights (hip in inglese significa “anca”, ma anche “all’ultima moda”).

Collezione Maramotti e festivalfilosofia insieme con un’opera di Tony Cragg

In occasione del festivalfilosofia 2011 (Modena, Carpi, Sassuolo, 16-18 settembre) la Collezione Maramotti è stata invitata a proporre un’opera-emblema per l’edizione di quest’anno sul tema della Natura.

La scelta di Mortar and Pestle [Mortaio e Pestello] (1987) di Tony Cragg è motivata dal forte impatto sensoriale e fisico generato nell’osservatore, che l’opera pone di fronte alla comune realtà materiale e corporea dell’essere umano e del suo ambiente. Manifesto è l’interesse di Cragg per la scelta del materiale, da cui subisce una sorta di “fascinazione”, con un forte apprezzamento per la superficie e la trama, che in questo lavoro si rivela nel contrasto tra il peso del materiale, l’alluminio, e la sua morbidezza. Qui si ritrova, oltre all’oggetto in sé – uno strumento all’apparenza del tutto rudimentale, ma funzionale alla gestione del mondo – l’idea sottesa di “macinare le forme” e “sbriciolare i volumi” trasformandoli in materiale grezzo.

Marina Abramovic in copertina e Marco Brambilla porta la video arte a Venezia

Inarrestabile Marina Abramovic, ormai la “Nonna della performance art” (come lei stessa ama definirsi) ha da tempo confermato di non essere ancora andata in pensione ed ha persino riaffermato il suo sex appeal posando per in copertina per Elle nel gennaio 2011. Oggi, a distanza di pochi mesi da quella copertina, l’artista ha deciso di fare il bis, posando per la cover di Pop Magazine celebre rivista lanciata dalla mistress dell’arte contemporanea Dasha Zhukova. Nello scatto in bianco e nero Marina Abramovic porta sulle spalle una bambola che ha le sue stesse sembianze, il bambolotto è stato realizzato dall’artista. In una seconda cover a edizione limitata, l’artista appare truccata alla maniera del teatro giapponese Noh.

Passiamo ora dalle parti di Los Angeles per conoscere il simpatico artista Cain Motter. Come tantissime altre persone, Motter ha avuto in passato molti problemi con le carte di credito revolving: “Tutto è cominciato da alcune richieste comparse come per magia nella mia casella di posta elettronica. Poi mi sono detto che alla fine una carta di credito per le emergenze dovevo pur averla. Ma era una revolving card ed ogni mese il mio debito aumentava. Alla fine ho smesso di usarla prima di andare in rovina e mi sono preso la mia vendetta”.

Tatuaggio a tre voci alla Mostra del Cinema di Venezia: Nastro Azzurro premia l’arte e lo stile italiano

La Mostra del Cinema di Venezia, stavolta è ancora di più:  oltre che una immensa vetrina di talenti e di lungometraggi dal tocco innovativo, diventa perciò la chiave di inesplorate contaminazioni e una fusione totale tra arte, macchina da presa e stile. Un risultato che probabilmente non avrebbe ottenuto al meglio senza il suo sponsor d’eccezione,  Nastro Azzurro, che per la terza volta porta una ventata di freschezza ed originalità ad una kermesse che in questo modo non rischia mai di apparire d’annata o sempre uguale a se stessa. La nuova filosofia ispirativa del brand di birra noto in tutto il mondo è Say Yes, campagna di informazione che suggerisce un atteggiamente più aperto verso il mondo e la capacità di dire Si non perdendosi il meglio che l’esistenza quotidiana offre. Parole che resterebbero, come si suol dire in gergo giornalistico “aria fritta” se non ci fossero degli eventi di largo respiro a rendere meglio il concetto. Uno di questi si è svolto nella Terrazza Nastro proprio ieri con il Tatuaggio a tre voci nella splendida cornice della Red Carpet Terrace. Una dimostrazione reale di quanto le fusioni di genere sono poi quelle che decretano il successo di un incontro. A tal proposito si sono mischiate magicamente insieme le parole di Nicolai Lilin, la voce di Vinicio Marchioni e il suono dei Velvet, anticipando un successivo tour a tema.

Circo o Arte? Con Ryan Trecartin scopriamo le nuove tendenze dell’arte

Fotografia di Jacqueline Iannaccone

Infastidire il pubblico o divertirlo ed affascinarlo con le sue pirotecniche trovate, queste sono le caratteristiche salienti della creatività contemporanea. Idee che sterzano bruscamente verso lo spettacolo, sregolatezze che lasciano un cattivo gusto in bocca come quelle del gruppo GELITIN alla Biennale di Venezia 2011. Si può storcere il naso o sorridere ma l’arte contemporanea ha deciso di prendere questa direzione ed anche la critica deve adeguarsi. Marcel Duchamp ha reso possibile la “frode” creativa e le nuove generazioni hanno raccolto questo oneroso testimone, senza mai dimenticarsi di inserire all’interno della loro produzione una buona dose di ironia.

Le scoppiettanti installazioni dei Paper Rad fanno il paio con il caos controllato di Artists Anonymous, mentre Banksy, Bruce High Quality Foundation e chi più ne ha più ne metta non stanno certo a guardare. Proprio in questi giorni il MoMA PS1 ha presentato al pubblico la mostra Any Ever di Ryan Trecartin (dal 19 giugno al 3 settembre 2011), offrendo una ricca panoramica delle nuove frontiere dell’arte.

Abstracta 2011, l’unico festival sul cinema astratto torna alla Casa del Cinema di Roma

Riprendendo una tradizione interrotta (l’ultima mostra del cinema astratto si svolse nel 1951 a Liegi, in Belgio, organizzata da Jean Raine, artista e cineasta Cobra, e vide la partecipazione dei maestri del cinema degli anni ‘20 e ’30, LEGER, DUCHAMP, DULAC, ERNST, VERONESI, LEN LYE, RICHTER, HENRI MOORE ed altri), è stato proposto nel 2006 a Roma, Abstracta, l’unico festival di cinema astratto nel mondo.

Abstracta è stato poi presentato a New York (sede del Living Theatre), il Cairo, Marsiglia, Bangkok, Chieri (Centro Sperimentale di Cinematografia), Vienna (Università, Dipartimento Cinema e teatro). Quest’anno il festival verrà presentato alla Sala DELUXE della Casa del Cinema in Largo Marcello Mastroianni (Roma). Tre le serate della kermesse: il 14, 15 e 16 settembre 2011. Ogni serata della manifestazione avrà inizio alle ore 21:00. Ideata dal maestro Massimo Pistone che quest’anno passa il testimone della direzione a Valentina Domenici, saranno proposti film astratti, più che corti, di autori selezionati, per la maggior parte stranieri; nella sesta edizione di Abstracta verrà dato largo spazio ai giovani e a coloro che partecipano per la prima volta.

TIM ROLLINS + K.O.S. (Kids of Survival) alla GAMeC di Bergamo

Dal 28 settembre 2011 all’8 gennaio 2012, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenterà la prima mostra mai dedicata da un’istituzione italiana al lavoro di Tim Rollins e K.O.S. (Kids of Survival).

L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Museum für Gegenwartskunst di Basilea – dove si sposterà a partire dal 21 gennaio 2012 – ospiterà una selezione di opere che coprono un ampio spettro di ricerca condotta da Tim Rollins (Pittsfield, ME, Stati Uniti, 1955), dal 1982 ad oggi, sull’arte come forma di collaborazione e sulla creatività individuale come agente di cambiamento sociale. Il lavoro di Rollins + K.O.S. è un inno poetico alla condivisione e insieme un appello politico alle potenzialità individuali: esso mescola la misura della cultura classica con l’esuberanza di quella di strada, la ricerca della bellezza con l’espressione della rabbia, la tradizione della pittura con il potere della parola come strumento di denuncia.

THE NEXT STOP – Piattaforma per l’arte contemporanea, terza edizione

The Next Stop – Piattaforma per l’arte contemporanea giunge finalmente alla sua terza edizione, in partenza sabato 5 novembre 2011 presso l’innovativo contesto del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, e lo fa in modo assolutamente nuovo. Partito come educational sul management dell’arte contemporanea (due splendide edizioni all’Ara Pacis e al Palazzo delle Esposizioni), il format cambia e – da ciclo di incontri con operatori specializzati – diventa una vera e propria piattaforma, con una fase di progettazione pura in collaborazione con alcune delle realtà più interessanti nel panorama della produzione di mostre e progetti culturali di settore.

Si tratta dunque di un modello che porta a convergenza una fase seminariale – caratterizzata dalla presenza di professionisti riconosciuti – con un momento di lavoro su un project work reale, consentendo ai partecipanti di sperimentarsi a tutti gli effetti nella materia che hanno scelto di approfondire, in un periodo di sviluppo di circa un mese. 

5 /10 Settembre – Rome summerLab

 Il Rome SummerLab vuole confrontarsi con la realtà delle occupazioni a scopo abitativo, ormai sempre più visibile nel territorio romano: una sessantina di edifici precedentemente abbandonati sono stati occupati da militanti di organizzazione di lotta per la casa, insieme con immigrati e italiani che non riescono ad accedere al folle mercato romano dell’housing.
In questo panorama, il modello delle occupazioni si pone come nuovo urbanesimo resistente, alternativo a quello perseguito da autorità e poteri economici: un modello che sta crescendo, implementando il suo network e intengrandosi con le realtà circostanti.

Andrea Bianconi | Mind Over Mind

La Galleria Furini Arte Contemporanea di Roma inaugura il 22 settembre la In Mind Over Mind. L’intimismo del lavoro di Andrea Bianconi (Arzignano – 1974, vive e lavora fra New York e Vicenza), sfugge all’arrovello psichico autoreferenziale per divenire un osservatorio sulle dinamiche dell’introspezione in rapporto all’osservazione dell’altro.

Il nero è l’elemento di raccordo tra i lavori esposti, che comprendono disegni a inchiostro su carta e installazioni in legno e metallo verniciati: esso nasconde ciò che non conosciamo, mentre le inquietudini si aprono toccando un ambiguo senso di appartenenza ed estraneità. Sia le installazioni che i disegni rompono la loro unità formale: tutto si dirama nello spazio come un segno e si parla di “sculture disegnate” e “disegni scritti”, superando agilmente le differenze fra linguaggi.

DOVE FINISCE IL DESTINO? A-logicità dell’esistenza al Teatro Valle di Roma

Può il Destino essere considerato in termini spaziali? Non potrebbe forse trattarsi di una sorta di non-luogo, a metà tra il punto esatto in cui la legge della causalità rivela i suoi effetti e le infinite vie del possibile si aprono verso il futuro, spingendosi verso nuovi e solo in minima parte prevedibili accadimenti? Da una rilettura di Ragione ed Esistenza di Karl Jaspers è iniziata una riflessione sul rapporto tra il razionale e quello che supera le capacità interpretative dell’intelletto, l’esistenza – se vogliamo – nella sua interezza, in cui l’elemento aleatorio, il non-premeditato, l’incalcolabile giocano un ruolo essenziale.

La filosofia moderna (da David Hume a Bertrand Russell, senza escludere i contemporanei – Gilles Deleuze ad esempio) tende a considerare l’esistenza umana come un susseguirsi logico di azioni i cui effetti, intersecandosi su livelli diversi, innescano altri eventi, che a loro volta saranno causa di nuove conseguenze. Nonostante ciò, permane radicata nelle coscienze l’idea di un potere occulto – sia esso il Fato o l’establishment della politica internazionale – che agisce in maniera coercitiva e imprevedibile, condizionando la vita degli uomini, come nei classici della tragedia greca.

Mika Helin e Matti Koskinen vincono il Premio Speciale Arte Laguna

Il primo settembre alla conferenza stampa di apertura della quattordicesima edizione di OPEN, Esposizione di sculture ed installazioni di Venezia, è stato assegnato il Premio Speciale Arte Laguna.

Per il secondo anno consecutivo, la giuria è stata chiamata a scegliere tra i progetti dei giovani artisti quest’anno dell’Accademia finlandese Finnish Academy of Fine Arts. Il vincitore è il duo composto da Mika Helin e Matti Koskinen che hanno presentato e creato all’isola di San Servolo un albero fatto di Lego alto oltre due metri. I due artisti saranno tra i finalisti del 6° Premio Arte Laguna ed esporranno, a marzo 2012, alla mostra collettiva presso l’Arsenale di Venezia.

Meetings on Art: Patti Smith e Karl Holmqvist ai Giardini della Biennale di Venezia

Al via il secondo appuntamento di Meetings on Art, una serie di conversazioni con artisti, curatori, filosofi e studiosi organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, nell’ambito della 54. Esposizione Internazionale d’Arte ILLUMInazioni, curata da Bice Curiger.

Dopo il successo della prima conferenza/discussione informale con Laurie Anderson, il secondo incontro – Rimbaud, Poetry & Rock’n’ Roll – an Expanded Conversation – vede la partecipazione degli artisti Patti Smith e Karl Holmqvist. Si terrà ai Giardini, presso il para-padiglione di Oscar Tuazon, sabato 3 settembre alle ore 16 e sarà aperto al pubblico in possesso del titolo di ingresso valido per quel giorno (in caso di maltempo si svolgerà al Teatro Piccolo, Arsenale). La conversazione, introdotta da Bice Curiger, si concentrerà sulla figura di Arthur Rimbaud. Il titolo della 54. Esposizione fa infatti esplicito riferimento alle sue Illuminations, la raccolta di poemi in prosa pubblicata nel 1886.

Come ti vendo la New Media Art

In questi giorni diverse testate online come Artinfo e Hyperallergic hanno dedicato ampio spazio ad un’affascinante questione legata al mercato dell’arte contemporanea. Il succo del discorso è: Si può vendere la new media art? La risposta non è certo così semplice. Il principale problema delle opere new media è la loro vasta accessibilità e la loro tiratura virtualmente infinita, se pensate ad esempio ad un’opera sviluppata tramite il web vi accorgerete che può essere fruita liberamente da chiunque e che essa è riproducibile per un numero infinito di volte.

Le nuove strategie per la vendita della new media art tendono quindi a ricalcare quelle della “vecchia” arte, sarebbe a dire creare un’opera a tiratura limitata e soprattutto produrre un oggetto fisico. Durante l’ultima Armory Fair Lauren Cornell, il direttore della testata online Rhizome, ha messo in piedi uno stand con un iMac che proiettava opere digitali. Tra le tante opere in vendita c’era City Inverse, opera GIF di Sara Ludy.