Streamfest, cultura eco-digitale nel Salento

La quinta edizione del festival di cultura eco-digitale è dedicato al cibo. Nei cinque giorni convivranno buone pratiche di sostenibilità, nuove tecnologie, sperimentazione artistica e produzione alimentare. Tra gli ospiti Jeff Mills, Miss Kittin, DonPasta, Sasha Funke e molti altri.

Streamfest, il festival di cultura eco-digitale, giunge quest’anno alla quinta edizione e si ripropone ancora una volta come uno degli appuntamenti più interessanti e attesi per gli amanti della musica elettronica coniugata ad iniziative che supportano la cultura ecosostenibile. Dal 7 all’11 agosto i centri storici di Lecce e Galatina, il Parco Gondar di Gallipoli e la Fiera del Salento faranno da cornice all’ormai consueto percorso itinerante del festival.

La Mostra del Cinema di Venezia ai nastri di partenza

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia. L’edizione n. 68 si svolgerà al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre 2011. La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di tolleranza. La Mostra include retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema.

SELEZIONE UFFICIALE

Venezia 68
Concorso internazionale di un massimo di 21 lungometraggi in prima mondiale.

Fuori Concorso
Sono presentate Fuori Concorso alcune opere significative dell’anno, per un massimo di 11 titoli, in particolare quelle firmate da autori la cui importanza sia già riconosciuta e che abbiano già partecipato, in Concorso, alla Mostra di Venezia. Nella fascia oraria di Mezzanotte sono inoltre ospitati alcuni film Fuori Concorso, per un massimo di 6 titoli, le cui caratteristiche convengano a questo particolare orario di proiezione. Sono ammessi alla selezione solo i lungometraggi offerti alla Mostra in prima mondiale. Solo in casi eccezionali sono possibili deroghe, per film non ancora proiettati in pubblico fuori del paese d’origine.

In Infart We Trust

Infart Collective e DEVO by SNACKulture presentano “IN INFART WE TRUST – Urban Art & Music Festival”, quinta edizione di un imperdibile evento di arte, fotografia, cultura e musica di respiro internazionale, ospitato a Bassano del Grappa da venerdì 2 a domenica 4 settembre 2011. Sessanta artisti della scena contemporanea nazionale e internazionale interverranno in quattro diverse location del centro storico, con performance ed installazioni, esposizioni e opere site specific, concerti live e dj set.

“IN INFART WE TRUST” è il concept, all’apparenza pretenzioso, scelto dal collettivo. In realtà credere nel Festival significa credere nella città che lo ospita, avere fiducia nelle potenzialità di una piccola realtà che riesce a calamitare su di sé l’attenzione e l’interesse della scena artistica a livello europeo. Lo stile comunicativo è caratterizzato da toni sobri e rassicuranti, da immagini e cromie profondamente legate alla tradizione locale trattati in maniera del tutto fresca e originale, con quell’approccio innovativo che contraddistingue fin dalla sua origine il collettivo bassanese. Cuore pulsante del Festival sarà anche quest’anno l’Arena Cimberle-Ferrari, nel centro della città, teatro di performance artistiche e musicali con grandi nomi della street art e della scena elettronica nazionale ed internazionale.

OpenArt a Roveredo

Sempre più aperta la proposta di openArt (in visione dal dal 30/7/2011 al 09/10/2011), una manifestazione ormai entrata nella tradizione dell’arte della Svizzera meridionale, che giunge quest’anno all’undicesima edizione e richiama a Roveredo, nel Canton Grigioni (a un’ora e mezza da Milano) un nutrito gruppo di scultori provenienti da tutta Europa per confrontarsi tra loro e con la natura di un ampio parco naturale di oltre 100.000 metri quadri.

Coordina come sempre la manifestazione Luigi a Marca, artista e appassionato d’arte, che trasforma i prati e i boschi di Trii, questa località che si affaccia sull’autostrada che comincia ad arrampicarsi verso il San Bernardino, in un luogo magico dove convivono opere di varia natura, realizzati con i materiali classici della scultura (marmo, legno, bronzo), ma anche lavori compositi che mescolano le tecniche e i materiali, arrivando ad integrare in essi video e fotografie, così come performance e installazioni le più diverse, curiose e intriganti.

Non solo Weiwei, anche il leader dei Voina torna nuovamente in prigione

I Voina sono senza ombra di dubbio l’artistic group più chiacchierato degli ultimi anni e certamente si guadagneranno un posto d’onore all’interno della storia dell’arte contemporanea. Lo scorso febbraio avevamo già parlato di loro per quanto riguarda la scarcerazione degli artisti Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, che erano stati incarcerati alcuni mesi prima per aver rovesciato alcune auto della polizia durante una consueta performance-anarchica del gruppo.

Successivamente, nello scorso aprile, i Voina avevano vinto un premio in denaro di 14.000 con l’opera Dick In FSB Captivity, un fallo gigantesco, dipinto su un ponte mobile posto di fronte al quartier generale del KGB. In questi giorni il gruppo aveva ricevuto la chiamata alle armi da parte del curatore Nato Thompson per il Creative Time Summit, prestigiosa manifestazione con artisti socialmente impegnati provenienti da ogni parte del mondo. I Voina avrebbero dovuto figurare accanto a blasonati nomi dell’artworld come Laurie Anderson e Jeremy Deller ma nel frattempo è successa una vicenda alquanto spiacevole che potrebbe compromettere la presenza al Summit di New York, previsto per il prossimo 23 settembre.

David LaChapelle denuncia Rihanna, processo per plagio ad agosto

La notizia era trapelata lo scorso febbraio, quando anche Globartmag notò delle strane somiglianze estetiche tra un video della popstar Rihanna ed alcuni servizi fotografici prodotti da David LaChapelle. Nello specifico il ciclone delle Barbados si era affidata alla celebre regista di videoclip Melina Matsoukas, la quale per girare il video della track S&M, aveva rubacchiato alcune scene da diversi scatti dell’estroso fotografo comparsi su Vogue dal 1995 al 2002.

Oggi però LaChapelle ha deciso di fare sul serio e si è deciso a sporgere denuncia contro il famigerato duo, l’udienza preliminare si terrà il prossimo 10 agosto, una data che ha già rovinato le ferie alla peperina Rihanna. Le accuse mosse dal fotografo sono le seguenti: “Rihanna ha preso notevoli spunti da 8 mie foto, copiando la composizione, il concept, il tono, il tema, i costumi, le decorazioni, l’ambientazione, i colori, le luci, il vestiario ed il mood delle mie opere”, praticamente la cantante e la regista avrebbero scopiazzato tutto, sempre secondo quanto affermato da LaChapelle. Certo ad un primo colpo d’occhio le somiglianze ci sono ed anche noi le avevamo messe in risalto nel nostro precedente articolo.

Christian Haake: l’illusione della memoria

Cos’è la memoria se non il nostro bisogno di restituire un sistema di valori al fluire inconsapevole del tempo. Come essa è in grado di modificare la percezione della realtà?Sono questi i temi affrontati nel lavoro di Christian Haake, per la prima volta protagonista di una personale al GAK Gesellschaft für Aktuelle Kunst a cura di Janneke de Vries.

La ricerca di Haake verte da tempo proprio sulla costruzione di memorie fittizie, edificate attraverso il filtro personale dell’esperienza dell’artista e denunciabili attraverso minimi dettagli. Quest’ultimi, rivelandone ad un’attenta analisi, la natura artificiosa, mettono in risalto un processo di mistificazione che nella quotidianità assume una connotazione ambigua e difficilmente riconoscibile.

Tra Rovereto e Trento la danza internazionale del Festival Oriente Occidente

È il Mediterraneo il tema conduttore della prossima edizione, la trentunesima, del Festival Oriente Occidente. A Rovereto e Trento, dall’1 all’11 settembre, si alterneranno le migliori compagnie provenienti da tutti i Paesi che si affacciano sul mare nostrum: dalla Spagna alla Turchia, passando per Francia, Italia, Grecia, Medioriente, Nord Africa. Oriente Occidente, da sempre punto di riferimento per la più significativa danza internazionale, guarda questa volta a sud, a quello che per secoli è stato un mondo perfettamente autosufficiente in cui civiltà, imperi, culture, saperi, religioni si sono incontrate, rapportate e scontrate.

Oggi nel Mediterraneo il confronto fra Oriente e Occidente è sempre più animato: le guerre del Golfo, le ostilità in terra di Palestina tra israeliani e palestinesi, quelle greco-turche attorno a Cipro, i fenomeni migratori, le sollevazioni delle popolazioni del Nord Africa sono fatti che continuano a occupare la cronaca. Malgrado tutto ciò, l’arte è più viva che mai. Si anima in questi scenari, ma diventa linguaggio universale quasi a superare le contingenze storiche.

La forza dell’arte, La leggerezza di un mezzo corpo

A metà tra un cortometraggio, una pièce teatrale, un musical cinematografico di una certa complessità narrativa e coreografica (per intenderci Chicago di Rob Marshall del 2002), il coinvolgente e articolato video The Cost of Living fonde differenti e numerosi elementi tanto da porlo al di fuori di qualsiasi rigida classificazione. Basato sull’omonima produzione teatrale concepita e diretta da Lloyd Newson (Melbourne, 1957; lavora a Londra dove nel 1986 ha fondato DV8 Phisical Theatre), il video è stato infatti commissionato nel 2004 dal Channel 4 Television britannica e la scheda tecnica lo identifica come film.

Conosciuto a Roma per la sua partecipazione a due edizioni di RomaEuropa Festival, nei 35 minuti di The Cost of Living Newson, nel suo modo usuale, studia i comportamenti umani e tratta diversi temi, per lo più sociali, abbinandoli all’agilità puntuale di sincronizzate coreografie di danza/balletto, ad una fotografia senza sbavature e ad una ripresa video che fa proprie molti stratagemmi cinematografici che vanno dal sapiente uso del primo piano per sottolineare alcuni aspetti psicologici a delle equilibrate composizioni prospettiche e del fuori fuoco.

Holon, capitale del design internazionale grazie al Design Museum di Ron Arad


Trasformare un anonimo centro abitato in un grande polo culturale di livello internazionale è una scommessa assai ardua. Eppure ad Holon, città di circa 200.000 abitanti a ridosso di Tel Aviv in terra d’Israele, questa missione impossibile è perfettamente riuscita. La trasformazione è iniziata con il sorgere di nuove strutture come l’Israel Children Museum, il National Israeli Cartoon Museum e l’Istituto di Tecnologia e Design ma come già accaduto a Bilbao, che con il Guggenheim Museum ha praticamente mutato il suo volto divenendo la seconda città più visitata di Spagna, anche Holon ha sentito il bisogno di creare un edificio chiave in grado di manifestare il sostanziale cambio di rotta.

Il difficile compito di creare questo edificio, vale a dire l’Holon Design Museum, è toccato al designer Ron Arad, nato in Israele e cresciuto in Inghilterra, dove ha praticamente operato come portabandiera della creatività israeliana, inventando vere e proprie pietre miliari del design moderno come la Rover Chair e la libreria Bookworm.

Addio ad Agota Kristof, indimenticata autrice della Trilogia della città di K.

Si è spenta ieri la grande scrittrice Agota Kristof, autrice del capolavoro della letteratura contemporanea intitolato Trilogia della città di K., serie di libri stampata in oltre 30 paesi. Nata il 30 ottobre del 1935 a Csikvand in Ungheria, un villaggio mancante di ogni minimo servizio inclusi telefono ed acqua, Agota Kristof è costretta a rifugiarsi nel 1956 a Neuchatel, in Svizzera, a causa dell’invasione della Russia in terra di Ungheria. Assieme al marito ed alla figlia la scrittrice si incammina di notte attraverso la foresta per dirigersi verso l’Austria dove in seguito salirà su un camion diretto a Neuchatel.

In Svizzera inizia a scrivere in lingua francofona ma non sarà mai padrona assoluta del francese per sua stessa ammissione ed anche quello parlato sarà sempre stentato e lento. Cercherà di non perdere il contatto con la sua lingua e con le sue origini ma per tutta la durata della sua vita vivrà l’esilio come una condizione pervasa da un dolore lacerante: “ Due di noi sono tornati in Ungheria nonostante la condanna alla prigione che li aspettava. Due altri, uomini giovani e celibi, sono andati più lontano, negli Stati Uniti, in Canada.

Giovedì difesa: Bitch slap

La parolaccia è possibile perchè è in inglese, infatti è uscito nelle sale con questo titolo.

Il film, se posso divagare è come la biennale di Sgarbi: non ha nessun senso, nessun tema e c’è dentro di tutto, tutti gli ingredienti che esistono. Solo che qui è quasi un pregio. Suppongo che Sgarbi non avesse la volontà né l’acume per concepire l’operazione come “operazione”, ovvero alla stessa stregua. Lì sembrava piuttosto al limite solo una provocazione o il voler dimostrare che nulla è nulla… che non sarebbe poi così sbagliato se lo avesse fatto Beckett.

A Stromboli c’è Volcano Extravaganza

L’esuberante fashion label Marios veste gli extravaganti non solo in occasione dei nove openings che coinvolgono quindici artisti internazionali, ma soprattutto durante gli eventi performativi. Gli happenings e le performances in programma hanno già visto il Listening Party di Christian Holstad compiutosi all’imbrunire, come un miraggio, sulla spiaggia Carioca di Stromboli. I partecipanti hanno ascoltato in religioso silenzio un rituale sonoro composto dall’artista indossando le maschere che lo stesso ha realizzato.

Per la sua inaugurazione, Jessica Warboys ha sfidato un hola hoop infuocato mentre Chiara Fumai, nella notte di Ferragosto, smaterializzerà con un gioco di parole la rivoluzionaria Rosa Luxembourg. The Stromboli Conversations di Matthew Stone condurrà un’allegra comitiva sotto un sole giaguaro verso il cratere del vulcano in compagnia di Louwrien Wijers allieva di Joseph Beuys, amica del Dalai Lama e di Andy Wharol. Per le loro maratone di DJ set, Paolo Gonzato e Igor Muroni hanno scelto dei comodi Jimbu Bermuda firmati Marios, mentre Anna Franceschini inaugurerà il suo “Let’s fuuuuck! I’ll fuck anything that mooooves!”, in una Ding Tai Cape Dress.

La forza dell’arte, La mistificazione della realtà

Attingere a piene mani immagini realizzate da altri, ricavate per lo più dal web, è una prassi diffusa e fatta propria da numerosi artisti che, intervenendo su di esse con modalità diverse, conferiscono a tali immagini significati e concetti nuovi per allinearle alla personale ricerca artistica. Guardando solamente alla tecnica, a mero titolo di esempio si possono menzionare i lavori di Thomas Ruff1, come quelli di Abigail Reynolds2 o di Nico Vascellari3.

Varie sono le riflessioni e le letture critiche che si possono compiere circa il senso delle opere degli artisti citati, ma si vuole soffermare l’attenzione a una differente considerazione, finanche una digressione, esplosa con quella forza che è la peculiarità dell’arte, davanti alle tre fotografie di grande formato, di Zbiniew Libera (Pabianice, Polonia, 1959) attualmente esposte nella corposa mostra internazionale History in Art (La storia in Arte).