There Is Something You Should Know. Una performance in cui allo spettatore viene trasmessa una forma di sapere alternativo

There Is Something You Should Know è il titolo della performance di Chiara Fumai, in collaborazione con Andrea Lissoni, che si svolgerà oggi alle 18 al MACRO di Roma in occasione della presentazione del catalogo Archiving, gathering, exhibiting, recounting, remembering, loving, desiring, ordering, mapping. A performance cycle (A cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni – NERO Publishing).

L’opera di Chiara Fumai nasce in risposta alla richiesta da parte di Andrea Lissoni di lavorare su una leggendaria e non documentata performance del filmmaker sperimentale ed artista visivo Jack Smith (1932-1989) del 1981 presso La Panteca Volante di Genova. La performance consiste nella simulazione dell’esistenza di un gruppo esoterico chiamato S.I.S. (“Scuola Iniziatica Smithiana”). Di ispirazione sincretica e gnostica, S.I.S. e’ un leviatano bizzarro e antagonista, scagliato contro la tradizione della cultura materialista – riduzionista, antimetafisica e pervasa da un atteggiamento illustrativo, o condizionato dal regime spettacolare del visivo – che e’ incapace di riuscire a “vedere” davvero Jack Smith e la sua scintillante ricerca.

Testamento è la decima ed ultima tappa del ciclo Devozioni di Gian Maria Tosatti

Giovedì 10 maggio 2011, dalle ore 16.00, presso la Torretta dell’ospedale San Camillo di Roma inaugura Testamento – devozioni X di Gian Maria Tosatti a cura di Alessandro Facente. Prodotto dalla Fondazione VOLUME!, in collaborazione con l’Ospedale San Camillo/Forlanini, Ordine dei Medici e con il patrocinio di Roma Capitale, Provincia di Roma e Regione Lazio, Testamento è la decima ed ultima tappa del ciclo Devozioni che, dal 2005, si è sviluppato in dieci installazioni ambientali per dieci edifici della città di Roma, connettendo insieme ricerca visiva e architettura. Devozioni è l’attraversamento del singolo visitatore all’interno dello spazio, quasi fosse esso stesso un performer.

Il percorso in solitudine nello spazio che Tosatti cerca, individua e modifica in ogni specifica tappa, completa l’obiettivo che il ciclo nella sua interezza esprime: strutturare un discorso sull’imminenza del contemporaneo partendo dalla valenza archetipa che dieci momenti centrali del Vangelo rappresentano all’interno dell’identità culturale occidentale. Testamento – devozioni X, è un intervento sulla fine dell’umanità, sull’impossibilità di una resurrezione.

Giovedì Difesa: Non bussare alla mia porta

Facendo un passo indietro da giovedì scorso c’è invece un Wenders che non esibisce e che, dicendo di meno e nascondendo qualcosa, forse esprime un pò di più. Evidentemente sostanziale il contributo alla sceneggiatura di Sam Shepard, già ammirato nell’ottimo Paris, Texas. Il tutto tratto da un buon soggetto di Gus Van Sant.

Stavolta il film le promesse le mantiene, anche se rimanevo comunque infastidito da qualcosaLa fotografia ispirata ai dipinti di Hopper è strepitosa, poi il conflitto, il vuoto interno dei protagonisti, una ricerca incomprensibile della libertà ma anche della verità nascosta dietro alle proprie stesse tracce, tutto mi era affine. Eppure un punto era presente dal quale non mi riuscivo a staccare, qualcosa che mi innervosiva, qualcosa di sbagliato.

Aperte le candidature del Premio Celeste

Celeste, la piattaforma dedicata alla promozione dell’arte contemporanea fondata da Steven Music lancia l’ottava edizione del Premio Celeste per l’anno 2011. Nato nel 2004, il Premio vuole fin dalla sua prima edizione dare voce alla creatività emergente, senza limiti di età, nè di qualifica, proponendosi come luogo di attrazione e di interazione tra artisti professionisti, emergenti, autodidatti e studenti che vivono in Italia, offrendo loro l’occasione di promuovere e “mettere alla prova” il proprio lavoro, con l’obiettivo di valorizzare ed incontrare quegli artisti le cui opere si contraddistinguono per qualità, ricerca, innovazione e contemporaneità.

La curatrice dell’ ottava edizione è Gabi Scardi, che continua il lavoro portato avanti prima da Gianluca Marziani, e successivamente da Julia Draganovic. Al comitato di selezione formato da critici e curatori quali Katia Anguelova, Federica Bueti, Lorenzo Canova, Alessandro Demma, Alessandro Facente, Isabella Falbo, Alessandra Ferlito, Antonio Grulli, Arabella Natalini, Anita Pepe, Domenico Quaranta, Visual Container (Giorgio Fedeli e Alessandra Arnò), spetta il ruolo di selezionare i quaranta finalisti. Ognuno di loro è tenuto ad esprimere pubblicamente sul sito le proprie preferenze per le quattro categorie – Pittura; Installazione & Scultura; Fotografia & Grafica digitale; Video & Animazione. Sarà poi la giuria, composta da Gabi Scardi, Marco Bazzini, Elena Forin, curatori di fama internazionale, ad assegnare durante la mostra finale, il montepremi complessivo di 20.000 euro.


LPM 2011 – LIVE PERFORMERS MEETING

La nona edizione di LPM – Live Performers Meeting si sta avvicinando! Dal 19 al 22 maggio il Nuovo Cinema Aquila di Roma sarà preso d’assalto da quasi 500 tra vj, videoartisti e performer internazionali, pronti a rivoluzionare la cultura visiva contemporanea, passando attraverso live video e multimedialità. LPM è da ormai 8 anni un appuntamento irrinunciabile per vj e visual artists provenienti da tutto il mondo, il piu grande evento dedicato a video, new media e tecnologie digitali a livello internazionale, tanto da attirare nella capitale centinaia di artisti dai quattro angoli del globo, oltre a curatori, studiosi ed appassionati del genere. LPM non è un festival, ma un meeting vero e proprio, luogo di dialogo, confronto e scambio volto ad una continua sperimentazione e ricerca stilistico-espressiva nel campo della cultura del video, con un interesse particolare per tutto ciò che riguarda la pratica live.

Per 4 giorni, quindi, vj, visual artists e new media artists si alterneranno nelle 3 sale del Nuovo Cinema Aquila per dare vita ad un flusso di immagini, suoni e performance che trascineranno inevitabilmente lo spettatore in un’esperienza sinestetica e coinvolgente. Artisti dai backgrounds estremamente diversi si esibiranno a rotazione, dando la loro personale interpretazione di una delle sette tematiche che caratterizzano questa edizione: Re-encode, Videntity, Cinematic Derives, Sensible Data, 3D-stereoscopic, Urban Art Media Drifts e Video Mapping. Quest’anno il programma è coordinato da una commissione di artisti di fama mondiale in modo da grarantire al pubblico il meglio di ciò che offre della scena internazionale. Inoltre quest’anno LPM ospita la tappa italiana di VJ Torna, vj contest nato a Budapest: più di 80 vj si sfideranno in una lotta all’ultimo frame.

Exibart torna grande con Angelo Capasso

Lo scorso marzo abbiamo assistito ad una vicenda assai scioccante che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di appassionati d’arte contemporanea del nostro stivale, vale a dire il divorzio tra lo staff storico di Exibart guidato da Massimiliano Tonelli e Giovanni Sighele e la nuova gestione editoriale Emmi. La sofferta decisione ha sollevato un vespaio di polemiche e da ambo le parti si è instaurato un clima di tensione che ha spaccato in due l’opinione pubblica.

Con il tempo fortunatamente le polemiche si sono assopite ed abbiamo anzi assistito con piacere alla nascita di una nuova piattaforma (Artribune) che in poco tempo è riuscita ad imporsi nel difficile mondo dell’informazione artistica. Un evento traumatico si è quindi tramutato in una lieta novella.

Osama scalza Ai Weiwei ma la Tate conserva i suoi semi di girasole

Come ricorderete, prima della tragedia dell’arresto di Ai Weiwei da parte del governo Cinese, vi avevamo parlato di una nuova opera dal titolo Circle of Animals/Zodiac Heads una sorta di installazione composta da 12 monumentali sculture di bronzo che in sostanza riprende in pieno le sembianze dell’antica la fontana dei 12 segni zodiacali dello Yuangminyuan. L’opera di Weiwei avrebbe dovuto essere inaugurata lo scorso 2 maggio al Grand Army Plaza di New York, proprio di fronte al Plaza Hotel e sarebbe dovuta rimanere in visione fino al prossimo 15 luglio.

Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha però messo in standby l’inaugurazione del temporaneo monumento. Ma perché il sindaco ha scelto di prendere una decisione simile? Semplice, a far slittare l’inaugurazione dell’opera di Ai Weiwei è stato proprio Osama Bin Laden, in quello che potremmo definire come l’ultimo grande affronto del celebre terrorista.

Psicogeografia e appunti di viaggio: Valerio Ricci e Jan Pfeiffer al MLAC

Maggio è un  mese particolarmente prolifico per il MLAC di Roma che ospiterà ben tre mostre dal respiro internazionale curate da Alessandra Troncone. Le tre personali si divideranno in due eventi. Nel primo, che verrà inaugurato il 4 maggio, la caratteristica struttura  del museo sviluppato su due piani, consentirà di ospitare contemporaneamente due mostre distinte. Al piano superiore la personale di Valerio Ricci intitolata Sŏul che si protrarrà fino a fine mese; il piano inferiore sarà invece riservato al ciclo espositivo Czech Point, che vede protagonisti due artisti cechi Jan Pfeiffer e Lukáš Machalický. Pfeiffer sarà il primo ad occupare gli spazi del museo fino al 15 maggio e successivamente sarà la volta di Machalický il cui lavoro sarà presentato il 18 maggio.

Expanded Video al MAXXI di Roma

Expanded Video presenta in anteprima italiana al MAXXI di Roma ( in visione  dal 4 maggio al 5 giugno 2011) alcuni lavori video e le performance live di Jacob TV, Masbedo, Martha Colburn e People Like Us (aka Vicki Bennett). Organizzato in collaborazione con Fondazione Musica per Roma, la rassegna nasce dal confronto e dall’interazione tra forme di creatività differenti che definiscono un linguaggio comune, in cui ascoltare e vedere diventano momenti analoghi ed equivalenti.

Pur lavorando in modi e contesti diversi, nelle opere di questi artisti c’è un forte legame con la realtà politica, sociale ed economica, e l’esigenza di mettere in scena le contraddizioni e l’incoerenza del mondo contemporaneo. L’atto creativo diventa così un atto critico, che invita lo spettatore ad una esplicita presa di coscienza. Le loro opere, in cui i diversi linguaggi si fondono in un’integrazione perfetta, sono accomunate dall’emancipazione da vincoli e convenzioni legate al singolo medium. Il suono diventa narrazione e l’immagine si dissolve in un ritmo sempre diverso.

Padiglione Italia Vuoto!

Dopo gli abbandoni ed i successivi ritorni del Vittorione Nazionale™ al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, (noi avevamo già predetto tali e tante tarantelle molti mesi fa con questo articolo-provocazione) il mondo dell’arte del nostro martoriato stivale ha subito lanciato un toto-padiglione per scegliere un nuovo paladino in grado di traghettare la nostra arte fuori dalle acque oscure all’interno delle quali ci ha portato Sgarbi. Artribune ha sollevato il nome del bravo Andrea Bruciati. Comunque sia l’allarme è rientrato.

Secondo il mio modesto parere sarebbe stato meglio lasciare il Padiglione Italia vuoto, non per anarchia, nichilismo, sandinismo o quello che volete ma semplicemente per chiudere con il passato e per mostrare al mondo intero la nostra reazione. Non una presa di posizione o un chinare la testa passivamente quindi ma una vera e propria tabula rasa contro comportamenti che devono finire. Se non vi bastano queste parole, ecco altre ragioni per lasciare vuoto questo Padiglione:

Una giovane arte pesante come una pila di mattoni

Vi dice niente il titolo Equivalent VIII? Ebbene stiamo parlando di un’opera comunemente nota come The Bricks (I mattoni), prodotta dal mitico Carl Andre nel 1966 ed acquisita in seguito dalla Tate Gallery nel 1972 per 2.297 sterline, una bella somma per l’epoca. Quando fu esposta per la prima volta nel 1976, The Bricks non mancò di scatenare le ire di pubblico e critica, furono in molti infatti ad asserire che la Tate aveva dilapidato una preziosa somma proveniente dalle tasche dei contribuenti per acquistare un’inutile ed anonima pila di mattoni.

L’opera di Andre fu comunque un’operazione decisiva che può aiutarci oggi a tracciare la traiettoria della storia dell’arte contemporanea sempre in bilico tra echi duchampiani e minimal. Inutile dire che Equivalent VIII riesca ancora a sollevar polemiche a circa 30 anni dalla sua prima uscita al Tate.

Sarah Braman al MACRO di Roma

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – e la Fondazione DEPART presentano dal 3 maggio al 12 giugno 2011 la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman: Lay Me Down. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia. Dalla collaborazione tra MACRO e Fondazione DEPART nasce il progetto “Lay Me Down”, una personale dedicata alla scultrice statunitense Sarah Braman, che presenta quattro recenti opere, di cui una concepita dall’artista specificatamente per gli spazi del museo e realizzata durante la sua permanenza a Roma.

Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva. L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura.

Vittorio Sgarbi non lascia (purtroppo per noi) la Biennale

Una breve nota di stampa, rimbalzata su alcuni quotidiani proprio nel giorno della festa dei lavoratori, ha annunciato ieri la fine del burrascoso rapporto fra Vittorio Sgarbi e la Biennale di Venezia. Oggi invece, non senza una punta di tristezza, abbiamo appreso che sotto le pressioni di Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi ha praticamente ritrattato tutto. Siamo giunti quindi all’ennesima puntata di una telenovela dal finale scontato che dar mesi sta tenendo con il fiato sospeso tutti gli amanti dell’arte dello stivale.

Vittorione Nazionale™ poteva certo risparmiarsi questa penosa rentree, ci saremmo risparmiati un Padiglione Italia da Televendita dell’arte. Berlusconi non è però l’unico ad aver riportato Sgarbi sulla retta via, anche il povero Paolo Baratta ha infatti lanciato numerosi richiami d’amore al suo adorato criticone: “Torna Vittorio, è tutto pronto, abbiamo le sedi per esporre i tuoi 700 artisti” e via dicendo, in un turbinio di affermazioni stucchevoli apparse in questi giorni su tutti i giornali.

Arte contemporanea italiana? Cosa?

Le follie dell’imperatore Vittorio Sgarbi che lascia definitivamente il Padiglione Italia alla  Biennale di Venezia (seguirà un nostro dettagliato reportage alle 15:00 di oggi), i musei che crescono a dismisura e non hanno i fondi necessari al minimo sostentamento, gli stessi musei che vengono lodati o criticati per le loro programmazioni, le roventi critiche all’artista italiano che espone all’estero, le invidie per il curatore italiano che organizza una mostra all’estero, le ripicche tra colleghi, i premi ed i festival, l’andamento di una fiera, le vendite e le quotazioni.

Ed ancora: se è vero, come ha fatto giustamente notare Artribune, che Vittorio Sgarbi è il re dei risultati su Google, è anche vero che questi risultati sono relativi alla sezione italiana del celebre motore di ricerca. Ma c’è di più:  anche a legger centinaia di magazine internazionali non si corre il minimo rischio di trovare tracce di italianità, tranne che per i soliti Vezzo Vezzoli™ o Cattelan.