L’amore…pardon, l’invidia fa girare il mondo

Attenzione, qui di seguito troverete un ipotetico dialogo tra curatore e artista (ma potrebbe anche trattarsi di un dialogo tra gallerista e giornalista etc.ec.). Questa conversazione si ripete di frequente all’interno della scena dell’arte italiana. Se qualcuno intavola con voi una discussione del genere, ditegli di smettere. Per un mondo dell’arte più propositivo e meno astioso:

“Ciao come stai? E’ un bel pezzo che non ti vedo, il lavoro come procede, stai creando qualche nuova opera?”

“Si sono stato impegnatissimo, non ho molto tempo per i vernissage. Sai adesso mi sto preparando per la mia nuova mostra, in quella galleria al centro…”

“Ah si, la conosco benissimo. Pensa che ho anche curato una mostra li, qualche tempo fa. Ottima galleria, poi loro fanno le fiere si muovono bene”

Danni al Prada Marfa nel Texas ed arte sulle tessere del metrò a N.Y.

Sei anni fa il duo artistico formato da Elmgreen e Dragset creò un falso store del fashion brand Prada nel bel mezzo del deserto del Texas. Il Prada Marfa art project, costato all’epoca circa 100.000 dollari, voleva sottolineare l’inutilità del lusso e metterne in evidenza le sue contraddizioni. Ultimamente però, quella strana costruzione nel deserto è oggetto di atti vandalici assai frequenti. Nelle ultime settimane sono infatti comparsi numerosi graffiti sulle mura dell’edificio ed una placca in ottone è stata asportata.

In merito all’intera faccenda Elmgreen e Dragset hanno dichiarato: “La nostra intenzione è quella di lasciare che il Prada Marfa si disintegri nel tempo. Questo però deve accadere in maniera naturale. La highway 90 non offre molti svaghi ed è quindi logico che la scultura è divenuta in poco tempo il bersaglio preferito dei vandali annoiati”. Il finto shop era già stato oggetto di atti vandalici in passato. A pochi giorni dalla sua inaugurazione due ladri lanciarono un’ autovettura contro la porta d’ingresso fracassandola solo per poi accorgersi che all’interno del Prada Marfa erano presenti solo scarpe destre. Magro bottino ci verrebbe da dire.

Graham, Basilico e Cariello da Massimo Minini a Brescia

La galleria Massimo Minini di Brescia presenta al pubblico due mostre,  che sabato 2 aprile ore 18 si apriranno con due imperdibili offerte di arte contemporanea decisamente affascinanti. La prima mostra sarà a cura di Maurizio Bortolotti e vedrà protagonisti due artisti di fama internazionale vale a dire Dan Graham e Gabriele Basilico. La seconda mostra è invece un’occasione per presentare la prima mostra personale in galleria dell’artista ferrarese Letizia Cariello, le cui opere sono presenti in prestigiose istituzioni museali internazionali

Dan Graham – Gabriele Basilico
Unidentified Modern City. Globalized Brescia

a cura di Maurizio Bortolotti

Gabriele Basilico, il fotografo italiano per eccellenza delle città, delle architetture, dei corpi di fabbrica, e Dan Graham, artista concettuale che ha fotografato le periferie degli Stati Uniti, si confrontano sulla città di Brescia, ognuno con i propri mezzi e modalità. Due visioni opposte che trovano una ricomposizione, non nella storia della città antica, ma nelle sue emergenze più recenti, di edilizia periferica, di sobborghi middle class, di non luoghi.

Addio al Festival del Cinema di Roma? Speriamo!

Due Festival del cinema sono troppi” questa l’opinione del nuovo Ministro dei Beni culturali Gian Carlo Galan che ha da poco sostituito Sandro “San Bonario” Bondi. Ovviamente Galan si riferisce alle due kermesse di Venezia e Roma ed è altrettanto ovvio che tra le due, la più antica e prestigiosa è quella che si tiene nella città lagunare.

Del resto il Festival del cinema di Roma, fortemente voluto da Veltroni, non è mai riuscito a decollare pienamente. Le affermazioni di Galan hanno però scatenato un piccolo putiferio, sollevando le proteste del sindaco Gianni Alemanno e di un folto drappello di attori tra cui Giulio Scarpati.

Il Bac di Bari nell’occhio del ciclone

Uno Tsunami si è abbattuto sul progetto Bac, il museo dell’arte contemporanea di Bari fortemente voluto dal sindaco Michele Emiliano e dai vertici della Fondazione Morra Greco di Napoli. L’importante istituzione è attualmente in fase di progettazione all’interno degli spazi del Teatro Margherita e dell’antico Mercato Del Pesce di Bari.

Già dalla sua inaugurazione il Bac potrebbe contare su oltre 500 opere in collezione permanente proveniente dalla Fondazione che ha inoltre dichiarato di voler lanciare due nuovi poli per l’arte contemporanea rispettivamente a Napoli e a Palermo. Questa notizia non fa altro che sollevare le nostre perplessità visto che attualmente il nostro stivale non riesce a tener in vita nemmeno le istituzioni preesistenti sul suolo.

Poster Art che passione!

Non chiamatela arte da cameretta, ma con il suo nome e cognome vale a dire Poster Art. Il nostro amato rettangolo di carta stampata 70×100 si è evoluto nel corso degli anni ed è riuscito a conquistare un suo posto all’interno del mercato dell’arte internazionale. Alzi la mano chi di voi non ha mai avuto il suo bel poster di Bob Marley, di Ernesto Che Guevara o magari dei Duran Duran o ancora di Star Wars nella sua cameretta.

Certo anche oggi i giovani riempiono la loro stanza con gli eroi de Il Signore degli Anelli o Twilight Saga e quanto altro ma in questi ultimi tempi il mondo del mercato dell’arte si è finalmente aperto ai posters, raggiungendo un bacino sempre più ampio di giovani collezionisti. Certo non parliamo di opere uniche o serigrafie ma di produzioni ad alta tiratura che comunque hanno il loro piccolo valore e che possono dare a tutti il piacere di collezionare un’opera.

Rä di Martino esplora l’idea del paesaggio come controfigura

La galleria Monitor inaugura il 2 aprile il nuovo progetto di Rä di Martino, alla sua seconda personale nella sede di Palazzo Sforza Cesarini. Una serie di nuovi lavori fotografici e due installazioni inedite restituiscono lo sguardo dell’artista sui set cinematografici abbandonati di varie località in Tunisia e Marocco: gli insediamenti di Tatooine in Guerre Stellari, un’improbabile stazione di servizio americana e infine un arco Tibetano divengono moderne rovine che si ergono straniate in mezzo alle dune del deserto.

Gli interrogativi sui quali l’artista pone l’attenzione-esponendo per la prima volta in Italia un progetto non legato al mezzo video- stanno alla base dell’industria legata all’immagine filmica: cosa succede al cinema dopo il cinema e che tipo di relazione si instaura tra ciò che l’industria cinematografica produce e l’essere umano che ne assimila e vive il prodotto.
Rä di Martino esplora l’idea del paesaggio come controfigura, ponendo l’accento sul potere persuasivo delle immagini. Come giustamente titola Paola Nicolin in un articolo dedicato all’artista (Abitare marzo-aprile 2011), ogni film ci avvolge nell’incertezza.

Premio Ariane de Rothschild 2011. Alla scoperta dei giovani artisti italiani

Sono stati selezionati i diciotto giovani artisti della V edizione del Premio Ariane de Rothschild, che quest’anno presenta una “fotografia” dello stato dell’arte contemporanea in Italia. Gli artisti, cittadini italiani o residenti in Italia da più di due anni, con età compresa tra i 22 e i 35 anni, sono stati nominati da un comitato di sei critici – individuati dai due curatori del Premio, Laura Barreca e Marcello Smarrelli – e saranno i protagonisti della mostra promossa dalla Fondazione Ariane de Rothschild in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e allestita dal 6 aprile al 1 maggio 2011 negli appartamenti storici di Palazzo Reale a Milano.

Le numerose opere esposte saranno selezionate dai curatori tra quelle che meglio esprimono il linguaggio e la ricerca propri degli artisti. Il 5 aprile, nel giorno d’inaugurazione dell’esposizione, si riunirà la giuria internazionale che individuerà l’artista vincitore di questa edizione italiana del Premio Ariane de Rothschild, al quale sarà assegnata una borsa di studio per un anno presso il Central Saint Martins College of Art and Design di Londra.

A Roma l’ultima tappa del DROME Childhood Issue Tour con una mostra/evento di Marie Hendriks


Ideata e prodotta da PHLEGMATICS e curata da Rosanna Gangemi e Stefan Pollak, l’installazione dell’artista Marie Hendriks (1981), LES VEILLEUSES, appositamente concepita per lo Spazio Cerere di Roma, in uno tra i più suggestivi esempi di archeologia industriale della capitale, l’ex Pastificio Cerere, sarà svelata Giovedì 7 Aprile 2011, dal pomeriggio a notte fonda.

Dopo le recenti personali alla Galleria Analix Forever di Ginevra, alla Fondazione La Maison Rouge di Parigi e al Musée des Beaux-Arts di Calais, il sognante universo plastico dell’artista olandese, di base in Belgio, sarà in mostra per la prima volta in Italia, e solo per 6 ore! L’intervento ambientale,  composto da installazioni e collage, farà il paio con la proiezione dei video Et si les rêves Flamands rapetissaient… ? e POMODORI vs STARS.

PERINO & VELE, Luoghi comuni alla Fondazione Arnaldo Pomodoro

Dal 6 aprile al 17 luglio 2011, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano (via Solari 35), si terrà l’antologica di Perino & Vele, sodalizio nato nel 1994 e composto da Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi (AV), 1975). Curata da Lorenzo Respi, col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano, col contributo di Renato Corti, Comieco, Metropolitana di Napoli, l’esposizione dal titolo Luoghi comuni ripercorrerà, attraverso 25 opere di grandi dimensioni, 17 anni di carriera sviluppatasi attorno a un registro tematico che critica, in modo lucido ma allo stesso tempo ironico, la corruzione, la violenza e l’immobilismo sociale.

Attraverso l’originale uso della cartapesta, Perino & Vele modellano forme che alludono a fatti di cronaca, a temi di denuncia sociale e politica, alla distorsione della realtà da parte dei mass media. Oggetti d’uso quotidiano (borsoni, carrozzine, poltrone), segnali stradali (cartelli, transenne, pali) e animali (maiali, cammelli, pipistrelli) diventano il pretesto per focalizzare l’attenzione degli osservatori su argomenti passati sotto silenzio o volutamente dimenticati, come le stragi, o come la violenza nei confronti dell’uomo e degli animali.

Jay Heikes – The Material Mine


Federica Schiavo Gallery
inaugura l’8 aprile The Material Mine, la seconda mostra personale di Jay Heikes in galleria. Per i tre spazi espositivi l’artista ha concepito una nuova serie di lavori che prosegue il suo interesse e la sua ricerca sulla natura intrinseca dei materiali e le loro identità inerti.

Nella prima sala è presentata una grande scultura realizzata con ferro e bronzo. Il processo di realizzazione della scultura prevede che il bronzo fuso sia colato in uno stampo contenente scaglie di ferro ricoperte di gommalacca. I due metalli si combinano assieme producendo una ‘lega di repulsione’. L’associazione impossibile di bronzo e ferro, in questa scultura dalle forme organiche simili a rami, evidenzia la bizzarra coesistenza di allusioni culturali e artistiche che, nonostante tutto, si uniscono in un’unica forma che appare assolutamente naturale e plausibile.

Il Guggenheim di Abu Dhabi risponde alla protesta: “I lavoratori sono in regola”

Proprio questa settimana vi avevamo annunciato la protesta dei 130 artisti contro il Guggenheim di Abu Dhabi, faraonico progetto creato da Frank Gehry che sorgerà nel 2015 nella ricca metropoli degli Emirati Arabi. Il drappello, tra cui figurano i nomi di Monica Bonvicini, Jimmie Durham, Mona Hatoum e Rirkrit Tiravanija si è scagliato contro i vertici dell’istituzione a causa del pessimo stato in cui versano i poveri operai che attualmente si trovano impegnati nel progetto. I 130 artisti hanno dichiarato di voler boicottare il museo e di rifiutare ogni tipo di donazione di opere o altra attività collegata alla prestigiosa istituzione.

Ebbene il tornado della protesta è andato ad abbattersi proprio nei giorni in cui gli Emirati Arabi  con le loro manifestazioni Art Dubai e Sharjah Biennale cercano di imporsi all’attenzione della scena dell’arte contemporanea internazionale. A questo punto la reazione dei vertici del Guggenheim non si è fatta attendere più di tanto.

The Thinking eye di Renzo Martens al Careof di Milano

Lunedì 28 marzo Careof ospita Kunstverein (Milano) – piattaforma sperimentale, progetto di ricerca e produzione d’arte contemporanea – con Episode 1 e Episode 3, due film di Renzo Martens. La proiezione e l’incontro con l’artista aprono il primo capitolo di The Thinking Eye, una rassegna di film e incontri che Kunstverein (Milano) presenta in diversi spazi cittadini nel corso del 2011. Il titolo The Thinking Eye cita la serie di film per la televisione realizzati da Juan Downey nei primi anni Ottanta: l’artista cileno ha usato il video come mezzo per recuperare l’”io” nei sistemi culturali, politici ed economici occidentali, riflettendo sulla relatività della percezione.

Nel suo lavoro Renzo Martens esamina il ruolo della telecamera nelle zone di conflitto per generare pseudo-documentari che sollevano questioni sul giornalismo, i media, ma anche sull’immagine e la responsabilità dell’arte. In Episode 1 (2003, 45’) Martens dialoga con la popolazione cecena nei campi profughi e con i soldati armati dell’UN, ma invece di documentare le vittime rivolge la telecamera verso sé, ribaltando, così, i ruoli e la situazione osservatore- osservato. Nonostante le premesse, Episode 1 non è un film sulla guerra, piuttosto sugli effetti che provoca l’uso della telecamera in tali contesti.

FAI di primavera, apertura di 660 Beni in tutte le Regioni

Siamo tutti fratelli d’Italia, quest’anno ancora più del solito. E siamo tutti pronti a ritrovarci in centinaia e centinaia di luoghi particolari, molti dei quali inaccessibili nel resto dell’anno e aperti eccezionalmente per la Giornata FAI di Primavera, un appuntamento giunto alla 19ª edizione che ha mobilitato fino a oggi più di 6 milioni di persone. Sarà una straordinaria festa di piazza dal carattere e dall’atmosfera unici, una mobilitazione popolare che si lega come nessun’altra al patrimonio artistico, alla cultura, alla natura, all’identità del nostro Paese. E alla nostra storia, proprio mentre si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia: per festeggiarlo il FAI ha preparato un percorso speciale di “150 luoghi per 150 anni” e la manifestazione è stata inserita nelle celebrazioni ufficiali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La 19ª Giornata FAI di Primavera, sostenuta anche quest’anno da Wind, si svolge sabato 26 e domenica 27 marzo in 260 località in tutte le Regioni, con l’apertura di 660 beni. E’ l’Italia intera che si mette in mostra, in luoghi meravigliosi e inconsueti, pronta ad accogliere centinaia di migliaia di persone. E in questa giornata speciale il FAI non solo apre l’Italia più segreta, ma vuole avvicinare e coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini, affinché partecipino in prima persona alla difesa e alla condivisione delle nostre ricchezze, sempre più minacciate dalla crisi economica e dall’indifferenza.