Google vuole creare una biblioteca digitale ed i fotografi…gli fanno causa

 Negli ultimi anni il motore di ricerca Google non solo ha polverizzato la concorrenza ma ha fatto andare su tutte le furie i suoi diretti avversari che sono stati costretti a cedergli il passo. Ovviamente i sofisticati algoritmi che alimentano la piattaforma sono stati una vera e propria manna dal cielo oltre che un faro nella notte per tutti gli utenti di internet. Ora Google, dopo le stupefacenti piattaforme Google Maps e Google Earth, ha intenzione di creare un’immensa biblioteca digitale, progetto ambizioso che però ha già trovato un grosso intoppo.

Mercoledì scorso infatti l’American Society of Media Photographers ed un gruppo di artisti visivi ha deciso di intentare causa contro il colosso di Mountain View. Il problema è che digitalizzando e mettendo in rete milioni di libri, Google andrebbe anche a pubblicare centinaia di migliaia di fotografie di reportage e d’arte, protette da copyright. Ovviamente i due gruppi patteggerebbero per la sbalorditiva cifra di 125 milioni di dollari, solo dopo il pagamento del congruo bottino Google avrà il permesso di pubblicare le foto.

Nuovo atto di vandalismo al Cam di Casoria

I lettori di Globartmag ricorderanno sicuramente lo spiacevole fatto successo lo scorso dicembre al Cam, Contemporary Museum di Casoria, quando in occasione di una mostra di arte contemporanea con artisti africani dal titolo Africam, alcuni ignoti impiccarono un bambolotto al cancello principale del museo. Il bambolotto era di colore ed il gesto fu oggettivamente additato come un chiaro atto intimidatorio. A pochi mesi dall’accaduto il Cam torna a far parlare di sé poiché lo scorso 2 aprile i vandali sono tornati sui loro passi ed hanno nuovamente disturbato le attività del museo.

Alcuni ignoti, dicevamo, hanno infatti apposto un pesante lucchetto sul cancello d’ingresso, bloccando irreparabilmente l’entrata. Ad accorgersene sono stati i custodi del museo che in mattinata si erano come di consueto recati ad aprire la sede. In questi giorni il Cam ospitava una rassegna dal titolo Politik arte dentro e fuori il sistema, mostra con  opere di Giuseppe de Marco, Sebastiano Deva, Di Guida & Vargas, Mulugeda Gebrekidan, Otieno Gomba, M. Kronstadiano Fiore, Christian Leperino, Lello Lopez, J.P. Mika, Errico Ruotolo, Marcus Shahar e Tony Stefanucci.

Marina Buening e Daniela Monaci, una catena infinita allo Studio Tiepolo 38 di Roma

Giovedì 15 aprile 2010 alle ore 18:30 si inaugura presso la galleria Studio Tiepolo 38 la mostra Endless Chain, doppia personale di Marina Buening e Daniela Monaci a cura di Micol Di Veroli. Fotografia, video ed installazione sono le tecniche proposte dalla mostra Endless Chain, i media che Marina Buening e Daniela Monaci hanno scelto per compiere le loro sperimentazioni artistiche. Marina Buening affida le sue creazioni all’intreccio degli elementi, lasciando che sia la sinuosa stretta del nodo a svelare le complesse geometrie dell’universo.

La ricerca artistica è posta esattamente all’interno di ogni singolo elemento dell’intero creato, essa riesce a carpire e rappresentare la pulsante essenza di ogni cellula, la solida ed intangibile presenza di ogni molecola. Attraverso la silente fermezza di un’immagine fotografica è possibile leggere la delicata natura del movimento e del tempo, analizzando traiettorie e fisicità di personaggi ed oggetti posti in relazione dinamica tra di loro. Mediante un’installazione è possibile donare una terza dimensione al pensiero, ricreare concetti astratti e luoghi lontani o inesistenti. La sequenza filmica della video arte, infine, ritaglia una finestra aperta sul mondo, una cornice stabilita attraverso la quale delle sezioni istantanee  ricreano il movimento, la vita.

Angela de la Cruz e Anna Maria Maiolino, a Londra due donne alla riscossa

Parlando della morte presunta o reale della pittura vorremmo farvi conoscere Angela de la Cruz, autrice di opere tragicomiche che in qualche modo si riallacciano ad una sorta di analisi sulla caducità del mezzo pittorico.  Solitamente Angela de la Cruz crea delle installazioni dove troneggiano oggetti di uno studio d’artista irreparabilmente distorti o rotti. Nella sua opera Still Life (Table) del 2000, l’artista ha inserito un tavolo del vecchio studio di Adrian Searle, quasi a voler simboleggiare l’intervento alieno della critica all’interno della creatività artistica.

Angela de la Cruz è una pittrice, ma i suoi quadri hanno tele strappate e sembra di vedere delle cose di tela, legno ed ovviamente pitturama come detto sono cose, oggetti persi in un’altra dimensione dove la figura dell’artista acquisisce un’identità più intima. Altri dipinti dell’artista sono realizzati su carcasse di armadietti di metallo e sezioni di vecchi guardaroba art deco, queste opere oscure rassomigliano a resti di animali morti.

Biennale di Venezia 2011 anche Israele sceglie il suo artista

La Biennale di Venezia edizione 2011 torna ancora a far parlare di sé a più di un anno di anticipo dalla sua inaugurazione. La manifestazione è però talmente importante che tutte le nazioni partecipanti sono già da tempo impegnate nella ricerca di artisti che possano rappresentarle al meglio.

La terra d’Israele ha scelto la bravissima artista Sigalit Landau, classe 1969 che ha inoltre partecipato nel 2008 ad una mostra personale al Moma di New York dove ha presentato due bellissime opere video, una che la vedeva galleggiare su di un ruscello di angurie ed l’altra che la ritraeva mentre giocava con un hula-hoop fatto di filo spinato. Nel 1995 l’artista ha vinto il Wolf Fund Anselm Kiefer Prize per i giovani artisti.

Nel frattempo anche la Gran Bretagna ha scelto l’artista che occuperà il padiglione nazionale. Si tratta di Mike Nelson, già finalista per due volte al Turner Prize e creatore di installazioni labirintiche che generalmente durano giusto il tempo della mostra e poi vengono distrutte.

E’ Morto Malcolm McLaren, creatore dei Sex Pistols e del Punk

Il mondo dell’arte e della musica piange un mito scomparso all’età di 64 anni. Si tratta di Malcom McLaren, promoter e band manager che ha inventato il punk rock ed ha assemblato dal nulla i caotici e rivoltosi membri dei Sex Pistols, probabilmente la punk band più famosa del mondo capitanata da Johnny Rotten e Sid Vicious. Già dai tempi del college McLaren iniziò a disegnare vestiti del tutto stravaganti, verso la fine del 1968 fu attratto dal movimento artistico Situazionista e dalla figura di Guy Debord, le idee di questo movimento gli fornirono in seguito grande ispirazione per la promozione delle sue bands.

Nel 1971 McLaren e la sua compagna, la celebre stilista Vivienne Westwood, aprirono a Londra un negozio di vestiti chiamato Let it Rock dove la coppia progettava e vendeva abiti in perfetto stile Teddy Boy. Nel 1972 Mclaren si recò a New York per una fiera di moda e conobbe la band dei New York Dolls e diventò il loro manager, dopo pochi mesi la band si sciolse. Dal 1975 Mclaren divenne manager dei Sex Pistols.

Summit di archi-star a Roma

Le polemiche sembravano essersi dissolte come neve al sole, la tanto discussa Ara Pacis di Roma versione Richard Meier (blasonato archistar americano) sembrava ormai entrata a far parte del tessuto urbano capitolino pur con qualche dissenso. Tra mostre dedicate allo stilista Valentino ed all’indimenticabile cantautore-poeta Fabrizio De Andrè, la teca inaugurata nel 2006 pareva essersi ripresa delle minacce del sindaco Alemanno che poco dopo essere stato eletto aveva dichiarato di voler abbattere a tutti i costi lo “stabilimento balneare” o “stazione di servizio” di Meier.

Ovviamente demolire l’opera sarebbe stato uno spreco inutile di soldi pubblici, come inutile fu lo stanziamento di denaro proveniente dai tartassati contribuenti atto ad edificare un monumento che sin da subito è parso come un vero e proprio pugno in un occhio. Alemanno aveva inoltre avanzato una proposta ancor più balzana, quella cioè di smontare la teca e ricostruirla in periferia. Alla fine, di comune accordo con Meier si era pensato ad un restyling, soluzione meno invasiva e forse anche meno costosa. Poi per quasi un anno di Ara Pacis non ne ha parlato più nessuno e tutto sembrava accantonato. Ieri però il sindaco Alemanno ha dichiarato di esser finalmente giunto ad un accordo con Richard Meier e che una parte del muretto esterno sarà quindi abbattuta.

Vollis Simpson, un simpatico outsider di 91 anni

Da qualche parte nella sperduta cittadina di Lucama nel North Carolina esiste un uomo di nome Vollis Simpson, un simpatico vecchietto di 91 anni che abita in una casa con annessa officina la cui insegna reca scritto Simpson Repair Shop. Simpson ha passato gran parte della sua vita, o per meglio dire del suo tempo libero a creare fantastiche statue ed installazioni in ferro ed altri materiali di recupero.

Opere piazzate in una fantasmagorica discarica che sembrano uscite da un cartone animato o da un giornalino di fumetti. Un uomo di metallo che suona la sua chitarra, un gruppo di cavalli che traina una diligenza, queste sono solamente alcune delle mirabolanti creature del simpatico nonnetto. Simpson ha coltivato il suo talento artistico come una sorta di hobby, usando parti di metallo ed alluminio recuperate dal suo mestiere di riparatore di trattori.

Mariko Mori progetta un vero e proprio monumento solare tecnologico

Ne ha fatta di strada la Land Art da quel lontano 1969 quando Gerry Schum decise di comprarsi un (allora appena concepito) apparecchio per la videoregistrazione e di proiettare negli spazi della sua galleria un video intitolato appunto Land Art che presentava immagini di alcune opere prodotte da artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim e Walter De Maria.

Tali maestri indiscussi di questa nuova forma d’arte agivano direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei e facendo uso di materiali naturali. Dalla gigantesca banchina Spiral Jetty di Robert Smithson, installata sul Great Salt Lake (1970) nello Utah e costituita da materiali naturali come cristalli di sale e terra, passando per il Lightning Field (1977) di Walter de Maria ed i suoi 400 pali installati nel terreno per raccogliere la potenza dei fulmini sino a giungere al recente impacchettamento del Central Park di New York ad opera di Christo e Jeanne Claude, la Land art ha subito numerose trasformazioni, abbracciando nuove tendenze e presentando nuovi protagonisti.

He Sen da Primo Marella Gallery

Primo Marella Gallery di Milano inaugura l’8 aprile (la mostra sarà visibile fino al 30 maggio) una selezione degli ultimi lavori dell’importante artista cinese He Sen. He Sen è stato l’artista selezionato come rappresentante della pittura nel padiglione Cina dell’ultima Biennale di Venezia e ha esposto di recente le sue opere presso la mostra Cina. Rinascita Contemporanea nei prestigiosi spazi di Palazzo Reale.

I dipinti di He Sen si contraddistinguono per la tecnica sublime che egli utilizza ed attraverso la quale riesce a stabilire un contatto intimo con lo spettatore che osserva le sue tele. Parte della mostra sarà dedicata alle celebri Smoking Girls. Si tratta infatti delle opere più famose dell’artista nate da uno scatto fotografico che ritrae delle giovani ragazze colte in un momento di quotidianità: mentre fumano, giocano con un peluches o bevono. Le figure create dal pennello dell’artista, sono di una bellezza disarmante. Celate da questa perfezione si nascondono le incertezze, le paure ed il vuoto interiore dei soggetti dipinti. Incertezze e paure che si riferiscono all’età contemporanea ed in particolare ad un territorio come la Cina che avanzando a un ritmo frenetico non lascia spazio all’individuo di adattarsi al cambiamento.

Alessandro Mendini – Alchimie. Dal Controdesign alle Nuove Utopie

Il museo MARCA di Catanzaro apre le porte al design e all’architettura organizzando un’ampia retrospettiva dedicata ad Alessandro Mendini, architetto e designer tra i più celebri a livello internazionale. Alchimie. Dal Controdesign alle Nuove Utopie è il titolo della rassegna curata da Alberto Fiz che s’inaugura il 10 aprile con una performance musicale che ha come punto di riferimento un importante lavoro degli anni Settanta.

Sono oltre 70 le opere esposte sino al 25 luglio in un percorso che comprende dipinti, sculture, mobili, oggetti, schizzi e progetti con alcune testimonianze inedite o mai viste prima d’ora in Italia. Ne emerge un’indagine esaustiva dell’attività svolta negli ultimi quarant’anni dove, accanto alle opere più famose di Mendini, si evidenzia la componente maggiormente sperimentale e meno conosciuta del suo lavoro. Il progetto, poi, ha tra le sue peculiarità quella di sottolineare le collaborazioni tra Mendini e gli altri protagonisti del mondo dell’arte, in particolare Mimmo Paladino, Francesco Clemente, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Bob Wilson e Peter Halley.

Nuovo spazio a Roma, inaugura a San Lorenzo Limen otto9cinque


Mercoledì 7 Aprile inaugura a Roma, con la mostra San Lorenzo: Limen, La soglia dell’arte a cura di Achille Bonito Oliva, Limen otto9cinque, nuovo spazio espositivo situato nel quartiere romano di San Lorenzo. Con l’intento di rendere omaggio al quartiere che ospiterà il nuovo spazio espositivo, la mostra è dedicata a quelle personalità artistiche che negli anni hanno reso San Lorenzo quartiere centrale nel panorama dell’arte contemporanea italiana.

Sono state selezionate opere di Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. La scelta degli artisti e delle opere non vuole determinare un’area di ricerca comune, ma sottolineare l’atmosfera che ha generato le singole evidenze plastiche. Per l’occasione sarà edito un catalogo per le Edizioni Carte Segrete, che verrà pubblicato nel corso della mostra, con le immagini catturare dal fotografo Claudio Abate e testi di Achille Bonito Oliva, dell’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma Umberto Croppi, e del Presidente del III Municipio Dario Marcucci.

Il futuro della Street Art è in 3D

 La Street art è in continuo cambiamento. Questa sorta di versatilità è saldamente legata alla natura urbana di questa discipline artistica. La società è sempre alla ricerca di nuove immagini, nuove forme e nuovi miti, per questo anche gli street artists si muovono velocemente nel tentativo di catturare queste repentine trasformazioni. Dai primi graffiti nei vicoli, sotto i ponti e sui vagoni della metropolitana di New York alle funamboliche incursioni di Banksy passando per i poster di Shepard Fairey, le gigantesche installazioni cartacee di JR ed i mosaici alieni di Invader, la street art ha scoperto nuove tecniche ed è lecito affermare che le trasformazioni delle nostre metropoli hanno segnato l’evoluzione di questa disciplina artistica.

Oggi la street art non ha paura di sperimentare nuove forme e nuovi linguaggi e New York è ancora teatro di grossi cambiamenti. Tramite l’uso di materiali di recupero come vecchi mobili e quanto altro, i giovani artisti della grande mela hanno dato vita ad un nuovo stile tridimensionale, che affianca al classico graffiti una componente installativa che si inserisce a perfezione nel contesto in cui viene creata.

Rinasce la pittura grazie alla Nuova Scuola di Lipsia

 L’hanno data più volte per spacciata ed è sempre risorta dalle ceneri con rinnovate e potenti energie. Stiamo ovviamente parlando della pittura, regina delle tecniche artistiche ed oggetto di roventi critiche che negli ultimi tempi l’hanno relegata al ruolo di comprimaria dell’arte, dietro installazione e video arte. Al di là delle mode la pittura non è mai scomparsa dal mercato e la sua valenza economica è davanti agli occhi di tutti, aste e grandi manifestazioni fieristiche internazionali parlano di un collezionismo ancora ben ancorato a questa tecnica.

Ovviamente siamo i primi a parlare di un calo di energie creative, soprattutto nel nostro bel Paese. In Italia molte giovani leve sono ancora troppo legate al figurativismo vecchia maniera ed all’espressionismo astratto per riuscire a concepire qualcosa di veramente innovativo. Ed allora la risposta arriva dritta dalla Germania dove una generazione di giovani ed agguerriti pittori che il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riunito sotto il nome di Nuova Scuola di Lipsia.