Una foresta fantasma a Trafalgar Square

A poco più di un mese dalla fine di One & Other, la chiacchierata ed ormai famosissima installazione vivente di Antony Gormley (già ampiamente descritta in un nostro precedente articolo) che ha tenuto in scacco Trafalgar Square per cento scoppiettanti giorni, la celebre piazza di Londra torna a fare notizia ma stavolta per un evento artistico con fini ben più nobili.

Dal 16 novembre al 22 novembre Trafalgar Square sarà infatti teatro della mostra The Ghost Forest at Trafalgar Square, progetto installativo a cielo aperto dell’artista Angela Palmer. Per una settimana sarà possibile vedere esposti, come rare sculture monumentali, alcuni tronchi d’albero di nove differenti specie provenienti dalla foresta di Suhuma, situata nello stato del Ghana.

Scomparsa a 74 anni l’artista Jeanne-Claude, moglie di Christo

Terribile lutto nel mondo dell’arte contemporanea, Jeanne-Claude, l’altra metà assieme al marito Christo di un duo che ha creato negli ultimi anni dozzine di ambiziosi e meravigliosi progetti di environmental art tra cui il recente The Gates (2004-2005), un percorso di 37 kilometri attraverso il Central Park di New York, costituito da materiale arancione intervallato da 7 503 portici, alti circa cinque metri e disposti a quattro metri di distanza tra loro, è venuta a mancare lo scorso mercoledì a Manhattan dove abitualmente risiedeva.

Secondo un comunicato diramato dalla famiglia all’Associated Press, Jeanne-Claude avrebbe perso la vita a 74 anni a causa di un aneurisma cerebrale. La celebre artista aveva conosciuto Christo Javacheff a Parigi nel 1958. A quel tempo Christo, profugo di origini bulgare, aveva già sviluppato la celebre tecnica dell’impacchettamento su oggetti di piccole dimensioni. Ma il vero salto di qualità avvenne circa tre anni dopo quando la coppia collaborò alla prima installazione di temporanea di grandi dimensioni ai docks di Colonia.

Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas alla galleria Pack di Milano


La Galleria Pack di Milano inaugura il 10 dicembre la grande mostra che riunisce per la prima volta assieme tre grandi personalità del contemporaneo. Seppure attraverso linguaggi e metodologie differenti, Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas sono portatori di una grande forza comunicativa ed innovativa che caratterizza e rende unica la loro ricerca.

Zhang Huan individua nel corpo lo strumento ed il metodo di conoscenza della realtà che lo circonda, rendendolo protagonista indiscusso delle proprie performance. L’opera presentata per questa occasione è il Museum size di Family Tree, opera che ha contribuito a rendere il lavoro dell’artista conosciuto internazionalmente e che è entrata nelle collezioni di importantissime istituzioni tra cui il Centre Pompidou di Parigi. Il lavoro incarna perfettamente la poetica del linguaggio di Zhang Huan. Il volto dell’artista, seguendo l’arco di un’intera giornata, si trasforma in una sorta di tela sulla quale sono dipinti ideogrammi che raccontano un’antica leggenda famigliare cinese. Il corpo diventa linguaggio, prova dell’identità culturale dell’individuo, istante privilegiato in cui lo spirituale si rende tangibile.

Porta a casa il mattone!

Venerdì 20 novembre alle ore 19 la galleria romana Mondo Pop inaugurerà la mostra collettiva Muro Pop – The Wall: 20 anni dopo la Caduta.

La mostra intende ricordare lo smantellamento del Muro di Berlino del 9 novembre 1989 ma attraverso una dedica agli innumerevoli interventi grafici operati su di esso, sia da artisti che da gente comune, nel corso dei decenni. L‘Urban Art internazionale così come quella italiana che MondoPOP rappresenta in Italia e soprattutto a Roma, nata dall‘ispirazione del Pop di Andy Warhol e dalla Street Art di artisti come Keith Haring e Barry McGee, trova le sue origini anche in questi numerosi interventi artistici operati sul muro di Berlino (in cui lo stesso Keith Haring ha lasciato il suo segno).

Sam Bassett, l’artista che voleva impacchettare Sotheby’s

L’artista Sam Bassett è una figura emergente della street art newyorchese, fra le numerose e folli imprese di guerrilla art il nostro beniamino ha collezionato un buon numero di interventi che gli hanno valso una discreta fama. Bassett è infatti noto per le sue sculture ed installazioni realizzate con del semplice nastro colorato che svetta dall’alto dei pali della luce o dai cartelloni pubblicitari della grande mela.

Ultimamente l’artista ha adornato il Chelsea Hotel con una delle sue sculture minimal mentre il mese scorso ha tenuto in scacco un’intera strada con alcune linee di nastro appese ai lampioni. Alcune installazioni di Bassett sono state inoltre avvistate in quel di Parigi dove nottetempo l’artista ha compiuto un’altra delle sue scorrerie. Pochi giorni fa però Sam Bassett si è reso protagonista di una bravata che gli è costata piuttosto cara.

Quando la Polonia mette il turbo

Anche se il mondo dell’arte contemporanea in questi ultimi tempi naviga in tempi di incertezza c’è almeno un punto fermo che abbiamo avuto il piacere di ravvisare, gli artisti contemporanei provenienti dalla Polonia ce la stanno mettendo tutta per affermare la loro nazione tra le grandi della mappa artistica internazionale. A Londra lo scultore di Varsavia Miroslaw Balka a riempito la Turbine Hall della Tate Modern con una bellissima ed acclamata installazione. A Düsseldorf, il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, meglio noto come K21, ha inaugurato la prima grande mostra del giovane pittore di Cracovia Wilhelm Sasnal.

A Parigi, nei primi mesi del 2010 la Galerie Thaddaeus Ropac ospiterà le opere di un altro giovane artista di Cracovia chiamato Marcin Maciejowski, mentre il Centre Pompidou metterà in mostra una grande scultura dell’artista di Varsavia Monika Sosnowska. Insomma dopo la grande e subitanea ascesa della nuova corrente contemporanea russa, un’altra nazione dell’est Europa ha deciso di mettere il turbo e mostrare al resto del mondo la valenza dei propri artisti.

Artò ed il futuro (incerto) delle fiere romane

La notizia non ha ancora avuto conferme ufficiali ma se si rivelasse vera non sarebbe certo un segnale positivo per il sistema dell’arte romano. Secondo alcune voci di corridoio la fiera romana d’arte contemporanea dell’Eur che in occasione della sua seconda edizione dello scorso anno aveva mutato il suo nome in ArtO’, Art Fair in Open City potrebbe subire una definitiva cancellazione.

La notizia a dir poco sconfortante potrebbe essere avvalorata anche dal fatto che il sito della manifestazione è temporaneamente oscurato. Già durante la prima edizione della fiera dell’eur diretta avversaria di Roma The Road to Contemporary art si erano ravvisati alcuni problemi sia legati al volume delle vendite delle opere in fiera sia dovuti alla scarsa organizzazione logistica, basti pensare al fatto che alcuni stand dovevano essere ancora allestiti una manciata di ore prima dell’inizio della preview.

Reaganography, una mostra tutta su Ronald Reagan a New York

Per certi versi la figura del presidente americano Ronald Reagan ha avuto ed ha ancora a che fare con il nostro vissuto personale. Il presidente-attore scampato ad un assassinio e con una figlia (Patti Davis Reagan) che ha posato nuda su Playboy è stato infatti protagonista nel bene e nel male di vicende storiche che hanno cambiato il mondo. In tempi non sospetti il grande artista Joseph Beuys aveva musicalmente attaccato il presidente con la sua stravagante canzone Sonne statt Reagan una sorta di gioco di parole ed inno contro la corsa agli armamenti di Reagan.

Oggi la figura del presidente americano torna prepotentemente ad influenzare la sfera artistica contemporanea, dal 8 novembre al 6 dicembre infatti il No Globe Exhibition Space di New York ospita una stravagante mostra sulla figura di Ronald Reagan dal titolo Reaganography. La mostra oltre ad aprire un dibattito sulla politica del presidente si concentra sulla sua figura in un gioco estetico irriverente che la innalza a icona artistica.

Real Estate – Real Estate

Martin Courtney Matt Mondanile , Etienne Duguay e Alex Bleeker, questi i componenti dei Real Estate gruppo rock indie che mischia tanti generi in un disco veramente appasionante dal titolo omonimo. Ho ascoltato e riascoltato in brani di questo quartetto di Washington e c’ho trovato dentro tante cose: chitarre in stile messicano e cantautorato gentile che con una scossa di leggera energia trasporta l’ascoltatore verso lidi placidi e decisamente intimi.

Damien Hirst:”tutti possono dipingere come Rembrandt”

Questa non è certo la prima volta che parliamo di Damien Hirst e qualcosa ci fa pensare che non sarà nemmeno l’ultima. Il fatto è che l’eclettico artista britannico ne combina una dietro l’altra come la sua cuginetta Tracey Emin e risulta davvero difficile seguire tutto ciò che Hirst dice o Hirst fa. In una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian, il celebre rampollo della generazione Young British Artists reduce da una tempesta di critiche per la sua pessima mostra pittorica alla Wallace Collection di Londra (potete leggere un nostro precedente articolo sull’intera faccenda), ha dichiarato che il genio artistico non è innato ma si acquisisce attraverso la pratica.

Hirst ha inoltre continuato affermando che “Tutti possono essere come Rembrandt, personalmente non penso che un pittore come Rembrandt sia un vero genio. Si tratta di osservare ed esercitarsi, tutto può essere imparato e questa è la grandezza dell’arte. Si può diventare come Rembrandt se solo si vuole. Con la pratica si possono fare eccezionali dipinti”.

Paesaggi Verbali alla galleria Ca’ di Fra di Milano

La galleria Ca’ di Fra’ di Milano inaugura il 26 novembre la mostra Paesaggi Verbali, collettiva che non guarda con ammiccante favore al puro valore estetico dell’opera, ma al suo più profondo intento intellettuale…per continuare a interrogarsi.

L’essenza dell’arte è nell’idea? L’opera d’arte si risolve nell’ attimo prima della creazione materiale vera e propria? Nel processo di creazione mentale e non nel prodotto finale? Il Concettuale sostiene proprio questa tesi. La filosofia del linguaggio assume un’ importanza di primo piano nella ricerca della essenza dell’arte; Ludwig Wittgenstein, attraverso la logica del linguaggio affascina artisti e pensatori come J. Kosuth, Salvo, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Agnetti.

Quando Facebook diventa un’operazione artistica

Una cantilena del Trecento recita: “Se per la porta stretta vuoi entrare e nell’opera regolarti bene, il cappello dovrai sempre portare: solo con quello si va e viene”. Il testo diventa meno misterioso quando si viene a sapere che cappello o capitello è anche la parte superiore dello strumento da distillazione. Il testo significa che all’alchimia si accede soltanto sporcandosi le mani, rischiando la vita, se la materia sul fornello dovesse esplodere, insomma non soltanto filosofeggiandoci sopra ma maneggiando gli strumenti.

Alessandro Bulgini identifica una sua serie di lavori, a cui questo per caratteristiche appartiene pienamente, con il termine Haeretikos: αἵρεσις, haìresis deriva a sua volta dal verbo αἱρέω, ovvero hairèō, che significa afferrare, prendere, ma anche scegliere o eleggere. Abbiamo quindi che in origine eretico era colui che sceglieva, ovvero colui che era in grado di valutare più opzioni prima di posarsi su una. In tale ambito indicava anche delle scuole come i Pitagorici o gli Stoici. Sia in greco antico che in ebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria.

A Torino il World Press Photo

Dopo il successo dello scorso anno, inaugura a Torino il prossimo 27 novembre, al Museo Regionale di Scienze Naturali l’edizione 2009 della mostra fotografica itinerante World Press Photo, che mette in mostra i 196 scatti di fotogiornalismo più belli al mondo realizzati nel corso del 2008.

Le immagini, selezionate tra le migliaia inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da giornalisti, agenzie, quotidiani e riviste provenienti da ogni angolo del pianeta, rappresentano uno spaccato della nostra epoca raccontato attraverso gli eventi cruciali dell’anno appena trascorso.

Asta tiepida per Simon de Pury

 Mentre le aste serali di Christie’s e Sotheby’s hanno ultimamente registrato cifre multi-milionarie a Phillips de Pury è andata un poco peggio. Lo scorso 12 novembre la celebre casa d’aste ha presentato una piccola selezione di arte contemporanea curata da Simon de Pury in persona. Purtroppo l’intero lotto di opere che aveva una stima totale tra i 6 milioni di dollari e gli 8 milioni di dollari ha totalizzato un modesto ( si fa per dire ) bottino di 7 milioni. L’opera Ice Bucket di Jeff Koons del 1986 è andata ampiamente sotto la sua stima, totalizzando 230.000 dollari. Un poco meglio ha fatto l’opera Untitled del 2006 di Guyton/Walker che è riuscita a raggiungere 74.500 dollari contro i 30.000 di stima massima.

All’asta era presente anche Polaroid Wall, installazione dello street artist Dash Snow, prematuramente scomparso poco tempo fa. L’opera consta di 20 fotografie c-print che documentano momenti di sesso, droga e violenza, temi ricorrenti nella produzione dell’artista. Le fotografie sono in realtà degli ingrandimenti di alcune delle migliaia di Polaroid che Dash Snow ha scattato in maniera quasi compulsiva per tutta la durata della sua breve vita. L’opera è riuscita a raggiungere i 40.000 dollari raggiungendo in pieno la stima di partenza, si trattava inoltre della prima vendita all’asta dopo la morte dell’artista.