Pipilotti Rist a Zurigo ed a Venezia con Pepperminta

Pipilotti Rist sarà l’artefice di una serie di opere artistiche ispirate alle fantasie domestiche per la sua prossima mostra a Zurigo per la galleria Hauser & Wirth, programmata per il prossimo 28 agosto. Il piano terra della galleria sarà trasformato in un fantastico salotto, uno spazio dove mura, pavimenti e mobili saranno invasi da immagini. Per l’acclamata artista svizzera la video installazione prende le forme più disparate che ella porta con se come in uno zaino “che contiene tutto: pittura tecnologia, linguaggio, immagini, poesia, commozione, premonizioni di more, sesso ed amicizia”.

Ligthbox, video oggetti e una miriade di fotografie stampate su materiali vari saranno parte dell’arredamento di questa stanza fantastica ricreata negli spazi della galleria. Musica ed effetti sonori coabiteranno con complementi d’arredo creando una sorta di discoteca da salotto, un concept che l’artista vorrebbe espandere al comune salotto domestico. Le energie positive ispirate dall’arte di Pipilotti Rist ed il suo universo fantastico e colorato rappresenteranno nel corso della mostra una vera e propria fusione tra spazio pubblico e privato.

Tim Burton sfida Jan Švankmajer con il nuovo film Alice

L’attesa dei fan di tutto il mondo è  finita. Tim Burton ha oramai ultimato le riprese del suo prossimo film, si tratta di Alice nel paese delle meraviglie, adattamento del celeberrimo romanzo di Lewis Carroll la cui uscita in Italia è prevista per il 4 marzo 2010. Le prime immagini della pellicola sono state presentate pochi giorni fa al Comic-Con di San Diego davanti ad una folla di oltre seimila persone. Alice nel paese delle meraviglie è stata presentata insieme ad altri film girati con la tecnica digitale per la proiezione 3-D, nuova ed ennesima trovata del cinema statunitense con cui sono stati prodotti anche A Christmas Carol di Bob Zemeckis e Tron legacy, ambedue destinati anche al mercato italiano.

Alice sembra il soggetto più adatto per l’immaginario di Tim Burton che in passato ha creato alcune perle del cinema fantastico e fiabesco come Beetlejuice, Edward mani di forbice, Nightmare before christmas, La fabbrica di cioccolato e La sposa cadavere, titoli che per stessa ammissione di Burton hanno tratto notevole ispirazione da movimenti underground americani come il Lowbrow.

Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder ritratti da Robert Wilson

Da domenica 2 agosto, al Rivellino/studiolocarno a Locarno, il grande regista e drammaturgo statunitense Bob Wilson presenta una mostra multimediale con tre video-opere digitali in alta definizione dedicate a tre grandi divi del cinema mondiale: Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder, in omaggio alla vocazione cinematografica di Locarno, nell’ambito della mostra VOOM Video-portraits.

I tre video-ritratti saranno proiettati all’interno dell’architettura cinquecentesca progettata da Leonardo da Vinci, l’unica testimonianza originale esistente al mondo dell’attività ingegneristica del genio fiorentino. Il pubblico potrà accedere a questo luogo esclusivo in gruppi limitati di massimo 20 persone, dopo aver assistito a un interessante prologo costituito da un’esposizione di 12 fotografie di grande formato dell’artista napoletano Luciano Romano che ripropone i videoritratti di Wilson nella straordinaria scenografia architettonica della Chiesa di Donnaregina a Napoli.

Ad Alassio la grande mostra dedicata ad Alighiero Boetti

S’inaugura domenica 2 agosto 2009 la mostra personale di Alighiero Boetti. Organizzata dall’Ex Chiesa Anglicana di Alassio per conto dell’Assessorato alla Cultura della Città di Alassio, la mostra espone più di trenta opere, datate dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta, e il film Niente da vedere, niente da nascondere, regia di Emidio Greco, che rappresenta un catalogo visivo delle opere del primo Boetti, spiegate dalla voce stessa dell’artista.

A completare il ritratto di un artista tra i più importanti dell’arte concettuale del secondo Novecento, le fotografie ed i ritratti a lui dedicati da parte di Paolo Mussat Sartor, un testimone dell’arte italiana che a partire dagli anni Sessanta ha frequentato, fotografato ed esposto con gli artisti dell’Arte Povera.

Un’ora d’arte anche per te

L’arte contemporanea è sempre più grintosa, la sua voglia di far breccia nei cuori degli appassionati diventa ogni giorno più forte. Ormai se ne parla in ogni contesto, nei quotidiani, nei magazine, nei siti internet, nei palinsesti, sembra che solo l’arte contemporanea sia in questo momento l’unica grande scoperta in grado di catalizzare attenzione.

Nel corso degli ultimi anni sono in molti ad aver capito che l’arte non rappresenta solamente la libera espressione della cultura od un investimento economico ma anche un’importante opportunità di far conoscere la propria immagine oltre che un veicolo per attirare masse di pubblico da ogni parte del globo. Le aziende si sono da tempo mosse a sostegno dell’arte contemporanea con enorme ritorno pubblicitario e consensi postivi da appassionati ed addetti al settore.

Man on the Moon, il musical firmato Andy Warhol

Credeteci o no ma il poliedrico genio della Pop Art Andy Warhol è stato anche un produttore di musical. Per l’esattezza Warhol ha prodotto solamente uno show, si tratta di Man on The Moon, opera maledetta stroncata da pubblico e critica e definitivamente chiusa dopo appena 5 rappresentazioni che andarono in scena nel gennaio del 1975 al Little Theater tra Broadway e la 44esima strada.

Il musical fu scritto da John Phillips, leader della celebre band Mamas & Papas e diretto da Paul Morissey, già abituale collaboratore di Warhol. La storia narra le avventure di una bomba, interpretata da un uomo, lanciata sulla luna e di un astronauta con la missione di farla esplodere. Nel corso di mille peripezie l’astronauta incontra degli extraterrestri che cercano di dissuaderlo dal suo intento in tutti i modi possibili inclusa un’improbabile storia d’amore.

Ron Arad, un designer senza disciplina

Agli inizi degli anni ’80 Ron Arad era da poco uscito dalla scuola di architettura quando aprì il suo primo studio a Londra. Ovviamente non era nulla di eccezionale, si trattava di un vecchio magazzino di patate dove il grande designer assemblava letti, tavoli e sedie. Tutti oggetti costituiti da materiale riciclato dalle discariche.Lo stile stravagante di Arad colpì subito l’interesse della gente ma il suo primo grande cliente fu la star della moda Jean Paul Gaultier.

Il famoso stilista comprò un paio delle celebri sedie Rover , disegnate nel 1981 e ricavate dai sedili di una vecchia auto. Inutile dire che da quel giorno lo studio di Arad fu letteralmente assediato da centinaia di nuovi clienti. Di li a poco il celebre brand Vitra commissionò a Ron Arad alcuni pezzi come una sedia divenuti ora storici come Well Tempered Chair (1986) e Sit! (1990) catapultandolo nell’olimpo dei designers. Oggi Ron Arad è una vera celebrità ed il suo stile eclettico ed indisciplinato lo ha portato ad essere ospitato il prossimo 2 agosto dal MoMa di New York che ha organizzato per lui una grande retrospettiva dal titolo Ron Arad: No Discipline.

Belli e perdenti nella New York degli anni ’90

Sulle prime verrebbe da pensare “oh no, ci risiamo ecco che ci propinano un altro documentario sulla scena underground della New York degli anni ’90“. Già perchè la grande mela è stata il crocevia di numerosi movimenti di sottocultura che sono poi confluiti in altrettante numerose pellicole, si va dall’indagine sul movimento punk operata in End Of the Century (2003) di Jim Field fino al mitico documentario sulla cultura hip hop Beat This (1984) di Dick Fontaine. Anche Marc Singer nel 2000 ha prodotto un interessante film intitolato Dark Days, incentrato sui senza tetto e sulla vita di strada.

Sorprendentemente questa volta non si tratta nemmeno dell’ennesimo documentario fatto uscire furbescamente dopo la morte dell’icona della street art newyorkese Dash Snow. Il nuovo film documentario di Aaron Rose, intitolato Beautiful Losers è infatti una piccola perla in un universo alquanto ripetitivo. Beautiful Losers rende infatti omaggio all’universo delle fertili sottoculture americane degli anni novanta, una scena che ha ispirato la creatività di numerosi artisti considerati oggi le nuove stelle dell’arte contemporanea.

Il mondo dell’arte contro le violenze sugli animali

 La National Coalition Against Censorship e la College Art Association hanno sporto denuncia presso la corte suprema degli Stati Uniti per un caso di crudeltà nei confronti degli animali. Il caso riguarda il 68enne Robert J. Stevens della Virginia che è stato accusato di aver venduto alcuni video contenenti scene di lotta fra pit bull. Stevens che ha inoltre scritto un libro dal titolo Dogs of Velvet and Steel circa l’allevamento dei pit bull è stato condannato a 37 mesi di prigione per aver prodotto materiale multimediale con atti di violenza contro gli animali.

La legge ammette eccezioni per opere che mostrino seri intenti artistici ma c’è il rischio che giudici e pubblici ministeri interpretino questa legge in maniera del tutto personale, evitando di riconoscere quelle opere che davvero rappresentano un serio esempio di avanguardia e di arte concettuale. D’altro canto non è la prima volta che un artista subisce le ire della legge o della censura, basti pensare a Marcel Duchamp e Andy Warhol. C’è da dire che andrebbero comunque ben analizzate quelle opere che potrebbero nascondere una reale minaccia contro poveri animali indifesi.

Successo per l’asta sulla street art

 L’asta di Artnet comprendente una ricca nonché abbordabile collezione di street art di cui vi avevamo parlato alcuni giorni fa, ha confermato la continua e crescente richiesta internazionale di questo particolare genere di opere. 85 opere d’arte di 40 artisti sono state vendute ad un’asta online lo scorso 23 luglio, l’offerta comprendeva una vera e propria selezione della storia della street art dal 1997 ad oggi con opere dei maggiori esponenti di questa disciplina artistica come Banksy, CRASH (John Matos), Keith Haring, LA II (Angel Ortiz) e Shepard Fairey.

Su Blackwell e le storie di carta

 Forse il nome Su Blackwell non vi dirà nulla di particolare ma il suo stile del tutto particolare sicuramente non tarderà a fare breccia sulla scena internazionale. Le visionarie opere dell’artista inglese sono ricavate da vecchi libri di seconda mano che vengono successivamente intagliati in maniera particolarmente accurata, l’intero processo richiede mesi ma alla fine il risultato è a dir poco sbalorditivo.

Su Blackwell trae diretta ispirazione da un paragrafo o un’immagine del libro che ha intenzione di trasformare in un fantastico modello di carta. Il finissimo lavoro di cesellatura e taglio della carta attuato dall’artista trentatreenne da vita a forme che nascono e crescono direttamente dal midollo delle pagine del libro come una formazione naturale e spontanea dotata di tre dimensioni. Come già detto l’ispirazione nasce dal libro stesso, ad esempio la sua opera Through the looking Glass è intagliata dall’omonimo libro di Lewis Carroll mentre Wild Flowers è una creazione direttamente tratta da un manuale di fiori selvatici del territorio britannico. 

Musei online con ArtBabble

Grande mossa dell’Art Institute of Chicago che ha lanciato ieri il suo gemellaggio con il sito di arte ArtBabble.org. La piattaforma online è un canale che mette in onda contenuti artistici creato dall’Indianapolis Museum of Art e lanciato lo scorso aprile con la partecipazione di differenti istituzioni ed organizzazioni come Art21, the Los Angeles County Museum of Art, The Museum of Modern Art, The New York Public Library, the San Francisco Museum of Modern Art e lo Smithsonian American Art Museum.

ArtBabble permette ai visitatori di esplorare in maniera del tutto innovativa, capolavori dell’arte attraverso una collezione di interviste con artisti e curatori, documentari e video installazioni. Mediante un software di nuova tecnologia il sito riesce a garantire l’alta definizione di ogni filmato oltre ad alcuni contenuti interattivi come i feedback degli spettatori. “Siamo entusiasti di poterci unire ad ArtBabble”, ha annunciato Sam Quigley, vice presidente del dipartimento di Information Technology dell’Art Institute di Chicago. 

Lutto per la danza contemporanea

La danza contemporanea nel giro di pochi mesi ha perso due protagonisti assoluti, il 30 giugno morì Pina Bausch e il ora precisamente il 26 luglio è mancato Merce Cunningham. Rispetto alla coreografa di Solingen, morta non ancora settantenne a causa di un male folgorante e incurabile, Merce Cunningham ha avuto il beneficio di un’esistenza lunga e non particolarmente tormentata, spirando per cause naturali all’età di 90 anni, presso la sua casa di New York.

Dopo un fondamentale apprendistato presso la compagnia di Martha Graham, Cunningham fece il secondo incontro fondamentale della sua vita: quello con il compagno d’università, futuro compositore e partner John Cage. I due, con le loro teorie sulla separazione consensuale fra gesto e musica e sulla potente influenza che il Caso produce sull’una e sull’altra – proprio come accade nella vita di ogni giorno – avrebbero impresso una svolta fondamentale nella storia dell’arte del secondo dopoguerra.

Tentata estorsione alla Sotheby’s italiana

Incredibile ma vero, la casa d’aste internazionale Sotheby’s è stata vittima di una tentata estorsione di 800.000 euro. La causa? Una scultura di Marino Marini recentemente venduta in un’asta a 780.000 sterline era secondo il ricattatore falsa e quindi voleva l’ingente cifra per non rendere pubblica la notizia.

Ma andiamo per gradi e Globartmag vi racconta la vicenda passo dopo passo. In tre mesi i militari hanno individuato, e denunciato, un imprenditore milanese abilissimo nel muoversi in rete senza lasciar traccia. L’imprenditore insieme a un socio investiva in vari «prodotti»: azioni, metalli preziosi, valuta, ma anche, non ultimo, in arte. In questo modo si era fatto una certa conoscenza di quel mondo e quando il suo socio, abile collezionista, ha messo in vendita il Piccolo Cavaliere di Marino Marini ha pensato di fare il colpo gobbo.