750.000 dollari promessi ad un assassino di cani, ma San Francisco non lo permette

 La città di San Francisco è attualmente al centro di numerose polemiche riguardanti la realizzazione di una serie di opere pubbliche. Tutto è cominciato quando l’amministrazione cittadina ha affidato l’arduo compito a Tom Otterness. Dovete sapere che Otterness nel 1977 era un membro di Colab (Collaborative Projects), un gruppo artistico politicamente impegnato. Proprio nel 1977 il nostro Otterness fu protagonista di un evento assai controverso per non dire terribile.

L’artista realizzò un video in loop dal titolo Shot Dog Film, all’interno di questo video Otterness adotta un cane e successivamente gli spara uccidendolo in quello che il giornalista Gary Indiana apostrofò giustamente come: “il divertimento di registrare un’infantile e sadica depravazione su pellicola”. Da quel momento in poi furono in molti a scagliarsi contro l’artista americano che non si scompose più di tanto e divenne in seguito celebre per i suoi pacchiani monumenti pubblici.

Steve McQueen, ossessioni e perversioni da Venezia ad Hollywood

Avete presente Steve McQueen? Ovviamente non stiamo parlando dello storico divo di Hollywood ma di un talentuoso video artista/regista che in questi giorni è stato chiamato da Hollywood. McQueen è balzato agli onori della cronaca nel 2008 con il suo video Hunger, un’opera sullo sciopero della fame in Irlanda del 1981 e sulla figura del rivoluzionario Bobby Sands, pellicola che gli ha fatto guadagnare la Palma d’oro a Cannes.

Successivamente, nel 2009, l’artista ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia ed in quell’occcasione è riuscito a stupire il pubblico con la sua poesia visiva. Il suo video Giardini, ambientato appunto nei Giardini della Biennale, offriva infatti liquide immagini di eleganti levrieri in cerca di cibo tra rifiuti e padiglioni abbandonati. Un chiaro attacco ai fasti dell’imperialismo e del potere pervaso dalla pacata e lucida descrizione di un sistema che lentamente scende verso il baratro della decadenza. Ebbene, quest’anno McQueen ha nuovamente stupito il pubblico di Venezia in occasione del Festival del Cinema.

Il peggio di ArtPrize su ArtPrize Worst

Nel mondo esistono centinaia di premi e concorsi d’arte contemporanea, alcuni molto prestigiosi ed altri meno. La loro utilità non è sempre chiara ma quando queste tenzoni sono aperte a chiunque le partecipazioni degli artisti “da casa” sono a dir poco incalcolabili. Molti tentano di dare il meglio, iscrivendo l’opera che più rappresenta la loro produzione creativa. A volte però alcuni artisti della domenica finiscono con il creare una situazione involontariamente comica, questo poiché la loro opera è in realtà un incidente estetico dalle proporzioni colossali.

Eppure anche le opere di cattivo gusto hanno la propria dignità, se non altro provocano il nostro gusto estetico e ci aiutano a riconoscere da cosa dobbiamo fuggire a gambe levate. Venendo al sodo, una delle manifestazioni dove è possibile assistere al maggior numero di schifezze in assoluto è quello che in un nostro articolo di tanto tempo fa avevamo definito come il superenalotto dell’arte, vale a dire ArtPrize

Quando la critica e Jerry Saltz prendono cantonate colossali

La scorsa domenica la scrivente ha presenziato all’inaugurazione della libreria Let’s Art in via del Pellegrino 132, praticamente uno dei pochi luoghi a Roma dove è possibile trovare un’ottima selezione di pubblicazioni riguardanti l’arte contemporanea, alcune introvabili. Lo spazio è chic ed accogliente e si può persino gustare un caffè od un ottimo vino mentre si sceglie il volume preferito. In mezzo a tutti quei saggi, cataloghi e volumi illustrati, la voglia di comprare è tanta ed allora la scelta è ricaduta su Vedere ad alta voce di Jerry Saltz, un compendio di 10 anni di arte contemporanea a New York raccontata con la giusta dose di ironia e veleno.

Leggere Saltz è sempre uno spettacolo anche perché parliamo di uno dei pochi critici capace di fornire giudizi imparziali ed irriverenti senza subire la sudditanza psicologica che attanaglia il resto dei suoi colleghi. Ma la critica, lo dice anche Saltz, non è una scienza perfetta ed a volte,per tener fede all’ostinazione di dover per forza risultar caustici o profetici, si prendono storiche cantonate.

Al via la stagione espositiva autunnale della Fondazione Bevilacqua La Masa, con il nuovo consiglio di amministrazione

La Fondazione Bevilacqua La Masa apre la stagione espositiva autunnale con un rinnovato consiglio di amministrazione, nominato dal Sindaco di Venezia il 21 luglio 2011 e composto da: Angela Vettese, Presidente confermata alla guida dell’Istituzione, Giancarlo Borile, Mirella Brugnerotto, Silvia Burini, Monica Calcagno, Daniela Ferretti, Marco Sportillo. Riunitosi l’8 settembre per un primo incontro, il CdA ha licenziato i nuovi bandi per la 95ma Collettiva Giovani Artisti e l’assegnazione degli Atelier per l’anno 2012. Il consiglio ha poi preso visione della programmazione che completerà il 2011.

Ecco i principali appuntamenti espositivi dei prossimi mesi. Dal 6 all’8 ottobre i 12 artisti assegnatari degli Atelier BLM saranno chiamati a confrontarsi con il tema del camminare, per la seconda edizione del premio Stonefly Cammina con l’Arte, dal titolo Sentieri liberi. Camminare per scegliere ed esplorare. In questa occasione, Stonefly, importante partner che sostiene il programma della BLM per il secondo anno consecutivo, assegnerà un premio acquisto ad uno degli assegnatari, valutati da un’apposita commissione; sarà inoltre allestita a Palazzetto Tito una breve mostra, che comporterà l’adesione della BLM alla settima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.

Poster Boy censurato per il suo impegno politico

Vi ricordate di Poster Boy? Beh in caso vi foste dimenticati vi rinfrescheremo la memoria. Poster Boy è un simpatico ed inventivo street artist newyorchese, la sua cifra stilistica non è rappresentata dal comporre graffiti o murales utilizzando spray e vernici come fanno abitualmente i suoi illustri colleghi. L’artista infatti si aggira per la città armato di rasoio e taglia i cartelloni pubblicitari, creando delle figure e delle situazioni a dir poco rocambolesche.

La sua azione più celebre risale al 2009 quando il MoMa decise di riprodurre alcune delle sue opere in collezione per una campagna pubblicitaria con cartelloni sparsi in tutta New York. In quell’occasione Poster Boy ne fece di cotte e di crude arrivando a intagliare il naso della Marilyn di Andy Warhol, facendola sembrare appena uscita da un intervento di rinoplastica. Ebbene il nostro simpatico provocateur ne ha combinata un’altra delle sue.

Berlino ha il suo Facebook dell’arte, si chiama Artconnect Berlin

Anche oggi proponiamo al nostro pubblico, come già facciamo da diverso tempo, un articolo che mette a confronto il mondo di internet e l’arte contemporanea. Se ben ricorderete in passato abbiamo scandagliato le nuove realtà di mercato presenti solo sul web, successivamente abbiamo dedicato uno spazio a Google +, vagliandone i particolari benefici per artisti ed operatori di settore.

Ebbene la notizia di oggi arriva fresca fresca dalla Germania e si tratta di una sorta di social network focalizzato esclusivamente sull’arte contemporanea. Questa nuova piattaforma prende il nome di Artconnect Berlin ed è stata pensata per gli artisti che abitano nella grande città tedesca. Artconnect è online dalla fine di luglio con propositi più che battaglieri.

India al top del mercato? Gli stessi indiani dicono di no

Negli ultimi tempi si è rafforzata una convinzione condivisa da molti attori del nostro sistema sistema, sarebbe a dire quella dell’imminente ingresso all’interno del mercato dell’India. Questo poiché, in prima istanza, la “Cina dalle uova d’oro” ha esaurito i suoi magici poteri ammaliatori, assestandosi su livelli di mercato nettamente inferiori rispetto agli anni del boom. La seconda prova della rivoluzione indiana sono i tanti talenti emergenti che non vedono l’ora di irrompere nella scena. La terza prova è il recente interessamento di alcune piattaforme italiane all’arte made in India.

Sebbene l’India sia in netto miglioramento rispetto al passato, essa non dispone ancora di mezzi adatti ad intraprendere la dura battaglia del mercato internazionale. Per offrire una prova tangibile di ciò, basti dare un’occhiata a ciò che ha scritto Sunil Sethi su India Today il 15 luglio scorso all’interno dell’articolo La crisi d’identità delle gallerie: “Se le gallerie d’arte rappresentano per certi versi un riflesso diretto della situazione dell’arte nel paese, allora la situazione è davvero molto povera. Dipende, ovviamente, su ciò che è compreso da una galleria d’arte, ma in generale, la comunità artistica ha un po’ oscuro, visione idealistica del soggetto.

Zevs e Hobin, commemorare l’11 settembre con arte di cattivo gusto

In occasione del 10° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, molti artisti hanno deciso di accodarsi alle manifestazioni di solidarietà internazionali, creando opere ad hoc per ricordare le oltre 2.700 vittime, perite in quel maledetto 11 settembre del 2001.

Tra il cordoglio e l’emozione però, qualcuno ha deciso di aggiungere un altro insulso capitolo al dramma statunitense. Stiamo parlando del noto street artist Zevs e del meno noto fotografo Jonathan Hobin, i quali se si conoscessero potrebbero formare una bella coppia di artisti babbei. Zevs ha scelto di creare una nuova opera sulle pareti di una stanza di motel. Ovviamente non si tratta di una stanza comune ma la tristemente nota stanza 233 del Comfort Inn al numero 90 di Maine Mall Road di South Portland, nello stato del Maine.

David Zwirner e Ben Stiller insieme per Haiti

Tra le varie notizie che hanno affollato tutti i canali dell’informazione pubblica in questi ultimi tempi, c’eravamo un poco dimenticati del tremendo terremoto di Haiti del gennaio 2010. Il sisma, sviluppatosi nei pressi di Port au Prince fece  registrare una potenza di magnitudo 7,0 e coinvolse oltre 3 milioni di persone devastando l’intera città. Un evento terribile cui fece seguito una subitanea corsa alla solidarietà che vide la partecipazione di molte realtà culturali provenienti da tutto il mondo.

A distanza di un anno le cose non vanno molto meglio, c’è ancora bisogno di fondi per scuole, ospedali e case. Proprio per questo motivo è nata Artists For Haiti, una collaborazione tra il noto gallerista David Zwirner e l’ancor più noto attore Ben Stiller. I due sono riusciti ad organizzare un’asta di beneficenza contattando 25 grandi nomi dell’arte contemporanea come Jasper Johns, Jeff Koons e James Rosenquist. Il bello è che questi celebri protagonisti della scena internazionale non hanno ceduto un loro lavoro minore, magari uno schizzo o un disegno ma hanno creato un’opera appositamente per la manifestazione.

Tate Oil Tanks, la Gran Bretagna investe nella cultura…e l’Italia?

Una notizia apparsa in questi ultimi giorni su tutti i quotidiani internazionali mi ha fatto non poco riflettere sull’interesse che l’Italia riserva alla sua martoriata sfera culturale. La Tate Modern ha finalmente deciso di ampliare la sua cubatura. Già dal 2012, anno delle olimpiadi di Londra, la prestigiosa istituzione potrà disporre degli Oil Tanks, vale a dire uno spazio espositivo sotterraneo e lunare che troverà posto all’interno dell’ex centrale elettrica sulle rive del Tamigi.

Si tratta di locali già acquisiti tempo fa dalla Tate ma mai ristrutturati, un tempo le Oil Tanks alimentavano le turbine della Turbine Hall. Le Oil Tanks fanno parte di un piano di espansione che prevede la costruzione di un nuovo edificio di 64 metri d’altezza che sarà completato non prima del 2016. Il costo totale dell’ampliamento sarà di circa 343 milioni di dollari ed il 70 percento della ragguardevole cifra è stato già coperto da donazioni dei privati. Questo perchè la Tate è finanziata al 62 percento da fondi privati mentre il restante 38 percento è coperto dai fondi governativi.

ADELITA HUSNI-BEY – La Montagna Verde

Il 14 settembre Viafarini – DOCVA di Milano inaugura la mostra La Montagna Verde di Adelita Husni-Bey. Il lavoro di Adelita Husni-Bey riguarda la relazione tra dimensione individuale e collettiva, tra sentimento di singolarità e sentire condiviso in rapporto ai luoghi e alla storia.

Ad ispirare questa sua nuova mostra è un luogo che l’artista conosce da sempre, il Jebel Al Akhdar, o Montagna Verde: un luogo in cui, più che altrove, la dimensione spaziale si stratifica e si carica di connotazioni diverse: autobiografiche, perché il Jebel è stato scenario di momenti familiari per le generazioni di persone cresciute in Libia; e storiche, perché l’altopiano è stato teatro di guerriglia e di resistenza in diversi, cruciali momenti: è lì che la storia del paese si è fatta e ancora oggi si fa.

Tutte le Biennali di quest’anno e del 2012

Anche se quella lagunare è una delle Biennali più celebri e prestigiose del mondo, molti altri stati possono vantare manifestazioni di egual tipo di elevata caratura. Certo le Biennali sono sempre di più e non tutte sono indispensabili ma alcune di esse possono rappresentare un ottima piattaforma di interscambio artistico culturale sia per gli artisti che per il pubblico.

In questi giorni ad esempio partirà la quarta edizione della Moscow Biennale, che dal 22 settembre al 30 ottobre 2011 presenterà 80 artisti provenienti da 20 differenti nazioni con nomi del calibro di Ai Weiwei (Cina), Richard Hamilton (UK), Walid Ra’ad (Libano/USA), Neo Rauch (Germania), Claire Fontaine (Francia), Susan Hiller (UK/USA), Rebecca Horn (Germania) e Ingar Dragset (Norvegia), tutti riuniti sotto il titolo Rewriting Worlds.

Le mostre di settembre in giro per il mondo

Per molti le ferie estive sono ormai un ricordo del passato ma c’è chi ha scelto settembre per godersi le vacanze in giro per il mondo. Ebbene per tutti gli aficionados delle vacanze settembrine, ecco a voi una piccola lista di mostre da vedere all’estero. Cominciamo con Edward Kienholz che fino al prossimo 15 gennaio sarà ospitato dal LACMA, Los Angeles County Museum of Art. Alla retrospettiva, dal titolo Five Car Stud 1969-1972 Revisitated, saranno presenti le celebri fotografie che hanno regalato a Kienholz la presenza a Documenta 5 nel 1972. Tempo fino al 19 settembre per ammirare la mostra Paris – Delhi – Bombay, ospitata dal Centre Pompidou di Parigi. Alla grande manifestazione saranno presenti le opere di 50 artisti indiani tra cui Anish Kapoor e Subodh Gupta.

Richard Prince sarà invece il protagonista assolutao della mostra Covering Pollock, ospitata fino al prossimo 17 ottobre dal Guild Hall Museum di East Hampton (NY). Per l’occasione Prince ha creato una serie di opere nuova di pacca, coprendo l’immagine fotografica del grande Jackson Pollock con una serie di immagini di vario tipo. Omer Fast, il grande video artista israeliano, sarà invece ospite al The Model di Sligo (Irlanda) fino al prossimo 27 novembre. Alla sua personale intitolata The Tunnel, saranno presenti 3 grandi video installazioni .