Lady Gaga e Terry Richardson, un team da urlo per un nuovo libro fotografico

Terry Richardson non ha certo bisogno di presentazioni e noi abbiamo più volte dedicato articoli al suo stile fotografico decisamente controverso. Anche Lady Gaga da par suo non è certo una sconosciuta ed anche la reginetta del pop non ha niente da invidiare al celebre fotografo quando si parla di trasgressioni e numeri sopra le righe. Viene da pensare che ad unire questo piccante duo di provocateurs potrebbe succedere il finimondo.

Ed allora allacciate le cinture perché questo mix mortale ci sarà, e la data del suo manifestarsi è fissata per il prossimo 22 novembre. La Grand Central Publishing ha infatti annunciato l’imminente uscita di “Lady Gaga” un libro che svela immagini dell’eroina del pop mai viste prima d’ora, fotografie ovviamente scattate dall’altro fenomeno del pop/porno Mr. Richardson.

Il MoMA prepara una mostra sull’11 settembre

Nessuno di noi potrà mai dimenticare le orribili immagini dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York. Nella nostra memoria collettiva sono ancora incredibilmente vividi i fotogrammi del disastro, gli aerei che impattano contro i grattaceli, le deflagrazioni, la gente che tenta di mettersi in salvo in tutti i modi anche gettandosi nel vuoto, il crollo finale e la distruzione, i pianti dei superstiti il dolore per le vittime.

Tra non molto questa immane tragedia, una delle più grandi in tempo di pace, compirà il suo decimo anniversario ed il MoMa di New York ha deciso di organizzare un evento per commemorarla ma non si tratterà di uno dei soliti eventi commemorativi intrisi di stucchevole quanto inutile retorica. La prestigiosa istituzione ha infatti intenzione di attirare la nostra attenzione non tanto sulle immagini del disastro o su come l’arte si sia evoluta nel corso dei dieci anni passati ma su come da quel tragico 11 settembre abbia influenzato la pratica artistica e le nostre percezioni visive.

Il nostro cuore palpita quando ammiriamo l’arte


Entrare in un prestigioso museo internazionale, ammirare i capolavori in mostra e lasciarsi catturare dalle meraviglie dell’arte. Si tratta di un’esperienza vissuta ogni da milioni di persone, un’esperienza che spesso e volentieri alimenta emozioni e sensazioni fortissime. A volte, come ben sappiamo, la maestosità dell’arte può portare alla Sindrome di Stendhal, patologia battezzata dal celebre scrittore che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e persino allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza.

Ma se in pochi al mondo hanno sofferto di questa malattia, quasi tutti i visitatori non restano di certo indifferenti alla visione di un capolavoro d’arte. A riprova di ciò, alcuni studiosi dell’Università di Berna in Svizzera hanno da poco pubblicato i risultati di una ricerca sugli effetti psicologici correlati alla percezione estetica delle opere d’arte all’interno dei musei.

L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti

Mercoledì  3 Agosto 2011 verrà inaugurata L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti, un grande telescopio posto sul tetto dell’ex-salumificio Fiorucci (via Prenestina, 912 – Roma) per permettere a migranti e precari che lo abitano, di vedere la Luna. L’opera è stata ideata e realizzata nell’ambito del progetto artistico e filmico “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis.

Dopo gli interventi di Cesare Pietroiusti, Francesco Sylos Labini, Cobol Pongide, Giangiacomo Gandolfi, Carmelo Colangelo, Francesco Careri, solo per citarne alcuni, Gian Maria Tosatti chiude il primo ciclo di appuntamenti “preparatori” e si apre il vero e proprio “cantiere” che da settembre si concentrerà sulla costruzione condivisa di Big Rocket, il grande razzo capace di portare i metropoliziani sulla Luna aprendo la strada all’era delle migrazioni “esoplanetarie”… alla ricerca di un mondo migliore.

Daniel Buren al Tuscan Sun Festival

Galleria Continua, Tenimenti d’Alessando e Tuscan Sun Festival di Cortona sono lieti di invitarvi all’inaugurazione della fontana di Daniel Buren ‘camminare sull’acqua: lavoro in situ’, 2011 nell’ambito del Tuscan Sun Festival di Cortona. Commissionato da Massimo d’Alessandro e da Giuseppe Calabresi, con la collaborazione di Mario Cristiani (Galleria Continua), l’idea è stata concepita prevendendo l’installazione dell’opera stessa all’interno della tenuta in toscana sita vicino Cortona.

L’artista concettuale francese, è uno delle forze creative dell’arte contemporanea degli ultimi quarant’anni. Daniel Buren espone regolarmente le sue opera in musei e gallerie nazionali ed internazionali, ha lavorato a più di ottanta opera pubbliche ufficiali in tutto il mondo.

Annu Palakunnathu Matthew alla Z2O Galleria | Sara Zanin di Roma

La Z2O Galleria | Sara Zanin presenta la prima personale italiana dell’artista indiana Annu Palakunnathu Matthew (India 1964) con un allestimento specificatamente pensato e realizzato dalla curatrice Maria Teresa Capacchione per la galleria di Sara Zanin.

Quello di Annu Matthew è un lavoro fotografico che mette al centro i rapporti sociali che derivano dalla sovrapposizione e dall’intreccio di storie e culture molto diverse fra loro. Ricerca le cui radici affondano nella vita stessa della Matthew che, nata in India, ha sempre vissuto tra il suo Paese, l’Inghilterra e gli Stati Uniti  dove attualmente risiede.

Non solo Weiwei, anche il leader dei Voina torna nuovamente in prigione

I Voina sono senza ombra di dubbio l’artistic group più chiacchierato degli ultimi anni e certamente si guadagneranno un posto d’onore all’interno della storia dell’arte contemporanea. Lo scorso febbraio avevamo già parlato di loro per quanto riguarda la scarcerazione degli artisti Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, che erano stati incarcerati alcuni mesi prima per aver rovesciato alcune auto della polizia durante una consueta performance-anarchica del gruppo.

Successivamente, nello scorso aprile, i Voina avevano vinto un premio in denaro di 14.000 con l’opera Dick In FSB Captivity, un fallo gigantesco, dipinto su un ponte mobile posto di fronte al quartier generale del KGB. In questi giorni il gruppo aveva ricevuto la chiamata alle armi da parte del curatore Nato Thompson per il Creative Time Summit, prestigiosa manifestazione con artisti socialmente impegnati provenienti da ogni parte del mondo. I Voina avrebbero dovuto figurare accanto a blasonati nomi dell’artworld come Laurie Anderson e Jeremy Deller ma nel frattempo è successa una vicenda alquanto spiacevole che potrebbe compromettere la presenza al Summit di New York, previsto per il prossimo 23 settembre.

David LaChapelle denuncia Rihanna, processo per plagio ad agosto

La notizia era trapelata lo scorso febbraio, quando anche Globartmag notò delle strane somiglianze estetiche tra un video della popstar Rihanna ed alcuni servizi fotografici prodotti da David LaChapelle. Nello specifico il ciclone delle Barbados si era affidata alla celebre regista di videoclip Melina Matsoukas, la quale per girare il video della track S&M, aveva rubacchiato alcune scene da diversi scatti dell’estroso fotografo comparsi su Vogue dal 1995 al 2002.

Oggi però LaChapelle ha deciso di fare sul serio e si è deciso a sporgere denuncia contro il famigerato duo, l’udienza preliminare si terrà il prossimo 10 agosto, una data che ha già rovinato le ferie alla peperina Rihanna. Le accuse mosse dal fotografo sono le seguenti: “Rihanna ha preso notevoli spunti da 8 mie foto, copiando la composizione, il concept, il tono, il tema, i costumi, le decorazioni, l’ambientazione, i colori, le luci, il vestiario ed il mood delle mie opere”, praticamente la cantante e la regista avrebbero scopiazzato tutto, sempre secondo quanto affermato da LaChapelle. Certo ad un primo colpo d’occhio le somiglianze ci sono ed anche noi le avevamo messe in risalto nel nostro precedente articolo.

A Stromboli c’è Volcano Extravaganza

L’esuberante fashion label Marios veste gli extravaganti non solo in occasione dei nove openings che coinvolgono quindici artisti internazionali, ma soprattutto durante gli eventi performativi. Gli happenings e le performances in programma hanno già visto il Listening Party di Christian Holstad compiutosi all’imbrunire, come un miraggio, sulla spiaggia Carioca di Stromboli. I partecipanti hanno ascoltato in religioso silenzio un rituale sonoro composto dall’artista indossando le maschere che lo stesso ha realizzato.

Per la sua inaugurazione, Jessica Warboys ha sfidato un hola hoop infuocato mentre Chiara Fumai, nella notte di Ferragosto, smaterializzerà con un gioco di parole la rivoluzionaria Rosa Luxembourg. The Stromboli Conversations di Matthew Stone condurrà un’allegra comitiva sotto un sole giaguaro verso il cratere del vulcano in compagnia di Louwrien Wijers allieva di Joseph Beuys, amica del Dalai Lama e di Andy Wharol. Per le loro maratone di DJ set, Paolo Gonzato e Igor Muroni hanno scelto dei comodi Jimbu Bermuda firmati Marios, mentre Anna Franceschini inaugurerà il suo “Let’s fuuuuck! I’ll fuck anything that mooooves!”, in una Ding Tai Cape Dress.

Ai Weiwei chiude Twitter ma rispunta su Google Plus

Anche se siamo alla vigilia delle ferie estive, noi di Globartmag non vogliamo mollare la presa sulle vicende legate al coraggioso artista Ai Weiwei. L’artista (assieme ad alcuni suoi collaboratori) è stato recentemente liberato, ma come tutti sanno non è rientrato nel pieno possesso dei suoi diritti. Unica nota positiva è il permesso di poter tornare al lavoro nel suo FAKE studio, ma per quanto riguarda spostamenti fuori dal territorio cinese e attività su internet le cose sono ancora assai complicate.

Fra l’altro, il governo cinese ha praticamente bloccato il suo account di Twitter, una pagina visitata da oltre 92.000 utenti che puntualmente potevano tenersi informati sull’attivismo politico-sociale dell’artista, sulla sua produzione artistica e sui suoi proverbiali scherzi. Di fatto le autorità non hanno oscurato l’account Twitter di Weiwei, la cosa sarebbe stata troppo “sporca” agli occhi dell’opinione pubblica internazionale. L’account è stato semplicemente lasciato in stato di totale abbandono ma dato che molte delle battaglie di Weiwei sono partite proprio da Twitter è logico pensare ad un accordo per il rilascio a patto di “chiudere” ogni comunicazione sul social network.

Doug Aitken e lo specchio nero dell’alienazione

Qui in Italia abbiamo avuto modo di osservare da vicino una delle sue avvolgenti e colossali video installazioni nel corso del progetto Enel Contemporanea 2009, dove l’artista presentò Frontier, un’affascinante opera posizionata sull’isola Tiberina a Roma. Stiamo ovviamente parlando di Doug Aitken, protagonista indiscusso della videoarte internazionale che ha da poco prodotto l’ennesima, entusiasmante installazione video.

La nuova opera prende il titolo di Black Mirror ed “esplora il concetto di alienazione dell’essere umano in un contesto simile ad un vortice o ad un caleidoscopio a grandezza umana”, parafrasando le parole dell’artista. Black Mirror è stata realizzata per  la Deste Foundation For Contemporary Art, il centro per l’arte contemporanea fondato dal celebre collezionista Dakis Joannou sull’isola di Idra. L’immensa installazione che è gia visibile dal mese scorso, immerge i visitatori in un ambiente delimitato da specchi neri che riflettono all’infinito le immagini del nuovo video di Aitken.

Nathalie Djurberg fra sacro e profano

Fede, spiritualità e superstizione. Tutto questo fa parte del dirompente universo della giovane artista svedese Nathalie Djurberg. L’artista è stata fra i protagonisti assoluti della Biennale di Venezia del 2009 dove non ha mancato di stupire il pubblico con il suo mondo pieno di strani personaggi che di fatto superano le canoniche definizioni ed i tranquilli meccanismi dell’arte contemporanea. Il leone d’argento come giovane promessa è stato dunque più che meritato.

Tra video ed installazioni, le figure create da Nathalie Djurberg sembrano buffe e naif ma nascondono una potente carica erotica ed una valenza estetica decisamente violenta. I suoi personaggi preferiti sono infatti donne o giovani ragazze, impegnate in varie pratiche assai fuori dalle righe. Anche la natura è spesso uno dei soggetti ricorrenti nelle sue installazioni, come le gigantesche e variopinte formazioni floreali presentate a Venezia.

Addio a Lucian Freud

Lucian Freud with Perienne Christian image by David Dawson

La Gran Bretagna piange uno dei suoi artisti più grandi, se non il più grande pittore ancora in vita. Si è spento lo scorso 20 luglio Lucian Freud, maestro indiscusso di un realismo pittorico caratterizzato una profonda analisi psicologica dei soggetti rappresentati. Nel corso della sua lunghissima carriera, Freud (nato l’8 dicembre del 1922) ha contribuito ad abbattere il confine tra artista e modello, rappresentando con crudezza e poeticità gli infiniti aspetti dell’animo umano. Nato a Berlino da un’agiata famiglia di origine ebraica  (nipote del celebre Sigmund Freud) si trasferì a Londra nel 1933 e divenne cittadino britannico nel 1939.

A Londra studiò nella Central School of Art e successivamente al Cedric Morris School of Painting, oltre che alla Goldsmiths University, nota fucina di grandi artisti. Dopo un primo approccio pittorico con il surrealismo, nel 1950 iniziò a comporre ritratti. I suoi dipinti (solitamente nudi) sono caratterizzati da violenti impasti di colore, il pennello viene pulito ad ogni pennellata dando vita a colori continuamente cangianti.

L’arte contemporanea non va in vacanza?

Vi ricordate com’era la stagione estiva nella vostra città negli anni ’80? Beh più o meno come in ogni altra città d’Italia, vale a dire il deserto dei Sahara. Strutture vaganti, saracinesche abbassate, servizi inesistenti e mezzi pubblici latitanti. Insomma, i turisti che sceglievano l’Italia come meta vacanziera avevano ben poche speranze di ammirare le meraviglie culturali del nostro paese, visti i portoni dei musei pubblici inevitabilmente chiusi e la totale mancanza di punti informazione.

Oggi le cose sono sostanzialmente cambiate, ogni città si è in qualche modo attrezzata per far fronte alla serrata estiva ed a poco a poco sono spuntate varie iniziative culturali ed aperture estive dei musei, cosa che ha equiparato la nostra nazione ad ogni altro stato estero, interessato ad invogliare il turista a visitare le bellezze locali. Problema risolto quindi? Non esattamente. La strada da fare è infatti ancora molto molto lunga. Se è vero che la stragrande maggioranza dei musei di arte contemporanea è “aperta per ferie”, è anche vero che queste istituzioni non hanno ancora messo a punto un serio programma estivo.