Qualche tempo fa la Cina ha letteralmente preso d’assalto la scena dell’arte contemporanea internazionale, scagliando nel mercato decine e decine di artisti non meglio identificati e catalizzando l’attenzione di gallerie e addetti ai lavori. La bolla cinese ha colpito duramente anche l’Italia dove art dealers della zona Cesarini hanno convinto tutti che la Cina sarebbe divenuta the next big thing dell’arte. Molti collezionisti sprovveduti si sono lasciati incantare dalla voce delle sirene ed hanno sborsato fior di quattrini per accaparrarsi un’opera di un artista cinese, magari anche uno qualunque ma cinese.
Purtroppo coloro che hanno creduto al miracolo sono stati duramente riportati alla realtà dal mercato che pur promuovendo quegli artisti asiatici giustamente riconosciuti come grandi attori del contemporaneo, ha severamente bocciato una miriade di altri pseudo-artisti che tanto piacevano al nostro bel paese. Oggi anche la Cina pone un freno a questa bolla speculativa che ha creato più dubbi che investimenti. Non molto tempo fa si è tenuta una grande asta al Beijing International Hotel, un’asta comprendente numerosi lotti di arte contemporanea cinese.