Se la fotografia digitale ha nostalgia di quella analogica

Una foto scattata con Hipstamatic per iPhone

C’era una volta la fotografia analogica. Sembra un inizio nostalgico ma purtroppo è così, il mercato del digitale ha in breve tempo soppiantato una storia ultracentenaria fatta di acidi, pellicole e liquidi di fissaggio. La Polaroid ha lasciato in vita solo un piccolo ricordo delle sue storiche pellicole istantanee, qualcosina è ancora disponibile in casa Fuji. La Kodak da par suo ha eliminato molte celebri emulsioni e si prepara a cancellarne la restante parte. Agfa e Ilford fanno ormai parte di una gloriosa storia.

Per quanto riguarda le macchine fotografiche, anche le più note aziende come Canon, Nikon, Leica e persino Hasselblad hanno abbracciato il digitale in quella che sembra essere una strada senza ritorno. Nessuno ha più voglia di aspettare lo sviluppo delle foto al minilab, in pochi (ma buoni) hanno ancora la voglia di chiudersi in camera oscura per sviluppare e stampare manualmente. Eppure gli appassionati dell’analogico sono sempre di più e hanno preso la buona abitudine di acquistare vecchie (ma sempre buone) macchine su Ebay o procacciarsi le migliori Toy Cameras del momento via internet.

Jan e Sara Saudek alla Mondo Bizzarro Gallery di Roma

Decadente, stravagante, osceno: il grande fotografo ceco Jan Saudek assieme alla modella, moglie e musa Sarah Saudek in mostra alla Mondo Bizzarro Gallery, con una retrospettiva curata da Barbara Collevecchio.  Jan Saudek, ebreo nato a Praga, vive l’orrore della deportazione durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. In seguito torna a Praga, costretto a lavorare quasi di nascosto, chiuso in uno scantinato, sviluppando sogni e fantasie nel contesto piuttosto grigio e pragmatico della dittatura socialista.

Negli anni Settanta inizia a «correggere» le sue stampe in bianco e nero con l’ausilio dell’acquerello. Da questa emarginazione da “uomo del sottosuolo” nasce un’arte onirica, elegantemente triste e allegra: erotica nel senso più vitale ed interessante del termine. Le opere di Saudek, affascinanti e misteriose come la stessa Praga, hanno reso questo artista uno dei maggiori autori viventi. Un pilastro della storia della fotografia del Novecento.

ADD Festival al Macro Testaccio

Dal 23 al 26 giugno 2011, al MACRO Testaccio la seconda edizione di ADD, Festival di arti digitali, quest’anno in programma negli spazi espositivi del Museo di Arte Contemporanea di Roma. Concorso. Video. Fotografia. Installazioni. Performance. Formazione. Artisti emergenti in concorso; esposizioni e performance di artisti come TagliaMani, Lara Mezzapelle e Giacomo Deriu, Rebecca Tillett, Nicola Evangelisti, Jacopo Ricciardi, Francesca Fini; incontri e seminari con professionisti e docenti universitari come Mario Morcellini, Giacomo Verde, Matthew Watkins, Edoardo Dell’Acqua, Christian Uva.

Promosso dalla Provincia di Roma con il patrocinio del Comune di Roma e della Regione Lazio, e prodotto dall’agenzia Musacom S.r.l. nell’ambito delle iniziative di Roma Provincia Creativa, ADD Festival anche quest’anno si pone come luogo di confronto e punto di riferimento in Italia per artisti, gallerie d’arte, pubblicitari ed editori del settore, e per chiunque voglia pensare sotto una nuova ottica il linguaggio delle arti digitali.

Dino Pedriali, ultime immagini di Pier Paolo Pasolini alla Triennale di Milano

Le ultime immagini di Pier Paolo Pasolini, ritratto a pochi giorni dalla morte, in mostra alla Triennale di Milano (dal 14 giugno al 28 agosto 2011): in settantotto scatti, rimando alla poetica e all’immaginario dei film pasoliniani, la testimonianza del lascito del Poeta e della valenza artistica di Dino Pedriali. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Johan & Levi Editore e con il sostegno di Rottapharm|Madaus.

La Triennale di Milano presenta una mostra incentrata sulla quotidianità di Pier Paolo Pasolini in quelli che sarebbero stati i suoi ultimi giorni di vita, fissata dall’obiettivo dell’allora venticinquenne fotografo Dino Pedriali, scelto personalmente da Pasolini come autore di un reportage sulla sua figura per illustrare Petrolio, il romanzo allora in fieri, nel quale era desiderio del Poeta entrare con tutto il suo corpo, oltre che con le parole.

I’ll be your mirror, Nan Goldin a Città della Pieve

Venerdì 10 Giugno alle ore 21,00 il Giardino dei Lauri ed il Comune di Città della Pieve presentano il documentario sullla vita di Nan GoldinI’ll be your mirror” al Teatro degli Avvalorati di Città della Pieve. I’ll be your mirror”, breve film prodotto dalla BBC nel 1995, è ancora oggi considerato uno dei documenti più articolati e precisi sulla storia personale e sul lavoro dell’artista statunitense Nan Goldin, che ne curò personalmente la regia, in collaborazione con l’amico di sempre David Armstrong e il documentarista inglese Edmund Coulthard.

La pellicola ricostruisce l’intera carriera dell’artista, dai suoi esordi nei primi anni ’70 fino alla metà degli anni ’90, periodo in cui si affaccerà potentemente sulla scena artistica internazionale, proponendosi come una delle figure più influenti in ambito fotografico e non solo. A quegli anni, infatti, risale la sua prima importante retrospettiva di mezza carriera, ospitata dal Withney Museum of American Art, mostra che la consacrerà definitivamente sulla scena contemporanea, garantendole una popolarità di pubblico e critica che ancora oggi non ha eguali tra gli artisti viventi.

Lucia Vera Coccaro: Gli amanti. Fotografia e ambientazione site specific

Testo di Barbara Martusciello

Inaugurazione 4 giugno dalle ore 18 alle 24. The Deep, Via di San Calisto 9 – Roma

Lucia Vera Coccaro è una giovane ma già edotta fotografa venezuelana (Caracas, 1982) che si è formata all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, città a lei molto cara, e studiando a Roma Fotografia. Come scrive il critico Barbara Martusciello, essa “dimostra un interesse per il paesaggio e il reportage che sa restituire rivelando debiti consapevoli nei confronti del Pittorialismo e della successiva composizione straight di storica memoria”. Ma è soprattutto attratta “da quanto avviene sotto la superficie del visibile”. Infatti, “scava alla ricerca del nervo scoperto della società e di quel lato oscuro del quale è capace di cogliere l’intima fragilità, la sconcertante dolcezza e la dolorosa malinconia.

Dove il desiderio e la necessità di essere e di vivere si palesano nascondendosi dalla luce e dal quotidiano ritagliandosi spazi di libertà. Come avviene al Gender, locale romano che da 12 anni fa conoscere la cultura transgender – o meglio nogender – e noto per avere spazi dark ove gli avventori possono ritirarsi per conoscersi e praticare sesso. Lucia Vera, quindi, in accordo con il patron del club, Klaus Mondrian, molto conosciuto anche nel mondo dell’arte contemporanea, è entrata in questo tempio inconfessato e ha scattato moltissime foto con il suo sguardo indagatore mai severo, empatico, che è riuscito a dare una documentazione e un affresco d’umanità coloratissimo, di forte caratterizzazione pittorica.

Cosa salvare quando la casa brucia?

Una casa che brucia è un bel problema ed è noto che nel momento della fuga non si ha il momento di fermarsi a riflettere, bisogna agire, scappare, salvare le persone care. Molti però hanno perfino il tempo di salvare dalle fiamme qualche oggetto prezioso o semplicemente qualche caro ricordo. Ebbene, forse traendo ispirazione dalla grande song dei Talking Heads dal titolo Burning Down the House o forse per puro spirito dissacratorio è ultimamente nata una nuova piattaforma web dal titolo The Burning House, come ci fanno notare i nostri cugini d’oltreoceano di Hyperallergic.

La domanda che il fantasioso blog The Burning House rivolge ai fotografi che animano le sue pagine è assai diretta quanto spiazzante: “Se la tua casa stesse bruciando, cosa porteresti con te? Si tratta di un conflitto tra il materiale ed il sentimentale. Quello che porti con te riflette i tuoi interessi, il tuo passato e le tue priorità”.

Evitiamo sciocchi e scontati giochi di parole: MIA Fair, la prima fiera di fotografia a Milano

MIA è una neonata che ha fatto parlar di se fin dai primi vagiti. Effettivamente il fatto che nel 2011 in Italia non avessimo una vera e propria fiera sulla fotografia artistica può far notizia. Si potrebbe ribattere, così per dire, che in ogni fiera d’arte sono presenti artisti che utilizzano il mezzo fotografico e forse una fiera solo per la fotografia la ghettizza piuttosto che elevarla. Un altro elemento su cui si è discusso è che a Milano pare facciano una fiera al mese: è un disperdere denaro e anche collezionisti, che mica possono venire a Milano ogni due per tre. All’estero ha preso piede da tempo la mania degli agglomerati di fiere, una importante e tante piccole intorno, io da questo punto di vista preferisco avere eventi separati, ma forse lo dico solo perché non sono collezionista e vivo a Milano.

Insomma dopo tanto clamore MIA è arrivata, e passata, e non potevo esimermi dal commentare l’evento. Per quanto la fotografia sia istituzionalizzata come parte dell’arte, in alcune sue forme almeno (oppure, parafrasando Man Ray, quando a farla è un artista), da ormai cent’anni sembra davvero ancora reclusa in una storia a sé. Per questo ben venga MIA a mostrare la forza artistica di tale linguaggio e forse, proprio per questo, mi sento in dovere di dare qualche consiglio per la prossima edizione. Considerando la sede scelta adatta e ben posizionata bisognerà pensare ad una riduzione dei contenuti, che il problema maggiore è quello dello spazio. Stretti corridoi, stretti stand, mancava lo spazio necessario per poter godere delle opere, per non parlare di allestimenti in alcuni casi caotici e in generale della sensazione di trovarsi dentro al Programma Ludovico (la famosa tortura video di Arancia meccanica).

MIA, Milan Image Art Fair

Sarà la multi-location creativa milanese Superstudio Più ad ospitare la prima edizione di MIA Milan Image Art Fair, l’unica fiera organizzata in Italia dedicata unicamente al mondo della fotografia e della video arte. Nata da un’idea di Fabio Castelli, collezionista d’arte e di fotografia oltre che curatore di numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, MIA sarà aperta al pubblico dal 12 al 15 maggio 2011.

Alla base del progetto vi sarà una forte novità che distinguerà MIA dal tradizionale schema delle fiere italiane: a ciascun espositore, infatti, verrà richiesto di proporre le opere di un solo artista per ogni stand così da offrire al pubblico un percorso, il più esaustivo e coinvolgente possibile, sulla ricerca di ciascun fotografo. Questa scelta si fonda sulla consapevolezza del ruolo sempre più decisivo e trasversale che la fotografia ha assunto tra i linguaggi espressivi nel sistema dell’arte contemporanea.

Jean Toche al Museo Hermann Nitsch di Napoli

Martedì 10 maggio 2011 alle ore 18.00 il Museo Hermann Nitsch presenta la mostra Jean Toche. Guerriglia dell’arte in America. Di origine belga, trasferitosi negli anni Sessanta nella Staten Island benpensante, Jean Toche (1938) è come una macchina celibe che vive e dialoga con una macchina fotografica e un gatto. E’ una figura solitaria, un monaco anarchico che, avido di notizie, scava quotidianamente tra le parole del New York Times o del Time per trovare nessi, bugie, paradossi sulla costruzione della paura, il terrorismo, la caccia al petrolio e il sistema dell’arte.

Poi ritaglia frammenti di articoli e li assembla con considerazioni proprie, non risparmiando critiche caustiche a ogni forma di potere. Il suo lavoro è durissimo. A seconda della notizia scelta, Toche si ritrae attraverso l’autoscatto, in uno dei momenti della propria giornata.

Omaggio ad Ansel Adams alla Galleria Repetto di Acqui Terme

Quando le parole diventano poco chiare, mi concentro con la fotografia.
Quando le immagini diventano inadeguate, mi accontento del silenzio
Ansel Adams

Dal 7 maggio al 25 giugno la Galleria Repetto di Acqui Terme ospiterà la mostra fotografica Omaggio ad Ansel Adams Cattedrali di pietra – Cattedrali dell’anima, sul tema della montagna. Saranno esposte circa 30 opere del grande maestro americano e altri lavori storici di Minor White, Vittorio Sella, Albert Steiner (Cattedrali di pietra); per addentrarsi poi, in una diversa e complementare poetica, introspettiva e concettuale, attraverso le opere di Luigi Ghirri, Richard Long ed Hamish Fulton, (Cattedrali dell’anima).

Immagini, simboli espressioni che dialogano e si intersecano, fino ad arrivare ai contemporanei Luca Andreoni, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Olafur Eliasson, Thomas Joshua Cooper, Daniele De Lonti, Ishikawa, Walter Niedermayr, Bernard Plossu, Darren Almond.

World Press Photo 2011 a Roma

Giovedì 28 aprile 2011 alle ore 18.00, inaugura a Roma presso il Museo di Roma in Trastevere, la mostra World Press Photo 2011 che rimarrà aperta al pubblico dal 29 aprile al 22 maggio.  La mostra è promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, in collaborazione con Contrasto e la World Press Photo Foundation di Amsterdam. I servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.

Il Premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del Fotogiornalismo. Ogni anno, da 54 anni, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, è chiamata a esprimersi su migliaia di domande di partecipazione provenienti da tutto il mondo, inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste. Tutta la produzione internazionale viene esaminata e le foto premiate che costituiscono la mostra sono pubblicate nel libro che l’accompagna. Si tratta quindi di un’occasione per vedere le immagini più belle e rappresentative che, per un anno intero, hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo.

Francesco Arena alla Peep-Hole di Milano

Mercoledì 6 aprile Peep-Hole presenta Com’è piccola Milano, mostra personale di Francesco Arena. La ricerca di Francesco Arena trae spunto dagli eventi politici, religiosi e sociali che hanno determinato il corso della storia italiana e segnato la formazione della memoria collettiva. Il progetto realizzato per Peep-Hole è incentrato su Milano, una città che da diverso tempo è legata all’opera dell’artista e che più di ogni altra rappresenta, nell’immaginario nazionale, il centro della lotta di classe, della lotta armata, e della strategia della tensione.

Una città in cui si sono consumati eventi – la strage di Piazza Fontana, la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, la scoperta del covo delle Brigate Rosse di via Monte Nevoso e l’omicidio di Fausto e Iaio – che per la loro dirompenza hanno assunto una dimensione nazionale trasformandosi in momenti cruciali degli ultimi quarant’anni di storia italiana. Seguendo tracce e coincidenze che collegano gli eventi, l’artista porta in evidenza la brevità di alcune distanze fisiche e temporali che oggi come allora intercorrono tra visioni lontane e contrastanti.

Graham, Basilico e Cariello da Massimo Minini a Brescia

La galleria Massimo Minini di Brescia presenta al pubblico due mostre,  che sabato 2 aprile ore 18 si apriranno con due imperdibili offerte di arte contemporanea decisamente affascinanti. La prima mostra sarà a cura di Maurizio Bortolotti e vedrà protagonisti due artisti di fama internazionale vale a dire Dan Graham e Gabriele Basilico. La seconda mostra è invece un’occasione per presentare la prima mostra personale in galleria dell’artista ferrarese Letizia Cariello, le cui opere sono presenti in prestigiose istituzioni museali internazionali

Dan Graham – Gabriele Basilico
Unidentified Modern City. Globalized Brescia

a cura di Maurizio Bortolotti

Gabriele Basilico, il fotografo italiano per eccellenza delle città, delle architetture, dei corpi di fabbrica, e Dan Graham, artista concettuale che ha fotografato le periferie degli Stati Uniti, si confrontano sulla città di Brescia, ognuno con i propri mezzi e modalità. Due visioni opposte che trovano una ricomposizione, non nella storia della città antica, ma nelle sue emergenze più recenti, di edilizia periferica, di sobborghi middle class, di non luoghi.