Candida Hofer, l’antropologa delle architetture al Museo Capodimonte

Venerdi’ 2 ottobre verrà inaugurata al Museo di Capodimonte di Napoli la mostra di Candida Hofer. Verranno esposte sedici immagini fotografiche di eccezionale formato che l’artista tedesca ha realizzato a Napoli, nel corso di quest’anno, proprio per questa occasione.

“Il mio lavoro riguarda la trasformazione di spazi in immagini” cosi’ Candida Höfer descrive la sua opera, la sua poetica che l’ha resa famosa come una antropologa delle architetture. L’obiettivo della grande fotografa ha ritratto alcuni tra i piu’ significativi luoghi della cultura e della storia del capoluogo campano, ritraendo i soggetti tipici della sua ricerca: interni di musei, teatri, palazzi, chiese e biblioteche, in un imponente excursus architettonico.

Francesca Woodman, musa di se stessa

SMS contemporanea, il centro di arte contemporanea del Santa Maria della Scala di Siena, in collaborazione con l’Espacio AV di Murcia e l’Estate di Francesca Woodman di New York ha inaugurato ieri una grande mostra retrospettiva di Francesca Woodman composta da 114 fotografie, alcune delle quali inedite.

Nata a Denver nel 1958, figlia degli artisti Betty e George Woodman, Francesca comincio’ a lavorare col mezzo fotografico a soli tredici anni di età, quando realizzo’ il primo autoscatto. Nei nove anni che separano questo esordio dall’abbandono volontario della vita, avvenuto nel gennaio 1981 a soli ventidue anni, l’artista ha continuato a fotografare se stessa in ambienti domestici, in mezzo alla natura, sola o con amiche, nel vivo di azioni e performance appositamente progettate.

L’autoritratto di Bacon interpretato da Peter Welz e William Forsythe

Apre al pubblico il 3 ottobre Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, installazione di Peter Welz e William Forsythe ospitata a Roma grazie alla collaborazione tra Romaeuropa Festival 2009 e Galleria nazionale d’arte moderna e ospitata proprio nella prestigiosa sede di viale delle Belle Arti.

Tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l’incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale -1,98 X 1,46 metri tra due lastre di vetro-, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati il più luminoso possibile: ecco le caratteristiche materiali di Retranslation I Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure, opera coreografica multimediale in continuo movimento tra scultura, pittura, video arte e danza.

Scarlett Johansson e Pete Yorn – Break Up

Scarlett Johansson non aveva niente di meglio da fare che mettersi a cantare e dopo aver rivisitato la storica song Summertime composta da George Gershwin ed aver cantato Last Goodbye di Jeff Buckley,  la bellissima e bravissima attrice ha deciso di incider un secondo album ispirato agli storici duetti di Serge Gainsbourg e Brigitte Bardot. Per questa nuova fatica intitolata Break Up la Johansson ha scomodato il cantautore americano Pete Yorn.

Grande mostra di Monica Bonvicini al Museion di Bolzano

Dal 3 ottobre il MUSEION – museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano porta per la prima volta in Italia dopo il 1997 un progetto espositivo interamente dedicato al lavoro dell’artista Monica Bonvicini. Considerata una delle più originali e autorevoli esponenti dell’arte contemporanea internazionale, Monica Bonvicini ha sviluppato la sua ricerca espressiva e formale nell’ambito della scultura ambientale.

Nel corso dell’ultimo decennio ha prodotto video, installazioni e fotografie che hanno come focus la decostruzione della presunta neutralità dell’architettura e dell’arte moderna. I suoi lavori, spesso venati di un sottile humor, rileggono in modo dissacrante alcuni miti contemporanei, mettendo a nudo i rapporti di potere emergenti dagli scenari abitativi.

Il cuore dell’esposizione concepita per MUSEION è costituito da Stonewall III (2002), un’installazione di grandi dimensioni realizzata con tubi d’acciaio galvanizzato e maglie di catene intrecciate in mezzo a cui si inseriscono lastre sfondate di vetro infrangibile. L’insieme richiama alla mente un campo d’addestramento per combattenti o una struttura sadomaso, mentre il titolo dell’opera rievoca la serie di violenti scontri avvenuti nel 1969 fra la comunità gay e la polizia di New York.

The Bang-Bang club, i coraggiosi eroi dell’Africa

Da tempo i nostri lettori ci chiedono alcune novità sul versante dell’arte contemporanea made in Africa. Segnaliamo quindi un’interessante mostra ospitata dalla Rooke Gallery di Johannesburg, capitale del Sudafrica. Si tratta di The Bang-Bang Club, evento di natura fotografica inaugurato lo scorso weekend che ha messo in scena alcuni scatti di Greg Marinovich e Joao Silva, fotografi di guerra e co-autori dell’omonimo libro The Bang-Bang Club.

Questo club molto speciale era in realtà un gruppo artistico formato da fotografi che rischiavano la vita catturando scene di violenza metropolitana durante il periodo dell’Apartheid ed in particolare tra il 1990 ed il 1994, anno in cui Nelson Mandela fu democraticamente eletto presidente del Sudafrica. Al Bang-Bang Club parteciparono molti fotografi e fotogiornalisti tra cui James Nachtwey e Gary Bernard anche se Kevin Carter, Greg Marinovich, Ken Oosterbroek e Joao Silva costituiscono i veri fondatori di questo drappello di coraggiosi eroi.

Curiosità e gossip da Chelsea

Chelsea, New York, per anni  questo nome è stato il simbolo di una generazione artistica talentuosa, sperimentale e sregolata. Un luogo dove numerose gallerie d’arte hanno fatto la propria fortuna assieme a quella di artisti e collezionisti di grido. Quartiere malfamato prima, location ideale per studi d’arte poi ed ora scenario ideale per la proliferazione di appartamenti super-sofisticati.

Con il passare degli anni Chelsea ha perso un poco del suo smalto ma rappresenta sempre un buon termometro per l’andamento del sistema newyorchese e di riflesso per quello del resto del mondo. Recentemente 110 gallerie d’arte di Chelsea hanno aperto la loro stagione espositiva con una nutrita varietà di proposte. New York Entertainment ha visitato la maggior parte di esse ed ha stilato un piccolo resoconto dell’avventura, traendo simpatiche ed interessanti conclusioni su quanto visto.

Volcano Choir – Unmap

Ascetico, intimista, poetico e chi più ne ha più ne metta. Questo disco di Volcano Choir è il prodotto di una persona chiusa all’interno di un rifugio per mesi in compagnia della sola chitarra e diavolo se suona bene! Nella traccia Wolves ad esempio voci, suoni ed imprevisti sonori si fondono all’insegna della sperimentazione.

Il Castello di Rivoli e la disperata ricerca di un nuovo direttore

Torino è la capitale italiana dell’arte contemporanea, teatro di manifestazioni importanti come Artissima e patria del GAM e del Museo d’arte contemporanea Castello di Rivoli. Torino con le sue gallerie e con i suoi bravi artisti, con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, faro della nostra scena, Torino con il suo mercato sempre in tiro e le sue trovate sempre alla moda.

Eppure anche Torino sbaglia. Dopo 25 anni di grande storia il Museo Castello di Rivoli rimarrà infatti senza guida, il suo consiglio di amministrazione ha dato le dimissioni e la direttrice pro tempore Carolyn Christov-Bagargie chiuderà la sua avventura tra sei giorni, appena conclusa la mostra dedicata a Gianni Colombo. L’attuale direttrice aveva preso il posto di Ida Giannelli che lasciò la guida del museo all’inizio del 2009 dopo 18 anni di carriera. Quindi, proprio nel bel mezzo della stagione espositiva Torino non ha ancora scelto il nome del degno successore alla poltrona di comando.

Video ed installazioni di Katja Loher alla galleria Tiziana Di Caro

Sabato 26 settembre la Galleria Tiziana Di Caro di Salerno inaugura la mostra personale di Katja Loher. Il video è il filo conduttore tra tutte le opere, ma non è quasi mai inteso come lavoro fine a se stesso, bensì è associato a strutture complesse ed articolate, come sculture o installazioni, dando vita a serie di opere che l’artista ha definito “Miniverse” e “Videoplanet”, che sono i due nuclei intorno ai quali si costruisce questa mostra.

Il percorso espositivo si apre con un’installazione intitolata Red Planet (della serie Videoplanet), un video proiettato su un grande pallone di gomma che fluttua nello spazio. Il video è costruito attraverso un sistema di comunicazione che Loher chiama “videoalphabet”, che rappresenta la sintesi della continua esplorazione del linguaggio, presente nella gran parte dei suoi lavori. Il “videoalphabet” è un vero e proprio codice, in cui figure umane, eseguendo studiate coreografie, riproducono una serie di simboli che, assemblati in fase di post produzione, diventano lettere dell’alfabeto, da cui l’artista fa derivare parole, quindi domande. Tali domande sono concise ed essenziali, restituite visivamente attraverso brillanti cromatismi e sobrie strutture metaforiche, e nonostante un’apparente leggerezza, rivelano una drammatica denuncia nei confronti dell’uomo e del mondo che egli ha costruito.

Le idee di pietra di Giuseppe Penone


La Piazza del Duomo di Pietrasanta dal 26 settembre accoglierà l’opera Idee di Pietra di Giuseppe Penone, artista di caratura internazionale. L’evento, a cura di  Massimo Del Chiaro, offre la rara occasione di ammirare una scultura monumentale di Giuseppe Penone in un contesto urbano.

Idee di Pietra – 2004-2007, è un gigantesco albero di bronzo, alto ben tredici metri e pesante circa dieci tonnellate, realizzato quest’anno presso la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro. Svetterà nel centro storico di Pietrasanta, in un affascinante gioco di rimandi con i candidi marmi del Duomo trecentesco, con il rosso laterizio del campanile di San Martino (recentemente attribuito al genio di Michelangelo Buonarroti), con gli stretti vicoli del borgo, con il colle verdeggiante, la rocca e le mura medievali che dominano la città.

Guido Van Der Werve e le regole degli scacchi

Guido Van Der Werve torna alla galleria Monitor di Roma e lo fa in grande stile. L’opening del 21 settembre oltre ad attirare un folto pubblico ha offerto agli astanti la meraviglia di una visione artistica completa, interdisciplinare e soprattutto poetica. Per Minor Pieces, l’artista ha infatti presentato un video, una serie di fotografie, una performance ed un concerto per archi, il tutto incentrato sulla matematica e sul mistero di rebus irrisolti, nuclei centrali di tutte le cose visibili ed invisibili. Van Der Werve parte dal gioco degli scacchi per formulare teorie celesti, il suo lavoro corre sul filo di movimenti minimi disegnati su una scacchiera ideale che regola il tempo, lo spazio e la natura del destino umano.

Ed ancora tattiche e mosse scacchistiche ritornano nelle opere fotografiche e nel film di quaranta minuti girato in tre location diverse tra il Marshall Chess Club di Manhattan, il vulcano attivo del monte St Helens e la valle di Sant’Andrea in California, come a voler ribadire la costante presenza di un fato pre-organizzato e regolato da schemi ben precisi.

La polizia assalta l’artista cinese Ai Weiwei

Uno dei più celebri artisti cinesi, Ai Weiwei ha da poco pubblicato alcune foto sbalorditive su Twitter. L’artista è stato recentemente operato alla testa a Monaco in Germania a causa di una brutta emorragia cerebrale. L’infortunio è il risultato di un brusco assalto della polizia delle provincia di Sichuan nella metà dello scorso agosto.

Weiwei è stato colpito duramente al cranio e tenuto prigioniero in una stanza d’albergo dalle forze dell’ordine. L’artista doveva comparire come testimone al processo contro il dissidente Tan Zuoren, l’attivista recentemente accusato di istigazione alla sovversione contro il potere statale. Il Chinese Human Rights Defenders aveva difeso Zuoren affermando che l’uomo aveva soltanto cercato di far emergere la verità sui bambini morti nel terremoto del maggio 2008 nel Sichuan. Weiwei e Zuoren stavano raccogliendo da mesi i nominativi delle vittime del tremendo olocausto, contestando i dati ufficiali volti a minimizzare i danni causati dal tragico evento.

Apre a Roma Furini Arte Contemporanea con la mostra di Marlon De Azambuja

Il 30 settembre si inaugura il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea con una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo Antônio da Patrulha – Brasile, vive e lavora a Madrid), artista brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il Movimento Concreto che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del “concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come luogo psicologico che fisico.

In questa sua prima personale italiana curata da Antonio Arèvalo, Marlon utilizza dei raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles, da Tunga a Miguel Rio Branco.