Volete fotografare come Muybridge? da oggi c’è Muybridgizer gratis su iPhone

Ognuno di noi ha una passione sfrenata per la fotografia e non siamo noi di Globartmag a dirlo ma i dati provenienti dalle statistiche delle vendite delle fotocamere e dei telefonini dotati di obiettivo fotografico. Ebbene molti di quelli che hanno il pallino della fotografia sono certamente affascinati dagli albori di questa tecnica e tra i primi grandi maestri della fotografia non possiamo non citare Eadweard Muybridge (Kingston upon Thames, 9 aprile 1830 – Kingston upon Thames, 8 maggio 1904), vero e proprio pioniere della fotografia in movimento.

Alcune opere di Muybridge come Il cavallo in movimento del 1878 fanno praticamente parte dell’immaginario collettivo e sono ammirate da milioni di persone in tutto il mondo. Per questo la Tate Britain ha deciso di lanciare una nuova App per iPhone che permetterà a tutti  possessori del gioiellino di casa Apple di trasformare le proprie foto in cronofotografie, praticamente identiche a quelle del celebre maestro. 

Troppo spam e la giuria lo butta fuori dal concorso Art Loop Open

Quella che sembrava essere un’ottima iniziativa per promuovere la giovane arte si è tramutata in covo di polemiche, le quali hanno un poco rovinato la festa a tutti. E’ successo tutto a Chicago alla prima edizione di un grande concorso artistico denominato Art Loop Open, ma andiamo per gradi. Alle selezioni hanno partecipato tantissimi artisti ed alla fine la giuria ha selezionato 191 di loro.Successivamente lo scorso venerdì sono stati annunciati i nomi dei 10 finalisti ed è quindi partita la fase del voto aperto al pubblico. Nel giro di poche 0re però uno dei finalisti, l’artista Bernard Williams è stato squalificato per aver infranto le regole del concorso.

All’opera di Williams era stato assegnato un codice di voto e l’artista non ha fatto altro che stampare centinaia di volantini con il codice sopra e distribuirli nelle cassette postali di altrettanti studenti del Columbia College. Il volantinaggio non è però piaciuto alla giuria che una volta appresa la faccenda ha squalificato senza nessun appello l’artista, precludendogli un possibile accesso al premio finale di 50.000 dollari. Insomma lo spam di Williams non è certo un’azione del tutto esagerata se rapportata a quello che succede in Italia.

Quelle 100 scatole Brillo non sono di Andy Warhol, è una truffa ma il truffatore è morto da un pezzo.

Povero Andy Warhol, in questi giorni si starà sicuramente rivoltando nella tomba oppure dato il suo proverbiale umorismo, se la starà ridendo da lassù. Già perché in questi ultimi giorni alcune celebri scatole Brillo, ad essere precisi sono più di 100, sono state dichiarate delle mere copie dalla Andy Warhol Art Authentication Board, dopo tre anni di accurate investigazioni.

Nel 1968 le 100 scatole incriminate andarono in mostra al Moderna Museet di Stoccolma, sotto la curatela di Pontus Hultén. Ma nel 2007 il quotidiano svedese Expressen avanzò l’ipotesi delle 100 scatole false. Secondo il quotidiano infatti ad andare in mostra non furono scatole in legno prodotte da Warhol, bensì di scatole in cartone provenienti proprio dalla fabbrica Brillo che sono poi state immesse nel mercato dell’arte, creando non poco scompiglio.

Biennale di Venezia 2011: Le ILLUMInazioni di Bice Curiger

Mentre tutta Italia si sta ancora chiedendo quali saranno le scelte di Vittorio Sgarbi per il padiglione Italia della Biennale di Venezia 2011 ( e noi cominciamo a fiutare una sorta di depistaggio nei continui cambi del Vittorione Nazionale) la curatrice Bice Curiger ha rivelato alla stampa il titolo della sua mostra. La scelta è ricaduta su un anonimo quanto scontato “ILLUMInazioni – ILLUMInations”, illuminare e nazioni, capito? un gioco di parole che dovrebbe sottolineare l’importanza degli sviluppi dell’arte internazionale in un mondo globalizzato.

Se siete rimasti stupiti dall’illuminante titolo noi possiamo soltanto aggiungere che una bella mostra sull’arte ai tempi della globalizzazione non era mai stata pensata sino ad ora. La parola globalizzazione è infatti talmente inflazionata tanto da far pensare che tale processo non esista affatto ma sia solamente l’ennesimo prodotto della società dello spettacolo che tenta di rendere oggettivo lo spettacolo stesso. 

Zitto zitto Larry Gagosian si prende anche Ginevra

Neanche ha fatto in tempo ad inaugurare il nuovo spazio di Parigi che è già pronto un nuovo piano di conquista per una nuova terra. Stiamo ovviamente parlando di Larry Gagosian che ha deciso di colonizzare il mondo intero con le sue Gagosian Gallery. Questa volta i piani di assalto parlano di un attacco imminente a Ginevra.

La notizia è trapelata così, senza troppi squilli di trombe ma già si sa con quale artista dovrebbe aprire la nuova sede in Svizzera. Si tratta ovviamente di Alberto Giacometti, un nome su cui Mr. Gaga sta puntando da diverso tempo anche perchè  lo scorso febbraio il celebre maestro italiano è riuscito a raggiungere il record di quotazione mai registrato in un’asta internazionale. La scultura in bronzo intitolata Uomo che Cammina è stata infatti venduta da Sotheby’s di Londra per circa 65 milioni di sterline, ora capirete bene perchè Gagosian ha scelto proprio Giacometti. 

Quando l’arte contemporanea uccide

Visto che la recente installazione di Ai Weiwei in mostra alla Turbine Hall di Londra è stata praticamente chiusa al pubblico per non provocare danni alla salute, qui di seguito troverete alcuni allarmanti casi in cui l’arte contemporanea ha fatto più danni di un attacco terroristico. Dopotutto la polvere di Weiwei è nulla di fronte a questi incredibili accadimenti.

Nel 1971 la Tate Gallery ospitò la mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris. Le installazioni presenti all’evento formavano una sorta di parco giochi, con enormi dischi di legno dentro ai quali rotolare o scivoli ed altre strutture, la mostra fu in seguito chiusa e a causa di infortuni. Bodyspacemotionthings fu ripetuta nel 2009 sempre al Tate. Bollettino medico 23 feriti.

Nel 2007 Doris Salcedo eseguì l’installazione Shibboleth alla Turbine Hall del Tate di Londra. L’opera era in realtà una grande fessura nel pavimento di 167 metri  di lunghezza. In alcuni punti la fessura era talmente grande che un bambino poteva caderci dentro. Bollettino medico: 15 feriti nel primo mese della mostra.

Youtube Play o Youtube Pay? lo sponsor si compra la mostra

Strane cose succedono al Guggenheim di New York. Pochi giorni fa sono stati infatti annunciati i nomi dei 25 video finalisti del celebre concorso Youtube Play che sono stati poi esposti fino a ieri al museo, trasformato in un enorme videowall. Ora voi direte è che male c’è? dopotutto sembrerebbe un passo verso l’arte democratica, verso l’abolizione dei curriculum e delle spintarelle all’insegna di un “apriamo i luoghi deputati all’arte a chi ne ha le giuste qualità”.

Tutto ciò potrebbe essere anche vero ma il giornalista Tyler Green ci fa giustamente notare qualcosa di limaccioso in tutto ciò. I comportamenti poco chiari del Guggenheim sono iniziati quando nel 2000 Giorgio Armani (si, il famoso stilista) ha deciso di donare 5 milioni di dollari alla fondazione Guggenheim. Come per magia dopo quella donazione il museo ha organizzato una grande retrospettiva al celebre stilista zittendo tutte le critiche con un: “L’idea di una mostra sul percorso stilistico di Giorgio Armani è nata molto tempo prima che si parlasse di una donazione al Guggenheim”, già prima si pensa ad una mostra e dopo come per magia arriva un’ingente donazione, proprio dal protagonista della retrospettiva pensata.

Il Talent Prize 2010 e Jan Dibbets

The Shortest Day at my House in Amsterdam. 1970. © All rights reserved Jan Dibbets/Artists Rights Society (ARS)

Come sarebbe a dire, vi chiederete voi? Ebbene forse stavamo solo scherzando o forse è proprio così ma non vogliamo dilungarci troppo in discussioni specifiche. Andiamo quindi ad esporvi due fatti, così come appaiono innanzi ai nostri occhi.

Giovanni Ozzola con il suo video di 2 minuti e tredici secondi dal titolo Superficiale – Under My Skin ha vinto il Talent Prize edizione 2010 e con esso i diecimila euro del premio finale. Il video vincitore illustra le variazioni di luce che vanno a fissarsi sul muro di fronte alla sua scrivania. L’opera è senz’altro poetica e profonda e nella sua semplicità riesce a cogliere in pieno la maestosità della luce e dello scorrere del tempo, affiancandosi alle grandi sperimentazioni del passato. Parlando dell’opera il magazine Insideart definisce quella di Ozzola come una ricerca fortemente connotata dalla “trasversalità delle modalità espressive per un approdo originale e d’impatto”.

Sgarbi senza freni: “Gastronomia e Fausto Pirandello alla Biennale 2011”

Per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia edizione 2009 il Ministero per i Beni Culturali (e con lui anche tutti i contribuenti) sborsò circa 800.000 euro. Una cifra piuttosto alta che alla luce dei fatti non è riuscita a “comprare” il consenso della critica. Va detto che con molti meno soldi, altre nazioni presenti a quell’edizione sono riuscite a metter in piedi cose ben più esaltanti. Se vi stavate chiedendo di quanti soldi avrà bisogno Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia 2011 sedetevi e prendetevi una camomilla.

Già perchè il Vittorione Nazionale ha già chiesto circa un milione e mezzo di euro al Ministero per i Beni Culturali e come se questo non bastasse ha rilasciato alcune sbalorditive dichiarazioni presenti sulle pagine de Il Tempo di ieri: ” Voglio un Padiglione ecumenico, democratico, disseminato in tutta Italia e capace di dare voce all’esistente, contro il dominio del mercato e della mafia che controlla l’attuale sistema dell’arte contemporanea.

Se Julian Schnabel si scopre fotografo

Julian Schnabel oltre ad essere un celebre pittore è anche uno stimato regista. I suoi giganteschi dipinti sono stati esposti in tutto il mondo ed il suo film Lo Scafandro e La farfalla del 2007 è stato nominato a ben quattro Oscar.  Fin qui niente di nuovo direte voi. La vera notizia è che da parecchio tempo l’artista coltiva anche una passione non troppo segreta per la fotografia e dobbiamo dire che anche in questa disciplina riesce ad eccellere.

Schabel però non fotografa i suoi soggetti con una comune macchina professionale, bensì con un’ingombrante Polaroid fatta a mano, un vero e proprio prototipo sviluppato negli anni ’70 che somiglia ai vecchi marchingegni con cui si eseguivano i dagherrotipi. La macchina fotografica di Schnabel è inoltre una vera e propria rarità visto che in tutto il mondo ne esistono solo sei.

La classifica delle personalità meno influenti del mondo dell’arte, edizione 2010

Dopo aver pubblicato la Top 100 dei personaggi più potenti del mondo dell’arte stilata da Art Review, preparatevi a subire l’edizione 2010 de “La classifica delle personalità meno influenti del mondo dell’arte” stilata da Globartmag. Quindi non perdiamoci in chiacchiere e via con la nostra top 10:

1 – Lady Gaga: prova e riprova alla fine entrerà nel mondo dell’arte contemporanea, speriamo solo che lo faccia prima di sparire dalla hit parade.

2 – Terry Richardson: prova  e riprova anche lui alla fine otterrà qualcosina dalle sue modelle. Peccato che oltre a tette e culi nelle sue foto c’è poco altro.

3 – Eduardo Cicelyn: dopo avergli tolto acqua, luce e gas, speriamo non gli tolgano pure le pareti ed il digitale terrestre.

Nessuno passeggi sui semi e la Turbine Hall lascia gli spettatori fuori dall’installazione di Ai Weiwei

Una decisione che ha dell’incredibile, le autorità britanniche hanno vietato al pubblico di camminare sul tappeto di semi di girasole di porcellana creato da Ai Weiwei per la Turbine Hall del Tate di Londra. La decisione è insindacabile: “la polvere di porcellana sollevata dai 100 milioni di semi rappresenta un chiaro rischio per la salute dei visitatori“. Insomma passeggiando sull’opera di Weiwei, le persone comprimono i semi, i quali sfregandosi producono polvere di porcellana, dannosa per i polmoni, stando a quanto aggiunto dalle autorità.

Ora quindi gli spettatori non possono più interagire con l’opera e sono trattenuti da un nastro che vieta loro l’accesso alla stessa. Ne consegue che un’installazione creata per dialogare con il fruitore ha praticamente perso il suo senso primario. Prima della folle decisione, presa in accordo con l’artista, le sole preoccupazioni della direzione del Tate erano relative al furto dei semi. Molti visitatori infatti non resistevano alla tentazione di portarsi a casa una parte di quella meravigliosa installazione, ma con 100 milioni di semi a disposizione il rischio era comunque calcolato e limitato.

Il meglio ed il peggio di Frieze

“Re’Search Wait’S” (2009), by Ryan Trecartin

A bocce ferme, vale a dire a conclusione della fiera d’arte contemporanea Frieze, il magazine Artinfo ha pubblicato un gustoso articolo sul meglio ed il peggio della prestigiosa manifestazione londinese. Andiamo velocemente a leggere il loro insindacabile giudizio:

IL MEGLIO

Sutton Lane (Londra e Parigi), ha presentato delle stupende opere fotografiche su metallo di Liz Deschenes, affiancate alle sculture post-minimal di Nora Schultz. Un trionfo del monocromatico.

Elizabeth Dee (New York), ha proposto uno spumeggiante video di Ryan Trecartin con fotografie annesse. Un lavoro gioioso e potente.

Platform (Pechino), ha presentato una torre di 50 monitors con i  video Jin Shan alla sua prima presenza fuori dal territorio nazionale. Promette bene.

MOT International (Londra) ha proposto Laure Prouvost che ha letteralmente invaso lo spazio con una miriade di oggetti e video. Fantasiosa.

Art Review pubblica la sua top 100 dell’arte contemporanea

Come ogni anno torna a fare capolino la classifica dei 100 nomi più potenti del mondo dell’arte, stilata dal prestigioso magazine Art Review. Inutile dire che Mr. Gaga, Larry Gagosian è il protagonista indiscusso della top 100 ed è naturale che il suo diretto inseguitore sia Hans Ulrich Obrist.  Interessante notare gli scivoloni di Jeff Koons e Damien Hirst e la presenza dei beniamini nazionali (in neretto) Celant, Cattelan, Gioni ed i grandi dealers Massimo De Carlo e Galleria Continua. Ma andiamo ad osservare nello specifico l’intera lista:

1. Larry Gagosian
2. Hans Ulrich Obrist
3. Iwan Wirth
4. David Zwirner
5. Glenn D. Lowry
6. Bice Curiger
7. Sir Nicholas Serota
8. Eli Broad
9. RoseLee Goldberg
10. François Pinault
11. Adam D. Weinberg
12. Jeffrey Deitch
13. Ai Weiwei
14. Agnes Gund
15. Alfred Pacquement
16. Anton Vidokle, Julieta Aranda & Brian Kuan Wood
17. Bruce Nauman
18. Marc Glimcher
19. Beatrix Ruf
20. Dominique Lévy & Robert Mnuchin