Shepard Fairey molto artist e poco street

Shepard Fairey si prepara a svelare la sua nuova opera commissionata dalla catena di gallerie Country Club in occasione della prossima edizione di Art Basel Miami. La sua nuova fatica consiste in un gigantesco murale formato da una struttura a forma di barricata con diversi interventi pitttorici su tela bianca. L’opera in questione potrebbe segnare una significativa svolta nella produzione di Fairey. Nel frattempo alcune polemiche sono sorte sulla presunte o veritiere radici street dell’artista americano.

Fairey ha iniziato la sua carriera affiggendo posters raffiguranti il campione di wrestling Andre The Giant sui muri di New York e nel giro di pochi anni ha lanciato una linea di abbigliamento con la sua serie Obey, collaborato con l’industria cinematografica, prodotto cover di album come Monkey Business dei Black Eyed Peas e Zeitgeist degli Smashing Pumpkins, fino ad arrivare al celeberrimo poster Hope per la campagna presidenziale di Barack Obama.

Metti Sol LeWitt e Richard Long in metropolitana

 Le stazioni della metropolitana sono sempre più affollate e frenetiche, veri e propri luoghi di passaggio dove si transita velocemente senza curarsi dell’ambiente circostante. Ultimamente però la metropolitana è oggetto di alcune attività artistiche sparse per il globo che spontaneamente crescono nella giungla urbana e non stiamo parlando di street art. Già sapevamo di Going Underground, festival video berlinese che ogni anno si svolge nelle stazioni sotterranee, ora la fermata di 59th Street-Columbus Circle a New York sarà impreziosita con una grande opera murale di Sol LeWitt intitolata Whirls and Twirls e disegnata prima della morte del celebre artista nel 2007.

L’opera è in questi giorni in fase di installazione ma già i suoi elettrizzanti colori e le sue forme vibranti fanno capolino dai teloni di protezione. Si tratta inequivocabilmente dell’opera più ambiziosa e fantastica del programma Arts for Transit, progetto lanciato mesi fa dai vertici del trasporto pubblico che prevede l’implementazione di opere d’arte all’interno di alcune stazioni cittadine.

Gustav Metzger, l’anti-divo dell’arte contemporanea

L’arte contemporanea britannica è padrona del mercato, i suoi attori riempiono gallerie, musei e copertine di magazines. Siamo oramai abituati a vedere ovunque la faccia da sbruffone di Damien Hirst o il sorriso ammiccante di Tracey Emin. In Gran Bretagna esiste però un artista che da anni crea le sue opere in controtendenza ed in netto contrasto con questi presenzialisti dell’arte.

Si tratta di Gustav Metzger, artista nato in Polonia nel 1926 rimasto apolide fino agli anni ’40 ed emigrato in Inghilterra per fuggire dai rastrellamenti nazisti. Metzger è una figura mistica e mitologica, un vero sciamano contemporaneo oltre che un grande rivoluzionario. L’artista non ama comparire in pubblico, non rilascia interviste e sembra che per dialogare con il resto del mondo usi una cabina del telefono pubblico, dove egli si reca abitualmente per ricevere ed effettuare chiamate.

La Beijing 798 Biennale censura i suoi artisti

Notizia alquanto controversa dall’estremo oriente, la dirigenza della Beijing 798 Biennale, manifestazione che sarà aperta fino al prossimo 12 settembre, ha deciso di vietare tutte le opere aventi per soggetto principale il terremoto di Sichuan. L’evento ospitato dalla ex fabbrica elettronica del distretto di Dashanzi, nel centro di Pechino che avrebbe dovuto toccare temi sociali come la morte di bambini nelle scuole è stato letteralmente privato di alcune opere ritenute troppo controverse.

Il direttore artistico della Biennale Zhu Qi ha recentemente rilasciato una dichiarazione in merito all’atto censorio affermando che “Alcune opere sono state estromesse dalla manifestazione perchè ritenute lesive della sensibilità comune.”
Tra le opere escluse figura un performance interpretata da lavoratori immigrati, un documentario sul terremoto ed un’opera video per commemorare la morte di una vittima del disastro di soli 12 anni.

Flux-s, il nuovo festival delle arti visive

Dal 10 al 13 settembre l’architettura industriale del complesso Strijp-S di Eindhoven ospiterà Flux-s, un nuovo festival di arti visive che presenterà una vasta selezione di opere d’avanguardia nel campo della performance, del new media, della musica, dell’architettura, della poesia e del teatro sperimentale. 40 installazioni ed altri interventi artistici di celebri nomi della giovane scena dell’arte internazionale incoraggeranno il pubblico ad allargare i propri orizzonti culturali e le proprie esperienze.

La prima edizione di questo nuovo e grande evento vedrà la partecipazione di opere site specific che focalizzeranno l’attenzione sull’esplorazione e la percezione di nuovi spazi.  Tra le opere appositamente create per la manifestazione saranno presenti quelle di Katja Mater, Semâ Bekirovic, Allard van Hoorn, Erik Olofsen, Natasha Rosling, Heidi Linck e Femke Schaap. Ma il programma prevede altre sorprese, l’artista canadese Michelle Teran ha creato l’opera The City is Creative, invitando gli abitanti di Eindhoven a rielaborare i propri video presenti su Youtube all’interno di uno spazio dello Strijp-S.

Le installazioni belle “da morire” di Maurice Agis

Alla fine Maurice Agis, l’artista 77enne accusato lo scorso anno per omicidio colposo è riuscito a spuntarla vincendo il processo di appello che lo condannava a 10.000 sterline di multa per aver violato le norme sulla salute e sulla sicurezza pubblica.

La corte di appello di Londra presieduta da tre giudici ha ridotto ieri la pena dell’artista britannico a sole 2.500 sterline. Agis era già stato assolto dall’accusa di omicidio colposo per aver provocato indirettamente la morte di 2 persone ed il ferimento di altre 13. Il fatto noto come The Dreamspace Tragedy è accaduto il 22 luglio 2006 al Riverside Park di Chester-le-Street in Inghilterra. Maurice Agis noto per le sue installazioni gonfiabili giganti aveva creato una gigante struttura denominata Dreamspace V.

L’Arte in-percettibile di Stefano Arienti


La programmazione espositiva del Museo di Palazzo Ducale di Mantova prevede l’alternarsi di mostre d’arte antica e contemporanea. L’evento dello scorso anno e’ stato dedicato all’opera di Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico (1460 c.-1528), poco noto ma grandissimo artista, caro ai Gonzaga, e in particolare ad Isabella d’Este; quest’anno e’ la volta di una mostra dedicata all’arte contemporanea che ha per protagonista Stefano Arienti.

La mostra dal titolo Arte in-percettibile a cura di Filippo Trevisani inaugurerà il 9 settembre ed unirà in un unico percorso espositivo ambienti battuti dai visitatori usuali e siti che vengono aperti solo in rare occasioni e restaurati per l’occasione. Il puzzle dei luoghi deputati alla mostra produce un Palazzo Ducale inedito, nei quali e’ prevista l’esposizione di circa 15 installazioni, in parte inedite e in parte selezionate, fra quelle eseguite nel corso della sua attività, attingendo dalle collezioni del MAXXI di Roma e da collezioni private.

Crop cirles o Land art? in Giappone intanto…

Avete mai sentito parlare dei crop circles? si tratta di cerchi ed altri segni geometrici formati dallo schiacciamento uniforme delle piante solitamente presenti sui campi di grano. Le composizioni formate da questo elaborato procedimento sono solitamente visibili solo dall’alto e la loro perfezione rasenta l’impossibile. A partire dalla fine degli anni ’70 i crop circles sono divenuti una tematica controversa che ha affascinato migliaia di persone in tutto il mondo. La loro analisi ha generato la più disparate teorie e sono in molti a credere che i cerchi nel grano siano in realtà i segni lasciati dall’atterraggio di chissà quali forme di navicelle aliene.

C’è anche chi sostiene che i pittogrammi incisi sui campi di grano contengano messaggi codificati trasmessi in forma grafica da chissà qualche forma di coscienza superiore a cui saremmo interiormente e geneticamente connessi. Marziani o non marziani i cerchi nel grano rappresentano a loro modo una forma di Land art che molto spesso viene misconosciuta dalla scena dell’arte forse anche a causa della loro natura anonima troppo votata all’occultismo ed al mistero. I crop circles non sono però molto lontani da opere simbolo della Land art istituzionalizzata come Spiral Jetty di Robert Smithson o altre opere di Walter De Maria o meglio ancora dagli ultimi lavori del sudafricano Strijdom van der Merwe

E Zaha Hadid ha creato la sua astronave

 Lo Z-Pod è finalmente atterrato, il Burnham pavilion progettato da Zaha Hadid per celebrare il centesimo anniversario del Daniel Burnham’s Plan di Chicago è stato inaugurato nel Millenium Park in pompa magna. L’opera il cui vero titolo è Cloud Gate è in realtà una scultura permanente dalle forme aliene in perfetta combinazione con le forme naturalistiche circostanti.

Il Padiglione progettato da Zaha Hadid è in perfetta sintonia con il pensiero di un futuro urbanistico a misura dell’uomo e della natura sviluppato da Burnham architetto statunitense che aderì allo stile neoclassicista europeo dell’Ecole des Beaux-Arts divenendo uno dei principali esponenti del movimento americano City Beautiful e progettando nel 1909 il nuovo piano urbanistico di Chicago.

Le apparizioni di Cerith Wyn Evans e Throbbing Gristle

Esasperati ed esasperanti, trasgressivi fino al midollo, i Throbbing Gristle sono stati una band di musica sperimentale ed un gruppo artistico inimitabile, capace di esplorare senza confini tematiche come la morte, il fascismo, la mutilazione ed il degrado fondendole con suoni cacofonici e metallici, loop e antimelodie estremiste che hanno portato il confronto artistico a livellli altissimi.

Formatisi nell’autunno del 1975 a Londra per volere del leader, il signor Genesis P-Orridge (oggi signora) e di Chris Carter, Cosey Fanni Tutti e Peter Christopherson, i Throbbing Gristle salirono presto agli onori della cronaca per le loro controverse esibizioni dal vivo, durante le quali facevano ampio uso di immagini disturbanti, tra cui fotografie pornografiche e altre che raffiguravano campi di concentramento nazisti con l’obiettivo di indagare i lati più oscuri e deviati dell’animo umano.

Rimosso il monumento di Thomas Heatherwick

 L’arte pubblica non sempre riesce nel suo intento estetico e culturale, in particolar modo i monumenti cittadini contemporanei che fanno bella figura nelle piazze e nelle vie d’Italia molto spesso si sono rivelati un spreco inutile di denaro oltre che una sorta di tangente da onorare all’artista raccomandato di turno.

Certo non siamo qui a dire che tutte le opere d’arte pubbliche dovrebbero esser tali e quali al monumento equestre al Gattamelata di Donatello, situato in piazza del Santo a Padova ma se è vero che la parola monumento deriva da monumentum, in latino ricordo, è altrettanto vero che le opere contemporanee lasciano sicuramente un brutto ricordo nella storia delle nostre metropoli. Tuttavia le brutture cittadine non sono solamente una specialità italiana.

Pipilotti Rist a Zurigo ed a Venezia con Pepperminta

Pipilotti Rist sarà l’artefice di una serie di opere artistiche ispirate alle fantasie domestiche per la sua prossima mostra a Zurigo per la galleria Hauser & Wirth, programmata per il prossimo 28 agosto. Il piano terra della galleria sarà trasformato in un fantastico salotto, uno spazio dove mura, pavimenti e mobili saranno invasi da immagini. Per l’acclamata artista svizzera la video installazione prende le forme più disparate che ella porta con se come in uno zaino “che contiene tutto: pittura tecnologia, linguaggio, immagini, poesia, commozione, premonizioni di more, sesso ed amicizia”.

Ligthbox, video oggetti e una miriade di fotografie stampate su materiali vari saranno parte dell’arredamento di questa stanza fantastica ricreata negli spazi della galleria. Musica ed effetti sonori coabiteranno con complementi d’arredo creando una sorta di discoteca da salotto, un concept che l’artista vorrebbe espandere al comune salotto domestico. Le energie positive ispirate dall’arte di Pipilotti Rist ed il suo universo fantastico e colorato rappresenteranno nel corso della mostra una vera e propria fusione tra spazio pubblico e privato.

Il mondo dell’arte contro le violenze sugli animali

 La National Coalition Against Censorship e la College Art Association hanno sporto denuncia presso la corte suprema degli Stati Uniti per un caso di crudeltà nei confronti degli animali. Il caso riguarda il 68enne Robert J. Stevens della Virginia che è stato accusato di aver venduto alcuni video contenenti scene di lotta fra pit bull. Stevens che ha inoltre scritto un libro dal titolo Dogs of Velvet and Steel circa l’allevamento dei pit bull è stato condannato a 37 mesi di prigione per aver prodotto materiale multimediale con atti di violenza contro gli animali.

La legge ammette eccezioni per opere che mostrino seri intenti artistici ma c’è il rischio che giudici e pubblici ministeri interpretino questa legge in maniera del tutto personale, evitando di riconoscere quelle opere che davvero rappresentano un serio esempio di avanguardia e di arte concettuale. D’altro canto non è la prima volta che un artista subisce le ire della legge o della censura, basti pensare a Marcel Duchamp e Andy Warhol. C’è da dire che andrebbero comunque ben analizzate quelle opere che potrebbero nascondere una reale minaccia contro poveri animali indifesi.

Liam Gillick fa tappa a Chicago

 Torna uno dei più discussi artisti della Biennale di Venezia 2009, si tratta di Liam Gillick artista inglese scelto per rappresentare il padiglione tedesco, subito ribattezzato da Globartmag come padiglione Ikea, per l’imbarazzante somiglianza dell’opera presentata con qualsivoglia complemento d’arredo della famosa azienda svedese.

Come già detto anche in patria tedesca l’opera dell’artista non ha riscosso numerosi consensi. Tutto ciò non ha sicuramente demotivato Gillick il quale sarà ospitato dal 10 ottobre prossimo fino al 10 gennaio 2010 al MCA Museum of Contemporary art di Chicago in occasione di un grande evento dal titolo Three Perspectives and a Short Scenario. Liam GIllick è emerso nei primi anni ’90 come attore principale della nuova scena dell’arte inglese, la sua fama è dovuta alla produzione di sofisticate opere costituite da strutture architettoniche fatte di alluminio e plexiglas colorato.