Luisa Rabbia alla Fondazione Merz di Torino

 La Fondazione Merz di Torino presenta la mostra In viaggio sotto lo stesso cielo, un progetto dell’artista Luisa Rabbia, pensato appositamente per gli spazi della Fondazione e curato da Beatrice Merz. La mostra ruota intorno a un nucleo di tre lavori, un video e due installazioni ed ha come filo conduttore il tema del viaggio: un percorso nella memoria, nell’immaginario e nel surreale.

Luisa Rabbia intreccia il suo mondo fatto di solitudini, di precarietà psicologiche, di ricordi con le immagini tratte dalle vite di altri. Il risultato è una sorta di diario, una narrazione composta da una ragnatela di disegni: radici infinite, flash di opere dell’artista, spezzoni di precedenti video, tutte arterie di un percorso di vita.

Fatevi Misurare da Roman Ondák al MoMa di New York

Il MoMa, Museum of  Modern Art di New York cala per l’ennesima volta il suo asso. La famosa istituzione museale statunitense non paga dell’attuale calendario espositivo tra cui figurano i nomi di Aernout Mik, León Ferrari e Mira Schendel è in procinto di inaugurare il 24 giugno prossimo Measuring The Universe, di Roman Ondák.

L’evento rappresenta il 4° appuntamento dedicato ad una serie di performance che ha già visto tra le sue fila nomi del calibro di Tehching Hsieh, Simone Forti ed Yvonne RainerMeasuring the Universe (2007) è un’opera di recente acquisizione per il MoMa, si tratta di una performance in cui l’altezza di ogni visitatore è annotata sul muro dello spazio espositivo da un operatore del museo adibito ad annotare il nome del visitatore e la data dell’effettiva misurazione in corrispondenza dell’altezza massima della persona misurata.

Musica ed Arti visive alla James Cohan Gallery

Interessante evento lanciato dalla James Cohan Gallery di New York per il prossimo 18 giugno. La mostra collettiva dal titolo White Noise si ripropone di indagare le connessioni tra opere di arte visiva e musicale di artisti e performer di generazioni differenti.

La musica è stata un’importante influenza nell’arte visiva. Con l’avvento del gruppo artistico Fluxus, nomi come John Cage e Nam June Paik hanno inserito nuove sperimentazioni sonore nell’arte. Influenze addizionali come il Rock ed il Punk hanno contribuito a creare un movimento rivoluzionario che ha letteralmente abbattuto le barriere tra le diverse espressioni artistiche.
A trainare l’evento saranno presenti famose opere come Box with the Sound of Its Own Making (1961) di Robert Morris che consiste in un cubo di legno contenente uno speaker che restituisce il suono proveniente da una cassetta sui cui sono incisi i rumori prodotti dalla costruzione stessa del cubo per un totale di 3 ore e mezzo di registrazione.

Incredibile: mostra segreta di Banksy al museo di Bristol

Icredibile mossa a sorpresa del famoso street artist Banksy che ha letteralmente invaso il Bristol’s City Museum in Inghilterra con più di 100 opere tra i installazioni, murales e dipinti a rimpiazzo della usuale collezione di artefatti regolarmente esposta nel museo cittadino.

L’evento che vede il noto artista esporre per la prima volta in un museo della sua città natale è stato tenuto segreto fino alla sua data di apertura il 13 giugno scorso. Il museo cittadino è rimasto chiuso sin dall’ottobre dello scorso anno con una manciata di guardiani a pattuglia del perimetro. Il direttore del museo Kate Brindley ha recentemente rilasciato queste dichiarazioni: “L’inaugurazione della mostra di Banksy è stata un vero sollievo, abbiamo corso numerosi rischi ed i piani della mostra sono stati tenuti segreti fino a venerdi 12 giugno, esattamente un giorno prima del vernissage”.

Anish Kapoor spara grosso

Soltanto una piccola elite di artisti, una minoranza è riuscita a mostrare le proprie opere nelle grandi sale della Royal Academy of Arts, fondata nel lontano 1768 in quel di Londra. L’ultima volta che la RA ha dedicato tutto il suo vasto spazio espositivo al lavoro di un unico artista è stato nel 1988 e l’uomo in questione Henry Moore era già morto e stramorto da due anni.

Oggi, circa due decadi dopo, tutte e cinque le gallerie della RA saranno dedicate all’opera di Anish Kapoor. Per festeggiare il grande momento l’artista ha già preparato un’installazione che consiste in un cannone caricato a cera rossa che sparerà ogni venti minuti sul muro antistante, i proiettili esploderanno alla velocità di 50 chilometri orari.

Il Museion espone anche all’esterno

Uno degli aspetti più stimolanti delle facciate mediali di MUSEION museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, assieme alla loro sofisticata natura tecnica, è la possibilità che offrono di coinvolgere anche un pubblico che non è un frequentatore abituale degli spazi museali.

Durante l’estate il museo metterà a disposizione di sei giovani artisti le superfici delle facciate mediali, permettendo loro di misurarsi con la complessità tecnica e le possibilità espressive offerte da questo mezzo. Le proiezioni, per necessità tecniche, sono attive solo quando gli spazi espositivi sono chiusi. Quindi gli spettatori della facciata sono, assieme a quanti si recheranno appositamente a vedere ciò che viene proiettato, i passanti. A questa estesa e disparata platea si propone una selezione di video. La facciata è uno schermo, ma continua ad essere anche parte di un edificio: le opere selezionate dialogheranno con questa natura ambivalente del sistema di proiezioni.

Piero Steinle e la risata contagiosa

Si inaugura giovedi’ 11 giugno la personale Why not laugh, di Piero Steinle al Centro d’Arte Piana dei Colli di Palermo. Noto per aver dedicato parte della propria ricerca al fenomeno della risata, indagandone il suo aspetto piu’ sovversivo e liberatorio, in Why not laugh, Piero Steinle presenta le videoinstallazioni Laughter Project, Paradiesvögel, Island e Moneymantra, oltre a una selezione tematica di fotografie.

La personale, presentata dal Goethe-Institut Palermo, nell’ambito del progetto Omniapolis, assieme al Centro d’Arte Piana dei Colli, racchiude alcune delle videoinstallazioni che Steinle, grazie alla collaborazione con il Goethe-Institut Italien, ha già allestito con successo alla Triennale di Milano, al MADRE di Napoli e al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova.

Rebecca Horn si trasforma in fata Morgana

Nella sua sede di Piazza San Marco la Fondazione Bevilacqua La Masa ospiterà una mostra personale dell’artista tedesca Rebecca Horn, aperta fino al 20 settembre. L’artista e’ una delle poche nel panorama attuale ad avere affrontato un numero impressionante di linguaggi artistici, dalla performance, alla scultura, alla poesia, fino al film e all’opera lirica. I temi che affronta sono di carattere universale: l’amore, la difficoltà di mantenere la salute fisica e psicologica, il senso della caducità delle cose.

E’ dagli anni Settanta che con questa sua attitudine l’artista e’ stata una precorritrice importante sia delle pratiche performative, sia dell’installazione ambientale e di una scultura in relazione di dialogo con lo spazio, con la storia, con la politica. In galleria, un percorso misterioso ci parlerà dell’amore come fata morgana; un’illusione impossibile da evitare, affascinante e pericolosa. Pietre, ali di piume irrigidite da un meccanismo che le fa muovere, un dipinto di grandi dimensioni e altri piu’ piccoli segneranno un percorso poetico e al contempo drammatico. Tra le opere anche una nuova versione di Feather Fingers (Guanti di piume, 1972), incentrata sull’illusione del tatto e sulle mani. Una penna viene attaccata a ciascun dito con un anello di metallo, per far si’, nelle intenzioni dell’artista, che la mano diventi “simmetrica (e sensibile) come un’ala di uccello”.

A Roma si indaga sul doppio con Risonanze

 La mostra Risonanze#3. Michelangelo Pistoletto & Giovanni Sollima che si terrò all’Auditorium Parco della Musica di Roma fino al 15 giugno, è la terza – dopo Enrico Castellani & Uto Ughi e Giulio Paolini & Fabio Vacchi – di una serie, promossa dall’Accademia di Santa Cecilia e curata da Marcello Smarrelli, sul tema dell’incontro-confronto tra arte e musica in un continuo gioco di rimandi e suggestioni.

La scelta dei due artisti nasce dalla considerazione che, oltre alla comune radice mediterranea e all’amore per le differenze, il tema del doppio emerge come elemento comune predominante che è alla base del loro lavoro. Nel caso di Michelangelo Pistoletto il doppio è il risultato del riflesso nello specchio, mentre per Giovanni Sollima, che suona lo strumento più simile alla forma e alla dimensione del corpo umano, la relazione con il proprio doppio si verifica con l’atto di abbracciare e utilizzare il violoncello in modo così fisico da diventare il suo alter ego.

Una madre vista attraverso le memorie del figlio

 La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia ha inaugurato il 28 maggio la mostra ANTON’S MEMORY, personale di Yoko Ono.
Yoko Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone d’Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica.
Il titolo della mostra, ANTON’S MEMORY, rimanda alla “vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, con la sua debole memoria”, come dice Yoko Ono stessa. La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.

77 milioni di dipinti per Brian Eno a Sydney

Il 14 giugno l’arte di Brian Eno illuminerà le vele dell’Opera House di Sydney in occasione del festival di arte, musica e luce Luminos ospitato dalla città australiana. In occasione della performance le vele del famoso palazzo si trasformeranno in una gigantesca tela che ospiterà l’opera audio visiva 77 Million Paintings creata da Eno grazie ad un self-generating software in grado di manipolare 300 disegni fornendo nuove e molteplici forme.

In merito alla sua opera Eno ha dichiarato che il costante cambio di forme e colori aiuterà il pubblico “ad arrendersi ad un altro tipo di mondo. Tutti pensano che con questa crisi finanziaria non ci sia più spazio per l’immaginazione. Quindi è proprio questo il momento di ricominciare ad  immaginare ed uno dei modi per imparare ad immaginare passa attraverso l’esperienza dell’arte. Non dimentichiamoci infine che l’immaginazione ha reso l’uomo capace di sopravvivere”.

La soglia di Ivàn Navarro

In occasione della 53 ° Biennale di Venezia, il Cile ha scelto di rappresentarsi con il lavoro dell’artista Iván Navarro. Il padiglione è curato da Antonio Arévalo e Justo Pastor Mellado.

Nato nel 1972 a Santiago del Cile, l’artista è diventato presto noto nel panorama internazionale grazie a numerose mostre personali – tra cui ricordiamo le recenti Nowhere Man (2009), The Juice Sucker (2008) – e per la partecipazione alle ultime edizioni de la Biennale de L’Avana (Cuba, 2009) e della Biennale delle Canarie (Tenerife, Spagna, 2009).

Palestina c/o Venezia

Avrà luogo a Venezia dal 6 giugno al 30 settembre, presso la rinnovata Sala del Camino nell’ Ex Convento dei Santi Cosma e Damiano alla Giudecca, un evento espositivo di forte impatto simbolico, il cui contenuto assume caratteri di vera eccezionalità nel contesto dell’offerta d’arte cittadina; ufficialmente compreso fra gli eventi collaterali della 53ª Biennale d’arte, Palestine c/o Venice offre infatti un’occasione di visibilità e penetrazione internazionale ad alcune voci di spicco dell’arte contemporanea palestinese.

I sette artisti partecipanti, cui è stato richiesto di creare un’opera appositamente per l’evento, sono stati scelti per il loro eccezionale impegno, la qualità del loro lavoro artistico, e la capacità  di collegare temi locali e globali. Tra loro sono presenti artisti emergenti e artisti affermati. Le diverse tecniche utilizzate includono l’installazione sonora, l’installazione multimediale, interventi site specific, animazione, fotografia e video.

Julieta Aranda, dopo New York arriva a Roma

 L’artista messicana Julieta Aranda (1975, Città del Messico) presenta oggi 28 maggio a Roma il progetto dal titolo Publick Occurrences Both Forreign and Domestick: concepito ed esposto per la prima volta a Berlino, viene riproposto in forma sviluppata e rinnovata negli spazi della galleria 1/9 unosunove.

Il titolo riprende quello del primo giornale pubblicato nelle Americhe, a Boston, il 25 settembre 1690 e che, come molte altre pubblicazioni dell’epoca, ebbe una vita molto breve, ritirato dal commercio il giorno dopo la sua pubblicazione per motivi di censura. Allo stesso modo l’artista ha compilato e stampato un giornale che non è reso pubblico, nè destinato alla lettura, ma viene presentato come oggetto fisico attraverso un suo riutilizzo per i più diversi scopi di carattere funzionale e privato: diventa una tenda, un involucro per il cibo, una spugna per asciugare scarpe bagnate, un panno per pulire, e infine cartapesta per la produzione artigianale di altra carta.