Se Damien Hirst piange, Tracey Emin lo consola

Pochi giorni fa in un nostro articolo vi avevamo parlato della nuova serie di opere pittoriche prodotte da Damien Hirst ed attualmente in mostra alla Wallace Collection. Sfortunatamente questo nuovo vezzo artistico di Hirst non ha ricevuto il successo sperato ed anzi, ha sollevato le feroci ire dei critici inglesi che si sono prontamente schierati contro di lui e la sua arte. Damien Hirst però non è stato completamente abbandonato da tutti, l’eclettico artista inglese può infatti contare su di un valido supporto, quello dell’ancor più eclettica Tracey Emin, sua diretta collega ai tempi degli Young British Artists.

Ai microfoni del Wall Street Journal l’artista ha infatti recentemente dichiarato: “ So benissimo cosa significhi essere preso a schiaffi dalla critica. Ed anche se sei una persona forte alla fine la cosa diventa insopportabile. Ma Damien Hirst sta affrontando un cammino sperimentale e questo è un atto decisamente coraggioso”. Ora ci sarebbe molto da dire circa il tipo di pittura messo in mostra da Hirst e se essa sia realmente una pratica sperimentale o meno, ma preferiamo continuare con l’articolo.

Addio Nancy Spero

Nancy Spero, artista pioniera e sperimentale nonché fervente promotrice del femminismo in ambito artistico è morta all’University Hospital di New York lo scorso  fine settimana alla veneranda età di 83 anni. La vita dell’artista è stata caratterizzata da una ferrea devozione alla giustizia sociale che la stessa ha messo continuamente in gioco durante la sue pratiche politiche ed artistiche.

Nel 1969 l’artista ha collaborato al varo dell’Art Workers Coalition, un gruppo aperto di artisti, filmakers, scrittori e critici schierato contro la politica di esclusivismo dei musei d’arte contemporanea. Tra i membri della coalizione figurarono importanti nomi del contemporaneo come il gallerista Tony Shafrazi, l’artista minimalista Carl Andre e l’artista concettuale Dan Graham.

Gary Baseman diventa curatore

Per una volta Gary Baseman ha deciso di spogliarsi dalle vesti di prodigio della corrente lowbrow americana e passare la linea di confine trasformandosi in curatore d’eccellenza. L’evento curato dal nostro beniamino prende il titolo di True Self e avrà luogo il prossimo 24 ottobre alla celebre Jonathan LeVine Gallery di New York.

Baseman ha avuto l’arduo compito di selezionare oltre 40 artisti che hanno prodotto nuove opere appositamente per l’evento. Come recita il titolo della mostra, il tema è libero ed ogni artista ha così potuto sbizzarrirsi senza pregiudicare la propria fantasia creativa. Baseman ha inoltre incoraggiato la carica artistica individuale abolendo restrizioni legate al mezzo espressivo ed alle sue dimensioni.

Shepard Fairey: “E’ vero, ho copiato la foto di Obama”.

 Shepard Fairey, come abbiamo più volte scritto nelle nostre pagine, è stato durante i mesi passati protagonista di una brutta vicenda giudiziaria legata ai diritti del famoso poster Hope, quello con l’effige di Barack Obama per intenderci. L’opera che è stata un vero e proprio emblema della scorsa campagna presidenziale americana ha subito cocenti accuse dalla Associated Press che in febbraio aveva chiesto una grossa cifra in denaro Fairey per aver indebitamente usato  una fotografia di cui non deteneva i diritti di riproduzione.

Per tutta risposta lo street artist americano aveva citato in giudizio la A.P. perchè di par suo l’opera in questione non intendeva infrangere i diritti di copyright ma era da intendersi come utilizzo di una foto di pubblico dominio apparsa su numerosi quotidiani e riviste. In Marzo l’A.P. aveva infine spiccato una contro-denuncia per effrazione e appropriazione indebita della foto. Oggi la triste e penosa vicenda sembra dirigersi verso un finale ancor più mesto, visto che Fairey ha ammesso di aver copiato la fotografia di Barack Obama usandola nel suo poster e successivamente ha fatto sparire ogni traccia del file usato per l’opera dal suo computer. Non pago di questo deprecabile comportamento l’artista avrebbe poi creato falsi documenti per coprire la vera fonte della foto.

Nahum Tevet alla Fondazione Volume!

La Fondazione Volume! di Roma presenta dal 21 ottobre fino al 21 novembre l’intervento di Nahum Tevet, artista israeliano il cui idioma compositivo gioca sulla relazione tra arte e architettura, esplorando nuovi territori espressivi sgombri da specifiche definizioni.

Combinazioni di elementi modulari costruiscono a Volume! un sistema di diversi livelli di percezione.
Assemblaggi di elementi lignei, prossimi alla linearità minimalista ma lontani dalle sue implicazioni teoriche e concettuali, si prestano all’occhio dell’osservatore come un’immagine familiare, ricordando oggetti già vissuti, legandosi strettamente alla dimensione abitativa di Volume! ed ai suoi spazi.
I moduli instaurano una relazione con la struttura dello spazio preservando tuttavia un’autonomia concettuale, formale e cromatica. Un percorso armonico e silenzioso che al contempo destabilizza la percezione dell’osservatore e relativizza la sua posizione rispetto allo spazio, una sorta di ossimoro che scuote, offrendo una nuova dimensione mentale.

The Art of Rock, i Green Day in mostra a Londra

 La celebre rock band Green Day ha commissionato 21 opere d’arte originali ispirate al loro ultimo e popolarissimo disco che prende il titolo di 21st Century Breakdown. Le opere saranno messe in mostra in un evento del tutto speciale dal titolo The Art of Rock che avrà luogo alla StolenSpace Gallery di Londra dal 23 ottobre fino al 1 novembre, data che coincide con il nuovo tour inglese dei Green Day e con il concerto della band alla O2 Arena di Londra. Ovviamente sia la O2 che il resto del tour hanno registrato vendite da tutto esaurito.

Billie Joe Armstrong (chitarra e voce), Mike Dirnt (basso e voce secondaria) e Tré Cool (batteria) si sono conosciuti nel 1989 e successivamente sono diventati fautori di una nuova scena punk revival dai toni commerciali ma divertenti. Il primo grande successo della band è l’album Dookie, registrato in sole tre settimane e ad oggi il disco più venduto della band con oltre 15 milioni di copie. Da allora i Greeen Day sono divenuti una macchina commerciale che ha fruttato la vendita di oltre 60 milioni di dischi in tutto il mondo.

Frieze art fair ai nastri di partenza e Tracey Emin…

 Ci siamo, dal 15 al 18 ottobre Frieze Art Fair 2009 infiammerà il mondo dell’arte contemporanea con nuovissime proposte provenienti dal grande tendone del Regent’s Park di Londra. Come già annunciato in un nostro precedente articolo a rappresentare l’Italia saranno presenti le seguenti gallerie: Galleria Massimo De Carlo di Milano, Francesca Kaufmann di Milano, Giò Marconi di Milano, Massimo Minini di Brescia, Galleria Lorcan O’Neill di Roma, Galleria Franco Noero di Torino, Galleria Raucci/Santamaria di Napoli, Galleria Sonia Rosso di Torino, Galleria Suzy Shammah di Milano, T293 di Napoli e Galleria Zero di Milano. Inoltre non mancheranno i grandi protagonisti internazionali tra cui svettano i nomi di David Zwirner,Hauser & Wirth,Gagosian Gallery,Lehmann Maupin,Lisson Gallery,Galerie Thaddaeus Ropac,White Cube e tantissimi altri, basti pensare al fatto che le gallerie quest’anno sono oltre 150 provenienti da ogni angolo del globo.

Mentre fervono i preparativi per il grande evento alcune voci di corridoio hanno confermato una notizia del tutto singolare. La Maupin Gallery presenterà in fiera Tracey Emin la quale ha deciso di vendere alla manifestazione alcune opere create appositamente per i visitatori.Le opere saranno basate sulle risposte ad un questionario comprendente domande personali rivolte ai visitatori. Tra le domande figurano interrogativi del tipo:  Credi in Dio?, Parli quando fai sesso?, Ti piace il romanticismo o l’hard core?, Ti piace l’antico od il contemporaneo?.

Turner prize 2009 soporifero senza shock art

Si è aperta ieri la mostra del Turner Prize 2009 al Tate Britain che sarà in visione sino al 3 gennaio 2010. La manifestazione con i quattro finalisti Roger Hiorns, Enrico David, Lucy Skaer e Richard Wright ha però suscitato clamore ma questa volta non tanto per la presenza di sangue, di opere esplicite o per l’onnipresenza di opere video, quanto per l’assenza di tutto ciò.

Insomma curatori, critici e giornalisti si sono trovati senza il buon vecchio nugolo di immagini scioccanti di cui sparlare. L’unico elemento inquietante proviene da Untitled di Roger Hiorns non per l’estetica ma per la lista di materiali da cui è composto tra cui svettano materia celebrale bovina ed un motore d’aeroplano letteralmente polverizzato. In sostanza Hiorns rassomiglia ad un moderno alchimista che cambia la materia dandogli un aspetto completamente differente come nella splendida installazione Seizure ed alla fine il risultato è emozionante.

I Gao Brothers e la testa di Mao

Non è certo il tipo di statua dedicata a Mao Tse-tung che di solito potete vedere in Cina e non è neanche l’ennesimo e rassicurante monumento commemorativo che osanna il potere del grande capo di stato. Anzi a pensarci bene di capo non c’è traccia S tiamo parlando ovviamente della scultura Mao’s Guilt ( la colpa di Mao ) degli artisti Gao Zhen e Gao Qiang meglio conosciuti come Gao Brothers, in cui il dittatore appare senza testa ed in ginocchio come a voler chiedere perdono per tutte le malefatte commesse in vita.

I due artisti cinesi sono da sempre in lotta contro il potere e la politica, per questo il loro studio è stato perquisito diverse volte, ovviamente i due fratelli tengono ben nascosta la testa di Mao mancante dalla statua rendendo quest’ultima un corpo irriconoscibile. Questo poiché le autorità non perdonerebbero affatto tale affronto al grande Mao. I Gao Brothers fanno parte di una generazione di artisti underground che hanno spinto la loro creatività oltre le barriere della conformità, i due fratelli infatti organizzano sporadiche mostre blitz ad invito e ne danno la comunicazione solamente pochi giorni prima del vernissage.

L’esplosione di colori di Alberto Di Fabio

Edicola Notte ritorna giovedì 8 ottobre ad illuminare Vicolo del Cinque (Roma, zona Trastevere) con un murale, Particella di Dio, di Alberto Di Fabio. Parte così la nuova stagione dell’artist space romano.

Quella di Alberto Di Fabio è un’arte che si nutre di “natura”, e la pittura la interpreta, accecante nel colore giallo delle pareti di Edicola Notte. In questo lavoro la pittura trova la sua vicinanza con l’uomo e la parte di divino propria all’umano. “Particella di Dio” abbaglia e penetra la vista fino a toccare i punti nevralgici del sentire. Una partitura neuronale che ricorda i rami di un albero e che unisce così due lati del biologico, per trascenderli ed elevarli. Scienza che influenza la creazione artistica andando a stabilire un rapporto fra il microcosmo e macrocosmo, fra cellule e Universo, nel ricordo degli esperimenti che, grazie alle nuove scoperte scientifiche, cercano di individuare la massa delle particelle, a partire proprio dalla “Particella di Dio”.

Nigredo, l’alchimia creativa

L’alchimia è un ponte sospeso tra esoterismo e filosofia, tra fisica e religione. Una struttura instabile fondata sui suoi stessi simboli intrecciati in mutue relazioni che si rincorrono all’infinito alla ricerca della speranza di una vita eterna, di una salvifica pietra filosofale. Il cardine su cui ruota il processo alchemico è la trasformazione, la volontà di cangiare forme e materiali attraverso tre stadi fondamentali. Il primo stadio di questa trasformazione è la Nigredo, momento cruciale in cui la materia si dissolve e si apre al cambiamento, attimo oscuro e purificatore che Carl Gustav Jung paragonava all’incontro della coscienza con l’inconscio ed al confronto con la propria ombra.

L’arte è per sua natura un’alchimia creativa, un processo di trasformazione della materia e dell’immagine mediante una struttura di simboli poiché l’essere umano è un animale simbolico. La Nigredo dell’arte è il punto d’inizio di una nuova materia immaginifica, di una nuova forma che si apre alla ricerca dell’opera perfetta, vera pietra filosofale di ogni istinto creativo.

Annual Art Awards, gli oscar dell’arte

Sarà il controverso artista Rob Pruitt il presentatore del First Annual Art Awards, manifestazione sponsorizzata da Calvin Klein che si terrà al Guggenheim Museum il prossimo 29 ottobre.

Pruitt da buon conoscitore del mondo glamour ha già stilato una lista di celebrità che saranno chiamate ad assegnare i prestigiosi premi, tra i nomi più altisonanti svettano quelli di Sofia Coppola, James Franco e Mary-Kate Olsen. Certo questa manifestazione ricorda molto da vicino una nota kermesse hollywoodiana e questo non è altro che l’ennesimo passo verso la totale spettacolarizzazione dell’arte.

Daniel Johnston diventa un videogame

L’arte e la musica di Daniel Johnston, artista naive e cantautore lo-fi sgangherato e squinternato che non possiede nemmeno un telefono è diventata un coloratissimo videogame. Già perchè le sue buffe ma bellissime canzoni come Funeral Girl e le sue opere d’arte come Jeremiah the Innocent figureranno in Hi, How Are You? un nuovissimo gioco per iPhone realizzato da Peter Franco e Steve Broumley.

I fortunati giocatori di tale divertente videogame impersoneranno Jeremiah una simpatica ranocchia dai grandi occhi, guidandola attraverso uno psichedelico scenario fatto di demonietti rossi, facce allucinate ed altre funamboliche creazioni dell’amatissimo artista americano. “Abbiamo costruito il videogioco attorno alla storia storia di un uomo che vive la sua vita cercando di trovare il vero amore ma si imbatte ripetutamente in figure maligne e demoniache. In sostanza questa è la storia di Daniel, in perenne lotta con i demoni che vivono all’interno della sua mente” Ha dichiarato Franco ai microfoni del New York Times.

La Fondazione Galleria Civica di Trento festeggia i 20 anni con la mostra 1989-2009 / Overview, Celebration, Critique

Il 10 ottobre 2009 la Fondazione Galleria Civica di Trento aprirà ufficialmente al pubblico il suo programma di attività con una mostra dal titolo 1989-2009 / Overview, Celebration, Critique, a cura di Andrea Viliani. Articolandosi in un programma di diverse mostre e progetti esposti in vari luoghi della città di Trento, la mostra celebra i venti anni di attività espositiva della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento, aperta nell’autunno del
1989, e pone a confronto, tra rivisitazione storica e sguardo progettuale, i programmi e gli sviluppi dell’identità istituzionale della Galleria con la storia dell’arte italiana contemporanea.

Il percorso espositivo di 1989 – 2009 Overview, Celebration, Critique è strutturato in tre sezioni, dedicate ad artisti già presentati presso la Galleria Civica attraverso un vasto spettro di attività ed interventi che, appunto, la mostra rintraccia e riattiva – mostre personali e collettive, progetti didattici, editoriali, per il web, conferenze, seminari, performance, materiale d’archivio o corrispondenze: una grande retrospettiva storica, una serie di progetti diffusi sul territorio cittadino che hanno per protagonista le due generazioni “di mezzo”, quelle che hanno accompagnato di fatto le attività della Galleria, dal 1989 al 2009, e infine una serie di mostre-statement personali dedicate ad artisti emergenti, di cui quella a Trento costituisce la prima mostra organizzata da un’istituzione pubblica italiana.