Quattordici artisti in Wonderland

Wonderland presenta, nei suggestivi spazi milanesi di Assab One dal 26 marzo al 14 maggio, le opere di 14 giovani artisti che vivono e lavorano a Londra: Alice Anderson, Sam Buxton, Oliver Clegg, Shezad Dawood, Tom Gallant, Stephane Graff, Henry Hudson, Bridget Hugo, Alastair Mackie, Polly Morgan, Boo Saville, Martin Sexton, Jamie Shovlin, Hugo Wilson.

Come suggerisce il titolo, questa mostra intende evocare quel territorio magico in cui si si genera un universo di fertili potenzialità immaginative. La meraviglia viene ormai associata solo al mondo dell’infanzia e in quest’era di incalzanti progressi della scienza e della tecnologia è diventata un’esperienza remota. Eppure nel campo delle arti visive resiste una grande capacità di provare e di creare meraviglia, che è poi uno degli aspetti fondamentali dell’esperienza estetica. Qualcosa che ha a che fare con i poteri del pensiero, con la sensibilità, con l’immaginazione e la creatività. Ma forse ancor più significativamente lo stupore genera una percezione allargata, una freschezza del sentire e una generale aura di ottimismo.

I Tempios Migrantes di Ernesto Morales

L‘Istituto Italo-Latino Americano di Roma e l’Ambasciata Argentina in Italia, in collaborazione con l’Associazione Interno Ventidue Arte Contemporanea, hanno il piacere di presentare il 22 marzo Tiempos Migrantes, mostra personale dell’artista argentino Ernesto Morales. La mostra raccoglie i risultati della ricerca piu’ recente dell’artista argentino connessa fondamentalmente al linguaggio della pittura, utilizzando video e la fotografia come strumenti di indagine formale e concettuale volti all’approfondimento dei temi affrontati quali la memoria, l’identità culturale, l’esilio e le migrazioni.

Dopo la grande mostra personale Ciudad de Memorias, realizzata a Buenos Aires lo scorso agosto 2009 presso il Museo Municipal de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, il progetto espositivo Tiempos Migrantes segna un nuovo punto di svolta nel percorso artistico di Ernesto Morales, presentando per la prima volta al pubblico le opere inedite della serie vacas migrantes che testimoniano il passaggio ad una fase piu’ strettamente aggiornata sulla trasposizione simbolica e metaforica delle tematiche oggetto della ricerca dell’artista.

Man Ray e Robert Mapplethorpe alla Fondazione Marconi

Il 23 marzo la Fondazione Marconi di Milano presenta la mostra Man Ray-Mapplethorpe, realizzata in concomitanza con la mostra Robert Mapplethorpe. La perfezione della forma (21.03-13.06.2010) organizzata dal Museo d’Arte di Lugano diretto da Bruno Corà, ed in collaborazione con la Mapplethorpe Foundation di New York.

La mostra permetterà di identificare analogie e differenze tra le opere e i “punti di vista” dei due poliedrici artisti americani, tra loro distinti per generazione, ma accomunati dalla magistrale capacità di rendere le forme e la bellezza dei soggetti scelti: dai fiori, agli oggetti, ai nudi maschili e femminili. Nel 1920 a Parigi, Man Ray inizia a lavorare come fotografo professionista e con il tempo diviene un collaboratore di “Harper’s Bazar”, “Vogue”, “Vu”, “Vanity Fair” e altre riviste famose. Sebbene in quegli anni Man Ray sia noto soprattutto per i ritratti, è allora riconosciuto come artista della fotografia grazie ai suoi rayographs e alla solarizzazione.

Otto Dix ed il lato oscuro dell’animo umano

 Otto Dix è il protagonista assoluto di una grande retrospettiva alla Neue Galerie di New York che rimarrà aperta dal 11 marzo al 30 agosto 2010. Più di ogni altro artista Dix ha preso parte ad ogni grande cambiamento del modernismo tedesco, dal realismo, al dada fino al surrealismo ed all’espressionismo, il tutto in una sola decade dei ruggenti anni ’20.  Il celebre critico Paul Ferdinand nel 1926 descrisse l’arte di Dix come: “un disastro naturale, devastante come l’esplosione di un vulcano. Non si sa mai cosa aspettarsi da questo uomo selvaggio”.

Come spesso fanno i pittori tedeschi, anche Dix si impadronì dell’intera storia del medium attraverso il quale creava la sua arte. Egli dipinse alla maniera di Albrecht Dürer, traendo ispirazione da Lucas Cranach. Assieme a contemporanei come Christian Schad, contribuì alla nascita di un nuovo e perverso stile di pittura realista denominato Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività). Nel corso della sua carriera Dix ritrasse una moltitudine di personaggi della società tedesca, da semplici contadini ad eminenti cancellieri della repubblica di Weimar

Alberto Di Fabio alla Gagosian Gallery di New York

La Gagosian Gallery di New York ospitera’ dal 18 marzo al 24 aprile una nuova mostra di opere di Alberto Di Fabio. L’opera di Di Fabio e’ ispirata alle leggi fondamentali del mondo della fisica, agli elementi organici e a come essi interagiscano fra loro. Rappresentando forme naturali e strutture biologiche con fervida immaginazione e con colori vivaci, i suoi dipinti e le sue opere su carta uniscono i mondi della scienza e dell’arte.

Attraverso immagini astratte l’artista ha sviluppato ed ampliato il suo interesse per il mondo naturale. Nei suoi primi lavori Di Fabio esamina le strutture della flora e della fauna, nonche’ gli ecosistemi e le forme astrali, fino ad arrivare allo studio della genetica, del DNA, delle sinapsi cerebrali, e della ricerca farmaceutica e medica.

I Raggi UV riportano alla luce un affresco di Giotto

Importante scoperta di un team di restauratori italiani che durante i loro interventi su alcuni affreschi del Giotto (maestro del 14esimo secolo) sono riusciti a riportare alla luce incredibili colori e dettagli mai visti, presumibilmente occultati da secoli di polvere ed impurità.  Gli affreschi, databili attorno al 1320, fanno parte delle decorazioni delle mura della cappella Peruzzi nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

La cappella è stata immortalata dalla regista James Ivory che nel 1985 scelse proprio la magica location per girare una scena del film Camera Con Vista. Nella scena in questione la celebre attrice Helena Bonham Carter interpreta la nobildonna inglese Lucy Honeychurch che nella cappella incontra il suo futuro marito. Gli affreschi di Giotto raffigurano l’ascesa in paradiso di San Giovanni Evangelista e la testa di San Giovanni Battista presentata a Re Erode su di un piatto portato da un soldato Romano. Per riportare alla luce gli sfavillanti colori creati dal grande maestro, i restauratori hanno utilizzato i raggi ultravioletti.

Steve Lazarides punta tutto su Ian Francis e la nuova pittura contemporanea


Quel vecchio volpone di Steve Lazarides sembra avere un fiuto particolarmente sviluppato per la scoperta di nuovi talenti e bisogna proprio ammettere che tutti gli artisti toccati dal pragmatico gallerista newyorchese si tramutano in galline dalle uova d’oro. Questa volta Lazarides annuncia la prima mostra personale del pittore Ian Francis che verrà per l’occasione ospitato dagli spazi londinesi della Rathbone Gallery dal 25 marzo al 6 maggio 2010.

L’artista presenta una serie di schizzi e 16 grandi dipinti basati sui paradossi. I dipinti di Francis presentano, scene narrative e giustapposizioni di immagini di paesaggi apocalittici dove si stagliano figure femminili. Il tutto in bilico tra astrazione ed espressionismo. Per portare a termine le sue tele l’artista usa una combinazione di olio, acrilico ed inchiostro, il tutto mescolato sapientemente in modo da creare vere e proprie visioni illusorie. La mostra dal titolo Exodus, riflette sulle ossessioni della società nei confronti dei mass media e della coltura popolare, porno stars, cheerleaders ed attrici si muovono con aria sinuosa e provocatoria in ambienti evanescenti e dannati, dalla bellezza inaspettata.

Jonathan LeVine ed il Pop Surrealism alla riscossa

 Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism,  filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.

Ovviamente le cose stanno lentamente cambiando e dopo anni di gavetta anche la Lowbrow Art comincia a raccogliere i consensi da parte di pubblico, critica e collezionismo. “siamo ad un importante punto di svolta, ora il mercato internazionale e la scena dell’arte istituzionale si sono resi conto di queste meravigliose opere” ha dichiarato LeVine con quella soddisfazione di chi fin dall’inizio della carriera di dealer ha deciso di puntare tutto sull’imprevisto.

Manifest Equality, l’arte in difesa dei diritti gay

 C’è tempo fino al prossimo 7 marzo per presenziare alla mostra/evento fundraising Manifest Equality che si tiene al 1341 di Vine Street di Los Angeles California.  Una bandiera dei confederati rosa creata da Ron English, Un gigante murale esterno raffigurante il ritratto delle Giustizia creato dai graffiti artists Retna, El Mac e Kofie, un divertente disegno che raffigura un unione tra due donne creato da Molly Crabapple. Queste sono solamente alcune delle opere di un evento creato appositamente per abbattere il razzismo, l’omofobia e la disuguaglianza a colpi di creatività.

Street Artists, fotografi, pittori e scultori sono scesi in campo in un unico e grande evento per gridare a gran voce la loro rabbia contro le discriminazioni ed anche per ribadire un concetto: “vietare i matrimoni gay equivale a vietare i diritti civili dell’umanità“. “Questa mostra non è solamente una manifestazione di orgoglio omosessuale ma una vera e propria difesa dei diritti civili” ha dichiarato El Mac “In teoria gli Stati Uniti si basano sui principi di lealtà, uguaglianza e giustizia ma in pratica le cose potrebbero andare molto meglio di come sono ora. Far parte di questo progetto è per me una cosa di grande importanza”.

Ristoranti e gioco d’azzardo: la vita movimentata di Lucian Freud

 Lucian Freud è celebre per i suoi dipinti che ritraggono corpi nudi pervasi da una forte carica drammatica.  L’artista 87enne, nel corso della sua carriera, ha usato come modelli personaggi famosi del calibro di Kate Moss e Jerry Hall ma ultimamente l’attenzione del maestro si è spostata sui proprietari di due grandi ristoranti di Londra e sarebbe a dire il Wolseley e Clarke’s.  Freud ha dichiarato di aver ritratto Jeremy King, co-proprietario del Wolseley sito in Piccadilly per alcuni anni.

L’amicizia tra King e Freud è nata durante le cene abituali che il pittore consumava nel noto ristorante. King ha confermato ai microfoni del Daily Telegraph di aver posato per Freud e che la collaborazione andrà sicuramente avanti “Mi hanno definito una musa e sono orgoglioso di esserlo ma in realtà una musa è una fonte di ispirazione ed io sono semplicemente un modello”. L’altro soggetto dipinto da Freud e Mrs Clarke, proprietaria dell’omonimo ristorante già citato.

Richard Hambleton una vittima della società dello spettacolo dell’arte

 Per una sera Milano si è trasformata in New York con tanto di lustrini e star dello spettacolo al seguito. Tutto è successo giovedì 25 febbraio al vernissage della mostra dedicata al grande artista Richard Hambleton, ospitato dal Teatro Armani. Tra i 120 ospiti c’erano Eugenia e Stavros Niarchos, Pierre Andrea Casiraghi (figlio della principessa Carolina di Monaco) Dasha Zhukova (fondatrice del nuovo museo Garage di Mosca e fidanzata del magnate Roman Abramovich), Clive Owen, Mario Testino e l’immancabile viveur Lapo Elkann.

Ovviamente va detto che non si è trattato del solito vernissage di arte contemporanea anche perchè non bisogna dimenticare che Hambleton si è isolato completamente dal mondo dell’arte, trincerandosi per anni nella Lower East Side di Manhattan. Il progetto Hambleton è un rilancio ben programmato e sofisticato. Tutto è cominciato quando l’imprenditore australiano Andrew Valmorbida ha conosciuto le opere di Hambleton a casa di Rick Librizzi, noto dealer americano. Nemo, il figlio di Librizzi ha poi accompagnato Valmorbida a casa di Hambleton per farglielo conoscere di persona.

La Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci ha rischiato di essere distrutta

 L’ondata di furti ai Danni dell’arte non accenna a fermarsi e questa volta la situazione era piuttosto grave ma fortunatamente i ladri sono stati assicurati alla giustizia e l’opera è stata recuperata. Il 27 agosto del 2003 una gang di 5 malfattori ha infatti confiscato il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci intitolato la Madonna dei Fusi, e cosa ancor più sbalorditiva, la banda aveva intenzione di distruggere il capolavoro se i proprietari si fossero rifiutati di pagare un riscatto di 4.25 milioni di sterline.

Ovviamente il dipinto di Leonardo ha un valore stimato ben oltre quella cifra, le sue quotazioni sul mercato si agirebbero infatti sui 30 milioni di sterline.L’opera era stata sottratta dal Castello di Drumlanrig in Scozia, residenza privata del duca di Buccleuch. Il raid dei predoni è stato a dir poco devastante, Alison Russell (25 anni) era in servizio come guida del castello al momento dell’irruzione.

Tre grandi mostre da non perdere nel Regno Unito

Tris d’assi d’arte contemporanea per Irlanda e Regno Unito che continuano a macinare grandi mostre su grandi mostre mentre l‘offerta contemporanea italiana marcia decisamente a passo di tartaruga. Si parte con l’ Irish Museum of Modern Art di Dublino che propone fino al 23 marzo un’interessante mostra di Francis Alÿs dal titolo Le Temps du Sommeil. Moderno sognatore urbano Alÿs è da sempre alla ricerca delle assurdità e delle futilità della vita cittadina.

L’artista è la versione contemporanea del concetto del flâneur creato da Baudelaire, un vagabondo senza meta che attraverso la piattezza e la bassezza dell’umanità riesce a cogliere dei momenti poetici. Nel corso dell’evento saranno presentati una serie di dipinti, collages e diari di performances che documentano imprese folli come spingere un grande blocco di ghiaccio attraverso Mexico City fino a vederlo consumarsi in una piccola pozzanghera. La Serpentine Gallery di Londra ospita invece dal 3 marzo fino al 25 aprile, una retrospettiva dedicata a Richard Hamilton.

Alex Katz non è un genio ma almeno ci rivela alcuni segreti dell’arte

 Alex Katz è uno di quei pochissimi artisti che sono riusciti a raggiungere sin da subito un tremendo successo commerciale ed hanno visto le loro opere nelle più importanti collezioni dei musei internazionali. Ma l’arte di Alex Katz lascia comunque aperte molte domande sulla sua importanza storica. Come pittore Katz non è certo un disastro ma non ha mai avuto uno stile talmente originale da far esclamare al mondo: “Ci troviamo di fronte al nuovo Pablo Picasso“.

Nel corso della sua carriera la critica ha sempre giudicato i suoi ritratti di amici e parenti come rappresentazioni piatte, statiche e decisamente insignificanti. Ovviamente se non siete fans di Mr. Katz la mostra Alex Katz: Seeing, Drawing, Making ospitata dal Parrish Art Museum di New York fino al 4 aprile 2010, non vi farà certo cambiare idea ma l’evento è decisamente interessante e non solo per i 50 tra dipinti, stampe e disegni presenti nello spazio espositivo. Questa mostra verte infatti sul processo creativo e tra cartoni e schizzi, molto spesso posti nelle vicinanze del dipinto finito, si può avere un idea precisa di come un bozzetto può evolversi in un’opera.