Steve Jobs e Norman Foster lanciano la nuova sede Apple mentre Zaha Hadid crea un nuovo museo

Visto che è da diverso tempo che non ne parliamo, oggi vorremo dedicare un articolo ai vari proggetti architettonici sparsi per il mondo. Partiamo quindi da Steve Jobs che in questi giorni ha rialsciato alcune gustose dichiarazioni sul nuovo quartier generale della Apple. Il fondatore, nonchè simbolo, del celebre brand ha inoltre mostrato al pubblico i primi progetti del nuovo centro che occuperà circa 150 acri in quel di Cupertino.

Inutile aggiungere che Jobs ha pensato in grande ed ha affidato l’intero sviluppo del progetto all’archistar inglese Norman Foster, vincitore del Pritzker Prize nel 1999 e celebre per aver creato The Gherkin” (il cetriolo) vale a dire il 30 St Mary Axe situato nella City di Londra. Stando ai primi disegni, il nuovo centro Apple avrà la forma di un gigantesco disco volante. Oltre ad ospitare 12.000 dipendenti, il nuovo quartier generale disporrà di un auditorium, una caffetteria, una palestra ed un parcheggio sotterraneo. Il progetto dovrebbe essere ultimato nel 2015. Passiamo ora a vedere cosa succede ad Hong Kong.

Michal Rovner, l’arte unisce Israele e Palestina

PIERRE VERDY/AFP/Getty Images

Difficile trarre conclusioni sul conflitto che da decenni impegna Israele e Palestina in un duro gioco delle parti che più volte è stato macchiato dal sangue di vittime innocenti da ambo le parti. In questi ultimi giorni l’israeliana Michal Rovner ha tentato di analizzare l’intera situazione tramite la pratica artistica, evidenziando le difficoltà e le speranze di un processo di pace che tutto il mondo attende con ansia.

Michal Rovner ha portato al Louvre di Parigi  il suo progetto Histories (in visione fino al prossimo 15 agosto) che si espande in tre spazi del museo, vale a dire Il Cour Napoleon,  il Dipartimento delle Arti orientali ed il Louvre medievale. Questi tre luoghi sono stati invasi da altrettante installazioni site-specific che riescono ad aprire un profondo dialogo tra la prestigiosa istituzione e le esperienze politico-sociali di due civiltà con un grande passato.

COS’E’ un Direttore di un museo di arte contemporanea?

Sul nome del nuovo direttore del MACRO di Roma è bagarre! C’è chi ha già aperto le scommesse, chi parteggia per uno, chi per l’altro. Chi è convinto che sia “quella” la persona più adatta, chi invece pensa che non ci sia scelta peggiore. La posizione è prestigiosa, gli obiettivi da raggiungere alti. Dà molto da pensare e non è facile immaginare chi sia il migliore. Intanto però una domanda andrebbe posta:

Qual è il vero ruolo di un direttore di un museo di arte contemporanea oggi? Forse dovremmo chiederci cosa effettivamente dovrebbe ESSERE un direttore piuttosto che cosa dovrebbe FARE. Dando per scontato che un museo, come è sempre stato, acquisisce, conserva, comunica ed espone le opere d’arte, è chiara la concezione alla base della storicizzazione e ‘sacralizzazione’ dell’arte (e degli artisti) come culturalmente determinante. Ma è veramente solo il punto di partenza.

Ernesto Morales all’Insituto Cervantes di Roma

Nel contesto del Bicentenario della Repubblica dell’Uruguay e a due anni dalla scomparsa del celebre scrittore uruguaiano Mario Benedetti, l’Ambasciata della Repubblica Orientale dell’Uruguay in Italia e l’Instituto Cervantes di Roma presentano “Vientos del exilio“, mostra personale dell’artista Ernesto Morales, in cui saranno esposte le opere più recenti e inedite di Ernesto Morales ispirate alle suggestioni dei componimenti poetici del celebre scrittore e poeta uruguaiano Mario Benedetti, composti durante gli anni del suo esilio.

La mostra Vientos del exilio ci conduce verso il confronto con l’ambiguità della condizione dell’esilio, il luogo della memoria e del tempo interpretati da Ernesto Morales in chiave quasi metafisica, la dimensione degli esseri esiliati, coloro che partecipano a quest’aspetto della condizione umana e che vivono simultaneamente il mondo sia come una terra straniera che come propria.

Progetto Sessantuna di Cassina: l’Unità d’Italia vista dal genio creativo di Gaetano Pesce

I 150° anni dell’Unità di Italia celebrati dall’arte e dal meglio del design: dopo eventi di vario genere che hanno interessato in questi mesi un pò tutta la Penisola in ricordo della Fondazione dello Stato, ci pensano le perfette linee geometriche e le intense gradazioni cromatiche del Progetto Sessantuna di Cassina a lasciare un segno indelebile dell’importanza fondamentale di tale evento storico per gli accadimenti passati, presenti e futuri dello Stivale. Sessantuna perchè il nostro Paese è donna con un nome appunto femminile come conferma Gaetano Pesce, l’artista che ha firmato i 61 tavoli protagonisti dell’iniziativa che riuniti insieme formano il profilo peninsulare comprese le isole. Si tratta ovviamente di pezzi unici che derivano, in effetti, da una precedente collaborazione tra lo stesso Pesce e Cassina. In quel caso, il complemento d’arredo riportava il tricolore, per cui si è pensato di dare vita ad una nuova versione che ne evidenziasse i tratti in chiave riveduta e corretta. Ogni pezzo è firmato dal maestro e numerato cronologicamente proprio nell’ordine in cui la zona è entrata a far parte del neonato stato.

In Transit 11: festival delle arti performative di Berlino

Ming Wong, "Devo partire, Domani," 2010. Singapore Biennale 2011/Napoli Teatro Festival Italia.

Biennale, biennale, biennale ma non solo quella di Venezia! Biennale è infatti anche l’appuntamento di In Transit, arrivato alla sua undicesima edizione. La manifestazione, presso la Haus der Kulturen der Welt di Berino, si configura come festival performatico e, quest’anno, ha come nodo centrale il rapporto tra autore e spettatore. Come si sono trasformati questi ruoli con l’evolversi dei linguaggi complessi del contemporaneo? Gli interventi proposti si prefiggono di indagare proprio su questa natura mobile, su questo gioco di ruoli continuamente ridefinibili e su come essi siano portanti per la definizione dell’opera.

Il festival, che si svolgerà dal 15 al 18 giugno 2011, prevede un nuovo direttore artistico Jens Hillje, coadiuvato dal co-curatore Tang Fu Kuen. Il punto di partenza del festival è caratterizzato da alcune presenze femminili di rilievo. Ming Wong mette in scena, assieme a sua madre, la grande dama della canzone Turca; Angélica Liddell sfrutta il Riccardo III di Shakespeare per esaminare le relazioni tra corpo e potere mentre Ann Liv Young si trasforma in una sirena che seduce il pubblico.

ADD Festival al Macro Testaccio

Dal 23 al 26 giugno 2011, al MACRO Testaccio la seconda edizione di ADD, Festival di arti digitali, quest’anno in programma negli spazi espositivi del Museo di Arte Contemporanea di Roma. Concorso. Video. Fotografia. Installazioni. Performance. Formazione. Artisti emergenti in concorso; esposizioni e performance di artisti come TagliaMani, Lara Mezzapelle e Giacomo Deriu, Rebecca Tillett, Nicola Evangelisti, Jacopo Ricciardi, Francesca Fini; incontri e seminari con professionisti e docenti universitari come Mario Morcellini, Giacomo Verde, Matthew Watkins, Edoardo Dell’Acqua, Christian Uva.

Promosso dalla Provincia di Roma con il patrocinio del Comune di Roma e della Regione Lazio, e prodotto dall’agenzia Musacom S.r.l. nell’ambito delle iniziative di Roma Provincia Creativa, ADD Festival anche quest’anno si pone come luogo di confronto e punto di riferimento in Italia per artisti, gallerie d’arte, pubblicitari ed editori del settore, e per chiunque voglia pensare sotto una nuova ottica il linguaggio delle arti digitali.

Dino Pedriali, ultime immagini di Pier Paolo Pasolini alla Triennale di Milano

Le ultime immagini di Pier Paolo Pasolini, ritratto a pochi giorni dalla morte, in mostra alla Triennale di Milano (dal 14 giugno al 28 agosto 2011): in settantotto scatti, rimando alla poetica e all’immaginario dei film pasoliniani, la testimonianza del lascito del Poeta e della valenza artistica di Dino Pedriali. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Johan & Levi Editore e con il sostegno di Rottapharm|Madaus.

La Triennale di Milano presenta una mostra incentrata sulla quotidianità di Pier Paolo Pasolini in quelli che sarebbero stati i suoi ultimi giorni di vita, fissata dall’obiettivo dell’allora venticinquenne fotografo Dino Pedriali, scelto personalmente da Pasolini come autore di un reportage sulla sua figura per illustrare Petrolio, il romanzo allora in fieri, nel quale era desiderio del Poeta entrare con tutto il suo corpo, oltre che con le parole.

SIC – et simpliciter (Saccheggi Interni Controllati)

Lunedì 13 giugno dalle ore 21:00 si inaugura il secondo appuntamento di SIC – et simpliciter (Saccheggi Interni Controllati) presso lo Studio Quadraro in via Juvenci 11, nel quartiere quadraro di Roma, a due passi dalla metro Porta Furba. Allo Studio Quadraro vi lavorano gli artisti Paolo Assenza e Antonello Bulgini e gli architetti Adriano Pingaro e Maria Farina che si propongono di promuovere e consigliare una maniera di lavoro, idea di scambio anche per collezionisti, curatori e galleristi.

Con questa iniziativa si vuole porre l’attenzione sull’esigenza di sinergie, il desiderio di scambio e confronto che necessita di nuove vie e di un diverso modo di operare.  Si tratta di artisti che invitano artisti.

Fabio Scacchioli da Varco Attivo a Roma

Il 12 Giugno 2011 si svolge presso Varco Attivo (Via Capo D’Africa 21a, Roma)  l’evento conclusivo di Razzle Dazzle. Ad appropriarsi di una delle sale del locale è Fabio Scacchioli(1979) che la userà per la proiezione di un suo video. L’artista è solito costruire i suoi lavori modificando e montando immagini e filmati preesistenti senza intenti narrativi. La colonna sonora è del musicista Vincenzo Core.

Razzle Dazzle è una barca che galleggia a fatica in un mare in tempesta, è un punto disperso e desolato segnato su un atlante chiuso. Al suo timone c’è sempre qualcuno che non sa far altro che andare alla deriva, alternativa unica al decidere una rotta che non può che portare verso mete già conosciute. Soltanto ormeggi brevi e rigorosamente insicuri, corde sottili: sempre pronte a spezzarsi alla minima sollecitazione.

Homeworks / Salottobuono

Lunedì 13 giugno alle ore 18.30 il project space di Kaleidoscope a Milano inaugura “Homeworks”, la quinta e ultima tranche dei workshop annuali. In questa occasione Salottobuono introdurrà l’ultimo episodio del suo percorso dedicato ai Cinque atti fondamentali, pubblicati da Superstudio su Casabella tra il 1972 e il 1973.

Inizialmente concepiti come cinque sceneggiature per altrettanti cortometraggi, i Cinque atti fondamentali, pongono l’architettura in relazione con i riti fondamentali dell’esistenza, tentando una rifondazione antropologica e filosofica della disciplina al di fuori delle logiche di produzione e consumo capitalistiche. A quasi quarant’anni di distanza, Salottobuono torna a ragionare sulla dimensione rituale dell’architettura, sulla possibilità di una rivolta, sul rinnovarsi di un pensiero critico.

Günter Grass all’Art Forum Würth

La prossima mostra dell’Art Forum Würth Capena avrà come protagonista lo scrittore, ma anche pittore, grafico e artista plastico tedesco Günter Grass. Nato a Danzica il 16 ottobre del 1927, Günter Grass è noto al pubblico internazionale soprattutto per le opere letterarie come Il tamburo di latta, che gli hanno valso nel 1999 il conferimento del premio Nobel per la letteratura.

La mostra ospiterà oltre cento lavori datati tra il 1952 e i primi anni Duemila: si passerà da alcune sculture fino ad arrivare ad interi cicli di disegni, che in alcuni casi sono parte viva e integrante dei suoi scritti. Infatti, utilizzando al tempo stesso scrittura e pittura, le immagini e i testi si completano, mescolandosi e confluendo le une negli altri. Talvolta i disegni e gli acquerelli sono riempiti di parole e testi come in Mostrare la lingua (1987), in altri casi l’immagine diventa l’illustrazione di un testo come ne Il mio secolo (1997-1999), in altri ancora si arriva addirittura alla creazione di un nuovo genere, quello dell’Aquadichte (Aquarell: acquerello, Gedichte: poesia), come in Reperti per non lettori (1997), dove l’acquerello e la poesia sono un tutt’uno.

For the love of contemporary a Firenze

Dodici ore no stop tra conferenze, spettacoli, eventi, una vera e propria ‘maratona’ del contemporaneo con epicentro a Palazzo Vecchio ed eventi in tutta la città per celebrare e riscoprire l’identità e l’anima contemporanea di Firenze. E’ ‘For the love of contemporary’, titolo che parafrasa il nome del famoso teschio tempestato di diamanti di Damien Hirst – For the love of God – e che si svolgerà l’11 giugno, alla vigilia della partenza dell’opera da Firenze.

Tra gli appuntamenti, alle 17.30 l’incontro “Città fatte ad arte: nuovi visioni per lo spazio urbano”, dedicato in particolare al tema dell’arte pubblica. Parteciperanno l’assessore da Giuliano da Empoli; Beatrice Trussardi, presidente della fondazione Nicola Trussardi; Mario Cristiani, fondatore di Galleria Continua; Alberto Salvadori, direttore artistico del museo Marino Marini; e Arabella Natalini, curatrice di EX 3.

Il riconoscimento facciale di Facebook? L’arte contemporanea l’aveva già inventato

In queste ultime ore sta rimbalzando tra i blog e le testate giornalistiche di tutto il mondo la notizia della nuova ideona partorita dai vertici del celebre social network Facebook. Stiamo parlando del riconoscimento facciale, una vera e propria meraviglia della tecnologia moderna a portata di tutti. Tramite una serie di calcoli e  di complessi algoritmi, il software sviluppato da Facebook sarebbe in grado di riconoscere e taggare una persona di vostra conoscenza, a patto che sia stata già taggata da altri utenti e quindi presente nel database del social network.

Ma in soldoni come funziona questo nuovo software? Facciamo un esempio, avete conosciuto qualcuno ad una festa e gli avete scattato una foto ma non sapete nulla di lui e soprattutto non sapete il suo nome. Con il riconoscimento facciale vi basta pubblicare la foto in questione e Facebook troverà nel suo database contenente milioni di persone il profilo del volto che cercavate. Incredibile, no? Ovviamente parliamo di un software sviluppato da una macchina, quindi esiste una percentuale di approssimazione molto alta ma è comunque sorprendente ammirare come sia capace di trovarvi anche se la vostra faccia è per così dire “distorta” da un largo sorriso.