Being Visible, artisti iraniani in mostra a Genova

La mostra ospitata presso la Sala Dogana di Palazzo Ducale di Genova (opening 17 giugno 2010)  indaga la reale possibilità di comprendere la produzione visiva di una cultura diversa, esemplificata qui nell’esposizione di giovani artisti iraniani. Per l’occasione i visitatori sono invitati a confrontarsi con il tema della visibilità: il progetto espositivo riflette infatti su una produzione artistica in cerca di libertà espressiva.

Lo scontro o incontro tra due culture, la sparizione, la storia alternativa, la mediaticità degli eventi politici, l’iconografia contemporanea, sono alcune delle possibili chiavi di lettura di una cultura complessa e distante dal mondo occidentale. Gli artisti s’in- seriscono in un discorso globale, rendendosi visibili e mettendo in crisi il nostro immaginario dell’Oriente. Nel creare un percorso visivo tra opere diverse si vuole offrire un esempio della produzione artistica contemporanea iraniana ricollocandola in un contesto critico, per comprenderne la complessità e per portare cosi’ due culture, apparentemente lontane ma realmente piu’ vicine di quanto il pregiudizio stabilisca, a riconoscersi.

La stampa contro Charles Saatchi e la sua nuova mostra

 Fioccano le critiche per l’ultima mostra organizzata da Charles Saatchi nella suo quartier generale di Londra. Come precedentemente accennato in un nostro articolo, il magnate ha tentato di bissare il successo della generazione Young British Artists, manipolo di artisti assemblati a mestiere negli anni ’90 per raggiungere le vette dell’arte. In quegli anni Tracey Emin, Steve McQueen, Tacita Dean, Liam Gillick, Damien Hirst e CHris Ofili, assieme a tante altre stars del contemporaneo hanno raggiunto quotazioni incredibili, catapultando Saatchi nel gotha del mercato dell’arte.

Oggi, dopo la crisi finanziaria, la fine della bolla speculativa dell’arte e l’avvento delle nuove generazioni artistiche, l’impresa del ricco mercante sembra decisamente ardua e come da copione la mostra dal titolo orwelliano Newspeak: British Art Now (in visione appunto alla Saatchi Gallery dal 30 maggio al 17 ottobre) ha mancato rovinosamente il bersaglio.  Il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha definito l’evento come un confuso assortimento di opere “alle volte buone, spesso cattive e per la maggior parte anonime”. Il quotidiano si è inoltre scagliato contro il catalogo della mostra apostrofandolo come “orrido ed incomprensibile”.

Negli States va in onda Work Of Art, l’arte diventa un Reality Show

Una nuova serie televisiva è destinata a creare scompiglio nel mondo dell’arte contemporanea. Si tratta ovviamente di Work Of Art, format che sarà trasmesso dal canale via cavo statunitense Bravo Tv. La trasmissione prodotta da Sarah Jessica Parker (attrice e produttrice del celebre serial Sex and The City in cui recita  la parte di Carrie Bradshaw) mette in competizione fra loro 14 artisti nel più classico dei reality show.

L’obiettivo è quello di scovare il nuovo talento di turno ma noi siamo avvezzi a questi giochini e sappiamo benissimo che oltre all’estrema quanto banale spettacolarizzazione dell’arte, tali manifestazioni televisive non servono a nulla se non a svilire i poveri concorrenti che vi partecipano. Comunque sia il fortunato vincitore di Work Of Art si porterà a casa la bellezza di 100.000 dollari tondi tondi ed avrà l’opportunità di esporre al Brooklyn Museum che gli dedicherà una mostra personale.

Artisti italiani alla Biennale di Mosca

Attention! Border Crossing presentata da G.L.O.W. Platform, esibirà alla II Biennale Internazionale per Giovani Artisti di Mosca ( dal 2 al 25 luglio 2010) lavori realizzati con le più diverse tecniche per un ampio esperimento dedicato all’uso di nuovi strumenti di comunicazione per una tematica che non può avere confini: video, fotografie, collage digitali, tanto quanto i lavori in situ saranno sviluppati per questa importante vetrina per la giovane arte italiana.

Gionata Gesi Ozmo disegna con la sua matita riproduzioni di immagini trovate digitando su Google le parole “identità” e “resistenza” esaminando la grafica e il significato dei simboli mentre ricrea un nuovo linguaggio con composto di appropriazioni indebite e combinazioni di modelli visivi di diversa provenienza.

Luca Pozzi conduce una ricerca mirata alla formulazione di una visione totale dell’esperienza, capace di estendere le possibili corrispondenze che ne potrebbero emergere in una dimensione della conoscenza priva di specificità. Nei suoi progetti, l’artista, sfruttando diversi media e materiali, realizza installazioni ibride, caratterizzate da un originale utilizzo della forza di gravità.

Alberto Garutti, Michelangelo Pistoletto. Arte pubblica, territorio e responsabilità sociale.

Alla Triennale di Milano, in occasione di Ermenegildo Zegna. 100 anni di Eccellenza. Dalla Fabbrica del Tessuto alla Fabbrica dello Stile, mostra che celebra il centenario del Gruppo, la Fondazione Zegna organizza Alberto Garutti, Michelangelo Pistoletto. Arte pubblica, territorio e responsabilità sociale. Una conversazione promossa dalla Fondazione Zegna.

L’incontro / dibattito tra i due artisti – a ingresso libero – si terrà martedì 29 giugno nell’Atrio della Triennale di Milano a partire dalle ore 18 e sarà moderato da Maria Luisa Frisa, giornalista, storico dell’arte e della moda e direttore del Corso di Laurea in Design della Moda presso lo IUAV di Venezia.

Jean-Auguste-Dominique Ingres e Ellsworth Kelly a Villa Medici

Dal 20 giugno al 26 settembre 2010, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta una mostra che vedrà riuniti due grandi artisti della storia dell’arte, Ellsworth Kelly, artista americano tra i più attivi della scena contemporanea e Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). L’intenzione non è quella di mettere a confronto due stili o due generi formali, bensì di comprendere quali siano le relazioni che hanno legato il lavoro di Kelly – tra i pittori astratti più significativi su scala mondiale dalla fine degli anni ’40 – durante la sua permanenza a Parigi, al pittore francese, un tempo direttore di Villa Medici, la cui opera ha nutrito tanto l’arte accademica quanto l’arte moderna più innovativa.

La mostra espone lavori recenti e inediti di Ellsworth Kelly, come anche una selezione di suoi disegni di piante e figure (8 oli e 28 disegni), affiancate a dipinti e disegni di Ingres (4 oli e 32 disegni), frutto di una selezione dell’artista americano e provenienti dalle collezioni del Museo Ingres di Montauban, del Museo del Louvre, del Museo di Besançon e del Museo di Lyon.

Fare un film in 48 ore? a New York si può!

L’arte richiede tempo, o almeno questo è ciò che comunemente pensiamo. Ad esempio portare a compimento un grande dipinto ad olio non è cosa da pochi minuti. A New York però non la pensano così ed hanno infatti deciso di organizzare alcuni eventi assolutamente bizzarri che costringeranno i creativi di tutto il mondo a sfidare il tempo. Ad esempio a novembre si terrà il National Novel Writing Month, dove migliaia di autori in erba tenteranno di scrivere un romanzo completo di 175 pagine in soli 30 giorni. Stesse procedure ma regole leggermente diverse per il concorso Script Frenzy, i partecipanti hanno infatti un mese di tempo per scrivere 100 pagine.

Ovviamente Jack Kerouac scrisse il suo capolavoro Sulla Strada in pochissimi giorni ma c’è da dire che geni come lui non sono così facili a trovarsi. Comunque sia un mese di tempo è quasi un’eternità visto che il 48 Hour Film Project, sempre a New York, concede esattamente 48 ore di tempo per girare un cortometraggio completo. Da venerdì sera a domenica sera i partecipanti dovranno infatti girare un video dalla durata di quattro o sette minuti.

ZHANG HUAN – ASHMAN

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano presenta al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano Zhang Huan: Ashman, la prima retrospettiva europea di Zhang Huan, a cura di Elena Geuna. La mostra (dal 7 luglio al 12 settembre) ripercorre l’intera ricerca artistica di Zhang Huan riunendo 42 opere provenienti da importanti collezioni internazionali: dalle sue performance di inizio anni Novanta alle sue più recenti opere realizzate con la cenere, pezzi tra i più significativi della sua intera produzione artistica.

«Ashman» afferma Zhang Huan «è l’eroe che porto nel cuore, la personificazione di molti desideri e anime molteplici. Ashman sogna, sostiene la giustizia, definisce un nuovo ordine internazionale, persegue la pace per sconfiggere la guerra terroristica, interagisce con la Terra in maniera ecosostenibile, rende l’umanità più pacifica, più libera. Porterà a Milano una profonda, universale, armonia per l’umanità».

Proteste in Polonia per una mostra gay oriented

Il Museo Nazionale di Varsavia in Polonia ha deciso di dare un calcio ai pregiudizi ed a qualunque forma di omofobia. La prestigiosa istituzione ha infatti organizzato un’interessante mostra dal titolo Ars Homo Erotica (che rimarrà in visione dall’11 giugno al 5 settembre 2010), coraggioso evento che ha già sollevato un vespaio di polemiche ed ha persino generato una serie di minacce.

Secondo il curatore Pawel Leszkowicz la situazione sociale in Polonia è peggiorata dopo l’incidente aereo di Smolensk dello scorso aprile dove ha perso la vita buona parte del governo nazionale oltre al presidente Lech Kaczynski: “Dopo l’incidente la nazione è diventata estremamente sensibile e l’atmosfera patriottica ha decisamente preso d’assalto la popolazione. Ovviamente il patriottismo ha incrementato il potere dei gruppi di estrema destra, quindi non sono certo di sapere cosa succederà al momento dell’inaugurazione della mostra”.

Takashi Murakami, icona orientale del pop a Venezia

Sarà Takashi Murakami, l’artista giapponese icona orientale del pop e star internazionale, il protagonista dell’appuntamento straordinario nell’ambito de L’OPERA PARLA, calendario di incontri di approfondimento delle opere e degli artisti in mostra, promossa da Palazzo Grassi in collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari, lo IUAV e l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

L’artista, presente nella Collezione François Pinault e nella mostra Mapping the Studio in corso a Palazzo Grassi e Punta della Dogana con importanti lavori esposti in entrambe le sedi, incontrerà il pubblico a Palazzo Grassi, venerdì 11 giugno, dalle 16 alle 19.00. Aperto al pubblico sino ad esaurimento posti, l’incontro – intitolato “Dal Nihonga al Superflat” – propone una conversazione tra Takashi Murakami e dallo storico dell’arte giapponese Nobuo Tsuji, rettore dell’università Tama di Tokyo e direttore del Miho Museum di Shiga prefecture. Moderatore sarà Angela Vettese, professore di teoria e critica dell’arte contemporanea all’Università IUAV di Venezia e membro del Comitato scientifico di Punta della Dogana François Pinault Foundation.

5o artisti fotografano il futuro

Come sarà il futuro? Chissa che tipo di mezzi di comunicazione o di locomozione useremo e chissà se riusciremo mai a sconfiggere la morte. Insomma tra macchine volanti, nanotecnologie e robot umanoidi, il futuro sarà sicuramente entusiasmante ma da qui a fare previsioni certe la strada è molto lunga e tortuosa.

L’arte è per natura visionaria ed è per questo che è stato chiesto a 50 artisti di fornire la loro personale immagine del futuro nel corso della mostra 50 Artists Photograph The Future, in visione alla Higher Pictures di New York fino al prossimo 3 luglio. Tra le tante fotografie esposte, l’unico dato veramente certo è che agli artisti la fantasia non manca di sicuro. La fotografa Mariah Robertson prevede ad esempio delle alternazioni anatomiche, una sorta di fusione tra mondo vegetale ed essere umano.

Razzismo in Arizona: “Sbiancate quel bambino”

Incredibile ma vero, siamo ancora qui a parlare di un tremendo caso di razzismo e censura all’interno del mondo dell’arte La notizia arriva direttamente dal quotidiano Arizona Central e sinceramente vorremmo non averla mai letta. Gli artisti Pamela J. Smith e R.E. Wall sono stati chiamati a dipingere un grande  murale sulla facciata di una scuola di Prescott, la Miller Valley ad essere precisi. Il progetto dal titolo Go on Green doveva coprire due mura dell’edificio e mostrare la gioiosa relazione tra ragazzi ed ambiente.

Alla fine i due artisti hanno dipinto quattro allegri ragazzi immersi nella natura, la figura dominante è un bambino ispanico e proprio questo soggetto ha sollevato diverse questioni. Il preside della scuola ha infatti ordinato agli artisti di schiarire la pelle del ragazzo in primo piano. All’assurda richiesta si è unito l’incredibile comportamento della popolazione di Prescott: “Alcuni ragazzi della scuola elementare hanno lavorato assieme a noi e per due mesi sono stati sistematicamente coperti da insulti razzisti dalle persone che passavano a bordo delle loro automobili” ha dichiarato non senza una punta di disgusto R.E. Wall.

Collezionismo difficile per coppie senza figli

Sono una sognatrice e quando mi trovo di fronte ad un’opera d’arte non posso fare a meno di chiedermi se me la terrei in casa quella cosa li. Lasciando perdere costi e spazi, vorrei vederla tutti i giorni per il resto della mia vita? Me lo domandavo anche all’inaugurazione della seconda personale dell’artista svedese Nathalie Djurberg da Giò Marconi a Milano.

La risposta è contenuta nel titolo di questo articolo, astenersi perditempo, ma soprattutto: soggetti deboli di cuore, di spirito (in tutte le sue accezioni), chi è vulnerabile, i facilmente impressionabili, i puritani e i bacchettoni. Astenersi un pò tutti, Nathalie fa arte per se stessa, sul tavolo della sua cucina a Berlino e poco importa se ha vinto un Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi all’ultima Biennale di Venezia. Importa ancor meno se mentre guardi uno dei suoi video ti vengono su, direttamente dallo stomaco, una raffica di domande, che vorresti fare proprio a lei, perché credi di aver capito qualcosa, ma hai bisogno della conferma.

Mattia Bonetti alla Cardi Black Box di Milano

Lunedi’ 7 giugno Cardi Black Box presenterà un particolare progetto espositivo: una mostra interamente dedicata al design, nell’ottica sempre piu’ attuale delle contaminazioni tra l’arte contemporanea e le altre discipline creative.  Un progetto di respiro internazionale che vede per la prima volta in Italia l’allestimento di una personale dell’artista-designer svizzero Mattia Bonetti con un’ampia selezione di lavori in edizione limitata.  Mattia Bonetti disegna mobili fantastici, nell’accezione piu’ classica del termine: fantastico, che riguarda la fantasia, l’immaginazione, l’inusuale, cio’ che e’ fuori della realtà, cio’ che appartiene a un’altra dimensione.

Usa il computer solo per finalizzare il progetto; le sue opere sono frutto di un lavoro certosino che nasce dalla matita sulla carta, con quella tecnica rapida e diretta che da sempre ha lasciato piena libertà d’espressione a generazioni di creativi delle arti visive. La combinazione di stupore e precisione maniacale con cui l’artista lavora in due dimensioni viene magicamente – benche’ con un impegno di mesi – riprodotto nei dettagli della sua produzione. La facoltà di realizzare in 3D cio’ che esiste sul foglio e’ straordinaria nei particolari, nei materiali, nelle finiture e nei colori: dalla mano di Bonetti nasce un nuovo paese delle meraviglie. Questa incredibile abilità nel passare dal disegno al laboratorio e’ singolare allorche’ sorprendente, e lo e’ altrettanto la capacità di rendere gli oggetti della fantasia gli stessi oggetti che vivranno poi fisicamente nello spazio.