Jean Nouvel tinge di rosso il Summer Pavilion 2010 della Serpentine Gallery

L’architetto francese Jean Nouvel è stato chiamato dalla celebre e prestigiosa Serpentine Gallery di Londra per creare il consueto Summer Pavilion, edizione 2010. La notizia è stata resa nota ieri da alcuni portavoce dell’istituzione, al designer 64enne, vincitore del Pritzker Prize, toccherà il difficile compito di realizzare il decimo intervento all’esterno della Serpentine. Ricordiamo che lo scorso anno il design del padiglione estivo (ricordiamo che si tratta di una struttura temporanea) è stato affidato al duo di architetti giapponesi denominato SANAA i quali hanno creato un’avvincente struttura che somigliava ad una grande nuvola di alluminio.

Nouvel ha disegnato una struttura costituita da pannelli geometrici caratterizzati da un colore rosso acceso e dotati di tettoie retrattili. L’architetto ha dichiarato di aver scelto questo colore, che di certo non passerà inosservato, per porre la struttura in contrasto con l’ambiente verdeggiante che circonda abitualmente la Serpentine Gallery. Inoltre Nouvel ha dichiarato che la struttura sarà costituita da vetro, policarbonato e tessuto, per dare un’impronta ariosa e leggera al tutto. All’interno del padiglione troverà posta anche un’installazione creata dal celebre artista Christian  Boltanski (recentemente protagonista di una grande installazione al Grand Palais di Parigi) dal titolo Heartbeat.

Biennale di Venezia 2011 anche la Germania anticipa le mosse

 La Biennale di Venezia edizione 2011 torna a far parlare di sé con largo anticipo. Pochi giorni fa l’Italia intera è stata scossa dalla bomba di Sandro Bondi che ha nominato di Vittorio Sgarbi curatore del Padiglione Italia per la prossima Biennale (Bondi ha inoltre affidato a Sgarbi la vigilanza sulle acquisizioni del Maxxi di Roma). L’opinione pubblica si è ovviamente spaccata in due, molti hanno salutato la nomina di Sgarbi come il ritorno ad un arte contemporanea meno patinata è più rispettosa di alcuni maestri lasciati fuori dal giro modaiolo.

Altri invece temono che Sgarbi metta in mostra nomi che non rispecchiano la reale scena dell’arte nazionale, andando così a cozzare contro alcuni equilibri di un mercato già labile. La nomina di Vittorio Sgarbi ha inoltre stupito tutti per la sua tempestività ma va detto che in questi giorni anche altre nazioni si preparano ad affilare le armi in vista della grande manifestazione.

Christian Boltanski un maestro dal sangue freddo

Come abbiamo visto in un nostro precedente articolo Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla prossima Biennale di Venezia. Per zittire chiunque aveva additato il transalpino come un artista noioso, al Gran Palais di Parigi è in visione in questi giorni un’incredibile installazione che muoverà anche gli animi dei più scettici.

Boltanski ha infatti creato in occasione della sua presenza a Monumenta 2010 una gigantesca installazione dal titolo Personnes che comprende enormi cumuli di abiti (esattamente 50 tonnellate di vestiti) ed il suono di 15.000 battiti cardiaci. Il rumore echeggia incessantemente come un suono di tamburi tribali e ad esso si unisce quello dei cuori dei visitatori della mostra che possono farsi registrare il proprio battito cardiaco da alcuni tecnici vestiti di bianco ed entrare così di diritto all’interno dell’opera d’arte. Quest’opera sposa in pieno la ricerca dell’artista che si poggia sulla tragedia, sulla perdita, sul senso dell’assurdo e su di una freddezza che molto spesso come dicevamo viene a torto associata alla noia.

Naoshima, l’isola dell’arte contemporanea

 Un’immensa zucca a pois neri creata dall’artista Yayoi Kusama accoglierà curiosi, appassionati d’arte, semplici turisti e pescatori che si troveranno a sbarcare su Naoshima una piccola isola del mare interno di Seto. L’isola è talmente minuscola che la sua superficie è di appena 8 chilometri quadrati, un poco più grande dell’isola di Port-Cro nel mediterraneo. Ma Naoshima non è un isolotto qualunque perchè il miliardario giapponese Soichiro Fukutake ha intenzione di trasformarla nell’isola degli artisti. Fukutake è proprietario di un grande gruppo di scuole a distanza (tipo Berlitz), il magnate di 63 anni è il quarto uomo più ricco del Giappone e da più di venti anni continua realizzare il sogno nel cassetto, trasformare l’isola in un grande paradiso per l’arte contemporanea.

Si tratta di una vera è propria sfida poichè l’isola è stata per anni una sorta di deposito per lo stoccaggio di rifiuti industriali e per questo vietata al pubblico, inoltre sono in molti ad averla apostrofata come la pattumiera del Giappone. Naoshima ospita già il Chichu Art Museum, un’istituzione museale per l’arte contemporanea costruita interamente in cemento dal celebre architetto Tadao Ando.

Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla Biennale di Venezia 2011

Francia, Francia ed ancora Francia, dopo un periodo di silenzio i transalpini hanno deciso di stupirci e di puntare al rilancio di tutta la nazione nel gotha dell’arte contemporanea internazionale che fino ad ora vedeva un poco in ribasso le quotazioni di una patria capace di sfornare grandi talenti come Sophie Calle e Claude Lévêque. La Francia dicevamo non ha intenzione di rimanere incollata al passato, ai suoi grandi musei di arte moderna ed ai suoi grandi maestri della pittura.

Per questo la nazione d’oltralpe si sta muovendo in fretta ed ha già reso noto il suo programma per la Biennale Di Venezia 2011, annunciando che il celebre artista francese Christian Boltanski rappresenterà il suo paese all’interno della prestigiosa kermesse veneziana. La notizia potrebbe stupire visto che la Biennale si è da poco conclusa registrando un record assoluto di presenze ma è noto che le grandi manifestazioni devono essere meticolosamente progettate con largo anticipo. A quanto dichiarato da Artforum il padiglione transalpino sarà curato da Jean-Hubert Martin, stimato professionista che ha già ricoperto il ruolo di direttore del Centro Pompidou di Parigi e del Kunst Palast di Dusseldorf in Germania.

La Francia cala i suoi assi per il 2010

 Avevamo citato ieri la mancanza di buone notizie dal versante francese e ci eravamo ripromessi di parlarvi dei transalpini non solo riguardo scioperi e furti d’arte. Oggi siamo quindi qui a fornirvi una lista di impedibili mostre che avranno luogo a Parigi, proprio come avevamo fatto nel nostro precedente articolo sull’Inghilterra.

Il Centro Pompidou renderà omaggio all’eccentrica pittura di Lucian Freud in una mostra monografica dal titolo Lucian Freud. L’atelier che aprirà le sue porte dal 10 marzo. Questa è la seconda grande retrospettiva dedicata a Freud in territorio francese. La prima fu organizzata sempre dal Centro Pompidou nel 1987.

Il Grand Palais di Parigi propone invece dal 24 febbraio al 24 maggio una mostra dedicata al più sublime dei pittori inglesi : William Turner (1775-1851). Il grande maestro sarà il protagonista dell’evento intitolato Turner et les Maîtres, dove il genio del pittore inglese sarà affiancato ad opere che hanno ispirato la sua creatività e stiamo parlando di nomi del calibro di Canaletto, Rembrandt, Rubens e Claude le Lorrain.

Apre The Museum of Everything, il museo dell’arte segreta

 Il circuito dell’arte contemporanea non è certo povero di artisti, anzi casomai potremmo senza ombra di dubbio affermare che ce ne sono già troppi, molti dei quali sono celebri e quotatissimi sui mercati internazionali . Per ognuno di essi esiste però una grande moltitudini di artisti sconosciuti, outsider che non hanno avuto la loro stessa fama e fortuna e che nella maggior parte dei casi potrebbero raccontare storie dense di tristezza ed emarginazione. Basti pensare ad Henry Darger, artista americano con problemi mentali che ha lasciato in eredità migliaia di opere ritrovate solo dopo la sua morte.

Anche l’Italia possiede i suoi artisti nascosti come Carlo Zinelli che dal 1962 al 1968 ha prodotto circa 2000 opere tra dipinti e sculture e che nel 1963 è stato l’unico italiano ad esporre sue opere nella mostra dal titolo Insania Pingens organizzata a Berna in Svizzera, dove attirò l’attenzione di storici dell’arte vicini a Jean Dubuffet, fondatore e scopritore dell’Art Brut. Questi illustri sconosciuti nella maggior parte dei casi hanno indirettamente influenzato le future generazioni artistiche e non a caso molti segni della loro ingenua e primitiva forza creativa sono ravvisabili in molte opere di acclamati artisti internazionali. Artisti segreti insomma, ma a volte anche i segreti vengono rivelati al pubblico e si mostrano nudi, in tutta la loro sconcertante potenza. In questi giorni a Londra è stato inaugurato il Museum Of Everything, un vero e proprio museo dedicato all’arte segreta e reietta.

Young Artists Patrol#3, Luana Perilli

GlobArtMag propone oggi un’intervista a Luana Perilli, sensibile, poetica ed ironica artista della nuova scena dell’arte contemporanea italiana. L’artista ha da poco vinto il Premio Termoli 2009 con l’opera Complicity (hug) ed è stata tra i grandi protagonisti dell’ultima Quadriennale di Roma nel 2008.

G. Nelle tue opere riesci a far coesistere universi dissimili fra loro, memorie fantastiche e private si uniscono a vissuti universali e spunti storici mentre eteree proiezioni video si intersecano con la scultura. Quale è il meccanismo di questa mitologia personale?

L.P. Mi piace lavorare in modo stratificato accostando una lucida ricerca sul mezzo e il linguaggio ad una forma accogliente ed emotiva legata spesso alla memoria e al quotidiano. Ogni lavoro è una ricerca che si muove attraverso più mezzi,  più stesure,  più punti di vista. Qualsiasi ricerca parte cercando le connessioni tra una struttura logica e tecnica meticolosamente articolata e un’intuizione tutta privata fatta anche dei più risibili aspetti autobiografici. Imparo molto dalla tecnica che utilizzo. C’è una filosofia sottovalutata nel fare.
Credo profondamente in una metodologia simile a quella sostenuta da Italo Calvino: la necessità di darsi una stretta serie di regole e attraverso il loro adempimento o aggiramento produrre il lavoro ”..l’importanza della restrizioni nell’opera letteraria, l’applicazione meticolosa di regole del gioco molto rigide, il ricorso ai processi combinatori, la creazione di opere nuove a partire da materiali preesistenti.. soltanto operazioni condotte con rigore, nella fiducia che il valore poetico possa scaturire da strutture estremamente restrittive.” L’imprevisto nell’incontro di regola, sentimento e autobiografia è sempre salutato con euforia.

Dark Side II, il lato oscuro della fotografia

L’anno scorso una mostra dal titolo Darkside I–Photographic Desire and Sexuality Photographed ospitata dal Fotomuseum Winterthur in Svizzera ha esplorato il ruolo della fotografia sull’immagine della sessualità e del desiderio, riproducendo passioni e corpi seducenti che si aprono alla vita.

Dal prossimo 5 settembre fino al 15 novembre sarà invece il turno del secondo capitolo dal titolo Dark Side II – Photographic Power and Violence, Disease and Death Photographed. L’evento si preannuncia come riflesso opposto della mostra precedente con immagini disperate e disperanti, colme di corpi sfigurati, mutilati o semplicemente in declino che forniranno interessanti spunti di riflessione sia sull’arte che sull’antropologia rappresentando il momento della morte o della vicinanza ad essa come ultima esperienza della vita umana.

Christian Boltanski vende la propria vita al diavolo

Giornalmente spiamo la vita altrui tramite la miriade di reality show. Il Grande Fratello, Isola dei famosi, La Talpa, La Fattoria, X-Factor e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo anche parlato di un nuovo reality show americano dedicato all’arte ma ora questa storia metterebbe i brividi anche a George Orwell autore di 1984 o a Peter Weir, regista di The Truman Show.

C’è un uomo che ha venduto a un altro la propria vita (e la propria morte). Minuto per minuto, in diretta, per i prossimi otto anni. Il venditore della propria vita è Christian Boltanski, uno dei più noti artisti contemporanei francesi. Il compratore è un milionario che vive in Tasmania. In una intervista a Le Monde Boltanski racconta che il suo acquirente ha fatto fortuna con il gioco. Con il denaro vinto ha cominciato a collezionare opere d’arte e avrebbe voluto possederne anche una di Boltanski. Che ha rilanciato: perché accontentarsi dell’arte quando si può avere l’artista?