Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Art Assault il videogame dove puoi combattere contro Damien Hirst e Marina Abramovic

Conoscete il famoso video gioco open source FPS intitolato Assault Cube? Ebbene AssaultCube  è uno sparatutto in prima persona di quelli che vanno per la maggiore nel mondo dei moderni videogames. Anche se il suo scopo principale è quello del gioco in multiplayer, esso vanta anche una modalità in giocatore singolo, contro il computer. Assault Cube è attualmente disponibile gratuitamente per le piattaforme Microsoft Windows, Linux e Mac OS X. Il violento videogame fu progettato nel Luglio del 2004 mentre la prima versione ufficiale venne rilasciata nel Novembre 2006 ed il progetto iniziale prevedeva di creare un gioco completamente nuovo, che fosse però semplice e realistico allo stesso tempo, nonché molto giocabile.

Da quella data il videogioco ha subito numerose modifiche ma il succo è sempre lo stesso, sparacchia qua e la con sofisticate armi e fai fuori i tuoi nemici per conquistare il tuo obiettivo finale. In questi giorni Paul Steen ha creato una piccola variante grafica del celebre videogame denominata Art Assault, la quale permette di far combattere l’utente contro prestigiosi nomi dell’arte contemporanea.

Il Teschio di Damien Hirst in mostra a Palazzo Vecchio di Firenze

For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007, verrà esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011. For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di 8.601 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di 1.106,18 carati. Sulla fronte è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia anche noto come “la stella del teschio”. I denti sono stati ricavati da un cranio vero del Settecento acquistato da Hirst a Londra.

Il teschio di diamanti non ha precedenti nella storia dell’arte. Sotto un certo aspetto, l’opera rappresenta un tradizionale “memento mori”, un oggetto che parla della transitorietà dell’esistenza umana. Come scrive lo storico dell’arte olandese Rudi Fuchs: «Il teschio è sovrannaturale, quasi celestiale. Proclama la vittoria sulla decadenza. Al tempo stesso rappresenta la morte come qualcosa di infinitamente più implacabile. Rispetto alla lacrimosa tristezza di una scena di vanitas, il Teschio di Diamanti è gloria pura».

Art Review pubblica la sua top 100 dell’arte contemporanea

Come ogni anno torna a fare capolino la classifica dei 100 nomi più potenti del mondo dell’arte, stilata dal prestigioso magazine Art Review. Inutile dire che Mr. Gaga, Larry Gagosian è il protagonista indiscusso della top 100 ed è naturale che il suo diretto inseguitore sia Hans Ulrich Obrist.  Interessante notare gli scivoloni di Jeff Koons e Damien Hirst e la presenza dei beniamini nazionali (in neretto) Celant, Cattelan, Gioni ed i grandi dealers Massimo De Carlo e Galleria Continua. Ma andiamo ad osservare nello specifico l’intera lista:

1. Larry Gagosian
2. Hans Ulrich Obrist
3. Iwan Wirth
4. David Zwirner
5. Glenn D. Lowry
6. Bice Curiger
7. Sir Nicholas Serota
8. Eli Broad
9. RoseLee Goldberg
10. François Pinault
11. Adam D. Weinberg
12. Jeffrey Deitch
13. Ai Weiwei
14. Agnes Gund
15. Alfred Pacquement
16. Anton Vidokle, Julieta Aranda & Brian Kuan Wood
17. Bruce Nauman
18. Marc Glimcher
19. Beatrix Ruf
20. Dominique Lévy & Robert Mnuchin

Lehman Brothers vende la sua collezione ma nessuno vuole Damien Hirst

Che la fine della bolla speculativa dell’arte contemporanea fosse legata al tracollo finanziario della Lehman Brothers lo sapevamo tutti ed anche Globartmag ha più volte parlato di questa delicata questione che ha letteralmente sovvertito le regole di un mercato dell’arte a dir poco pirotecnico il quale fino al 2008 aveva fatto registrare cifre surreali ed in crescita esponenziale.

Oggi però possiamo proclamare a gran voce che il mercato dell’arte si sta velocemente ridimensionando e che la bolla speculativa ha mietuto importanti vittime le quali stentano a riprendersi dai burrascosi eventi. Tali conclusioni sono tratte dall’ultima asta che Sotheby’s ha organizzato utilizzando la collezione di opere proveniente dalla Lehman Brothers e da Neuberger Barman. Ebbene mentre la vendita di molte opere è andata veramente bene, quando il turno è toccato a Damien Hirst, altro grande simbolo della bolla dell’arte, si sono registrati risultati a dir poco catastrofici. Hirst è stranamente legato a Lehman, visto che nel giorno della bancarotta del brand, esattamente il 15 settembre del 2008, l’artista organizzò una vendita all’asta delle sue opere che gli fruttò ben 198 milioni di dollari, record assoluto per un singolo artista.

La maledizione di Monna Lisa ha rovinato il mercato dell’arte

In questi ultimi tempi di alti e bassi nel mercato internazionale dell’arte, sarebbe opportuno fare più chiarezza piuttosto che correre di volta in volta dietro agli inglesi  o ai cinesi. Dopo la fine della bolla speculativa molti collezionisti si saranno sicuramente meravigliati di veder crollare le quotazioni dei loro Damien Hirst ma se i ricconi possono sempre puntare su di un altro cavallo, i piccoli e medi collezionisti non possono certo permettersi di sbagliare all’infinito. I “fenomeni” in arte vengono creati di continuo poichè solitamente in mercato tende a spettacolarizzare troppo i suoi attori.

Questa pratica è stata largamente evidenziata da Robert Hughes,un critico d’arte australiano che ormai da più di trent’anni vive e lavora a New York, scrivendo testi decisamente interessanti e collaborando con importanti testate come il Time Magazine. Nel suo documentario intitolato The Mona Lisa Curse (la maledizione di Monna Lisa), Hughes parla di questa forma di spettacolarizzazione e speculazione etichettandola appunto come la maledizione di Monna Lisa. Questo perchè quando il famoso dipinto di Leonardo Da Vinci fu messo in mostra a New York fu trattato come una star del cinema e molti dicevano di averlo visto anche se in realtà non l’avevano visto affatto.

Chi decide cosa è arte e cosa non lo è?

Dieci anni fa alcuni ricercatori americani divisero in due gruppi alcuni bambini di 3 anni. Gli studiosi mostrarono ai giovani pargoli una tela su cui era stata lasciata cadere un’enorme macchia di pittura. Ad un gruppo di bimbi i ricercatori dissero che la macchia era stata provocata da un vasetto di pittura caduta accidentalmente sulla tela. I piccolini si disinteressarono totalmente al dipinto e tornarono ad altre attività. Al secondo gruppo di bambini fu invece detto che quella macchia di colore era stata accuratamente creata per loro. I bambini si interessarono alla tela e cominciarono ad apostrofarla come “il dipinto”.

Per farla breve il secondo gruppo è stato condizionato dal giudizio di un adulto, una persona fidata e competente quindi. Questo esperimento condotto da Paul Bloom e Susan Gelman, dell’università di Yale è oggi il fulcro di un nuovo libro che si interroga sul nostro modo di relazionarci all’arte contemporanea. La pubblicazione dal titolo How Pleasure Works (come funziona il piacere), da poco uscita negli States, asserisce che il puro giudizio estetico non esiste.

Damien Hirst vende la sua nuova Audi A1 ad Elton John

 Ogni anno Sir Elton John organizza un grande ballo nella sua residenza, l’evento dal titolo White Tie and Tiara Ball è mirato a raccogliere fondi per la EJAF, Elton John Aids Foundation e come da tradizione vengono messi all’asta alcuni oggetti d’arte. Questa volta alla grande kermesse di beneficenza era presente un lotto a dir poco singolare. Si tratta di una Audi A1 interamente coperta di vernice rosa. L’autore del misfatto è ovviamente il nostro sempreverde folletto dell’arte Damien Hirst che ha prodotto l’opera mediante la tecnica dello spin painting ( il colore viene applicato su di un oggetto che gira sfruttando la forza centrifuga).

Hirst ha inoltre certificato che la macchina può essere liberamente guidata su strada. Certo non sarà facile girare per il Regno Unito con una macchina spruzzata di vernice rosa. “E’ meravigliosa, non ho mai messo all’asta un’opera più bella di questa” ha dichiarato con entusiasmo il celebre cantante. Nello stesso lotto dell’Audi A1 era presente un altro dipinto di Hirst, sempre eseguito con la stessa tecnica dello spin painting.

Damien Hirst e la sua nuova galleria d’arte contemporanea

Era da un bel pezzo che non ne parlavamo ma il nostro sempreverde Damien Hirst nel frattempo non è stato certo con le mani in mano. Alcune voci, tra cui il celebre portale This Is London, hanno confermato una notizia che girava da tempo nell’ambiente artistico. Il folletto della YBA ha infatti deciso di aprire una sua galleria d’arte in Hyde Park a Londra. Hirst e l’architetto Mike Rundell hanno già pronto un progetto che prevede il restauro di un vecchio deposito di munizioni che sarà tramutato in un affascinante tempio dell’arte contemporanea.

Sembrerebbe inoltre che Hirst abbia già pronta una lista di artisti da esporre nel suo nuovo spazio. Tra i nomi figurerebbero quelli di Francis Bacon, Andy Warhol, Jeff Koons e Alberto Giacometti. Hirst avrebbe anche intenzione di esporre opere di Tracey Emin (sua grandissima amica nonchè collega ai tempi della YBA) e Sarah Lucas. L’artista ha progettato dei nuovi lavori da mostrare al pubblico ma è quasi sicuro che il pezzo forte della galleria sarà il celeberrimo teschio tempestato di diamanti che sarà visibile solo previo pagamento di un biglietto di ingresso.

Opere di Banksy,Tracey Emin e Marc Quinn a meno di 50 euro? con il kit potete farvele da soli!

Alzi la mano chi di voi, guardando un’opera d’arte contemporanea esposta in qualsivoglia museo o galleria, non ha mai pronunciato la fatidica frase: “Certo, quest’opera potevo farla anche io“. Ovviamente dopo Marcel Duchamp e dopo l’invasione di Minimalismo ed Arte Concettuale, il divario tra oggetto d’arte ed oggetto comune si è notevolmente assottigliato. In più va detto che molte opere d’arte contemporanea vengono create utilizzando materiali facilmente reperibili e nella maggior parte dei casi non serve nemmeno una determinata abilità o tecnica.

Ebbene, forte di ciò il fantasioso progetto iArtist London, ha deciso di abbattere in maniera definitiva il divario tra arte e pubblico, concedendo a tutti la possibilità di creare un oggetto d’arte. A dirla tutto non si tratta di creare un’opera dal nulla ma di riprodurre alcune fra le più celebri opere della scena del contemporaneo. In pratica il cliente sceglie quale opera riprodurre e compra un vero e proprio kit di montaggio con spiegazioni incluse, il tutto per poche sterline. Con un teschio di plastica, alcuni brillantini ed un poco di colla è possibile mettersi in casa Love of God, il celebre teschio diamantato di Damien Hirst.

Art basel si apre con un tripudio di vendite

Il mercato dell’arte sembra essere in piena salute, questo è quanto emerge dalle prime giornate di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più celebre del mondo che ogni anno si tiene a Basilea in Svizzera. Già dalle prime battute della kermesse, molte gallerie hanno totalizzato alcune vendite interessanti, confermando il momento positivo dell’art economy. La galleria di Los Angeles Blum & Poe ha dichiarato di aver venduto tutto lo stand. Tra i pezzi venduti figura l’opera Korin Dokuro di Takashi Murakami, ceduta per 550.000 dollari assieme ad  un dittico pittorico dal titolo My Lonesome Cowboy e Hiropon.

Blum & Poe ha inoltre venduto due dipinti di Carroll Dunham per 150.000 dollari al pezzo come anche alcuni dipinti di Mark Grotjahn ceduti per 90.000 dollari l’uno.  Anche la galleria Emmanuel Perrotin ha venduto un’opera di Murakami, si tratta di una scultura dal titolo Yume Lion, ceduta ad un collezionista europeo per 1.3 milioni di dollari. Perrotin ha ceduto anche l’opera Rocks di Tatiana Trouve per 90.000 euro. 

La stampa contro Charles Saatchi e la sua nuova mostra

 Fioccano le critiche per l’ultima mostra organizzata da Charles Saatchi nella suo quartier generale di Londra. Come precedentemente accennato in un nostro articolo, il magnate ha tentato di bissare il successo della generazione Young British Artists, manipolo di artisti assemblati a mestiere negli anni ’90 per raggiungere le vette dell’arte. In quegli anni Tracey Emin, Steve McQueen, Tacita Dean, Liam Gillick, Damien Hirst e CHris Ofili, assieme a tante altre stars del contemporaneo hanno raggiunto quotazioni incredibili, catapultando Saatchi nel gotha del mercato dell’arte.

Oggi, dopo la crisi finanziaria, la fine della bolla speculativa dell’arte e l’avvento delle nuove generazioni artistiche, l’impresa del ricco mercante sembra decisamente ardua e come da copione la mostra dal titolo orwelliano Newspeak: British Art Now (in visione appunto alla Saatchi Gallery dal 30 maggio al 17 ottobre) ha mancato rovinosamente il bersaglio.  Il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha definito l’evento come un confuso assortimento di opere “alle volte buone, spesso cattive e per la maggior parte anonime”. Il quotidiano si è inoltre scagliato contro il catalogo della mostra apostrofandolo come “orrido ed incomprensibile”.

Saatchi alla riscossa ma la YBA generation è irripetibile

E’ un collezionista, un art dealer ma soprattutto è stato il creatore di una nuova generazione artistica. Stiamo ovviamente parlando di Charles Saatchi, mogul dell’arte contemporanea che negli anni ’90 ha creato dal nulla la generazione degli Young British Artists, portando in auge nomi come Tracey Emin, Damien Hirst, Steve McQueen, Chris Ofili, Marc Quinn, Jenny Saville, Georgina Starr e Sam Taylor-Wood, tanto per citarne alcuni ma la lista sarebbe ancora lunga. Prima di allora, salvo sporadici sprazzi (anche se fondamentali) come l’Independent Group precursore della Pop Art, il Regno Unito non vantava certo molti primati all’interno della scena dell’arte contemporanea.

Insomma il vecchio Saatchi ha trasformato la sua nazione in un polo artistico capace di catalizzare l’interno mercato mondiale. Sono però passati 13 anni dalla celebre mostra Sensation e da quella stagione di gloria che si  è comunque protratta nel tempo ed oggi i protagonisti della YBA sono artisti maturi ed affermati che hanno intrapreso le loro strade. Saatchi ha continuato la sua attività di scouting e scopritore di talenti, aprendo anche un sito web, organizzando concorsi e persino talent show. A distanza di tutti questi anni il magnate ha quindi tentato di bissare il successo della stagione d’oro ma con alterne fortune.

Il meglio di Art HK 10

E parlando di Art Hong Kong 2010 andiamo un poco a vedere alcune proposte interessanti presenti in fiera:
Lo stand della White Cube Gallery sarà interamente dedicato a Mr.Damien Hirst, con opere che spaziano dai 150.000 dollari ai 3 milioni di dollari. 1.100 metri quadrati zeppi di opere del calibro di The Five Stages of Dying (2008-9), appartenente alla serie delle farfalle morte per intenderci. L’opera in questione è costituita da cinque casse di farfalle passate a miglior vita. Da tener d’occhio anche l’opera The Inescapable Truth (2005) , una scatola di vetro e metallo contenente una colomba impagliata ed un teschio umano in formaldeide.

Tabaimo, artista 35enne di Nagano è conosciuta per i suoi disegni ed animazioni disturbanti e sinistri. Alla fiera è ospitata dallo stand del Tyler Print Institute di Singapore con pezzi che variano dai 10.000 dollari ai 30.000 dollari. Un’opera in mostra dal titolo Skinspots, ispirata all’eczema, malattia della pelle che tormenta l’artista stessa. Insomma c’è da star allegri.