I Martedì Critici, dibattiti aperti per capire l’arte contemporanea

Martedì 16 febbraio 2010 dalle 19:00 alle 23:00 Alberto Dambruoso e Micol Di Veroli presentano una nuova serie di appuntamenti artistici in via Carlo Botta, 28 a Roma dove la visione critica diventa una parte fondante insieme a quella dell’artista nella definizione dell’opera esposta.

I martedì critici sono degli eventi unici che si svilupperanno nel corso di una serata e prenderanno vita nello spazio-studio di un critico d’arte. Un contenitore alternativo rispetto alle gallerie, dove non si intende fare mercato bensì apportare una lettura, stimolare delle riflessioni, aprire un dibattito attraverso la presenza attiva degli attori che danno vita all’arte creando così di volta in volta una piattaforma liberamente aperta al pubblico. L’intento è quello di spiegare, documentare, rendere note le poetiche e le direzioni di ricerca degli artisti invitati.

Soltanto un quadro al massimo: è la volta di Nico Vascellari e di Christian Pilz

Giovedì, 18 febbraio 2010, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo inaugura la dodicesima edizione del ciclo espositivo Soltanto un quadro al massimo questa volta con i due giovani artisti Nico Vascellari e Christian Pilz. La nota rassegna, ideata dal curatore Ludovico Pratesi e dal Direttore dell’Accademia Tedesca, Joachim Blüher, mette a confronto ad ogni edizione un’opera di un artista italiano con una di un artista tedesco.

In occasione della dodicesima edizione di Soltanto un quadro al massimo, espressamente dedicata ad artisti delle ultime generazioni, Nico Vascellari ha creato appositamente il grande lavoro Nido(2010) e l’artista tedesco Christian Pilz espone S.T. (2007), un grande disegno a matita composto da nove dei 18 fogli originali.

Il ritorno a casa di Chiara Mu

Chiara Mu è un’artista romana, da anni residente a Londra; diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha conseguito il Master in Arti Visive presso il Chelsea College of Art and Design di Londra. Lavora soprattutto sull’installazione e la performance, sempre strettamente legata al contesto, di cui sviluppa le caratteristiche, molto spesso sovvertendole, sia dal punto di vista fisico, che concettuale.

Il 4 marzo 2010 presenta presso gli spazi non convenzionali del Condotto C di Roma, un lavoro installativo che prende le mosse, così come il Condotto C stesso, dall’omonimo racconto di Asimov. Il lavoro sarà visibile solo per una, due persone alla volta che dovranno attraversare ed esperire l’intervento di Chiara Mu impreparati e curiosi: un’installazione che si impossesserà “tematicamente” dello spazio del condotto C, dalle 18 alle 23, mentre la luce si appresta a svanire.

Walter Picardi – Full Immersion

Venerdì 19 febbraio 2010 alle ore 19:00 si inaugura presso la galleria Dora Diamanti arte contemporanea la mostra Full Immersion, personale di Walter Picardi a cura di Micol Di Veroli.

Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra, parole diverse per una lingua comune bagnata dal sangue di vittime innocenti, nodo scorsoio che cinge il collo della nostra terra sino a toglierle il respiro. L’unica reazione possibile è la lotta serrata a questa forma di ignoranza mediante l’arma della cultura, dell’arte nello specifico, unico spiraglio d’aria in un’immersione totale nel cemento del silenzio e dell’arroganza.

Con Full Immersion, Walter Picardi compie un’indagine amara e grottesca sulla malavita organizzata, raffigurando i membri di un nucleo familiare inaspettatamente avvolti da blocchi di cemento. Ed è proprio la famiglia un elemento di assoluta ambivalenza, capace di evocare sia il concetto di patria sia la complessa gerarchia dei clan mafiosi che per anni hanno controllato il mercato del cemento e nello stesso materiale hanno sotterrato centinaia di esseri umani non conformi alle loro regole.

L’Universo Rivelato di Michele Zaza

La Fondazione Volume! di Roma da giovedì 4 febbraio apre le porte all’Universo Rivelato, opere dell’artista Michele Zaza. Spazi incantati e onirici, generati da luminosità sottili, creano la scenografia adatta all’Universo Rivelato. Nelle immagini presentate appaiono volti protetti da nuance del blu e coperti da mani, in movimento, a voler nascondere la propria identità, un mix tra finzione e realtà contrapposte. Quasi come fossero attori che indossano maschere, un rimando enigmatico interiore, ed ombre alla ricerca della vita.

She Devil, video arte al femminile

Studio Stefania Miscetti di Roma inaugura il 12 febbraio la quarta edizione della rassegna video SHE DEVIL che anche quest’anno, in continuità con le precedenti edizioni, accoglie numerosi curatori ed artisti internazionali, dai più giovani ai più affermati, proponendosi così come una vera e propria piattaforma aperta a nuove e differenti esperienze.

SHE DEVIL, nome di un’eroina della Marvel e titolo del famoso film del 1989 di Susan Seidelman, allude in modo giocoso allo spirito diabolico e bizzarro con cui l’esperienza artistica indaga e attraversa il quotidiano. I video si focalizzano su una ricerca al femminile, e mettono a diretto confronto i diversi percorsi di indagine. Scopo dell’iniziativa è di sollecitare, a volte con ironia, a volte con realismo, la coscienza collettiva su temi come l‘identità femminile, il corpo come luogo di rappresentazione e significato, l’esperienza personale che assurge a dimensione universale anche quando è l’intimità delle artiste ad essere portata in primo piano.

Spirito: è la volta di Arthur Duff

Prosegue presso il Complesso Santo Spirito in Sassia in Roma il progetto SPIRITO ideato e a cura di Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto e promosso da Giubilarte Eventi che, avviato nel novembre 2008, propone alcune delle presenze più significative nel panorama creativo nazionale ed internazionale (alcune delle quali approdano per la prima volta a Roma o in Italia in forma individuale) mettendole a confronto con uno spazio espositivo eccezionale, lo storico complesso ospedaliero fondato nell’ottavo secolo d.C. e definito nel suo aspetto attuale nella seconda metà del Quattrocento sotto il pontificato di Sisto IV.

Il sesto appuntamento è stato affidato ad Arthur Duff che propone un’installazione composta di raggi laser che invade contemporaneamente le due sale di Santo Spirito. Attraverso composizioni verbali ispirate alle caratteristiche funzionali mediche, di ricovero e di accoglienza dell’edificio (tra le quali, ad esempio, la cosiddetta ruota degli esposti), l’artista colma lo spazio dell’antico nosocomio che egli percepisce ormai vuoto rispetto alla vita e alla storia che per secoli lo ha animato.

La lunga e minuziosa ricerca sul suono nel silenzio di Emilano Zelada

Nella vita dell’individuo esistono sostanzialmente due tipi di silenzio: il silenzio passivo, inteso come assenza di attività, ed un silenzio attivo, inteso come comportamento cognitivo consapevolmente orientato alla comprensione ed acquisizione di informazioni. Lo stesso dualismo si riscontra tra il silenzio dell’arte e il silenzio nell’arte. Nel primo caso, l’artista, rinunciando al suo ruolo di demiurgo, piomba in un silenzio che riflette solo la propria crisi di identità, perdendo la relazione con il contesto; nel secondo, accettando la propria responsabilità, si inserisce in un entourage più articolato per modificarlo, criticarlo, distruggerlo o ricostruirlo, delineando attraverso il silenzio un punto di inflessione nel proprio essere.

La responsabilità assunta dall’artista/compositore Emiliano Zelada (Roma, 1979. Vive e lavora a Barcellona) si manifesta attraverso Silent Collapse mostra a cura di Angel Moya Garcia che si terrà a partire dal 12 febbraio presso la galleria Ingresso Pericoloso di Roma. La mostra viene sviluppata attraverso tre ambientazioni, lontane dalla nostra abituale percezione, che costituiscono tuttavia parte ineludibile della quotidianità. Portando all’attenzione frequenze inudibili e suoni impercettibili alla sensibilità umana, i lavori si caratterizzano da una lunga e minuziosa ricerca sul suono nel silenzio, eseguita attraverso il rumore e la saturazione.

La nuova guerra di Justin Lowe

Dopo la personale del 2007, il 22 gennaio 2010 torna ad esporre presso la Galleria Cesare Manzo di Roma Justin Lowe, artista del panorama newyorkese, recentemente in una doppia personale con Jonah Freeman alla Deitch Project di N.Y. (Black Acid Co-op, luglio-agosto 2009).

Lowe espone in questa sede più di trenta collage dal sapore visionario e surreale, seguendo quella scia psichedelica e libertaria che contraddistingue il suo lavoro. Attinge a piene mani dall’immaginario anni ’60 e dal vintage più estremo, sovrapponendo e mescolando copertine di libri, locandine di film e stralci di dischi. Il risultato è sempre elastico e multisensoriale. Conosciuto per le elaborate installazioni, Lowe continua ad usare le sue intense e intrusive composizioni, che intersecano bidimensionalità e tridimensionale per mezzo di dipinti-collage, video e specchi. La manipolazione dei media altera le percezioni dello spettatore conducendo ad associazioni inverosimili: i soggetti, icone di cultura e costume del passato, ammiccano da inconsuete angolazioni confondendo leggenda e storia.

Archana Hande – All is fair in Magic White

Nel terzo appuntamento con l’arte contemporanea indiana il 21 gennaio la galleria romana Z2O presenta – per la prima volta in Europa – “All is fair in Magic White”, il lavoro dell’artista Archana Hande (Bangalore, 1970) a cura di Maria Teresa Capacchione.

All is fair in Magic White è una sorta di compendio dei lavori e delle idee su cui l’artista ha lavorato negli ultimi dieci anni. Archana Hande ha sviluppato infatti la sua ricerca creativa sul tema dell’”identità”: identità di razza, di classe, di cultura, di religione nell’India post-coloniale e questa ricerca trova in “All is fair in Magic White” una perfetta sintesi narrativa e stilistica.
Archana Hande – che nel suo lavoro si avvale di tutti i media: video, pittura, fotografia e “new media” come Internet (suo il progetto: www.arrangeurownmarriage.com) – in “All is fair in Magic White” narra una storia utilizzando una tecnica di incisione molto diffusa in Asia, quella del “block print”.
Con questa tecnica – usata con l’intento di creare una sorta di continuità con il lavoro artigianale di cui si parla nel racconto – la Hande ha inciso su 120 singoli “stampi” di legno le scene della storia, imprimendole poi su 18 tele su cui è infine intervenuta dipingendo a mano.

Chris Burden alla Gagosian Gallery di Roma

La Gagosian Gallery inaugura il 13 febbraio la prima mostra di Chris Burden a Roma in oltre trenta anni. In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.

Da un lato della sala ovale Burden ricrea Nomadic Folly (2001). Presentata per la prima volta nel settembre 2001 alla Biennale Internazionale di Istanbul, questa installazione è la sua interpretazione fantastica di una sofisticata tenda nomade. La struttura è composta da un’ampia piattaforma in legno di cipresso e da quattro grandi ombrelloni. I visitatori possono soffermarsi e rilassarsi sotto la tenda rivestita di sontuosi tappeti e decorata da corde intrecciate, lampade e oggetti in vetro e metallo, ricche stoffe tradizionali ricamate con fili scintillanti. Una dolce e seducente musica turco-armena si diffonde dall’interno.

Amir Mogharabi alla galleria 1/9 unosunove di Roma

Unosolo, la project room della galleria romana 1/9 unosunove inaugura il 14 gennaio la prima mostra personale in Italia dellʼartista newyorkese Amir Mogharabi (1982, Shiraz).

In linea con il significato che il numero 11 riveste nella riflessione teorica ed artistica di Amir Mogharabi e con lʼimportanza della componente performativa del suo lavoro la preparazione di Interior 01|11|10 avrà inizio il giorno 11 gennaio 2010. Ogni giorno lʼartista porterà avanti lʼallestimento della mostra realizzando i lavori direttamente in galleria e incontrando alcune persone (artisti, curatori, scrittori) invitate a interagire con il processo installativo attraverso discussioni sul lavoro svolto giorno per giorno. Tale confronto rappresenterà un contributo fondamentale e necessario per il risultato stesso della presentazione finale prevista per il 14 gennaio alle ore 19.

Inizio 2010 sprint per il Macro di Roma

Il 2010 del Macro di Roma comincia con un calendario fitto di eventi, dal 23 gennaio al 5 aprile l’istituzione museale presenterà infatti una serie di mostre del tutto interessanti:

Macroradici del contemporaneo: A Roma la nostra era avanguardia
Con un omaggio unico e sorprendente a Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 e Contemporanea, la mostra accompagnerà il pubblico alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato all’attività di Graziella
Lonardi Buontempo
, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato vita a una nuova visione della cultura.

Roommates/coinquilini: Valentino Diego, Pietro Ruffo Con Valentino Diego e Pietro Ruffo, proposti rispettivamente dalle curatrici Sabrina Vedovotto e Ilaria Marotta, inizia il secondo appuntamento del ciclo di mostre roommates/coinquilini, grazie al quale il MACRO si apre al lavoro di altri giovani curatori e artisti della scena romana. Una stanza del museo diviene così un appartamento “artistico” in cui convivono identità diverse – un contesto in cui le differenze rimangono visibili e allo stesso tempo si determinano situazioni di incontro e di scambio.

Enzo Cucchi – Costume Interiore La hall del Museo ospita una visionaria torre di Enzo Cucchi, composta da tre forme cilindriche sovrapposte in metallo praticabili dal visitatore, il quale è invitato ad entrarvi per scoprire l’universo di immagini in esse racchiuso, fatto di presenze antropomorfiche e volumi sospesi (teste, teschi, agglomerati di pittura, sfere sottili), che risuonano come un contrappunto al contempo emotivo e visivo: un “costume interiore” appunto.

Ruth Sacks – Double-sided Accumulated

La galleria Extraspazio di Roma presenta dal 14 gennaio la mostra Double-sided Accumulated, prima personale in Italia dell’artista sudafricana Ruth Sacks (Port Elizabeth, 1977; vive e lavora attualmente a Bruxelles).

La mostra prende spunto dall’idea dell’accumulazione. Partendo da avvenimenti isolati e raccogliendo frammenti di epoche diverse, l’artista giunge alla creazione di nuove forme ibride e di monumenti portatili. In Double-sided Accumulated Ruth Sacks si preoccupa di aggiungere peso a materiali già esistenti. Oggetti, immagini e parole in apparenza privi di nesso sono stati riordinati per dare origine a nuove e inedite combinazioni. L’artista ha campionato elementi specifici che rimandano a momenti della storia dell’arte e dell’architettura per analizzarne i ruoli e le interpretazioni alla luce dei nostri tempi.