Talks e dibattiti: l’arte di parlare a vanvera

Convegni, tavole rotonde, talks, dibattiti, forum e chi più ne ha più ne metta. Il mondo dell’arte contemporanea del tricolore è un florilegio di discussioni circa l’andamento del mercato, i metodi per fare sistema ed il miglior modo per supportare i giovani artisti. Queste interminabili e noiose oratorie spuntano come funghi all’interno di fiere, festival ed altre manifestazioni e solitamente sono presenziate da illustri curatori ed altri addetti del settore. Tutti sono pronti a dire la loro ed ognuno sembra esser in possesso del giusto antidoto per guarire il mercato o della formula esatta per far esplodere i talenti emergenti.

Il guaio è che nel nostro paese si parla troppo e si agisce troppo poco, queste manifestazioni si tramutano infatti in estenuanti tribune politiche o processi del lunedì che lasciano le cose invariate. Gli oratori però se ne tornano a casa gonfi d’orgoglio per aver aggiunto infrastrutture verbali ad una montagna di parole inutili, una montagna che non riesce a partorire nemmeno un topolino. Del resto a noi il dibattito da cineforum è sempre piaciuto e potremmo senza ombra di dubbio affermare che organizzare un meeting senza senso è una vera e propria arte, una performance insomma.

Fuksas e Gehry, due “nuvole” cariche di pioggia

La nuvola di Frank Gehry

Le nuvole sembrano esser divenute il pallino delle archistar internazionali. Certo è che guardando il cielo ognuno di noi può meravigliarsi in qualsiasi momento ma è pur vero che molte volte avere la testa fra le nuvole non è . Ne sa qualcosa Massimiliano Fuksas, visto che l’edificazione del suo Centro Congressi Italia (ribattezzato Nuvola) nel quartiere EUR di Roma si è tramutata in una vera e propria fabbrica di San Pietro, inaugurata l’11 dicembre del 2007 ed ancora ferma al più classico dei pali. Si è detto che la Nuvola verrà completata nel 2013 ed il suo costo complessivo sarà di oltre 270 milioni di euro, non male per una gigantesca teca in acciaio e vetro.

In questi ultimi giorni una nuova “nuvola” è balzata agli onori della cronaca. Si tratta di una nuova struttura parigina sviluppata dall’archistar Frank Gehry e fortemente voluta da Bernard Arnaud il proprietario dei fashion brands Louis Vuitton, Christian Dior e Givenchy. La Nuvola di Gehry (il cui vero nome è Louis Vuitton Foundation for Creation) è stata pensata per contenere un centro culturale che ospiterà mostre temporanee di artisti universalmente riconosciuti come Jean-Michel Basquiat, Francis Bacon e Damien Hirst.

Kinetica, una fiera in bilico tra arte e scienza a Londra

Tomomi Sayuda

Art Basel è senz’altro una manifestazione fieristica celebre e prestigiosa, gli espositori fanno a pugni per entrare al suo interno e gli artisti non vedono l’ora di portare una loro opera fra gli stand. Anche Frieze come Artissima Torino e Artefiera Bologna sono fiere molto amate da pubblico, collezionisti e semplici appassionati. Bisogna però ammettere che nessun’altra fiera al mondo è appassionante quanto Kinetica Art Fair, manifestazione in bilico tra arte e scienza che si è svolta dal 4 al 6 febbraio all’Ambika P3 Gallery di Londra.

Esperienze audiovisuali, tecnologia, forme mutanti, robotica, teorie quantistiche e new media art, tutto fa brodo in questa fiera che ha forse il pregio di riportare la meraviglia ed il gusto per la sorpresa all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea. Tra i tanti espositori e visitatori presenti tra i padiglioni, la fiera ha presentato un programma di eventi collaterali a cui ha partecipato anche il controverso artista Stelarc, quello che si è fatto impiantare un orecchio dentro l’avambraccio, per intenderci.

Camorra! ed il direttore del CAM Antonio Manfredi chiede asilo in Germania

Una sbalorditiva notizia è rimbalzata nelle ultime ore sul sito della CBS News. Protagonista della vicenda è Antonio Manfredi, direttore del CAM, Contemporary Art Museum di Casoria, istituzione museale che negli ultimi tempi è stata bersaglio di alcuni atti illeciti portati a termine da ignoti malfattori. Ai microfoni dell’Agence France Presse, Manfredi avrebbe dichiarato di voler presto lasciare il museo e trasferirsi in Germania per proseguire il suo percorso di supporto alla giovane arte.

“Sto dicendo sul serio, se Angela Merkel mi offre asilo, sono pronto a fare i bagagli e trasferirmi in Germania con lo staff del museo e con l’intera collezione di 1.000 opere” ha dichiarato alla stampa il direttore. In parole povere Manfredi sarebbe pronto sin da subito a trasferire l’intero museo con tutte le opere accumulate durante la sua gestione iniziata nel 2005.

MACRO e MAXXI, quale programmazione per i gioielli romani?

Tagli alla cultura e ridimensionamenti. Come già anticipato in un nostro precedente articolo, il mondo istituzionale dell’arte contemporanea romana si appresta ad affrontare un duro periodo di vacche magre. Vediamo allora come stanno reagendo il MACRO ed il MAXXI, i due gioiellini della capitale, ai venti di tempesta già alle porte. Vi offriamo quindi le programmazioni che le due prestigiose istituzioni hanno intenzione di offrire al pubblico partendo da febbraio per arrivare alla prossima stagione estiva.

Ognuno di voi coglierà le proprie conclusioni. Noi di Globartmag, a fronte del grande successo di pubblico generato da passati eventi rivolti ai giovani, siamo certi che sia possibile organizzare ottime mostre di talenti emergenti anche con pochi fondi e che una project room tutta romana sarebbe un vero e proprio toccasana in questa fase di ristrettezze economiche. Comunque sia bando alle ciance e vediamo la lista degli mostre in programma.

La Russia vieta i prestiti di opere d’arte agli U.S.A.

Strano periodo per l’arte internazionale, sembra quasi che censura e ritorsioni siano divenute pratiche così condivise che i gesti di chiusura spuntano un poco come i funghi da ogni parte del globo. Abbiamo seguito le vicende dello Smithsonian National Portrait Gallery di Washington DC e l’insensata rimozione del video A Fire In My Belly di David Wojnarowicz, in seguito siamo passati alla cancellazione del murale dello street artist Blu, operata da Jeffrey Deitch direttore del MOCA di Los Angeles. Per ultima in ordine di tempo la strana vicenda subita dalla galleria Furini Arte Contemporanea di Roma che si è vista censurare un’opera di Marlon de Azambuja dai vertici di ArteFiera Bologna.

In questi giorni a questa lista nera internazionale si è aggiunta un’altra spiacevole manovra presa dalla Russia nei confronti degli Stati Uniti. La disputa è iniziata quando gli USA hanno chiesto indietro una raccolta di 12.000 libri e 50.000 testi ebraici appartenenti al movimento Chabad Lubavitch. L’organizzazione Chabad di stanza a Brooklyn ha quindi chiesto la restituzione dei testi, vincendo una causa negli states.

Julian Assange nuova icona della street art, Kenny Scharf senza speranza

Andiamo a vedere cosa succede nel mondo della street art. Julian Assange, celebre e controverso fondatore di Wikileaks è già entrato nel cuore della gente ed il popolo della street art lo ha eletto nuova icona rivoluzionaria del momento. Proprio come Billy the kid, nemico per molti eroe per altri, Assange ha colpito la fantasia di tutti gli artisti sparsi per il globo che gli stanno già dedicando numerose opere. Nella sua residenza di Abode of Chaos vicino Lione, l’Artista e boss di Artprice Thierry Ehrmann ha già portato a termine un bel faccione di Assange da tenere tra le mura di casa. A Melbourne intanto l’artista auto-didatta Regan Tamanui ha composto un doppio stencil in onore di questo nuovo eroe.

Anche Amorfart in Ungheria ha deciso di utilizzare alcuni stencil con il faccione di Assange per decorare alcuni dischi in vinile. Insomma dobbiamo proprio ammettere che Julian Assange è riuscito a spodestare il caro e vecchio Barack Obama ed al momento sembra che il controverso “spione informatico” sia divenuto una vera e propria musa per la street art di tutto il mondo.

I musei di tutto il mondo? li vedi su Google Art Project!

Ve ne sarete sicuramente accorti oggi passando per Google ma nel caso vi fosse sfuggita ci siamo noi qui a illustrarvi la nuova piattaforma offerta da uno dei più importanti colossi di internet. Google ha infatti lanciato il Google Art Project, un’importante joint venture con i più grandi e celebri musei del mondo.

All’interno di questo nuovo sito avrete l’opportunità di visitare prestigiose istituzioni come il Tate Britain di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, gli Uffizi di Firenze, il Museo Reina Sofia di Madrid e tanto altro ancora. Il bello è che entrando virtualmente in ogni museo si ha la possibilità di esplorarlo a 360 gradi un poco come se si trattasse di uno Street view dell’arte.

Della censura e di altri limiti italiani

A poche ore dall’opening di ArteFiera di Bologna l’organizzazione della fiera comunica a Furini Arte Contemporanea (galleria di Roma) che gli animalisti avrebbero bloccato la manifestazione contestando l’opera Tate Modern di Marlon de Azambuja (1978 – Santo Antonio da Patrulha, Brasile) per le condizioni degli animali in gabbia e lo invitano a disfarsi dei volatili. I pappagalli devono essere rimossi, il lavoro viene mutilato di un elemento fondamentale, l’opera è così incompleta, privata del suo stesso senso di essere.

In realtà i pappagalli avrebbero goduto di ogni cura e attenzione, la stessa che avrebbero ricevuto in un’abitazione: una grande gabbia, acqua, mangime. Eppure lo spettro della protesta ha intimidito anche un’organizzazione come Art First che, per paura che il dissenso di alcune categorie avrebbe potuto impedire il normale svolgimento della fiera, ha preferito che la galleria esponesse un’opera deturpata.

In vendita a 120.000 dollari i semi di Ai Weiwei ma in rete si trovano a 25 cent l’uno

E’ stata una delle opere d’arte più chiacchierate dello scorso anno ed ora una parte di questa colossale installazione è in procinto di andare all’asta da Sotheby’s il prossimo 15 febbraio 2011. Stiamo ovviamente parlando dei semi di girasole di porcellana creati da Ai Weiwei ed installati nella Turbine Hall del Tate di Londra. Come ricorderete bene i semi sono stati al centro di una rovente polemica, poiché i vertici della prestigiosa istituzione dopo pochi giorni dall’inaugurazione, hanno deciso di vietare al pubblico l’interazione con gli stessi dopo aver annunciato che la polvere di porcellana generata dallo sfregamento di milioni di esemplari poteva arrecare gravi danni alla salute pubblica.

Ovviamente sono in molti a pensare che la Tate abbia vietato l’interazione per non agevolare eventuali furti di semi. La riprova di ciò è quest’asta di Sotheby’s che metterà in palio cento chili di semi per ben 120.000 dollari, praticamente 1.200 dollari al chilo. Pensate un poco a quei fortunati che sono riusciti a riempirsi le tasche con un chiletto di semini, adesso potrebbero ritrovarsi con un cospicuo investimento fra le mani senza aver di fatto acquistato l’opera passando da Sotheby’s.

Su Exibart.onpaper Vittorio Sgarbi svela alcuni dei suoi nomi

Lino Frongia, presenza data per certa alla prossima Biennale

Leggevo ieri su Exibart.onpaper la pregevole intervista di Massimo Mattioli a Vittorio Sgarbi sui nomi che il celebre critico/storico dell’arte avrebbe intenzione di piazzare all’interno del Padiglione Italia della Biennale di Venezia edizione 2011. Devo dire che le parole del Vittorione Nazionale mi hanno decisamente confusa. Ci sarà la presenza dei giovani artisti all’interno degli 89 Istituti Italiani di Cultura all’estero e vengono citati Luisa Rabbia, Andrea Galvani, Francesco Simeti, Andrea Mastrovito, Gaetano Pesce ed Eva e Franco Mattes.

Questo mi è sembrato un buon inizio ma per quanto riguarda il Padiglione Italia le cose sono un tantino incerte. Sgarbi parla di una presenza certa di Maurizio Cattelan e di Vanessa Beecroft ed Enzo Cucchi, collocati in una sede speciale. Personalmente ricordo di aver lanciato una fin troppo rocambolesca previsione in un articolo del 3 settembre 2010 dove verso la fine è possibile leggere:

Tino Sehgal e le sue strane vendite mettono in cattiva luce il Centre Pompidou

Il video artista francese Fred Forest è alla ricerca della verità. A dirla tutta la sua lotta per far luce sulle spese del Centre Pompidou di Parigi va avanti da oltre dieci anni e sembra ben lungi dal terminare. Il fatto è che Fred Forest accusa il Centre Pompidou di essere poco chiaro nei suoi acquisti delle opere in collezione permanente e c’è da dire che in passato la legge gli ha dato ragione. L’ultima vicenda in ordine di tempo riguarda l’acquisto da parte della celebre istituzione della performance Welcome to This Situation del chiacchieratissimo artista Tino Sehgal.

L’opera in questione è costituita da sei attori che mettono in scena una conversazione contenente citazioni da filosofi sconosciuti, ogni qualvolta un visitatore si trova ad entrare nell’ambiente gli attori lo accolgono con un bel Welcome to This Situation. Questa performance è quindi l’acquisto del Centre Pompidou che da oggi può rimetterla in scena a proprio piacimento Come già accennato in un nostro precedente articolo Tino Sehgal è solito vendere le sue opere in forma verbale in presenza di un notaio, senza alcun contratto scritto e soprattutto senza una ricevuta.

Vittorio Sgarbi e Marcello Mariani in Biennale, ma sarà vero?

Pochissimi giorni or sono il magazine Exibart ha dichiarato di avere succose rivelazioni per quanto riguarda il Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi all’edizione 2011 della Biennale di Venezia. Il magazine ha inoltre aggiunto che le rivelazioni del Vittorione Nazionale verrano rese note sul prossimo numero di Exibart.onpaper disponibile ad Artefiera di Bologna. A questo punto anche noi di Globartmag siamo estremamente curiosi sulla famosa lista Sgarbi, si tratterà di un minestrone di dinosauri dell’arte o il furbo Vittorione ha sciorinerà una serie di nomi di tutto rilievo?

Sinceramente è difficile fare previsioni certe visto che il nostro rilascia dichiarazioni a tutto spiano ed è solito smentirle poco dopo. Comunque sia le ultime notizie in nostro possesso circa le mosse di Sgarbi risalgono allo scorso 5 gennaio quando il celebre e polemico storico dell’arte si è recato a L’Aquila per effettuare un sopralluogo nella zona rossa ancora avvolta in un misero scenario di distruzione e totalmente abbandonata dallo Governo italiano.