Nuovo furto di opere d’arte nel sud della Francia

 Poco dopo il furto del dipinto Les Choristes di Edgar Degas al Cantini Museum di Marsiglia (vedi nostro precedente articolo), il sud della Francia torna a far notizia per quanto riguarda la sparizione di capolavori dell’arte. Il secondo grande furto è accaduto a meno di una settimana di distanza ed ha fruttato agli astuti ladri un bottino di 30 opere tra cui alcuni dipinti di Pablo Picasso ed Henri Rousseau, rubati direttamente dalla casa di un collezionista privato. La cifra stimata dell’intera collezione ammonterebbe ad 1 milione di euro.

Secondo la polizia locale il furto è stato portato a termine proprio mentre i padroni di casa erano in vacanza all’estero. L’effrazione è stata scoperta da una donna di servizio dell’abitazione che si trova nei pressi di La Cadiere d’Azure, un villaggio medievale della Provenza circondato da vigneti ed oliveti. Solo un’opera di Amedeo Modigliani facente parte del bottino è stata ritrovata a Tolona. Il ricco collezionista era in vacanza in Svezia nei giorni del furto ma attualmente è rientrato in Francia per stilare un inventario delle opere rubate dalla sua collezione.

Capezzoli malandrini e Las Vegas censura la street art

 Niente capezzoli, problema sparito. Così hanno pensato tutti gli abitanti di Clark County, una contea del Nevada che contiene la cittadina di Las Vegas, ora che i capezzoli sul murale creato all’esterno dell’Erotic Heritage Museum sono stati coperti con dei piccoli stickers. Il murale in questione riproduce alcune donne nude ed i capezzoli esposti violano un codice della contea che vieta di mostrare su segnali ed insegne l’areola del seno.

Il curatore del museo di Las Vegas, Laura Henkel, ha quindi coperto i seni femminili ma ha precisato che l’opera in questione non è certo un’insegna od un segnale ma una creazione artistica. Questo è il terzo murale ad offendere una comunità che punta sull’industria del sesso come unico mezzo di sostentamento (ironia della sorte). Non è un segreto il fatto che l’area di Las Vegas attrae migliaia di turisti proprio grazie al sesso, agli alcolici ed ai giochi d’azzardo. Senza tutto ciò Las Vegas non esisterebbe ma stranamente quando un artista gioca con queste tematiche qualcuno si offende prontamente.

L’artista Kane Cunningham compra una casa per distruggerla

 “il bisogno di distruggere è anche un bisogno artistico” aveva un giorno dichiarato Pablo Picasso. Oggi un artista inglese metterà alla prova questa teoria, stiamo parlando di Kane Cunningham, stimato pittore paesaggista dello Yorkshire che ha da poco acquistato una casa a Knipe Point vicino Scarborough pagandola solo 3.000 sterline. La proprietà alcuni anni fa aveva un valore di 150.000 sterline ma la sua posizione a pochissimi metri dall’orlo di un dirupo sul mare (su terreno franabile) ha ridotto il suo valore. Anche altre costruzioni del vicinato sono già cadute nel mare sottostante ma Kane Cunningham ha voluto comprare lo stessa la sua casa.

L’obiettivo dell’artista è quello di documentare la caduta dell’immobile e trasformarla in un grande progetto artistico. Nei prossimi giorni la casa diverrà una vera e propria installazione con videocamere che filmeranno la casa fino al suo definitivo collasso. “La casa diverrà un simbolo di sogni perduti e disastri finanziari, molti si chiederanno, può una casa che è sul punto di crollare essere considerata un’opera d’arte? io dico di si?” ha dichiarato recentemente il coraggioso artista. Cunningham ha inoltre invitato artisti locali, poeti e musicisti ad unirsi a lui per sviluppare il progetto e riempire la casa di altre opere.

David LaChapelle ritrae la Maybach, gioiello di casa Mercedes

Avete mai sentito parlare della Maybach? per quanti di voi non la conoscessero la Maybach era una casa automobilistica fondata nel 1909 in Germania e produceva incredibili e lussuosissime automobili, ambite dall’alta società dell’epoca. Negli anni ’40 la compagnia cessò la produzione di automobili e continuò ad effettuare solamente riparazioni dei modelli già esistenti. Verso la fine degli anni ’90 la Mercedes-Benz ha deciso di acquistare il brand e riportare in auge la Maybach iniziando la produzione di due modelli con motori Mercedes.

Ovviamente le automobili Maybach sono estremamente curate in ogni dettaglio e prodotte in edizione limitata, delle vere opere d’arte di ingegneria che raggiungono cifre da capogiro come il modello Zeppelin, ultimo nato in casa Maybach, che si aggira attorno ai 470.000 euro. Ovviamente il modello Zeppelin doveva essere pubblicizzato nella giusta maniera, con un tocco di classe ma anche di eccentricità cose che piacciono sempre alla ricca borghesia a caccia di auto sempre più sfarzose. Per la campagna pubblicitaria è stato quindi assoldato il più esagerato e celebre fotografo del momento: David LaChapelle.

Xenofon Kavvadias e l’arte del terrorismo

 L’artista greco Xenofon Kavvadias potrebbe incappare in una seria vicenda legale che riguarda le leggi contro il terrorismo. Il governo inglese ha infatti sguinzagliato i suoi informatori mettendoli al seguito dell’artista che avrebbe intenzione di usare un manuale della Jihad ed alcuni testi estremisti all’interno di una sua futura mostra in una galleria di Londra. Il governo ha già informato Xenofon Kavvadias che se andrà avanti con i suoi propositi sarà arrestato e giudicato per atti terroristici. L’artista greco è laureato alla Central St Martins School of Art and Design e vive nel Regno Unito da sei anni.

Kavvadias aveva già ricevuto un avvertimento dal governo durante la sua precedente mostra dove aveva esposto tre copertine di testi estremisti protetti da espositori di plexliglas con l’intento di esplorare i limiti legali della libertà di espressione. Adesso l’artista ha intenzione di installare una specie di libreria con testi che includono La Difesa della Nazione Musulmana di Sheikh Abdullah Azzam un esponente della Jihad che ha influenzato Osama Bin Laden e Il Manuale dei veleni dei Mujaheddin una guida che insegna come è possibile ricavare terribili veleni dal tabacco e dalle patate. Nella mostra Kavaddias a anche intenzione di includere il Manuale della Jihad Afgana (conosciuto come il Manuale di al-Qaeda) che spiega come pianificare, finanziare ed eseguire gli attacchi terroristici.

Damien Hirst e Jeff Koons cadono nel baratro al 50%

 Il nuovo anno sembra già portare succose notizie di mercato, sembrerebbe infatti che Damien Hirst e Jeff Koons, stelle della bolla speculativa dell’arte, hanno perso il trono di re del mercato. Nel 2009 le vendite di molte delle loro opere si sono chiuse con un ribasso del 50 percento e sembra che ci vorrà una decade per far tornare le loro quotazioni a valori di record, almeno a quanto dicono importanti art dealers. “proprio in questo momento diversi collezionisti hanno avvertito la significante perdita di quotazioni di Hirst e non hanno intenzione di vendere, almeno fino a quando risaliranno” ha dichiarato Philip Hoffman, capo esecutivo del Fine Art Fund di Londra.

La vendita all’asta di opere di arte contemporanea è cresciuta esponenzialmente tra il 2003 ed il 2008. Il periodo d’oro sembra esser finito proprio con l’evento Beautiful Inside My Head Forever nel settembre 2008, asta di due giorni che ha coinciso con quelli del collasso della Lehman Brothers Holdings ed è stata etichettata dai dealers come l’inizio della fine del boom legato all’arte contemporanea.

Banksy chiama, King Robbo risponde: la sfida della street art

 Banksy, il più famoso street artist del Regno Unito è ormai abituato a musei, gallerie ed altri templi dell’arte contemporanea ma una delle sue ultime opere ha sicuramente riacceso il suo spirito street, dando alla sua carriera un’inaspettata sterzata all’indietro nel tempo, quando (come tutti gli street artists) si battagliava con altri artisti locali a colpi di spray nelle più agguerrite Street Fight. Il nostro eroe di Bristol è stato infatti accusato di aver mancato di rispetto a King Robbo, leggenda della street art londinese.

Banksy avrebbe infatti modificato un graffiti che Robbo aveva eseguito ben 24 anni fa nel quartiere di Camden, correva l’anno 1985. Ovviamente il buon vecchio Robbo ha raccolto subito la sfida e non contento dell’opera di Banksy ha cancellato l’opera di quest’ultimo, sostituendola con un enorme composizione costituita naturalmente dalla scritta Robbo, L’artista ha portato a termine la sua vendetta proprio nel giorno di natale.

Nuove teorie sull’orecchio di Van Gogh

 Notizia fresca fresca proveniente da New York, un ricercatore che risponde al nome di Martin Bailey ha avanzato nuove teorie sul famigerato orecchio tagliato di Vincent Van Gogh. Secondo il ricercatore Van Gogh si sarebbe reciso l’orecchio sinistro dopo aver appreso che suo fratello Theo era sul punto di sposarsi, la scoperta invaliderebbe quindi la teoria secondo la quale la colpa della mutilazione poteva essere attribuita a Paul Gauguin. Le affermazioni di Bailey si basano su di una lettera trovata in un dipinto che Van Gogh eseguì poco dopo essersi tagliato l’orecchio.

La lettera scritta da Theo da Parigi nel dicembre del 1888 annuncerebbe il futuro progetto matrimoniale, cosa che avrebbe ulteriormente destabilizzato le già precarie condizioni mentali di Vincent che vedeva in Theo non solo un sostegno finanziario ma anche un grande sostegno morale. “Vincent aveva paura di perdere il grande appoggio sia economico che morale che Theo gli forniva” ha dichiarato Martin Bailey, autore del libro Van Gogh: Letters From Provence del 1995. Agli inizi di quest’anno due storici tedeschi avevano scritto nel loro libro Van Gogh’s Ear: Paul Gauguin and the Pact of Silence che Paul Gauguin aveva reciso l’orecchio di Van Gogh dopo una discussione accesa e che in seguito ambedue gli artisti coprirono il fatto per non incappare in noie giuridiche.

Ritrovata a Roma un’opera di Pablo Picasso

I grandi maestri dell’arte lasciano sempre un’importante eredità fatta di opere e testimonianze del loro fulgido passaggio sulla terra. E’ noto che tali opere riescono a  suscitare l’interesse di collezionisti, storici e semplici appassionati. Molte volte anche opere minori o di piccolissime dimensioni create dai miti dell’arte divengono veri e propri oggetti di culto che raggiungono quotazioni da capogiro nelle aste internazionali ed un loro ritrovamento è sempre un avvenimento come se si trattasse della scoperta di un tesoro nascosto nelle profondità del suolo.

In questi giorni ha suscitato grande interesse l’importante recupero effettuato dai Carabinieri della Stazione Porta Cavalleggeri di Roma i quali hanno rinvenuto nella casa di un noto commerciante la Pequena Guitarra para Paloma una piccola chitarra creata da Pablo Picasso come dono per la figlia Paloma Picasso. Successivamente il celebre maestro donò l’opera al collega d’arte Vittorio Parisi. Ma per un assurda quanto criminosa vicenda il prezioso oggetto scultoreo è successivamente finito in casa di un 52enne di Pomezia il quale, pensate un po’, lo aveva sistemato in una scatola per scarpe per tenerlo ben nascosto.

Correva l’anno 2009, il peggio dell’arte contemporanea secondo Globartmag

Giunti alla fine di questo lungo ed interessante 2009 è ormai tempo di bilanci e come si sa ogni testata che si rispetti stila la sua personale classifica del meglio visto nei mesi precedenti. Noi di Globartmag solitamente vi offriamo solo il meglio ed è per questo che stavolta abbiamo deciso di stilare una ricca top ten con il peggio del minestrone artistico nazionale, cose che non avremmo mai voluto vedere ma che è possibile vedere solo (per fortuna) in Italia, quindi allacciate le cinture e preparatevi a tutto:

1 Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009
L’horror vacui colpisce il duo curatoriale formato da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli noti ormai come B&B. Ci si aggrappa ai fasti del Futurismo(?) e si riempie un padiglione-feijoada di opere ammassate, manco fosse una fiera d’arte. Tra presenze pittoriche imbarazzanti ed installazioni non meglio identificate il dramma si compie mentre la critica cala la scure. Quei pochi artisti che riescono a salvarsi galleggiano come isole perse in un dramma da feuilletton del  secolo scorso. Intanto al vernissage piove e tutti entrano in sala per ripararsi con sommo piacere degli organizzatori che sbandierano un boom di presenze mai visto. Contenti loro, depressi noi.

2 Quer pasticciaccio brutto del Premio Cairo 2009
Vince Marzia Migliora ma durante la premiazione il gallerista di Changing Role, Guido Cabib fa giustamente notare che l’opera premiata non è inedita, cosa che il regolamento impone. Segue la protesta su internet (viene persino istituito un gruppo su Facebook intitolato Il premio Cairo 2009 va annullato) e su varie testate che chiedono il ritiro dell’artista. Alla fine dopo un lungo periodo di imbarazzo la giuria del premio decide di squalificare Marzia Migliora ed assegnare il primo posto a Pietro Ruffo. La vicenda si chiude con una dichiarazione di Marzia Migliora che si ritiene vittima di tutta la faccenda. Cui Prodest?

3 Le nomine innominate del Castello Di Rivoli
Il balletto per la nomina del direttore della prestigiosa istituzione è il vero giallo di fine 2009, un delitto irrisolto con una trama alquanto intricata: il presidente Giovanni Minoli annuncia la prima sorpresa, i direttori sono due Andrea Bellini e Jens Hoffmann, poi quest’ultimo si defila inaspettatamente e senza un vero perché, il cda che prima l’aveva scelto presentandolo come uomo di fiducia lo accusa di non esser degno di fiducia. Al suo posto compare  Beatrice Merz, presidente della fondazione dedicata al celebre padre. Come diceva quella canzone di De Gregori? E non c’è niente da capire.

4 Alva Noto/Carsten Nicolai a Napoli
Proprio in zona Cesarini arrivano il pacco, il doppio pacco ed il contropaccotto. Nicolai viene ingaggiato per creare un’installazione a Piazza Del Plebiscito, dopo neanche tre giorni di “mostra” e 500mila euro spesi per l’intera operazione (tra l’altro molto bella) il curatore Eduardo Cicelyn rimuove il tutto per motivi di sicurezza.

36 artisti in 36 ore, la sfida di Mara Rubell

Una celebre collezionista d’arte di Washington DC ha deciso in questi giorni natalizi di visitare alcuni studi d’artista per sondare le nuove tendenze dell’arte contemporanea e per scovare qualche nuova opera da inserire nel 2010 Annual Art Auction Gala, prestigiosa asta organizzata dalla Washington Project for Arts che ogni anno si tiene nella capitale degli Stati Uniti.

La collezionista in questione è Mera Rubell che assieme al marito Don ha recentemente acquistato il Capitol Skyline Hotel, edificio di sette piani disegnato da Morris Lapidus. La coppia ha riempito le stanze dell’albergo con complementi d’arredo creati da celebri designers come Frank Gehry, Eero Saarinen e Philippe Starck. Allo stesso tempo i coniugi Rubell hanno iniziato a collezionare opere di artisti provenienti da Washington DC. La Washington Project for Arts ha ricevuto 200 richieste di partecipazione per l’Art Auction Gala da cui sono stati estrapolati a caso 36 artisti che hanno aperto i loro studi a Mera Rubell per la selezione delle opere.

Anche Francesca Tanzi in manette per le opere d’arte ritrovate in casa Parmalat

 La bufera in casa Tanzi sembra non finire più. Le ultime notizie che ci giungono dalla stampa riportano del Natale in carcere passato da Francesca Tanzi, figlia dell’ex patron della Parmalat Calisto e componente del cda di Parmatour. ll crack Parmalat è stato il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta di una società privata in Europa. Fu scoperto solo verso la fine del 2003 ed il buco lasciato dalla società di Collecchio si aggirava sui quattordici miliardi di euro. Con l’accusa di bancarotta fraudolenta è stato  condannato a dieci anni di reclusione il patron della Parmalat, Calisto Tanzi, nonché numerosi suoi collaboratori tra dirigenti, revisori dei conti e sindaci.

La decisione della donna di presentarsi spontaneamente nella casa di detenzione di Modena è stata maturata dopo il ritrovamento da parte della Guardia di Finanza delle opere d’arte che l’ex re del latte aveva nascosto nella casa parmigiana della figlia. Secondo gli inquirenti la famiglia Tanzi sarebbe in possesso di una vera e propria pinacoteca con opere di ingente valore. La collezione sarebbe formata da ben 16 opere tra cui figurano due creazioni di Umberto Boccioni, una di Giovanni Segantini, una di Wassily Kandinsky ed una di Marc Chagall.

Chiama un Taxi, anzi chiama Yoko Ono

 Come molti di voi ben sapranno i taxi de New York recano spesso sul tettino alcuni piccoli cartelloni pubblicitari. Questa forma di pubblicità in movimento generalmente mostra immagini di compagnie aeree, dei prossimi films in sala, di una nuova serie di accattivanti blue jeans o semplicemente degli occhiali più cool del momento. Ma nel mese di Gennaio la Show Media, una compagnia di Las Vegas che possiede la metà dei famosi “coni” pubblicitari dei tetti dei taxi della grande mela, ha deciso di adornare più di 500 macchine con un differente messaggio e sarebbe a dire con opere di Shirin Neshat, Alex Katz e Yoko Ono.

Lo scherzetto costerà alla compagnia circa 100.000 dollari ma il presidente John Amato, appassionato di arte contemporanea ha affermato:”Gennaio è sempre un mese dove gli affari ristagnano. Certo avrei potuto tagliare le nostre tariffe e vendere comunque alcuni spazi pubblicitari ma ho deciso di fare un regalo alla città”. Amato ha quindi contattato la Art Production Fund, una organizzazione no-profit che solitamente organizza attività artistiche in città ed ha chiesto ai fondatori Yvonne Force Villareal e Doreen Remen di selezionare gli artisti.