Rimosso il monumento delle nazioni unite di David Cerny

L’arte pubblica sovente crea problemi di ordine estetico ed etico. Molti monumenti contemporanei sorti in periferie degradate o centri storici invece di abbellire il contesto urbanistico cittadino donando rinnovato splendore con un occhio di riguardo al valore culturale dell’opera stessa si riducono ad esasperanti brutture che vanno a cozzare con l’ambiente circostante producendo solo stupore e raccapriccio.

Roma e Milano sono un valido esempio di orrori monumentali, negli ultimi venti anni queste grandi metropoli sono state letteralmente invase da cumuli di ferro, cilindri di marmo ed altre futili nonché risibili prove di artisti noti e meno noti spalleggiati da giunte comunali ed altre istituzioni politiche con grande sperpero di denaro pubblico. Molti di questi monumenti al brutto sono ora in uno stato penoso, alcuni sono stati rimossi ed altri completamente dimenticati.

100 Sexes d’Artistes censurata alla Biennale di Venezia e accolta in Belgio

Nel 1973 Jacques Charlier ha iniziato a realizzare una serie di disegni che rappresentano “sessi di artisti”, proponendo in maniera caricaturale il ritratto immaginario degli organi di riproduzione degli artisti che a suo avviso, a partire da Marcel Duchamp hanno segnato l’arte del XX secolo. Recentemente Jacques Charlier ha avuto l’idea di esporre 100 di questi disegni (che includono anche i sessi di Francis Bacon, Andy Warhol e Jeff Koons) in forma di cartelloni nello spazio pubblico di Venezia in una mostra dal titolo 100 Sexes d’Artistes.

Il progetto è stato così presentato ufficialmente al fine di poter essere incluso tra gli eventi collaterali della 53a Biennale di Venezia. Il direttore Daniel Birnbaum tuttavia, in una lettera del 18 dicembre 2008, informava con rammarico che “non riteneva possibile includere tale progetto tra gli eventi collaterali della mostra”. Charlier aveva anche contattato gli artisti per così dire ritratti che si erano dimostrati favorevoli all’evento ma il comune e la direzione della fiera non hanno dato il permesso di esporre la mostra nei luoghi pubblici.

Incredibile: mostra segreta di Banksy al museo di Bristol

Icredibile mossa a sorpresa del famoso street artist Banksy che ha letteralmente invaso il Bristol’s City Museum in Inghilterra con più di 100 opere tra i installazioni, murales e dipinti a rimpiazzo della usuale collezione di artefatti regolarmente esposta nel museo cittadino.

L’evento che vede il noto artista esporre per la prima volta in un museo della sua città natale è stato tenuto segreto fino alla sua data di apertura il 13 giugno scorso. Il museo cittadino è rimasto chiuso sin dall’ottobre dello scorso anno con una manciata di guardiani a pattuglia del perimetro. Il direttore del museo Kate Brindley ha recentemente rilasciato queste dichiarazioni: “L’inaugurazione della mostra di Banksy è stata un vero sollievo, abbiamo corso numerosi rischi ed i piani della mostra sono stati tenuti segreti fino a venerdi 12 giugno, esattamente un giorno prima del vernissage”.

La crisi economica si abbatte su Vito Acconci

Artista concettuale, poeta, designer e performer, Vito Acconci a 69 anni suonati è stato ed è un pioniere delle pratiche artistiche. Per oltre quattro decadi ha stupito il pubblico dell’arte internazionale con opere sperimentali come Centers (1971), ha creato progetti architettonici d’avanguardia modulare come quello per la facciata dello Storefront for Art and Architecture di New York (1993 assieme a Steven Holl) ed ha immaginato nuove frontiere della landart urbanistica con la creazione dell’isola artificiale Mur Island (2003) a Graz in Austria.

Oggi anche Vito Acconci deve scendere a patti con la crisi economica. Il grande artista sarebbe in procinto di chiudere il suo famoso studio di progetti architettonici di New York. Secondo quanto dichiarato dall’artista in un’intervista apparsa su Achitect’s Newspaper l’Acconci Studio è ancora in piena salute e numerosi clienti internazionali scelgono proprio Acconci per ingenti opere pubbliche.

Art Basel, i prezzi scendono, le vendite salgono e compare anche Brad Pitt

Mercoledì scorso è partita in pompa magna anche Art Basel, tra i tanti eventi proposti e le blasonate gallerie presenti in fiera con il meglio degli artisti (oltre 2.500) del panorama contemporaneo internazionale, qualcuno tenta già di tirare le somme sull’intera kermesse.

Il magnate dell’arte Eli Broad, famoso collezionista di stanza a Los Angeles in California in occasione di una visita alla 40esima edizione della famosa fiera ha rilasciato una profetica dichiarazione sul livellamento del mercato dell’arte: “I prezzi stanno diventando più razionali, negli ultimi dieci anni sono lievitati del 500 per cento ed ora sono scesi della metà. Finalmente qualcosa di buono si sta muovendo per l’intero mercato” ha affermato Broad aggiungendo che a Basilea si sta registrando un notevole aumento della qualità.

Tra gli artisti più influenti al mondo Maurizio Cattelan resiste!

Il Times ha da poco stilato una faraonica classifica con i 200 artisti più influenti dal 1900 ad oggi.

Il voto si è svolto in 16 settimane e circa un milione e mezzo di persone in tutto il mondo ha partecipato al mega sondaggio. Globartmag vi offre la classifica finale di questa insolita gara artistica:

1          Pablo Picasso

2          Paul Cezanne

3          Gustav Klimt

4          Claude Monet

5          Marcel Duchamp

6          Henri Matisse

7          Jackson Pollock

8          Andy Warhol

9          Willem De Kooning

10        Piet Mondrian

11        Paul Gauguin

12        Francis Bacon

13        Robert Rauschenberg

14        Georges Braque

15        Wassily Kandinsky

16        Constantin Brancusi

17        Kasimir Malevich

18        Jasper Johns

19        Frida Kahlo

20        Martin Kippenberger

21        Paul Klee

22        Egon Schiele

23        Donald Judd

24        Bruce Nauman

25        Alberto Giacometti

26        Salvador Dalí

27        Auguste Rodin

28        Mark Rothko

29        Edward Hopper

30        Lucian Freud

31        Richard Serra

32        Rene Magritte

33        David Hockney

34        Philip Guston

35        Henri Cartier-Bresson

36        Pierre Bonnard

37        Jean-Michel Basquiat

38        Max Ernst

39        Diane Arbus

40        Georgia O’Keeffe

41        Cy Twombly

42        Max Beckmann

43        Barnett Newman

44        Giorgio De Chirico

45        Roy Lichtenstein

46        Edvard Munch

47        Pierre Auguste Renoir

48        Man Ray

49        Henry Moore

50        Cindy Sherman

51        Jeff Koons

52        Tracey Emin

53        Damien Hirst

54        Yves Klein

55        Henri Rousseau

56        Chaim Soutine

57        Arshile Gorky

58        Amedeo Modigliani

59        Umberto Boccioni

60        Jean Dubuffet

61        Eva Hesse

62        Edouard Vuillard

63        Carl Andre

64        Juan Gris

65        Lucio Fontana

66        Franz Kline

67        David Smith

68        Joseph Beuys

69        Alexander Calder

70        Louise Bourgeois

71        Marc Chagall

72        Gerhard Richter

73        Balthus

74        Joan Miro

75        Ernst Ludwig Kirchner

I Sunn O))) e Richard Serra, l’arte di essere pesanti

I Sunn O))) rappresentano l’ultima frontiera del drone doom metal estremo, genere al limite della musicalità in cui il ronzio delle chitarre elettriche fa da tappeto a sabbatici echi ambient ed elettroniche nuvole sonore. Fin dall’inizio nel 1998 questa band musicale formata da Greg Anderson e Stephen O’Malley si è dedicata a sperimentazioni pesanti e minimal affiancando alle potenti e profonde note delle loro songs una serie di performance teatrali dal vivo.

La decostruzione di sonorità nordiche è il segno distintivo della band statunitense che basa la sua produzione artistica sulla potenza fisica del suono su una mitologia oscura, scevra di ogni minimo contesto ideologico.  Insomma i Sunn O))) non sono del tutto estranei ai meccanismi dell’arte contemporanea e sono apprezzati da molti artisti internazionali. Uno dei numerosi fan di questa misteriosa band musicale è Richard Serra famoso scultore minimalista e videoartista statunitense, conosciuto per il fatto di creare opere d’arte con fogli di metallo.

Il New York Times lancia l’Obama Art

Non è un concorso e non è un festival ma la squinternata proposta lanciata pochi giorni fa dal New York Times potrebbe comunque interessare a molti giovani artisti a caccia di celebrità. Ma cominciamo dall’inizio della storia, l’Obama mania ha ormai contagiato tutti e persino il mondo dell’arte contemporanea non è rimasto certo a guardare.

Shepard Fairey ha immortalato il nuovo presidente americano in quella che è diventata l’icona ufficiale della campagna presidenziale. Anche il famoso pop artist americano Ron English ha creato un celeberrimo ritratto di Obama sovrapposto al volto di Abraham Lincoln. Ultimamente il pioniere della stencil art Blek le Rat ha eseguito un’opera raffigurante il presidente americano in occasione di una mostra personale alla White Walls Gallery di San Francisco. Nella speranza di bissare il successo di  questi talenti dell’arte contemporanea una sempre più numerosa schiera di artisti o presunti tali ha iniziato da subito a dipingere Barack Obama in tutte le salse, saturando subito il mercato e l’immaginario collettivo con una moltitudine di opere di dubbio gusto.

Più sesso per favore, siete artisti!

Il nostro beniamino Jonathan Jones ne sa una più del diavolo . Il famoso critico britannico dalle sue pagine sul The Guardian ha da poco lanciato una curiosa invettiva contro il mondo dell’arte contemporanea accusando gli artisti aver lasciatole tematiche sessuali troppo al di fuori delle loro opere. Vediamo cosa scrive il buon vecchio Indiana Jones dell’arte.

“Negli anni ’10 e ’20 il sesso era un modo per scappare dai confini di una società troppo imbolsita e bacchettona. Pensate che quando fu presentato per la prima volta il dipinto Les Demoiselles d’Avignon di Picasso fu tacciato di immoralità. Al giorno d’oggi il sesso è un veicolo commerciale, roba da cartelloni pubblicitari e veline, insomma è sotto gli occhi di tutti ed alla portata di tutti. Il sesso non è più sovversivo e non rappresenta più un avanguardia ma una noiosa banalità. “

Damien Hirst, Il Tate ed i Gemelli

 Incredibile ma vero siamo ancora qui a parlare dei nuovi pruriti artistici di Damien Hirst e di una nuova mostra al Tate Modern di Londra. L’artista sembra essere una inesauribile fucina di idee il più delle volte molto discutibili mentre la famosa istituzione museale britannica inanella una mostra dietro l’altra, il più delle volte abbastanza interessante.

Insomma tirando le somme Londra resta stabilmente nelle zone alte della classifica delle più prolifiche location per quanto riguarda la scena dell’arte contemporanea. Ma torniamo a bomba, dal 1 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010 il Tate ospiterà una mostra dal titolo Pop Life: Art in a Material World, ovviamente come suggerisce tale incipit l’evento indagherà sulle influenze della società del consumismo nei confronti della creazione artistica, niente di nuovo sotto al sole e va da sé che lo spettro di Andy Warhol aleggerà più o meno in maniera convincente nel corso di un megapolpettone i cui ingredienti principali saranno nomi del calibro di Tracey Emin, Keith Haring, Martin Kippenberger, Jeff Koons e Takashi Muratami.

Simon Faithfull e gli incidenti dell’arte

Il famoso artista Simon Faithfull ha recentemente creato un libro catalogando tutti i suoi incidenti ed infortuni chiamato Accident Book. UCLH Arts ha commissionato tale stravagante pubblicazione che rappresenta una vera e propria cronaca dettagliata attraverso testi e disegni. Cosa ancor più stravagante è rappresentata dal fatto che il 5 giugno prossimo 100 copie del libro saranno abbandonate tra le riviste delle sale d’aspetto di 7 reparti di pronto soccorso di altrettanti ospedali di Londra e Cambridge.

All’interno di ogni libro saranno presenti alcune istruzioni che incoraggeranno il fortuito lettore a portare a casa il libro ed a registrare la copia sul sito internet del progetto attraverso un codice unico presente su ogni retro copertina. Quest’opera d’arte sarà così a disposizione di persone che hanno realmente subito un incidente e non solo ed esclusivamente ai collezionisti d’arte.

Atti vandalici a Roma

Sotto inchiesta la Teca dell’Ara Pacis progettata da Richard Meier e inaugurata in occasione del natale di Roma nel 2004, ma stavolta non per le solite questioni sulla bellezza o sull’utilità dell’architettura (ricordiamo che il sindaco di Roma Alemanno nel suo programma elettorale propose di rimuovere la teca) ma perché la capitale si è svegliata la mattina del primo giugno con un evento che ci lascia senza parole. Un gabinetto con due confezioni da 40 rotoli di carta igienica e due gigantesche macchie di colore rosso e verde sono stati ritrovati sul muro della teca. L’azione è stata messa a segno prima dell’alba, senza testimoni.

“Si tratta di una azione ridicola, indice di un atteggiamento subculturale”. E’ il commento dell’assessore alla cultura Umberto Croppi. “Al di là del danno, per fortuna contenuto, il gesto è solo frutto di una esasperata voglia di protagonismo da parte di chi, dopo aver conquistato la scena con un paio di performances indolori e divertenti, si è illuso di avere titoli per compiere quelle che ritiene provocazioni artistiche. Non c’è neanche forza critica nella bravata – continua Croppi – ma solo povertà di idee e marginalità intellettuale: una cosa talmente insignificante da rendere impossibile perfino un commento”.

Andiamo al Louvre? Si ma a quello di Abu Dhabi

Sua Altezza, generale Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, principe di Abu Dhabi ha recentemente invitato il presidente francese Nicolas Sarkozy alla cerimonia d’inizio della costruzione del nuovo museo Louvre Abu Dhabi, il primo museo universale ad essere costruito in medio oriente.

Al Nahyan ha anche colto l’occasione per annunciare la preview del progetto che si terrà il 2 luglio prossimo alla Gallery One dell’Emirates Palace. Tale evento avrà il titolo di Talking Art: Louvre Abu Dhabi e presenterà un breve filmato che mostrerà nei particolari il design del nuovo museo ad opera dell’architetto vincitore del Pritzker Prize Jean Nouvel. Al termine del filmato seguirà una conferenza illustrata ed un tour guidato di alcune opere selezionate per mostrare la visione curatoriale della prossima istituzione museale.

Pio Baldi è il nuovo presidente del Maxxi di Roma

Pio Baldi sarà il nuovo presidente del Maxxi,  il museo delle arti e dell’architettura del XXI secolo che prossimamente aprirà in quel di Roma. L’importante istituzione pubblica capitolina è stata progettata dall’archistar Zaha Hadid. A rendere nota la notizia della nuova nomina è stato il ministro dei beni culturali Sandro Bondi durante la presentazione della seconda edizione del Premio Terna.

Il nuovo presidente è attualmente direttore regionale della Campania, in merito alla nuova nomina Bondi ha dichiarato: “Pio Baldi da sempre rappresenta il papà ideale del nuovo museo poiché ha sostenuto e promosso il progetto sin dal 1998”. Pio Baldi non è nuovo ad incarichi riguardanti il campo artistico, ricordiamo che fino ha due anni fa rivestiva la carica di direttore della Parc, la direzione generale del ministero per l’architettura e l’arte contemporanea. Il ministro Sandro Bondi ha inoltre svelato la data di apertura del museo Maxxi di Roma fissata per aprile 2010 anche se il cantiere si chiuderà a novembre 2009. Ovviamente questi sei mesi di “buco” serviranno a Pio Baldi per organizzare al meglio la futura programmazione del museo.