Giuseppe Stampone trasforma la Prometeogallery in una sala da gioco

La Prometeogallery di Milano presenta la prima personale di Giuseppe Stampone presso i propri spazi. La mostra dal titolo The Rules of the Game aprirà giovedì 21 gennaio con un progetto complesso realizzato per l’occasione.

Più direttamente di altri suoi interventi, la personale milanese di Giuseppe Stampone dichiara quale principio di base del proprio lavoro il rapporto tra fiction e realtà sociale. Un rapporto inverso, una dissimmetria costitutiva che si serve dell’elemento fittizio e della scena per smascherare le strategie di cattura nelle quali concretamente siamo presi. C’è sempre la volontà di rivelare il lato oscuro della società civile dietro il keep smiling di matrice americana. Oppure, più in generale, la necessità di denunciare le forme di sovranità ed egemonia dietro l’attuale idea di democrazia.

Chris Burden alla Gagosian Gallery di Roma

La Gagosian Gallery inaugura il 13 febbraio la prima mostra di Chris Burden a Roma in oltre trenta anni. In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.

Da un lato della sala ovale Burden ricrea Nomadic Folly (2001). Presentata per la prima volta nel settembre 2001 alla Biennale Internazionale di Istanbul, questa installazione è la sua interpretazione fantastica di una sofisticata tenda nomade. La struttura è composta da un’ampia piattaforma in legno di cipresso e da quattro grandi ombrelloni. I visitatori possono soffermarsi e rilassarsi sotto la tenda rivestita di sontuosi tappeti e decorata da corde intrecciate, lampade e oggetti in vetro e metallo, ricche stoffe tradizionali ricamate con fili scintillanti. Una dolce e seducente musica turco-armena si diffonde dall’interno.

Greater Torino, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo apre i suoi spazi ai giovani talenti

Martedì 2 febbraio 2010, dalle 19 alle 21, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo inaugura Greater Torino, nuovo ciclo espositivo dedicato agli artisti delle giovani generazioni che hanno in Torino il proprio spazio di formazione o di lavoro.

La città è intesa come territorio allargato, luogo di nascita o di elezione, ma soprattutto piattaforma per la costruzione di un percorso di ricerca alimentato da opportunità di crescita, di mobilità e di relazioni con l’esterno. Una città aperta dunque, capace di accogliere quelle dinamiche di “andata e ritorno” essenziali nella definizione delle carriere artistiche. In un contesto locale che da anni promuove l’arte delle ultime generazioni con programmi istituzionali e iniziative private, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo intende dare il suo contributo offrendo ai talenti emergenti la propria cornice museale, ove misurarsi con la curatela, lo spazio e i suoi pubblici.

Mat Collishaw omaggia il grande regista Sergei Paradjanov

 Mat Collishaw è da più di venti anni una figura preponderante dell’art scene internazionale. Ora l’artista ha ricevuto un’importante commissione dalla BFI gallery per una mostra incentrata sull’opera visionaria del regista georgiano/armeno Sergei Paradjanov. Il progetto che partirà il 26 febbraio e rimarrà in visione sino al 9 maggio, fonde la scultura con le immagini in movimento in un lavoro d’atmosfera che evoca lo spirito delle pellicole del grande regista e apre la pista ad un festival dedicato al cinema di Paradjanov che si terrà nei cinema della BFI Southbank in questa stagione.

Collishaw e Paradjanov condividono una profonda comprensione delle meccaniche della bellezza caratteristica ravvisabile in ogni opera dei due grandi artisti  pur se contrassegnata da diversi elementi culturali. Un uso sensuale del colore sembra la cifra stilistica che unisce a doppio nodo l’opera dei due. In occasione di questo evento Collishaw ha deciso di assemblare oggetti di antiquariato, finestre abbandonate e specchi assieme ad un video recentemente girato in Armenia.

La Triennale di Milano negli States e Deitch alle prese con il conflitto di interessi

 New York City potrebbe presto avere più musei dedicati al design che all’arte. Mettendo a tacere tutte le voci di corridoio sulla possibile nuova istituzione che andrà ad occupare lo spazio lasciato libero dal Museum of Arts & Design sulla 53esima strada (attualmente il museo si è trasferito nel Lollipop building su Columbus Circle) la Cushman & Wakefield ha annunciato ieri che tale buco sarà coperto da un museo italiano dedito al design. Si tratta del Triennale Design Museum di Milano che ha firmato un affitto di ben 15 anni per i 18.000 metri quadrati dello spazio espositivo su un totale di quattro piani.

Tale spazio rappresenterà la prima location del Triennale di Milano negli Stati Uniti e la terza in assoluto. Il museo ha infatti aperto nel 2006 un avamposto in Giappone mentre a Milano la sede è stabile da 90 anni. Il nuovo museo dovrebbe aprire a maggio con l’intento di coincidere con la Fiera internazionale del Mobile Contemporaneo. Le dimensioni saranno così suddivise: 10.000 metri quadrati di spazio espositivo, 3.000 metri quadrati di cafè e ristorazione e 3.000 metri quadrati di bookshop.

Amir Mogharabi alla galleria 1/9 unosunove di Roma

Unosolo, la project room della galleria romana 1/9 unosunove inaugura il 14 gennaio la prima mostra personale in Italia dellʼartista newyorkese Amir Mogharabi (1982, Shiraz).

In linea con il significato che il numero 11 riveste nella riflessione teorica ed artistica di Amir Mogharabi e con lʼimportanza della componente performativa del suo lavoro la preparazione di Interior 01|11|10 avrà inizio il giorno 11 gennaio 2010. Ogni giorno lʼartista porterà avanti lʼallestimento della mostra realizzando i lavori direttamente in galleria e incontrando alcune persone (artisti, curatori, scrittori) invitate a interagire con il processo installativo attraverso discussioni sul lavoro svolto giorno per giorno. Tale confronto rappresenterà un contributo fondamentale e necessario per il risultato stesso della presentazione finale prevista per il 14 gennaio alle ore 19.

Andy Holden rimette al suo posto la piramide di Giza

La Tate Britain ospita attualmente una mostra del giovane artista britannico Andy Holden, l’evento rimarrà in visione fino al prossimo 10 aprile. Fin qui nulla di strano ma la singolare notizia arriva proprio da una dichiarazione di Holden che ha rivelato di aver rubato un pezzo di una piramide egiziana.

Il misfatto è stato compiuto in un viaggio di piacere, l’artista a 12 anni accompagnò il padre in Egitto. I due visitarono la piramide di Giza, una delle sette meraviglie del mondo antico ancora in piedi e relativamente intatta oltre che la più grande piramide del mondo. “Non appena giunti in prossimità della piramide ho rotto un pezzo di pietra da un lato della piramide” ha dichiarato Holden “Quando sono tornato a casa ho piazzato il pezzo di piramide su di uno scaffale della mia cameretta vicino alla collezione di souvenirs che avevo da bambino. Quando i miei genitori se ne accorsero andarono su tutte le furie e l’oggetto in questione divenne appunto l’oggetto della colpa”.

Nuovo pellegrinaggio creativo verso la Cina

Di arte contemporanea ed artisti cinesi ne abbiamo già ampiamente parlato, sviscerando tutti gli aspetti di un boom inaspettato che ha però nascosto molte illusioni ed insidie per collezionisti ed addetti ai lavori. Insomma l’invasione cinese è stata già analizzata ma non abbiamo mai sottolineato il trend inverso è cioè l’invasione della Cina da parte degli artisti europei ed americani, fenomeno che negli ultimi 5 anni si è diffuso tra moltissimi creativi che hanno fatto pacchi e valigie trasferendosi nella nazione Asiatica.

Così ha fatto anche Alessandro Rolandi (oggi artista molto stimato in Cina), scultore italiano, che è rimasto in Cina assieme ad una colonia di artisti che hanno deciso di espatriare, accettando una sfida che nasconde molte difficoltà ma anche moltissimi aspetti positivi. Molti artisti, come Rolandi hanno lasciato i piccoli studi ed il ristretto cerchio di una scena contemporanea sempre più settoriale per scoprire una terra con vaste possibilità creative dai costi incredibilmente bassi. In Cina gli artisti possono affittare uno studio enorme ad un prezzo irrisorio, permettersi schiere di assistenti e sperimentare liberamente in media costosi come il bronzo ed il fiberglass senza andare sul lastrico.

L’arte si avvicina al marketing: Jeffrey Deitch nuovo direttore del Moca

Il mondo dell’arte contemporanea è oramai strettamente connesso all’economia. Oggigiorno molte istituzioni più che di un direttore o di un curatore hanno bisogno di un manager e di un abile fundraiser. Insomma non è mistero che molti musei prediligono direttori che hanno già un portfolio di contatti fitto di gallerie e collezionisti prestigiosi che non vedono l’ora di “prestare” le loro opere alle istituzioni pubbliche in modo e maniera da veder levitare le quotazioni degli artisti di casa. Dal canto loro i musei possono così permettersi grandi eventi senza dover sborsar troppi soldi. Se il il grande artista contemporaneo è equiparabile ad un brand aziendale il museo non è da meno e per vendere al meglio i suoi prodotti artistici sceglie sempre un abile esperto in marketing con un grande fiuto per gli affari piuttosto che un grande conoscitore dell’arte.

La vicenda della nomina del nuovo direttore del MOCA,Los Angeles Museum of Contemporary Art (Castello di Rivoli docet) non fa altro che avvalorare questa tesi. Il nome del fortunato prescelto è stato reso pubblico ieri sera dal finanziatore del Moca Eli Broad e dai membri del consiglio Maria Bell e David Johnson. Si tratta di Jeffrey Deitch, celebre art dealer proprietario della Deitch Projects di New York e vecchio volpone del mercato dell’arte contemporanea stimato da un nutrito gruppo di grandi artisti.

Un Takashi Murakami depotenziato al Palazzo di Versailles

 Il Palazzo di Versailles o per meglio dire il presidente del programma culturale dell’istituzione, Jean-Jacques Aillagon, ha da poco annunciato i primi dettagli della futura mostra dedicata al re del pop giapponese Takashi Murakami che si terrà dal 12 settembre al 12 dicembre. Le notizie trapelate dalle prime indiscrezioni sono alquanto sorprendenti.

L’istituzione ha infatti deciso di organizzare un mostra dal basso profilo, evitando in qualche modo le roventi polemiche dello scorso anno a causa della mostra dell’altro baronetto del pop Jeff Koons che aveva invaso con le sue 17 coloratissime ed irriverenti sculture il palazzo francese suscitando le ire di molti esponenti della National Union e della borghesia transalpina. Come si sa il palazzo di Versailles è simbolo supremo della monarchia e per questo ancorato ad un sistema borghese difficile da sradicare.

Continua lo stile libero italiano allo Studio Cannaviello di Milano

 Si continuano a presentare due alla volta gli artisti dello Stile Libero Italiano, la situazione artistica che si è creata intorno alla galleria e sulla quale ha ruotato l’attività di tutto quest’ultimo anno. Ecco dunque che il 14 gennaio lo Studio d’Arte Cannaviello inaugura Lateralus, la mostra bipersonale di Stefano Cumia (Palermo, 1980) e Silvia Idili (Cagliari, 1982), entrambi pittori, entrambi di origini isolane, entrambi hanno scelto Milano come nuova dimora per esprimersi ed operare.

Il titolo della mostra fa riferimento al “pensiero laterale”, una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni. Il pensiero laterale si discosta da quello sequenziale (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi per superare i confini e gli schemi precostituiti.

Gennaio tempo di arte contemporanea: Mostre nel mondo

Globartmag è sempre attento a ciò che succede in giro per il mondo, oggi ad esempio abbiamo intenzione di fornirvi una piccola lista delle più interessanti mostre di gennaio, per cui se avete intenzione di andare all’estero non mancate di presenziare ad uno seguenti eventi:

La galleria Contemporary Fine Arts di Berlino propone fino al 14 gennaio una retrospettiva dedicata ai malefici fratelli dell’arte Jake & Dinos Chapman. Nel corso della mostra che prende il titolo di Shitrospective il duo artistico ricrea le più importanti sculture ed installazioni della loro carriera sotto forme di miniature fatte di cartone.

 La galleria Susan Inglett di New York presenta fino al 23 gennaio una divertente mostra del collettivo Bruce High Quality Foundation, formato da cinque artisti anonimi che rispondono tutti al nome di Bruce. Il gruppo ha deciso di lanciare una personale università (fuori legge ovviamente) ed organizzare lezioni di materie come “manipolazione della metafora”. L’evento in questione dal titolo Bruce High Quality Foundation University è in realtà la mostra di fine semestre della bizzarra università.

Inizio 2010 sprint per il Macro di Roma

Il 2010 del Macro di Roma comincia con un calendario fitto di eventi, dal 23 gennaio al 5 aprile l’istituzione museale presenterà infatti una serie di mostre del tutto interessanti:

Macroradici del contemporaneo: A Roma la nostra era avanguardia
Con un omaggio unico e sorprendente a Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 e Contemporanea, la mostra accompagnerà il pubblico alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato all’attività di Graziella
Lonardi Buontempo
, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato vita a una nuova visione della cultura.

Roommates/coinquilini: Valentino Diego, Pietro Ruffo Con Valentino Diego e Pietro Ruffo, proposti rispettivamente dalle curatrici Sabrina Vedovotto e Ilaria Marotta, inizia il secondo appuntamento del ciclo di mostre roommates/coinquilini, grazie al quale il MACRO si apre al lavoro di altri giovani curatori e artisti della scena romana. Una stanza del museo diviene così un appartamento “artistico” in cui convivono identità diverse – un contesto in cui le differenze rimangono visibili e allo stesso tempo si determinano situazioni di incontro e di scambio.

Enzo Cucchi – Costume Interiore La hall del Museo ospita una visionaria torre di Enzo Cucchi, composta da tre forme cilindriche sovrapposte in metallo praticabili dal visitatore, il quale è invitato ad entrarvi per scoprire l’universo di immagini in esse racchiuso, fatto di presenze antropomorfiche e volumi sospesi (teste, teschi, agglomerati di pittura, sfere sottili), che risuonano come un contrappunto al contempo emotivo e visivo: un “costume interiore” appunto.

James Franco trasferisce General Hospital alla Deitch Projects

 James Franco, la star di Hollywood che ha girato numerosi film di successo come la saga di Spiderman diretta da Sam Raimi, ha intenzione di gettarsi a capofitto nel mondo dell’arte contemporanea. E’ da diversi mesi infatti che l’attore collabora con il video artista Carter, insieme i due hanno già realizzato di un’opera di video arte intitolata Erased James Franco che è stata presentata nel corso di prestigiose manifestazioni come il Guggenheim Art Awards 2009 ed Art Basel Miami Beach oltre che al MoMa di New York.

Si mormora che Franco sia pappa e ciccia con Klaus Biesenbach, nuovo capo del P.S.1 Contemporary Center e curatore capo del MoMa. L’attore parteciperà ad una mostra alla celebre galleria newyorchese Deitch Projects, il progetto presentato è alquanto bizzarro. Franco ha ultimamente partecipato in diversi episodi della serie General Hospital, ora l’attore avrebbe intenzione di girare una puntata speciale della serie (curando la regia) direttamente in galleria sviluppando così una performance che si tramuterà in una soap opera nella soap opera.