
Il 18 marzo Francesca Minini di Milano inaugura la seconda mostra in galleria di Jan De Cock che trasforma lo spazio espositivo nel luogo isolato del suo studio. Il punto di partenza della sua riflessione non è più l’architettura delle istituzioni dell’arte: adesso i volumi scultorei giocano un ruolo primario in modo autonomo, senza relazionarsi con lo spazio che li accoglie.ù
Se per la sua prima mostra in collaborazione con Daniel Buren, Jan De Cock si era ispirato all’architettura razionalista degli anni venti, ora la sua riflessione si sviluppa a partire dai nostri canoni classici che si rifanno al periodo romano: la galleria si trasforma in un sito archeologico. Entrando ci ritroviamo proiettati in una rivisitazione moderna della Via dell’Abbondanza dell’antica città di Pompei: un paesaggio di sculture prende possesso dello spazio in modo giocoso attraverso ritmi di colonne, fontane, templi, timpani. I canoni classici dell’architettura romana vengono reinterpretati dall’artista attraverso le sue forme modulari.
C’e tempo sino al prossimo 25 marzo 2010 per ammirare le fantastiche creazioni di Os Gemeos, giunti alla loro seconda mostra personale presso Galleria Patricia Armocida di Milano. Occasione più unica che rara per ammirare il talento di questo dinamico duo della street art internazionale. Otavio e Gustavo Pandolfo (1974, San Paolo del Brasile), gemelli identici, in arte Os Gemeos, pionieri del writing brasiliano nella metà degli anni ’80, oltre agli incredibili lavori realizzati nelle strade di San Paolo, negli ultimi anni le loro opere sono state esposte nei musei e nella manifestazioni d’arte più importanti di tutto il mondo.


Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism, filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.
Recessione o non recessione? Difficile a dirsi in un mercato dell’arte dove non esiste una reale piattaforma statistica in grado di quantificare introiti e vendite. Gli unici dati disponibili sono quelli delle aste ma dopo la bolla speculativa e dopo il crollo della Lehman Brothers le quotazioni di molte stars del contemporaneo hanno subito un congruo ridimensionamento. Un valido segno dell’andamento del mercato potrebbe essere però estrapolato dalla resistenza alla crisi che le gallerie private riescono ad opporre.
Dal 1999 la giovane artista franco-algerina Alice Anderson (1976) ha continuato a costruire una sorta di romanzo visivo fatto di poetiche ed assurde avventure. Tra sculture, fotografie e video l’artista ha indagato la complessità dei legami familiari attraverso un’ottica fiabesca e surreale caratterizzata da un grande controllo dei colori e delle ambientazioni.



