Robert De Niro e John McEnroe vittime dell’arte

Nuovi guai per Lawrence Salander, per molti di voi questo nome non significherà nulla ma vi assicuriamo che sono in tanti a conoscere il famoso magnate dell’arte e proprietario della famose gallerie d’arte Salander-O’Reilly di Manhattan, alcuni forse vorrebbero non averlo mai conosciuto.

Lo scorso marzo Salander è stato accusato di aver venduto più volte la stessa opera d’arte a persone diverse e di aver trascinato numerosi investitori in opportunità d’affari inesistenti. Il presunto truffatore avrebbe inoltre venduto opere d’arte provenienti dalla collezione del noto attore americano Robert De Niro, ricavando 1 milione di dollari, cifra che il povero (si fa per dire) attore hollywoodiano non ha più visto rientrare nelle proprie casse.

Le notti oscure di David Lynch e Danger Mouse

Quando una tormentata ed oscura icona del cinema chiamata David Lynch si unisce ad un musicista visionario come Danger Mouse (Brian Burton) c’è da aspettarsi di tutto. Se poi i due decidono di far entrare nel loro circolo anche un reietto dell’alternative rock come Mark Linkous, meglio noto come Sparklehorse, allora l’evento diventa imperdibile.

I tre cavalieri dell’apocalisse hanno deciso di collaborare a Dark Night of the soul, progetto interdisciplinare che è attualmente ospitato dalla Michael Kohn Gallery di Los Angeles fino al prossimo 15 agosto. Per la loro prima collaborazione in assoluto David Lynch, Danger Mouse e Sparklehorse hanno disegnato una installazione che occupa due stanze della galleria all’insegna del dialogo tra musica ed arte contemporanea.

Il trip acido di Justin Lowe e Jonah Freeman

La galleria Deitch Projects di New York non finisce mai di stupirci, come già annunciato in un nostro precedente articolo lo spazio espositivo posto al livello superiore è attualmente occupato dalla mostra in memoria di Dash Snow ma la pirotecnica galleria ospita attualmente nei suoi spazi anche un altro avvincente evento. Si tratta di Black Acid Co-op, progetto collaborativo di Justin Lowe e Jonah Freeman che per l’occasione hanno letteralmente invaso la galleria, ricreando ambienti allucinati ed allucinanti costituiti da labirinti, corridoi e piattaforme d’osservazione affastellati uno sull’altro in maniera del tutto frenetica e fantastica.

I due artisti hanno ricreato una installazione che simula gli interni di una casa i cui occupanti sono dediti alla produzione di cristalli di metanfetamina. Quando si parla di Ice , Shaboo e Shabu (termine in uso nelle Filippine) ci si riferisce alla forma più pura della metanfetamina, ovvero cristalli solitamente limpidi di d-metanfetamina cloridrato. Spesso viene fumata o iniettata con effetti di gran lunga superiori alle altre vie di assunzione.

Lynda Benglis, pubblicità pro-sesso


Tutto è cominciato da una fotografia che ritraeva una donna con un gigante fallo. Lei era Lynda Benglis, astro nascente 32enne nel firmamento della corrente post minimalista newyorkese dei primi anni ’70. Lo strumento in questione era un grande dildo di lattice che la signora Benglis teneva saldamente fra le sue gambe in quella famosa e chiacchierata fotografia a colori. Quando la fotografia apparse su di un’intera pagina dell’importante magazine Artforum nel 1974, l’opinione pubblica ed i benpensanti dell’epoca andarono su tutte le furie e molti furono scossi a tal punto da tacciare l’arte di Lynda Banglis di pornografia, una schifezza inaccettabile per un giornale d’arte contemporanea.

In realtà la pagina di Artforum fu pagata dall’art dealer di Lynda Banglis, la fotografia divenne quindi una sorta di scandalosa pubblicità che contibuì a creare una sorta di mitologia attorno all’allora giovane performer.
L’artista Barbara Wagner dichiarò che mostrare un fallo come segno freudiano di potere non rappresenta a pieno l’identità femminile ma ne enfatizza l’inferiorità. Rosalind Krauss direttrice di Artforum nel numero del mese seguente prese le distanze dalla sconcertante pubblicità, etichettandola come brutale.

Una camera ardente per Dash Snow alla Deitch Project

La mostra in memoria dell’ormai celebre street artist Dash Snow, morto la scorsa settimana di overdose a soli 27 anni, è un evento informale senza titoli pomposi e regolato da un semplice principio: coloro che in vita hanno conosciuto ed apprezzato Snow sono invitati a portare qualcosa in suo ricordo. Questi oggetti saranno esposti in un piccolo spazio alla Deitch Projects di New York. La galleria diverrà così una sorta di cappella, una particolare camera ardente per un artista del tutto particolare.
“Questa non è una mostra con una linea curatoriale” afferma Kathy Grayson, gallery director della Deitch Projects “Qualsiasi tipo di memoria riguardante il compianto artista è ben accetta” e c’è da dire che con una o due eccezioni la gallerista è riuscita ad aggiungere tutti gli oggetti portati dagli amici e dai fan di Dash Snow. Tra le cose rinvenute c’è anche un grande light box di proprietà del collezionista Mark Fletcher.

Lo street artist Zevs arrestato a Hong Kong

Zevs ne ha combinata un’altra delle sue, il famoso street artist si trovava in questi giorni ad Hong Kong in occasione di una sua mostra personale alla Art Statements Gallery inaugurata lo scorso 16 luglio. L’artista però non ha presieduto all’inaugurazione perchè è stato arrestato per aver bombardato di colore un negozio di Armani.

Zevs con il suo famoso drip style ha posto un bel marchio Chanel proprio sopra l’insegna del famoso stilista italiano. La disavventura ha comunque creato una grande pubblicità alla mostra e noi di Globartmag siamo fieri di presentarvi il video dell”intera azione. Per chi non lo sapesse il simpatico Zevs è uno street artist francese il cui vero nome è Schwarz Christophe Arhirre. Per tutti gli anni ’90 Zevs è stato il vero animatore e padre della graffiti art parigina, il suo tag deriva dal nome del treno regionale Zeus che rischiò di farlo a polpette mentre lavorava ad uno dei suoi murales nei pressi dei binari. 

Nani Nazisti? No è un’opera di Ottmar Horl

 Un nano da giardino tutto d’oro che fa il saluto nazista ha messo nei guai l’artista  Ottmar Horl. Sembrerebbe una di quelle notizie umoristiche della settimana enigmistica ma le autorità della città di Norimberga non si sono molto divertite alla vista dell’opera dell’artista tedesco, a peggiorare la situazione basti pensare al fatto che la città bavarese è particolarmente sensibile a questa tematica poichè dopo la II° guerra mondiale fu sede del tribunale chiamato a giudicare i criminali nazisti resisi responsabili dell’Olocausto.

E dire che l’artista tedesco voleva farsi beffe del nazismo: “sono stupito che un nano da giardino in una piccola galleria di Norimberga abbia sollevato tutto questo polverone” afferma il sessantenne artista che è stato presidente dell’Accademia delle belle arti di Norimberga fino al 2005 “e poi non l’ho messo in mostra io, qualcuno deve averlo comprato e messo in galleria. Con i miei nani o gnomi che dir si voglia sottolineo il pericolo dell’opportunismo politico della nuova ideologia di destra e penso che l’opera abbia riaperto vecchie ferite”. 

Video Intenti, la sperimentazione dell’arte


Con le video-installazioni di Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi curate da Fabrizio Pizzuto, la Galleria Edieuropa ha inaugurato ieri la rassegna Video Intenti dedicata alla video arte contemporanea.

La rassegna, costituita da quattro incontri, presentano uno sguardo sulla Video arte contemporanea, ciascuno attraverso il lavoro di due artisti. Con questo ciclo di incontri la galleria prosegue la sua apertura verso le sperimentazioni e la nuova arte contemporanea, continuando cosi’ la sua tradizione che, con la nascita della rivista QUI-arte contemporanea negli anni Settanta, tenne a battesimo le avanguardie e diede impulso e accoglienza agli artisti della nuova generazione.

Manchester International festival, la biennale britannica

 Si è aperto questo weekend il Manchester International festival con una scoppietante inaugurazione dal gusto teatrale. L’evento biennale giunto alla sua seconda edizione si è subito guadagnato un posto importante nella scena dell’arte contemporanea internazionale ed a dispetto delle sue ambizioni pompose, propone comunque interessanti mostre di artisti internazionali.

Tra gli eventi dell’opening c’è la performance di Marina Abramovic che chiede ai visitatori dello spazio vuoto alla Withworth Gallery di rimanervi per alcune ore. Altro evento degno di nota è la processione circense con macchine modificate, punk ed emo-kids organizzata da Jeremy Deller.  Da vedere anche l’installazione di Fiona Banner costituita da modellini di famosi aeroplani da guerra sospesi a mezzaria come uno sciame di locuste.

Olivia, Braccio di Ferro e Jeff koons

La Serpentine Gallery di Londra ospiterà dal 2 luglio al 13 settembre una grande mostra dedicata al talento dell’artista americano Jeff Koons. La manifestazione si guadagna la palma della più grande retrospettiva dedicata a Koons ospitata in territorio britannico.

Jeff Koons ha precedentemente esposto alla Serpentine Gallery nel 1991 in una collettiva dal titolo Objects for the Ideal Home: The Legacy of Pop Art. In occasione del presente evento dal titolo Popeye Series il famoso artista presenterà alcune opere della sua serie dedicata a Popeye (braccio di ferro) iniziata nel 2002. Le opere sono contraddistinte dall’immaginario artistico di Koons che trae continuamente ispirazione dagli oggetti di uso comune, dal cartoon, dalla storia dell’arte e dai giocattoli. Grazie a prestiti da collezioni pubbliche e private la retrospettiva si avvale anche di opere fino ad ora mai mostrate al pubblico.

Tutta un’altra aria alla galleria Alessandra Bonomo

Mercoledì 9 luglio 2009 si inaugura alla Galleria Alessandra Bonomo la mostra Another air, group show curato da Laure Genillard, che presenta a Roma le opere di William Furlong, Brian O’Connel, Lisa Oppenheim, Frederic Pradeau, Elisa Sighicelli, David Tremlett, Gavin Turk e Peter Wüthrich.
Another Air nasce dall’idea di aria, eterna e onnipresente, che pervade l’opera d’arte in maniera fisica e concettuale. Il visitatore, immergendosi nello spazio espositivo, può riflettere sulle varie applicazioni e sui diversi significati dell’aria, rappresentata dalla scultura, dal suono, dai libri, dalla fotografia.
L’opera sonora di William Furlong (UK) è basata sulle sue conversazioni con gli artisti tratte dalla mostra Intelligence che si è tenuta alla Tate Britain nel  2000. L’attenzione del lavoro è incentrata sulle voci umane piuttosto che sui contenuti delle conversazioni.

Jim Houser e i microcosmi narrativi

La galleria Patricia Armocida di Milano inaugura mercoledì 1 Luglio The Tip of the Sword, la prima mostra personale in italia di Jim Houser.

Nato a Philadelphia, membro fondatore del collettivo Space 1026, Jim Houser è affascinato dalla libera associazione di parole, scelte in base alle loro proprietà acustico-visive e accostate a un mondo popolato da figure curiose. L’artista crea microcosmi narrativi in cui lo spettatore dialoga attivamente e partecipa ad un racconto apparentemente complesso. Per l’occasione Jim Houser presenta 45 nuovi lavori, tele e dipinti su legno e cinque installazioni site specifics sia scultoree che murali.

Twitter, Facebook e gli eventi artistici

Anche i musei come il resto del mondo si sono gettati nell’universo Twitter per tenere vivo il contatto e la comunicazione con gli appassionati d’arte di tutto il globo. Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo lunghi al massimo 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea ed e-mail.

Tali aggiornamenti sono mostrati istantaneamente nella pagina di profilo dell’utente e comunicati agli utenti che si sono registrati per riceverli. A guidare la classifica delle istituzioni museali con più contatti c’è il MoMa con 28,803 persone iscritte, una cifra ancora molto modesta se si pensa al fatto che il campione di basket Shaquille O’Neal detiene il primato con oltre 2.8 milioni di fans.

Iscrizioni aperte per il CECAC corso per curatori

La Provincia di Milano, la Fondazione Antonio Ratti di Como e la Commissione europea/Rappresentanza a Milano, in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, promuovono la III edizione del Corso Europeo per Curatori di Arte Contemporanea (CECAC), che si terrà a Milano dall’1 al 10 ottobre 2009.

Il corso, a cura di Roberto Pinto e Gabi Scardi, coordinamento di Karen Tomatis, offre la possibilità a 20 giovani curatori, selezionati attraverso un bando di concorso e provenienti dai Paesi dell’Unione europea, di lavorare a fianco di un Visiting Professor di fama internazionale, quest’anno Ulrich Loock, vice direttore del Museu Serralves di Porto. Nell’Anno europeo della creatività e dell’innovazione il corso rappresenta inoltre un’occasione per attivare una rete di relazioni tra giovani operatori culturali di diversi paesi europei.