Alberto Tadiello – Adunchi

Venerdì 19 novembre T293 inaugura a Napoli, “Adunchi”, la seconda personale di Alberto Tadiello. Partendo dall’osservazione di elementi animali e artificiali, la mostra si sviluppa attraverso una raccolta di disegni e stampe riprese dalle tavole sinottiche di un vecchio dizionario di ornitologia e alcune sculture in metallo che rimandano a forme di becchi, aratri, lame e scaglie rocciose. Il progetto si concentra sulle diverse traiettorie in volo di picchiata e di caduta libera di alcune specie di uccelli, attivando una forte dialettica tra la loro spinta e l’ineluttabile attrazione gravitazionale.

I disegni che appaiono quasi delle miniature, sono ottenuti attraverso una stratificazione di lucidi, carte veline o da forno, colle e burro cacao. Le figure ritratte, benché diafane e trasparenti, lasciano avvertire l’inquietudine di un’energia tellurica. Nelle stampe i dettagli anatomici acquisiscono un singolare vigore grazie ad un procedimento di scansione e ristampa che include errori e imprecisioni: tagli dello sfondo, strappi della carta, brandelli di nastro adesivo.

Temporaneo, Arte contemporanea nella citta’ in evoluzione


Come si racconta il cambiamento di una città? Come si fa spazio alla modernità in un tessuto urbano connotato dalla storia?  Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi e’ solito attraversare quei luoghi. Temporaneo rappresenta, attraverso il linguaggio dell’arte, il cambiamento che riconfigura le nostre città in una prospettiva contemporanea e diventa l’occasione per ripensare alla categoria di monumento in una prospettiva performativa che riscrive temporaneamente i luoghi dell’abitare.

Artisti e opere:
Francesco Arena, Torre, 2007 – EUR Laghetto, Passeggiata del Giappone – Antistante Palazzo ENI Torre, 2007. Simile alle torri di avvistamento e realizzata con una struttura di metallo che sostiene 340 metri quadri di parquet, Torre, e’ un’ opera che segna un limite tra memoria e oblio della storia del ventesimo secolo. I 340 metri quadri corrispondono infatti, alla presunta superficie in cui gli operai dello stabilimento siderurgico “Ilva” di Taranto furono assoggettati a mobbing. Una scala consente di salire in cima e guardare da un’altezza diversa il paesaggio circostante. Un monumento contemporaneo che indaga, comprende e reinterpreta i fatti accaduti, fornendo sugli stessi un diverso punto di vista.

Wu Yuren, l’ennesima “vittima” dell’oscurantismo cinese

Wu Yuren (al centro)

Parallelamente al ciclone prodotto da Ai Weiwei, che in questi giorni sta lottando con ogni mezzo per far conoscere al mondo intero la situazione in cui versa l’arte e la società cinese, vorremmo parlarvi della storia di un altro artista cinese duramente impegnato nella lotta per la libertà di espressione. Il suo nome è Wu Yuren ma nel suo paese tutti lo chiamano il “piccolo Ai“, questo perchè i suoi ideali e le sue coraggiose sfide al governo nazionale lo rendono sono molto vicino al  ben più celebre connazionale.

Yuaren dovrà essere processato il prossimo 17 novembre, l’artista è infatti accusato di aver scatenato, nel corso della passata estate, una rivolta nel distretto artistico di Pechino denominato 008. Tutto questo perchè le autorità cittadine avevano deciso di radere al suolo il distretto. Già dall’inizio del gennaio scorso il governo cinese ha iniziato a distruggere sistematicamente gli studi degli artisti con soli tre giorni di preavviso e dopo aver interrotto i servizi di corrente elettrica e acqua potabile.

EMMEOTTO raddoppia con EMMEOTTO NEXT

Nella storica cornice che negli anni ’50 ha fatto da scenografia al film Vacanze Romane, giovedì 25 novembre si svolgerà una doppia inaugurazione: l’apertura del nuovo spazio espositivo EMMEOTTO NEXT, nato dalla partnership della galleria Emmeotto con Filippo Restelli, e l’opening della prima personale romana del giovane artista Nicola Vinci.

NEXT come vicino: uno spazio espositivo a pochi passi dalla “galleria madre”, che al civico 8 continuerà ad esporre e valorizzare un’arte già consolidata e inserita nel panorama artistico. NEXT come prossimo: un ambiente come osservatorio di un futuro che, più che da scoprire, è in costante formazione.

MAXXI want you!

Come sempre GlobArtMag cerca di tenere informati i giovani artisti e stavolta vorremmo parlarvi di un’iniziativa che ha lanciato proprio qualche giorno fà il museo MAXXI di Roma. Sotto riportiamo il bando completo sperando che almeno uno di voi possa farcela!

Se sei un artista, hai meno di 40 anni e vuoi che il tuo portfolio venga valutato, selezionato e reso consultabile al MAXXI in occasione della mostra Contemporaneo.doc/DOCVA dal 4 dicembre 2010 al 13 febbraio 2011. Gli artisti potranno inviare la documentazione del poprio lavoro al MAXXI a partire dal 3 novembre 2010. Con questa iniziativa il MAXXI accorcia le distanze tra la sede ufficiale del DOCVA – Centro di Documentazione Arti Visive (Milano) e il resto d’Italia. L’archivio, infatti, durante tutto il periodo della mostra continuerà a lavorare utilizzando gli spazi del museo come se fosse un’estensione romana della propria sede.

EcoBrain, una mostra che attraverso la forza creativa degli artisti mira ad incrementare l’attenzione sulle tematiche ambientali

Presso la Fiera di Rimini, dal 3 al 6 novembre 2010 si svolge Ecomondo, 14a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile. Ecomondo è la più importante fiera sulle tecnologie verdi e nuovi stili di vita, luogo d’incontro privilegiato tra l´industria dell´ambiente e della sostenibilità e gli stake holders istituzionali, associazioni di categoria, Pubblica Amministrazione, ONG, e tutte le tipologie d’industria e di produzione di beni.

EcoArt Project presenta nel prestigioso ambito di Ecomondo un grande intervento di arte contemporanea, dal titolo “EcoBrain”, curato dal critico d’arte Martina Cavallarin, un luogo dell’immaginazione, del pensiero e di stimolo d’energie, realizzato grazie al sostegno di Acea Spa, Kaspersky Lab e Zerotecnica Srl. EcoArt Project è una piattaforma culturale (www.ecoartproject.org) di respiro internazionale che attraverso la forza creativa degli artisti mira ad incrementare l’attenzione sulle tematiche ambientali. Le sue attività coinvolgono le persone, le aziende e le istituzioni al fine di ispirare a tutti i livelli attitudini e comportamenti che hanno come scopo la salvaguardia del pianeta.

Give and take alla Fondazione Antonio Ratti

Il 3 novembre inaugura a Milano alla Fabbrica del Vapore Give and take, mostra di fine corso dei partecipanti alla XVI edizione del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti, diretto da Annie Ratti e quest’anno condotto da Hans Haacke in qualità di Visiting Professor. La mostra a cura di Anna Daneri e Cesare Pietroiusti e’ realizzata dalla Fondazione Antonio Ratti, in collaborazione con Careof, DOCVA, Viafarini e sarà visitabile fino al 20 novembre.

In mostra le opere dei diciannove artisti che hanno frequentato il workshop a Como nel mese di luglio: Julia Brown (USA), Antonia Carrara (ITALIA), Danilo Correale (ITALIA), Abbey Shaine Dubin (USA), Laura Duran (COLOMBIA), Birte Endrejat (GERMANIA), Fausto Falchi (ITALIA), Till Gathmann (GERMANIA), Adelita Husni-Bey (ITALIA), Kentaro Ikegami (GIAPPONE), François Lemieux (CANADA), Eric Martijn (OLANDA), Ludovic Me’haute’ (FRANCIA), Emily Morant (AUSTRALIA), Elaine Marianne Reynolds (IRLANDA), Fabrizio Sartori (ITALIA), Walter Benjamin Smith (USA), Elisa Strinna (ITALIA), Oriol Vilanova (SPAGNA).

Non si paga per esporre

Voi, proprio voi che ci seguite da casa, da lavoro o da qualunque parte, in mezzo a voi ci sono tanti artisti, giovani talenti in cerca di spazi per esporre o magari creativi maturi che ancora non hanno avuto la possibilità di mostrare adeguatamente il proprio lavoro. Ebbene fate attenzione, aprite gli occhi perchè i vostri sogni potrebbero tramutarsi in incubi. Già perché come accade da tempo nel nostro bel paese, qualcuno è sempre a caccia delle vostre aspettative per spillarvi qualche soldo. Stiamo ovviamente parlando di tutte quelle gallerie e riviste che vogliono farvi una mostra o un articolo in cambio di denaro. Questi individui sono soliti contattare le loro prede tramite email al limite del ridicolo. Pubblichiamo qui di seguito degli esempi (fin troppo reali) giunti nella nostra casella nei giorni scorsi, ricordando al nostro pubblico che non si paga per esporre.

Mail della Galleria xxxxx:

Gentile Artista,

sappiamo quanto sia importante nel tuo lavoro, la visibilità e la notorietà. Esporre le proprie opere in una galleria d’arte spesso è oneroso o poco fruttifero.

Quindi cosa fare?

Oggi vorremmo proporti un’assoluta novità che farà parlare per molto tempo il web intero. La prestigiosa galleria d’arte XXXX, la quale annovera tra i suoi artisti, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx; Xxxx, Xxxx e Xxxx, dà la possibilità a chiunque lo desideri (previa visione delle opere e approvazione) di esporre le proprie opere nel nostro sito, una vera e propria galleria d’arte virtuale che conta circa 2.000 visite al giorno.

Subway Art History, il collettivo che riporta in vita la street art old skool

New York è la patria della street art, la culla del graffiti. Da li è partita ogni sorta di sperimentazione urbana ed ogni selvaggia azione di recupero del territorio da parte dei giovani artisti. La grande mela è stata quindi la culla dei più celebri nomi della street art ma è pur vero che il tessuto urbano è in continuo cambiamento, quindi molte opere create a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 sono andate perse o distrutte.

Oggi però questo problema potrebbe essere evitato, in questi giorni infatti se vi trovate dalle parti del Gowanus Canal di Brooklyn, potrete osservare un fantastico graffiti che reca la frase “Hand Of Doom”. Si tratta della riedizione di una celebre opera eseguita da Seen negli anni ’80 su di un intero vagone della metropolitana cittadina. L’opera è persino apparsa sul celebre libro Subway Art, scritto nel 1984 da Henry Chalfant e Martha Cooper, una vera e propria bibbia per gli amanti di questa tecnica artistica.

Troppo spam e la giuria lo butta fuori dal concorso Art Loop Open

Quella che sembrava essere un’ottima iniziativa per promuovere la giovane arte si è tramutata in covo di polemiche, le quali hanno un poco rovinato la festa a tutti. E’ successo tutto a Chicago alla prima edizione di un grande concorso artistico denominato Art Loop Open, ma andiamo per gradi. Alle selezioni hanno partecipato tantissimi artisti ed alla fine la giuria ha selezionato 191 di loro.Successivamente lo scorso venerdì sono stati annunciati i nomi dei 10 finalisti ed è quindi partita la fase del voto aperto al pubblico. Nel giro di poche 0re però uno dei finalisti, l’artista Bernard Williams è stato squalificato per aver infranto le regole del concorso.

All’opera di Williams era stato assegnato un codice di voto e l’artista non ha fatto altro che stampare centinaia di volantini con il codice sopra e distribuirli nelle cassette postali di altrettanti studenti del Columbia College. Il volantinaggio non è però piaciuto alla giuria che una volta appresa la faccenda ha squalificato senza nessun appello l’artista, precludendogli un possibile accesso al premio finale di 50.000 dollari. Insomma lo spam di Williams non è certo un’azione del tutto esagerata se rapportata a quello che succede in Italia.

Youtube Play o Youtube Pay? lo sponsor si compra la mostra

Strane cose succedono al Guggenheim di New York. Pochi giorni fa sono stati infatti annunciati i nomi dei 25 video finalisti del celebre concorso Youtube Play che sono stati poi esposti fino a ieri al museo, trasformato in un enorme videowall. Ora voi direte è che male c’è? dopotutto sembrerebbe un passo verso l’arte democratica, verso l’abolizione dei curriculum e delle spintarelle all’insegna di un “apriamo i luoghi deputati all’arte a chi ne ha le giuste qualità”.

Tutto ciò potrebbe essere anche vero ma il giornalista Tyler Green ci fa giustamente notare qualcosa di limaccioso in tutto ciò. I comportamenti poco chiari del Guggenheim sono iniziati quando nel 2000 Giorgio Armani (si, il famoso stilista) ha deciso di donare 5 milioni di dollari alla fondazione Guggenheim. Come per magia dopo quella donazione il museo ha organizzato una grande retrospettiva al celebre stilista zittendo tutte le critiche con un: “L’idea di una mostra sul percorso stilistico di Giorgio Armani è nata molto tempo prima che si parlasse di una donazione al Guggenheim”, già prima si pensa ad una mostra e dopo come per magia arriva un’ingente donazione, proprio dal protagonista della retrospettiva pensata.

Annika Larsson – DRUNK

Mercoledì 27 ottobre 2010 Velan di Torino ha il piacere di inaugurare DRUNK, una personale dell’artista svedese Annika Larsson (Stoccolma, 1972) a cura di Francesca Referza. DRUNK – spiega l’artista che vive e lavora a Berlino da due anni – è un video quasi completamente silenzioso (il livello sonoro è regolato in modo da risultare quasi non udibile). Le azioni dell’ubriaco vengono compiute praticamente nel vuoto e solo l’acustica della stanza e la presenza degli spettatori generano il suono. DRUNK non aveva script, solo un insieme di regole, ed è stato girato nel mio studio con un giovane attore che beveva e gradualmente perdeva il controllo davanti alla macchina da presa.

L’idea di DRUNK (2010) è nata da una ricerca fatta dall’artista su internet, ambiente virtuale in cui sono facilmente rintracciabili immagini reali dello status di ubriaco. Annika Larsson ha selezionato ed archiviato una serie di still da video, pubblicati da diversi utenti su YouTube, che documentano la casistica tragicomica degli effetti che l’alcool ha sulle persone. Quello che viene fuori da questa serie di immagini recuperate dalla rete è un universo allo stesso tempo attraente e respingente. DRUNK, presentato per la prima volta in Italia da Velan a Torino in occasione di ARTISSIMA 17, è una versione sublimata, attraverso l’estetica della Larsson, dell’iperrealtà della rete.

MACROFall 2010

Lunedì 25 ottobre al Macro di Roma si inaugura MACROFall 2010. Dieci Mostre Antony Gormley / Nicola Carrino / 6Artista: Riccardo Benassi – Tomaso De Luca / Jamie Shovlin / L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978 / Laboratorio Schifano / Nunzio / I documentari di Franco Simongini / Nico Vascellari / Carola Bonfili e Luana Perilli

Antony Gormley – Drawing Space, a cura di Luca Massimo Barbero e Anna Moszynska. La prima esposizione in un museo italiano dedicata ai disegni dell’artista inglese Antony Gormley, tra i piu’ stimati scultori del panorama artistico contemporaneo.  Un racconto di immagini che attraverso piu’ di 80 disegni si sofferma sulle fasi cruciali della ricerca dell’artista dal 1981 a oggi. La mostra raccoglie lavori provenienti dalla collezione dell’artista, in molti casi inediti, e alcuni importanti prestiti ricevuti da importanti istituzioni quali il British Museum di Londra. A fare da contrappunto alle opere grafiche saranno 4 sculture, che aiuteranno il visitatore a comporre le linee di una ricerca contraddistinta da una forte coerenza, da una straordinaria intensità e da una costante tensione tra controllo e figurazione libera.

Liu Bolin, l’artista camaleonte

Mediante la pratica artistica l’uomo tenta di imitare la natura, di riprodurre le cose che vede e che sente, filtrandole attraverso la propria intimità. Questo affermazione risulta ancor più ficcante se si prendono in esame le sbalorditive creazioni di Liu Bolin, giovane artista cinese che oltre ad imitare le cose che lo circondano mira ad assumerne la stessa forma, come una sorta di camaleonte umano. L’artista è nato nel 1973 e lavora a Pechino, nella sua serie di opere denominate Camouflage Bolin dipinge interamente il suo corpo fino a fargli assumere l’estetica di ciò che lo circonda.

Il procedimento che genera questa sorta di body art performance è estremamente laborioso e per portare a termine ogni opera l’artista impiega più di 10 ore. Le opere sono in seguito documentate da una serie di fotografie decisamente affascinanti. Il gesto di Bolin scaturisce dalla voglia di non adattarsi alla società contemporanea, in special modo a quella cinese che molto spesso compie atti di repressione contro gli artisti.