Sam Bassett, l’artista che voleva impacchettare Sotheby’s

L’artista Sam Bassett è una figura emergente della street art newyorchese, fra le numerose e folli imprese di guerrilla art il nostro beniamino ha collezionato un buon numero di interventi che gli hanno valso una discreta fama. Bassett è infatti noto per le sue sculture ed installazioni realizzate con del semplice nastro colorato che svetta dall’alto dei pali della luce o dai cartelloni pubblicitari della grande mela.

Ultimamente l’artista ha adornato il Chelsea Hotel con una delle sue sculture minimal mentre il mese scorso ha tenuto in scacco un’intera strada con alcune linee di nastro appese ai lampioni. Alcune installazioni di Bassett sono state inoltre avvistate in quel di Parigi dove nottetempo l’artista ha compiuto un’altra delle sue scorrerie. Pochi giorni fa però Sam Bassett si è reso protagonista di una bravata che gli è costata piuttosto cara.

Damien Hirst, Saddam Hussein e David Cerny

La CO2 contemporary art di Roma inaugura il 21 novembre la prima personale in Italia dell’artista ceco David Cerny, negli ultimi anni protagonista di kermesse cui hanno fatto seguito grandi scalpori nel pubblico internazionale dovuti alle sue provocatorie, quanto geniali, installazioni ed opere.

La sua ultima apparizione al Parlamento Europeo ha fatto molto parlare di sé: a partire dalla volutamente erronea comunicazione della mostra, che pareva dover ricomprendere le opere di più artisti, rivelandosi, invece, una vera e propria partecipazione del solo artista ceco con l’esposizione della discussa installazione Entropa basata sulla ricostruzione sarcastica di una cartina dell’Europa in cui ogni paese si è trovato investito dei “caratteri folkloristici” più tipizzanti (basti pensare ad un’Italia a forma di campo da calcio). Altrettanto potente l’eco procuratagli dalla stampa internazionale per l’ironia impiegata nella sua opera e per i molti visitatori attratti al Parlamento Europeo in quei giorni.

Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.

Mary Mattingly e l’arte eco-sostenibile

Forse il nome di Mary Mattingly non vi dice nulla ma l’artista in questione si è guadagnata una buona dose di celebrità la scorsa estate quando ha deciso di passare tutta la bella stagione su di un eco-battello ancorato al porto di New York. Il Waterpod, questo il nome della chiatta, era un’abitazione galleggiante in grado di sostenersi da sola con pannelli solari e orticelli coltivati con una nutrita varietà di frutta e verdura.

Durante il suo progetto artistico Mary Mattingly ha ospitato altri artisti formando un piccolo equipaggio in grado di creare un piccolo ed estemporaneo collettivo artistico. Una volta esplorato il mare l’artista ha però deciso di lanciarsi verso gli spazi celesti con un nuovo progetto chiamato Air Ship Air City.

La National Gallery di Londra ospita un quartiere a luci rosse

La National Gallery di Londra si prepara ad ospitare una mostra che sicuramente farà parlare di se e non mancherà di scatenare numerose polemiche sopratutto nel mondo dei benpensanti dell’arte. Il prestigioso museo ospiterà infatti dal 18 novembre al 21 febbraio 2010 un evento dal titolo Kienholz: The Hoerengracht, grande installazione degli artisti americani Ed e Nancy Kienholz. Il duo creativo ha deciso di trasformare la Sunley Room del museo in un rifacimento del red light district di Amsterdam, noto quartiere della città in cui la prostituzione è parte comune della vita quotidiana.

Il tema altamente scottante della prostituzione è già stato ampiamente sviscerato da numerosi artisti nel corso dei secoli ed è una tradizione fortemente radicata nell’arte europea. La presente installazione ricreerà i muri di mattoni, le finestre luminescenti e le misteriose porticine che si aprono sulle claustrofobiche strade del popolare quartiere di Amsterdam. All’interno dei piccoli antri gli artisti hanno posto alcuni manichini seminudi che riassumono uno degli aspetti più volgari e neri della nostra società.

Unabomber in mostra al Palais de Tokyo

 Nuova proposta artistica per il prestigioso Palais de Tokyo di Parigi, il celebre spazio espositivo presenta in questi giorni (fino al 17 gennaio 2010) una mostra dal titolo Chasing Napoleon, collettiva zeppa di artisti da tener d’occhio che si propone di indagare sulla volontà di esilio e fuga da un mondo di banalità intellettuale oltre che scandagliare un particolare momento storico ossia l’anno 1977.Cosa centra il 1977 direte voi, bene si da il caso che in quell’anno Ted Kaczynski meglio noto come Unabomber si trovava nascosto in una capanna nel Montana a disseminare il panico tra la popolazione con i suoi ordigni esplosivi nascosti nei luoghi e negli oggetti più impensati.

Ovviamente la fuga di  Kaczynski ( genio paranoico ) dal mondo reale ha avuto risvolti drammatici, causando la morte di molte anime innocenti. A Ted Kaczynski si è ispirato l’artista Robert Kusmirowski che ha ricreato il nascondiglio di Unabomber in un’opera dal titolo Unacabine. L’artista Ola Pehrson si è invece cimentato in un’opera dal titolo the Hunt of the Unabomber, documentario che cerca di ricostruire la storia del folle dinamitardo al di là di leggende ed esagerazioni mediatiche. Anche Gardar Eide Einarsson si è cimentato con il tema Unabomber creando ritratti che riflettono lo shock prodotto dal criminale all’interno della cultura sociale collettiva.

Terence Koh a Parigi ma questa volta senza i suoi escrementi

 Girovagando per l’immenso universo dell’arte contemporanea vi sarà sicuramente capitato  di imbattervi in Terence Koh. Per quanti di voi non lo conoscessero possiamo dirvi che questo eclettico artista, noto anche con il monicker asianpunkboy, è stato assoldato nei primi anni della sua carriera da Charles Saatchi che lo ha catapultato direttamente nell’olimpo dell’art system.

Ovviamente il giovane artista dalle origini cinesi e di nazionalità canadese non è certo entrato nella scuderia del grande mercante grazie ad una raccomandazione ma solamente per suo merito e per una carica artistica sfrontata ed esplicita che sin dalle prime mostre si è abbattuta su media come fotografia, stampa, scultura, performance ed installazione sino ad arrivare ai libri fatti a mano e le zines.I temi trattati da Terence Koh si allargano sul mondo punk, sull’omosessualità e sulla pornografia. Tanto per dirne una, l’artista si è guadagnato la fama internazionale ad Art Basel nel 2006 vendendo i suoi escrementi per 500.000 dollari.

Peru Ana Ana Peru, la street art in galleria non perde la sua potenza

 La street art, lo dice già il suo nome, deve la sua fama e la sua potenza espressiva al contesto metropolitano. E’ nella strada che graffiti, murales, posters e stencils trovano terreno fertile per comunicare al meglio una rabbia artistica ed una carica estetica capace di affascinare l’intero mondo dell’arte. Solitamente però, quando la street art viene costretta all’interno delle mura di una galleria, perde i suoi magici poteri, come depressa da un ambiente artificiale ed artificioso non consono alla sua proverbiale bramosia di libertà.

Diciamo solitamente poiché non è questo il caso di Peru Ana Ana Peru, duo artistico in netta ascesa ed attualmente alla Brooklynite Gallery di New York con una mostra dal titolo quanto mai estroso:…And Then We Jumpted Into the Abyss of Numbers: Memories in Absurdity from the Bowels of…Peru Ana Ana Peru. I due artisti propongono un universo dai colori sgargianti dove ruotano immagini assurde e psichedeliche con un tocco di horror. L’anima street non perde la sua natura selvaggia poiché Peru Ana Ana Peru ripropongono esattamente ciò che solitamente creano in strada, anzi si potrebbe dire che alla Brooklynite le loro opere ci sembrano ancor più fantastiche e pervase da un luminoso senso dell’assurdo e del grottesco.

Barbara Kruger e gli slogan dell’arte

 Sia che riusciamo ad accorgercene o meno, la nostra vita di tutti i giorni è piena di segni grafici e di informazioni visive. Mentre leggiamo un giornale, guardiamo la televisione o camminiamo per strada, assorbiamo informazioni costantemente. Questo aspetto della sfera pubblica e sociale è parte della nuova ricerca creativa di Barbara Kruger, attualmente presente alla Lever House art collection di New York con l’installazione Between Being Born and Dying, in mostra fino al 21 novembre 2009. Il progetto è stato commissionato dal magnate Aby Rosen, boss della Lever House la cui collezione conta tra le sue fila nomi del calibro di Jeff Koons, George Condo, John Chamberlain, Keith Haring e  Barnaby Furnas.

Non è certo per pura coincidenza che Barbara Kruger ha utilizzato il contesto verbale e testuale per la sua cronaca quotidiana della società contemporanea. L’artista ha infatti studiato arte e design con Diane Arbus alla Parsons School of Design di New York e successivamente si è dedicata con successo al graphic design come direttore creativo della casa editoriale Conde Nast. Il compendio creativo dell’artista esplora da sempre le nozioni del consumismo e della comunicazione di massa. Il tratto distintivo di Barbara Kruger sono i suoi slogan, frasi e domande che aprono un confronto, informano e divertono il fruitore in totale semplicità e linearità di intenti.

I Cerchi sulla città di Felice Varini e la Paris Hilton di Rene Gagnon

Novità sul fronte della street art e questa volta si parla delle alpi svizzere. Già perché alcune case della città di Vercorin fanno da oggi parte di un’opera di Felice Varini dal titolo Cercle et suite d’éclats. Le case sono attualmente ricoperte da una pattern circolare che le appiattisce su di uno stesso piano, rendendo il paesaggio simile ad una cartolina postale. Il procedimento usato per questa insolita installazione che ci ricorda quella dello street artist JR ma in chiave meno sociale è alquanto semplice.

Varini ha infatti proiettato le pattern sulle case e successivamente ha dipinto sopra la traccia lasciata dalla proiezione. Alla fin fine c’è da dire che la resa prospettica non è affatto niente male. Passiamo ora ad un beniamino della street art, parliamo infatti di Rene Gagnon che ultimamente ha preso d’assalto New York con le sue installazioni piene di bolle.

James Turrell e le sua light art al Kunstmuseum Wolfsburg

 Grazie ad una collaborazione con il Kunstmuseum Wolfsburg, il light arist americano James Turrell ha realizzato la sua più grande installazione di sempre in un contesto museale. Si tratta di una composizione alta 11 metri che copre più di 700 metri quadrati di superficie espositiva ed è intitolata Ganzfeld Piece:Bridget’s Bardo. L’installazione è in realtà una costruzione divisa in due parti, tali camere interconnesse sono denominate Viewing Space e Sensing Space, le due camere sono completamente vuote eccezion fatta per la luce colorata e cangiante che le invade.

Il Kunstmuseum Wolfsburg ospiterà quest’installazione dal prossimo 24 ottobre in poi nel corso della mostra Wolfsburg project, dove saranno presentate anche una serie di altre opere di Turrell, la manifestazione rappresenterà un evento unico per quanto riguarda la presenza in Germania del celebre artista. I fruitori della maestosa opera di Turrell potranno accedere al suo interno attraverso una ripida rampa che dal piano superiore si affaccia sul Viewing Space, gli spettatori saranno quindi immersi in un sublime bagno di luce e potranno sperimentare con tutti i loro sensi il dissolvimento degli elementi architettonici dello spazio all’interno di un campo visivo omogeneo che crea un senso di disorientamento.

Operatori museali in sciopero creano un’installazione artistica

I dipendenti del Canadian Museum of Civilization di Ottawa sono attualmente in sciopero e fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Il fatto è che tanto per rimanere in tema artistico gli scioperanti hanno deciso di allestire una vera e propria mostra di arte contemporanea proprio di fronte all’entrata del museo dove attualmente sorge la loro linea di picchetto. La mostra prende il titolo di Striking Treasures, traducibile come I tesori dello sciopero, e si compone di una grande installazione con 200 foto degli operatori museali in rivolta dallo scorso 21 settembre.

Come recita il titolo della mostra l’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione del pubblico sui veri tesori del museo e cioè i suoi impiegati, almeno questo è quello che Patrice Remillard, collection manager del museo canadese, a dichiarato in una recente intervista. Lo strambo titolo è in realtà una parodia di Afghanistan: Hidden Treasures, mostra che il museo inaugurerà il prossimo venerdì e che ospiterà più di 200 pezzi tra gioielli, sculture ed altri reperti provenienti direttamente dal National Museum di Kabul.

Olimpiadi di Londra 2012, c’è spazio anche per l’arte contemporanea

 Le Olimpiadi di Londra 2012 non rappresenteranno solamente un grande evento sportivo, L’Arts Council ha infatti stanziato oltre 8 milioni di dollari in fondi da destinare alla Cultural Olympiad, un programma di arte contemporanea che animerà le giornate dei giochi olimpici affiancando la cultura allo sport. Artists taking the lead è il titolo di questo progetto che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 artisti che si sono sottoposti ad una rigida selezione.

12 sono gli artisti selezionati dall’Arts Council che useranno in fondi stanziati per portare a compimento i loro progetti. Fra le proposte ve ne sono alcune veramente interessanti e stravaganti che andremo ad elencare qui di seguito. Shauna Richardson presenterà Lionheart, installazione composta da tre giganteschi leoni creati all’uncinetto e chiusi dentro una teca di vetro alla maniera di Damien Hirst. L’opera prende ispirazione dalla figura di Riccardo Cuor di Leone a dall’industria tessile dell’east midlands.

Bill Viola, Richard Serra e Urs Fischer a New York

 Se avete intenzione di visitare New York in questi giorni sappiate che la grande mela, oltre alla sua enorme ed abituale offerta di arte contemporanea, sarà teatro verso la fine di ottobre alcune grandi mostre assolutamente imperdibili. Ma andiamo per gradi e analizziamo attentamente ogni proposta. La James Cohan Gallery ospiterà dal 23 ottobre sino al 19 dicembre Bodies of Light un’interessante retrospettiva dell’acclamato video artista americano Bill Viola. Da più di 35 anni Viola è celebre per aver trasformato la video arte in una delle forme vitali dell’arte contemporanea.

In tutto questo tempo l’artista ha creato video, installazioni video e sonore, performances di musica elettronica ed opere per luoghi sacri. La sua creatività indaga sull’universalità di esperienze umane quali la nascita, la morte e la spiritualità. La mostra alla James Cohan Gallery presenta opere che si allargano su due decadi di lavoro ed includono l’installazione video-sonora Pneuma ed alcuni pezzi in flat screen dalla serie Transfigurations, nuovo progetto di Viola che ha avuto origine da Ocean Without a Shore, installata nella chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007.