The Big Draw! un pomeriggio interamente dedicato al disegno

Domenica 17 ottobre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, membro del network internazionale di Campaign for Drawing, proporrà The Big Draw! un pomeriggio interamente dedicato al disegno, con postazioni e laboratori allestiti in giardino, nel bookshop, in caffetteria e in aula didattica, condotti dallo staff del Dipartimento Educativo, in collaborazione con il giovane artista Alessandro Fabbris e gli studenti dell’Accademia di Genova e dello IED di Torino.

All’ingresso verrà distribuita a tutti i partecipanti una mappa della Fondazione, su cui individuare le proposte e scegliere quella che piace di più. Dalle 15.00 alle 19.00, tutte le attività saranno gratuite e non è necessaria la prenotazione. Molti altri eventi avranno luogo nel mese di ottobre in Europa, Australia e Stati Uniti, ispirati al tema del 2010: Make your Mark on the Future (Lascia un segno sul futuro). La mostra in corso “Modernikon. Arte Contemporanea dalla Russia” sarà visitabile dalle 12.00 alle 20.00, con i mediatori culturali d’arte sempre a disposizione per condurre visite gratuite e dialogare con il pubblico.

Le Terre Vulnerabili dell’Hangar Bicocca

Inaugura il 21 ottobre la prima mostra del progetto Terre Vulnerabili che segna la direzione artistica di Chiara Bertola all’HangarBicocca. Un progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi – gli artisti prescelti hanno partecipato a vari incontri a partire dal settembre 2009 condividendo il proprio lavoro, modificandolo o trasformandolo per accordarlo agli altri e realizzando opere significative e site specific o comunque ripensate per lo spazio di HangarBicocca – sia nella modalità di esposizione – si tratta di quattro mostre che coprono un periodo di otto mesi, in quattro fasi come quelle lunari, la prima da ottobre (le altre seguono a gennaio, marzo, aprile 2011) per un totale di trenta artisti internazionali ed altrettante opere.

La prima mostra vede la presenza di tredici importanti artisti, personalità molto diverse tra loro, con lavori differenti per dimensioni e materiali, alcuni di forte impatto emozionale, altri più concettuali e da scoprire indugiandovi; in tutti il concetto di vulnerabilità è declinato in modo sottile e personale. Tutti gli artisti del primo quarto restano anche nel secondo quarto – portandovi un nuovo lavoro o modificando in parte l’opera già esposta – dove si aggiungono nuovi artisti e così via sino all’ultimo quarto, seguendo l’idea di un terreno fertile che “germoglia”, cresce nel tempo e modifica la visione di quanto esposto precedentemente. Ogni mostra rappresenta un momento espositivo unico, irripetibile e diverso rispetto all’altro come le diverse fasi della vita.

Kara Tanaka per la Collezione Maramotti di Reggio Emilia

I corpi assenti nei tredici tavoli d’imbalsamazione di A Sad Bit of Fruit, Pickled in the Vinegar of Grief, l’opera realizzata da Kara Tanaka per la Collezione Maramotti di Reggio Emilia che sarà visibile al pubblico dal 24 ottobre 2010 al 31 gennaio 2011, dichiarano un rifiuto del desiderio di immortalità, la cui diffusa presenza ha permeato la cultura occidentale, che l’artista ritiene in una condizione di declino e di profonda crisi.

Non c’e’ infatti sintomo piu’ significativo di un desiderio di immortalità, espresso dall’uomo fin dalle prime forme di civiltà, del culto della perfezione del corpo, qui ed ora. E non sorprende se al deperimento di tale desiderio si accompagna una crescente obsolescenza della tensione metafisica nell’arte. Come la metafisica ha invaso e fecondato per millenni l’iconografia del corpo divinizzandolo, cosi’ l’arte oggi esplora l’iconografia della sua eventuale perdita. In Un triste pezzo di frutta, marinato nell’aceto del dolore, Kara Tanaka immagina una via d’uscita fisica dal conflitto che l’essere umano patisce tra corpo e coscienza, intravedendo la sparizione del primo e l’emigrazione della seconda al di là dei confini del sociale, nel cosmo che sempre piu’ la tecnologia ci avvicina, con l’accelerazione dello sviluppo e del ‘progresso’ della scienza. L’artista considera il presente come il passato del futuro: l’uomo si avvia a rinunciare al corpo, alla terra, per risolversi in pura coscienza.

La parola d’ordine è: “apertura”

 A Milano e a Genova si chiama Start, a Roma l’opening collettivo delle gallerie dedicato all’arte contemporanea si chiama Art2Nights. Quindi venerdì 8 e sabato 9 ottobre, grazie all’organizzazione dell’associazione Untitled Association si è verificata un’immersione totale all’interno del vasto mare delle offerte artistiche capitoline, un tuffo a cui hanno partecipato migliaia di persone.

Un successo annunciato che conferma (se ne sentivate il bisogno) l’attuale sequela di missioni portate a termine dalla capitale a partire dall’opening del Maxxi e via dicendo. Insomma, Roma capitale dell’arte contemporanea? non esageriamo, andiamoci con i piedi di piombo ma è innegabile che qualcosa si sta muovendo per il verso giusto, non lo dicono solo i numeri ma anche l’incredibile presenza di pubblico ‘cciovane che ha presenziato sia alla kermesse dello scorso week end, sia all’appuntamento Macro Video Drink, sia al party finale di Art2Nights sabato sera all’interno di un Maxxi trasformato in un’insperata quanto accattivante disco-lounge. Si respira aria newyorchese ma c’è ancora molto da fare, bisogna prima scrollarsi di dosso provincialismo e pretestuosità e bisogna armarsi di sano coraggio, offrendo al pubblico qualcosa di fresco e non stiamo parlando solo di birre.

Michael Lin – The colour is bright the beauty is generous

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta The colour is bright the beauty is generous, la prima grande retrospettiva dell’artista taiwanese Michael Lin. La mostra – in corso dal 17 ottobre 2010 al 13 febbraio 2011 – è curata da Marco Bazzini, Direttore artistico del Centro Pecci, e Felix Schöber, in collaborazione con l’Atelier di architetti giapponesi Bow Wow.

Michael Lin si è affermato a livello internazionale con i suoi monumentali dipinti a muro e su pavimento che, in suggestive installazioni ambientali, ridisegnano e ripensano lo spazio mettendo in discussione i confini tradizionali tra pittura, architettura e design. Nato nel 1964 a Tokyo e trasferitosi negli Stati Uniti per completare la propria formazione artistica, nel 1993 Lin rientra a Taiwan. Questo ritorno influenza la sua sensibilità estetica e lo porta a fare propri i motivi decorativi, spesso floreali, tipici dei tessuti tradizionali taiwanesi degli anni Cinquanta, che diventano la cifra stilistica della sua produzione artistica.

Elvio Chiricozzi – Ciò che non muta

In una dimensione avulsa dalla realtà, dal tempo e dallo spazio terrestre, raffinate presenze sovrastano l’architettura di VOLUME! nella quale si mostrano in un fittizio, ma costante movimento. Le figure di Elvio Chiricozzi, con una leggerezza di calviniana riflessione, ci offrono la straordinaria visione e lo stupore infinito di quel viaggio che è la vita, un lavoro che è il traguardo di un progetto iniziato venti anni fa e che rende lo straniamento umano raggiunto attraverso un inconsueto punto di vista, una ritrovata libertà dello sguardo.

Lo spettatore è  guidato dal volo di uno stormo sino al luogo capace di provocare le più estreme e sostanziali emozioni, dove un bambino, sospeso tra cielo e terra, è rapito da quell’apparizione che colpisce profondamente la sua e la nostra sensibilità. L’artista, che ai suoi segni spesso affianca e relaziona frasi essenziali e poesie, in questa occasione incontra i versi di due grandi scrittori, Marco Lodoli e Mariangela Gualtieri. Il primo, in occasione dell’inaugurazione, il  19 ottobre  leggerà un testo scritto appositamente per Chiricozzi e l’autrice del libro Bestia di Gioia, da cui l’artista trae il titolo della mostra, reciterà un suo scritto martedì 22 novembre presso la Casa delle Letterature. 

Roma Art2Nights, Opening collettivo degli spazi d’arte contemporanea di Roma

In apertura della nuova stagione d’arte contemporanea di Roma, venerdi’ 8 e sabato 9 ottobre le Gallerie e le Fondazioni private daranno vita all’opening collettivo Roma Art2Nights, un’intensa due giorni di arte contemporanea tra vernissage, mostre personali e collettive, performance, aperture straordinarie degli spazi espositivi, incontri con gli artisti, all’interno di un programma condiviso.

“Roma Art2Nights” nasce dall’iniziativa delle gallerie e fondazioni d’arte di Roma e ha messo in campo una preziosa collaborazione con Musei, Istituzioni pubbliche, sponsor e partner tecnici, a testimonianza dell’importante sinergia tra privato e pubblico nella promozione dell’offerta d’arte contemporanea della città di Roma. L’evento e’ organizzato dalla Untitled Association (associazione no profit nata quest’anno per organizzare e promuovere iniziative d’arte contemporanea a Roma) e si pregia della collaborazione con i due grandi musei d’arte contemporanea di Roma: il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma che ha ospitato la conferenza stampa e il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo che accoglierà nella hall il party di chiusura (entrambi aderiscono alla VI edizione della “Giornata del Contemporaneo” del 9 ottobre promossa da AMACI-Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani).

Nora Schultz – Avere Luogo

La Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea presenta il 9 ottobra Avere Luogo, la prima mostra personale in Italia dell’artista tedesca Nora Schultz (Francoforte, 1975).

Assi di metallo, tubi, rampe, lastre di ferro, magneti, corde, gomma. Le sculture di Nora Schultz sono quasi sempre realizzate con materiali di scarto trovati ovunque, sottratti al loro originario contesto e accostati dall’artista con apparente naturalezza sotto la quale si maschera una fitta trama di relazioni interne. Residui fragili della contemporaneità, resi deboli dall’improvvisa detrazione di originaria funzionalità, i materiali, ricollocati nello spazio espositivo, manifestano al contrario il peso della propria presenza. Questa schietta materialità restituisce alle sculture di Nora Schultz l’immediatezza del momento e le rende, prima di ogni altra considerazione, autentici oggetti. L

Il Museo Privato. La passione per l’arte contemporanea nelle collezioni bergamasche

Dedicare una mostra al collezionismo d’arte contemporanea della città di Bergamo e del suo territorio, a vent’anni dall’apertura della GAMeC, significa esplorarne le ‘potenzialità nascoste’ e scoprirne l’inaspettata ricchezza.

La mostra – curata da Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini – inaugura il 5 ottobre e intende presentare quanto e in che modo il quadro culturale della città si sia sviluppato dal 1991, anno di apertura della GAMeC, attraverso una selezione delle opere d’arte contemporanea acquisite dai collezionisti di Bergamo e del suo territorio tra il 1980 e il 2010; si propone inoltre di aggiornare la ricerca su quell’arte che ha dato il meglio di sé, a partire dalla fine anni Sessanta con le correnti dell’Arte Povera e Concettuale prima e della Transavanguardia poi, per passare alla fine della modernità e al successivo postmodernismo. In tal modo si intende evidenziare le ragioni di fondo che ispirano le scelte e la visione del collezionista, figura illuminata che si dedica all’arte con passione, dedizione e generosità.

La video arte, You Tube e Vimeo

Lo scorso giugno il Guggenheim Museum di New York aveva lanciato You Tube Play, un concorso di video arte aperto a tutto il popolo della rete, nel tentativo di scoprire e dare visibilità ai nuovi talenti che operano sulle sempre più folte piattaforme video online. Come da copione un fiume in piena di artisti provenienti da tutto il mondo ha risposto alla chiamata, totalizzando l’incredibile numero di 23.000 opere iscritte provenienti da 91 paesi diversi, un vero e proprio record per un concorso d’arte. Questa settimana la giuria si è riunita per selezionare i video finalisti, riducendo l’impressionante numero di presenze a 125.

Prossimamente i video saranno ulteriormente ridotti a 20 e nella serata conclusiva saranno decretati i vincitori. Tra i finalisti c’è anche un videomaker italiano, Giuseppe Peronace che ha presentato il cortometraggio L’Amante. Questo mese New York ha ospitato anche il Vimeo Festival & Awards, altro concorso lanciato dall’agguerrito concorrente di You Tube, segno evidente che le piattaforme online hanno totalmente catalizzato l’attenzione del pubblico e sembrano essere divenute un valido supporto per la fruizione libera delle opere.

Modernikon. Arte contemporanea dalla Russia

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in collaborazione con la Fondazione Victoria – The Art of being Contemporary di Mosca, dedica una grande esposizione all’arte contemporanea russa: Modernikon. Arte contemporanea dalla Russia, a cura di Francesco Bonami e Irene Calderoni. Il 2011 sarà all’insegna dello scambio reciproco tra Italia e Russia e la mostra anticipa il programma delle iniziative culturali organizzate in occasione dell’Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e della Lingua russa in Italia.

La mostra esplora una scena giovane e in divenire, presentando al pubblico le più nuove ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena internazionale. Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta, in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal gusto per la provocazione e lo scandalo.

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato


I meccanismi nascosti all’interno del sistema dell’arte contemporanea sono vari e spesso poco comprensibili. Quello che però salta all’occhio è un certo comportamento diffuso da parte di pubblico ed addetti al settore che molto spesso si bassa sullo screditamento del lavoro altrui o comunque su di un negativismo imperante. Noi di Globartmag abbiamo raccolto una serie di frasi che avrete sicuramente udito almeno una volta se siete avvezzi all’arte contemporanea ed alla sua scena. Eccovi quindi uno stream of consciousness da far invidia pure al povero Joyce:

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato, il direttore di quel museo è un incompetente, i concorsi d’arte sono truccati e la giuria vota solo gli artisti che conosce quindi butterete i vostri soldi se deciderete di partecipare, quell’artista italiano che ha fatto una mostra all’estero non vale nulla, la biennale fa schifo, alla fiera non si è venduto nulla, gli artisti italiani copiano da quelli stranieri, la pittura è morta, i pittori adesso fanno i video artisti, i video artisti adesso fanno i pittori, ho iscritto la mia galleria ad una fiera e mi hanno fatto pagare una cauzione poi non mi hanno selezionato e si sono tenuti i soldi,

Giulio Squillacciotti vince il Festarte Video Art Festival 2010

La video arte si riscopre regina della scena contemporanea romana. Dopo il grande successo di Macro Video Drink dello scorso martedì in quel di via Reggio Emilia a Roma ( evento che ha fatto registrare la presenza di circa 4 mila persone ), ci ha pensato Festarte Video Art Festival al Macro/Pelanda con ben quattro giorni (da mercoledì a sabato) dedicati alla videaoarte a confermare l’estremo interesse che questa meravigliosa tecnica riesce a generare. Una folta presenza di pubblico ha quindi invaso i magici spazi della Pelanda, accingendosi alla visione di un vasto numero di  opere provenienti da ogni parte del globo, accomunate dal tema Violenza Invisibile – privata, pubblica, sociale.

La manifestazione ha inoltre presentato una serie di eventi collaterali come un talk su Video arte e mercato, moderato dalla scrivente a cui hanno partecipato Cecilia Casorati (critico d’arte e docente Accademia di Belle Arti di Roma, in fenomenologia delle arti contemporanee), Raffaele Gavarro (Critico e curatore indipendente, Direttore del Festival internazionale “Videominuto”),  Alessandra Arnò  e Giorgio Fedeli (Fondatori di Visualcontainer), Valentina Moncada (gallerista) e Calogero Pirrera (Responsabile ricerche internazionali FestArte VideoArt Festival). Un secondo talk sulle Affinità e divergenze tra Video Arte Monocanale e Video Installazione, è stato invece moderato da Fabrizio Pizzuto con l’intervento di Bruno di Marino (Studioso di sperimentazione audiovisiva), Silvia Bordini (Docente di Storia dell’Arte contemporanea – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Andrea Aquilanti (Artista) e gli artisti in concorso.

Valerio Berruti alla Fondazione Stelline di Milano

Dal 22 settembre al 31 ottobre 2010, alla Fondazione Stelline di Milano si terrà la personale di Valerio Berruti (Alba, 1977), dal titolo Una sola moltitudine. La mostra, curata da Olga Gambari, presenterà per la prima volta, in modo organico, la produzione plastica di Valerio Berruti, poco conosciuta e per lo più inedita, affiancata da installazioni in esterno, video – tra cui La figlia di Isacco, presentato all’ultima Biennale di Venezia – disegni e bozzetti che, presentando il segno più caratteristico dell’artista, contribuiranno a costruire un discorso integrale ed armonico su tutto il corpus del suo lavoro.

Il percorso espositivo proporrà circa 20 lavori e coinvolgerà, oltre alla Sala del Collezionista, anche gli ambienti esterni della Fondazione, Chiostro della Magnolia e Orti di Leonardo. Come scrive la curatrice nel suo testo in catalogo, “Il segno di Valerio Berruti è un racconto contemporaneo che nasce come evoluzione continua con la tradizione classica. La sua pittura, nel cui dna si mescolano la storia dell’arte pittorica e della scultura, è una dimensione che slabbra costantemente verso gli altri linguaggi artistici, guardando al passato come radici e al futuro come un laboratorio di possibilità sempre aperto. I suoi volti, i suoi corpi sono metafora di un’umanità in continuo divenire, in cui l’identità singola si fonde con il corso esistenziale e storico collettivo. Da qui il titolo “Una sola moltitudine”, un d’apres da una raccolta postuma di scritti dello scrittore portoghese Fernando Pessoa.