Nuovo furto di opere d’arte nel sud della Francia

 Poco dopo il furto del dipinto Les Choristes di Edgar Degas al Cantini Museum di Marsiglia (vedi nostro precedente articolo), il sud della Francia torna a far notizia per quanto riguarda la sparizione di capolavori dell’arte. Il secondo grande furto è accaduto a meno di una settimana di distanza ed ha fruttato agli astuti ladri un bottino di 30 opere tra cui alcuni dipinti di Pablo Picasso ed Henri Rousseau, rubati direttamente dalla casa di un collezionista privato. La cifra stimata dell’intera collezione ammonterebbe ad 1 milione di euro.

Secondo la polizia locale il furto è stato portato a termine proprio mentre i padroni di casa erano in vacanza all’estero. L’effrazione è stata scoperta da una donna di servizio dell’abitazione che si trova nei pressi di La Cadiere d’Azure, un villaggio medievale della Provenza circondato da vigneti ed oliveti. Solo un’opera di Amedeo Modigliani facente parte del bottino è stata ritrovata a Tolona. Il ricco collezionista era in vacanza in Svezia nei giorni del furto ma attualmente è rientrato in Francia per stilare un inventario delle opere rubate dalla sua collezione.

England Go Go Go, un pieno di arte contemporanea per il 2010

Per coloro I quali avessero intenzione di recarsi in Inghilterra nei prossimi mesi, Globartmag ha deciso di fornire un piccolo vademecum delle mostre più interessanti che il Regno Unito si prepara ad ospitare.

Si parte con Donald Judd in mostra alla galleria Simon Lee fino al prossimo 29 gennaio. Pochi artisti hanno osato l’impossibile come Judd e questa mostra ne testimonia la vibrante creatività dai primi lavori sino alle opere industrialmente prodotte.

Miroslaw Balka sarà invece presente in una mostra alla Modern Art Oxford fino al 7 marzo, evento parallelo dell’acclamata prova dell’artista alla Turbine Hall della Tate Modern. Questa volta però l’artista polacco presenterà le sue opere video, parte meno conosciuta del suo corpus creativo.

La project space dell’ Hayward Gallery di Londra propone invece fino al 20 gennaio una ricca collettiva dal titolo Rooms Without Walls tra cui figurano le opere in bamboo della berlinese Isa Genzken miste a quelle di nuove leve dell’arte contemporanea.

Chiama un Taxi, anzi chiama Yoko Ono

 Come molti di voi ben sapranno i taxi de New York recano spesso sul tettino alcuni piccoli cartelloni pubblicitari. Questa forma di pubblicità in movimento generalmente mostra immagini di compagnie aeree, dei prossimi films in sala, di una nuova serie di accattivanti blue jeans o semplicemente degli occhiali più cool del momento. Ma nel mese di Gennaio la Show Media, una compagnia di Las Vegas che possiede la metà dei famosi “coni” pubblicitari dei tetti dei taxi della grande mela, ha deciso di adornare più di 500 macchine con un differente messaggio e sarebbe a dire con opere di Shirin Neshat, Alex Katz e Yoko Ono.

Lo scherzetto costerà alla compagnia circa 100.000 dollari ma il presidente John Amato, appassionato di arte contemporanea ha affermato:”Gennaio è sempre un mese dove gli affari ristagnano. Certo avrei potuto tagliare le nostre tariffe e vendere comunque alcuni spazi pubblicitari ma ho deciso di fare un regalo alla città”. Amato ha quindi contattato la Art Production Fund, una organizzazione no-profit che solitamente organizza attività artistiche in città ed ha chiesto ai fondatori Yvonne Force Villareal e Doreen Remen di selezionare gli artisti.

La critica americana premia la crema dell’arte del 2009

Siamo ormai prossimi alla fine dell’anno ed allora è tempo di bilanci e di pagelle. La The International Association of Art Critics (AICA) di New York ha infatti dichiarato i vincitori della 26esima edizione dell’Annual Award, premio indetto dalla celebre associazione di critici d’arte che solitamente promuove le migliori mostre ed i più blasonati artisti dell’anno. Vi forniamo qui di seguito la lista completa dei vincitori di alcune delle più importanti categorie:

Miglior mostra monografica in un museo degli Stati Uniti
William Kentridge: Five Themes organizzata dal Norton Museum of Art e dal San Francisco Museum of Modern art, curata da Mark Rosenthal.

Miglior mostra tematica in un museo degli Stati Uniti
Art of Two Germanys/Cold War Cultures, organizzato dal Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles, CA, curatori: Stephanie Barron e Dr. Eckhart Gillen

Miglior mostra monografica in un museo di  New York City
Francis Bacon: A Centenary Retrospective, organizzata dal Metropolitan Museum of Art, New York e dalla Tate di Londra, in collaborazione con il Museo Nacional del Prado, Madrid, curatori: Gary Tinterow assistito da Anne L. Strauss e Ian Alteveer.

Arte Povera protagonista a Villa e Collezione Panza

Villa e Collezione Panza e il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, proseguono il loro sodalizio con la mostra Arte Povera: energia e metamorfosi dei materiali. Dal 17 dicembre saranno esposte oltre 20 opere – tra cui spettacolari installazioni – appartenenti alle Collezioni del Mart.

L’Arte Povera, movimento artistico italiano riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti nelle avanguardie del XX secolo, verrà indagato attraverso i suoi protagonisti nelle sale di Villa Panza. Installazioni esemplari come quelle composte con legni di recupero, ferro e carbone di Jannis Kounellis (Senza titolo, 1989 e Senza titolo, 1991); gli igloo di fascine, vetro e neon di Mario Merz, le cui installazioni riportano alla memoria archetipi primordiali (Chiaro Oscuro 1983); l’Orchestra di stracci 1968 di Michelangelo Pistoletto, noto per i suoi quadri specchianti come l’Autoritratto del 1962, oppure I lottatori di Giulio Paolini del 1985, il cui lavoro si distingue per l’arte della citazione e il dialogo con l’antico, mentre fra le opere di Alighiero Boetti è presente, fra le altre, uno dei suoi celebri arazzi ricamati del 1989. Nelle opere gli elementi naturali e i materiali industriali sono liberamente combinati e accostati per creare inediti rapporti significanti, come in quelle di Gilberto Zorio, Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Un cubo di anidride carbonica invade Copenhagen

 L’arte contemporanea trae molte volte spunto da tematiche politiche e la spigolosa questione del riscaldamento globale non fa certamente eccezione a questa regola. A riprova del fatto l’architetto di Los Angeles Cristophe Cornubert ha deciso di installare il suo CO2 Cube a Copenhagen dove sta avendo luogo il summit delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale.  La struttura e alta come tre piani di un normale edificio ed è stata collocata sul lago St. Jørgens, vicino al planetario Tycho Brahe. Secondo il suo creatore il cubo rappresenta lo spazio che occuperebbe una tonnellata di anidride carbonica se fosse immagazzinata in uno spazio con pressione atmosferica standard.

La dimensione dell’installazione ( circa 3 metri quadrati) è altamente simbolica poichè una tonnellata di anidride carbonica rappresenta la quantità prodotta dalla popolazione di una nazione industrializzata al mese. A causa delle attività umane, la quantità di CO2 scaricata nell’atmosfera sta aumentando intensamente durante gli ultimi 150 anni. Va detto che Insieme all’idrogeno, l’anidride carbonica è il principale gas serra (responsabile dell’effetto serra). Mia Hanak, direttore della Millenium Art ( una delle organizzazioni che ha supportato la costruzione del CO2 Cube) ha recentemente dichiarato ai microfoni della stampa: “La maggior parte della conferenza sul riscaldamento globale si svolgerà a porte chiuse. Volevamo quindi far in modo di portare questa importante tematica all’esterno dei palazzi e di avvicinarla alla gente”.

Il Turner Prize 2009 a Richard Wright ma non è tutto oro quello che luccica

 Richard Wright è il vincitore del prestigioso Turner Prize 2009. L’artista ha presentato una intricata composizione murale a foglia d’oro che rimarrà in mostra fino al 6 gennaio 2010. Wright attualmente 49enne è il più vecchio vincitore del premio dal 1991 anno in cui fu limitata a 50 anni l’età dei partecipanti. L’artista è riuscito ad imporsi sugli altri partecipanti Enrico David, Roger Hiorns e Lucy Skaer. Wright ha abbandonato la normale pittura su tela alla fine degli anni ’80 ed è divenuto famoso per i suoi wall paintings che vengono temporaneamente esposti per poi essere cancellati.

Quasi tutta la produzione di Wright è andata distrutta per sua decisione. La tecnica dell’artista è un omaggio ai grandi maestri del rinascimento che tracciavano i loro soggetti su carta e successivamente bucavano la superficie per poi soffiare polvere di gesso attraverso i buchi, trasferendo così le immagini sul muro (tecnica anche detta dello spolvero). L’opera di Wright sembra fatta per attrarre anche i tradizionalisti, nelle sue patterns fondamentalmente astratte si intersecano possibilità figurative. Tra le linee si può scorgere una figura, una geometria o un paesaggio apocalittico ma non appena la mente tenta di elaborare un singolo soggetto, l’immagine evapora tra le turbolenze dello sfondo.

Omaggio a Garcìa Lorca all’Accademia Reale di Spagna a Roma

Giovedì 10 dicembre presso la Reale Accademia di Spagna di Roma verrà inaugurata la mostra Poesia degli occhi. Omaggio degli artisti italiani a Federico García Lorca, a cura di Otello Lottini.

Gli artisti italiani Alberto Abate, Ubaldo Bartolini, Matteo Basilé, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Solveig Cogliani, Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi, Elio Marchegiani, Vanni Rinaldi, Donatella Schilirò, sono stati invitati a ri-creare l’esperienza estetica degli undici Sonetti dell’amore oscuro (1935-1936) di García Lorca, lavorando con una dinamica interpretativa, in cui la coscienza creativa del presente si nutre del mondo poetico del passato, che, in questa occasione, si incarna in una delle più grandi voci del Novecento spagnolo ed europeo.

Molte novità per Arte Fiera

Arte Fiera-Art First giunta alla 34a edizione si tiene a Bologna dal 29 al 31 Gennaio 2010 presso il quartiere fieristico. Nata negli anni ’70 tra le prime fiere internazionali d’arte moderna e contemporanea del mondo, Arte Fiera Art First, sotto la direzione artistica di Silvia Evangelisti, propone un ampio panorama di opere di artisti dai primi del ‘900 fino alle tendenze più attuali, dimostrando attraverso un accurato meccanismo di selezione, la propria identità di fiera storicizzata nel ruolo di vetrina del mercato dell’arte, valorizzando e promuovendo negli anni le novità della scena artistica italiana ed internazionale.

15000mq espositivi, 200 gallerie italiane ed internazionali, sono solo alcuni dei numeri che costruiranno la nuova edizione. Per il secondo anno consecutivo Arte Fiera Art First dedica il programma giornaliero di incontri al tema del collezionismo: collezionisti e direttori di musei si confronteranno sul modo in cui le collezioni e i musei privati interagiscono e si inseriscono nel panorama artistico italiano ed internazionale. Lo scopo è di stimolare un vivace dialogo invitando anche rappresentanti e collezionisti dell’area asiatico-pacifica grazie alla sinergia con ShContemporary, la prima fiera d’arte contemporanea dedicata all’Asia Pacific Area organizzata a Shanghai dal Gruppo BolognaFiere.

Da Art Basel a Roma, Katinka Bock al Pastificio Cerere

 Il Pastificio Cerere di Roma inaugura il 9 dicembre la mostra personale dell’artista Katinka Bock dal titolo D’un vert tirant sur le bleu. Il dialogo tra opera e spazio viene attuato lavorando su elementi come la distanza, la misura, la percezione e la nozione del tempo. Le opere presentate cercano un rapporto preciso con le dimensioni spazio-temporali del luogo.

Il limite dello spazio espositivo, come definizione del “luogo” in cui viene presentata, e sempre più spesso concepita l’opera, viene messo in discussione attraverso le opere presenti. Pareti, soffitti e pavimenti diventano gli elementi in cui l’artista cerca di integrare i lavori e superare lo spazio a disposizione come limite. Il dialogo con l’esterno, spesso utilizzato dall’artista, in questo caso diventa anche un omaggio al luogo del Pastificio Cerere, ricco di storia e di contenuti artistici. Anche la durata diventa una misura della mostra in cui le opere subiscono una trasformazione durante la mostra stessa.

Sam Bassett, l’artista che voleva impacchettare Sotheby’s

L’artista Sam Bassett è una figura emergente della street art newyorchese, fra le numerose e folli imprese di guerrilla art il nostro beniamino ha collezionato un buon numero di interventi che gli hanno valso una discreta fama. Bassett è infatti noto per le sue sculture ed installazioni realizzate con del semplice nastro colorato che svetta dall’alto dei pali della luce o dai cartelloni pubblicitari della grande mela.

Ultimamente l’artista ha adornato il Chelsea Hotel con una delle sue sculture minimal mentre il mese scorso ha tenuto in scacco un’intera strada con alcune linee di nastro appese ai lampioni. Alcune installazioni di Bassett sono state inoltre avvistate in quel di Parigi dove nottetempo l’artista ha compiuto un’altra delle sue scorrerie. Pochi giorni fa però Sam Bassett si è reso protagonista di una bravata che gli è costata piuttosto cara.

Quando la Polonia mette il turbo

Anche se il mondo dell’arte contemporanea in questi ultimi tempi naviga in tempi di incertezza c’è almeno un punto fermo che abbiamo avuto il piacere di ravvisare, gli artisti contemporanei provenienti dalla Polonia ce la stanno mettendo tutta per affermare la loro nazione tra le grandi della mappa artistica internazionale. A Londra lo scultore di Varsavia Miroslaw Balka a riempito la Turbine Hall della Tate Modern con una bellissima ed acclamata installazione. A Düsseldorf, il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, meglio noto come K21, ha inaugurato la prima grande mostra del giovane pittore di Cracovia Wilhelm Sasnal.

A Parigi, nei primi mesi del 2010 la Galerie Thaddaeus Ropac ospiterà le opere di un altro giovane artista di Cracovia chiamato Marcin Maciejowski, mentre il Centre Pompidou metterà in mostra una grande scultura dell’artista di Varsavia Monika Sosnowska. Insomma dopo la grande e subitanea ascesa della nuova corrente contemporanea russa, un’altra nazione dell’est Europa ha deciso di mettere il turbo e mostrare al resto del mondo la valenza dei propri artisti.

Takeshi Beat Kitano si scopre pittore

Takeshi Beat Kitano è un vero artista, nella sua vita, oltre ad essere il grande regista di capolavori del cinema come Sonatine, Hana-Bi e Zatoichi, ha fatto di tutto creativamente parlando. Kitano è stato comico di cabaret, presentatore televisivo, attore, sceneggiatore e scrittore, il tutto condito dal suo inconfondibile stile poetico,umoristico, iridescente e violento.

Nel 1994 il regista ha inoltre subito un grave incidente motociclistico che ha compromesso il suo volto contribuendo però a rendere particolarissima la sua espressione. Insomma la vita di Beat Kitano non è certo noiosa e priva di interessi. Il regista ha ultimamente deciso di aggiungere un altro impegno alla sua agenda, trasformandosi in pittore. In realtà la pittura è uno degli amori più intimi di Kitano, passione che è facilmente ravvisabile nei suoi films e prediletta forma ideale di rappresentazione visiva. Il direttore generale della Fondation Cartier, Hervé Chandès ha sempre nutrito una particolare fascinazione per il lavoro e la personalità di Kitano.