Avdei Ter-Oganyan vuole eliminare Putin, la Russia lo censura e poi lo grazia ma lui rifiuta

La  pesante scure della censura torna a colpire il mondo dell’arte contemporanea. Questa volta a fare la parte del cattivo di turno ci ha pensato la Russia che voleva tappare la bocca ad un suo artista. La vittima in questione è, o meglio poteva essere, Avdei Ter-Oganyan che avrebbe dovuto partecipare ad una mostra al Louvre di Parigi intitolata Counterpoint (in visione dal 14 ottobre al 31 gennaio). Un’opera in particolare ha fatto andare su tutte le furie gli esponenti del governo sovietico, si tratta di un dipinto raffigurante l’assassinio del primo ministro Vladimir Putin (ultimamente i dipinti con gli assassini dei grandi leader sembrano essere di gran moda).

Per tutta risposta alcuni artisti russi inclusi nella stessa mostra hanno annunciato una sorta di sciopero, ritirando le loro opere. Il dipinto di Avdei Ter-Oganyan fa parte della serie The Radical Abstractionism Project, creata dall’artista nel lontano 2004, il fatto strano è che nell’ opera incriminata non compare una raffigurazione grafica dell’assassinio ma solamente un’ innocua forma geometrica, parliamo infatti di un rettangolo rosso con una diagonale nera sopra di esso. Il testo allegato alla composizione è però un tantino provocatorio: “Quest’opera vi invita a compiere un attacco contro l’uomo di stato Vladimir V. Putin in modo e maniera da porre fine al suo governo ed alle sue attività politiche”, insomma un attacco in piena regola.

1861, I pittori del Risorgimento

La mostra 1861. I pittori del Risorgimento, che si apre a Roma, alle Scuderie del Quirinale il 6 ottobre e si chiude nell’anno che celebra l’Unità d’Italia, ha come tema il confronto tra la pittura italiana e gli eventi che tra il 1859-1860 hanno determinato la conquista della libertà, dell’indipendenza e dell’unità nazionale.

Cosi’ accanto ai grandi dipinti dei pittori protagonisti del Risorgimento, opere di dimensioni monumentali che rappresentano l’epopea bellica nelle sue tappe fondamentali, vengono accostate opere di dimensioni piu’ contenute, che documentano la partecipazione popolare e collettiva all’ideale risorgimentale. Il cuore della mostra e’ rappresentato dalla pittura di battaglie ad opera dei cosiddetti “pittori soldati”, lombardi, toscani e napoletani, quali Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini, Michele Cammarano; tutti convinti patrioti, che presero parte in prima persona a molte di quelle battaglie, e ne resero testimonianza attraverso una pittura esatta e fedele agli eventi, mai retorica e sempre attenta ai tanti risvolti umani, naturalmente e tristemente legati alla guerra.

FRANKO B. – I STILL LOVE


Il Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, in occasione della Giornata del Contemporaneo proposta da AMACI, ospita per la prima volta in uno spazio espositivo pubblico italiano, dal 9 ottobre al 28 novembre 2010, la mostra FRANKO B. I STILL LOVE, curata da Francesca Alfano Miglietti e Galleria Pack. Artista coraggioso ed eclettico, da anni protagonista della scena live internazionale, Franko B ha espresso nell’arte il tormento dell’esistenza con intensità e genialità inventiva senza eguali, rendendo nelle sue performance sopportabile l’insopportabile.

Le azioni spettacolari con cui Franko B incontra il pubblico londinese negli anni ‘90 usando il proprio corpo come strumento, supporto e ipertesto, realizzate alla Tate Modern, all’ICA e alla South London Gallery, diventano immediatamente famosissime. Oggetto del desiderio, usato come una tela, malato o senza difese, tagliato, bucato, steso o ripiegato dalla sofferenza, violato, umiliato o a sua volta minaccioso, denudato o coperto, il corpo dell’artista diventa corpo sociale che azzera ogni separazione tra opera e artista, soggetto e oggetto, arte e vita.

My Generation, 15 giovani artisti in mostra al Museo Pietro Canonica

All’interno della suggestiva cornice del Museo Pietro Canonica a Villa Borghese (Roma), il 3 ottobre 2010 inaugura My Generation, mostra a cura di Manuela Pacella con il coordinamento di Francesca Campli. L’esposizione si inserisce all’interno della rassegna annuale d’arte contemporanea Dentro Roma, ideata da Andrea Fogli e giunta quest’anno alla sua seconda edizione.

Con questa mostra si intende sostenere e divulgare il lavoro di artisti under 35 nati o attivi nella capitale attraverso un format che possa costituire un prototipo per una manifestazione biennale volta a dare visibilità alle nuove generazioni. Negli ambienti della casa-museo dello scultore piemontese, vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo, 15 giovani artisti presenteranno lavori volti a intrattenere un dialogo con le opere e l’atmosfera preesistenti. Dal giardino all’atelier, dalle sale del museo al piano terra sino all’appartamento dell’artista al primo piano, gli artisti proporranno diversi interventi. Spaziando dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al disegno, dal video all’installazione e alla performance le opere creeranno un cortocircuito evocativo e in alcuni casi politico-sociale con un contesto storico-artistico affascinante, ma anche lontano dalla sensibilità delle nuove generazioni.

Scoperto un nuovo dipinto di Bruegel il vecchio – Un custode implicato nel furto del Van Gogh egiziano

Incredibile ma vero i curatori del Museo Prado di Madrid hanno annunciato un ritrovamento che potrebbe essere descritto come una delle più importanti scoperte degli ultimi anni. Mentre un dipinto di Pieter Bruegel il giovane si trovava in fase di restauro, i restauratori hanno cominciato a notare alcuni strani particolari. Successivamente l’opera è stata sottoposta ai raggi X, i quali hanno emesso uno sconcertante verdetto: il dipinto è inequivocabilmente firmato da Pieter Bruegel il vecchio, ben più dotato padre del già citato pittore nonché uno dei più grandi maestri fiamminghi del 16° secolo.

I proprietari del dipinto sono due collezionisti spagnoli che hanno voluto mantenere l’anonimato e che avevano portato il dipinto al Prado per il restauro, prima di loro il dipinto era stato posseduto dal Duca di Medinaceli. SI tratta della 41esima opera conosciuta di Bruegel il vecchio, oltre che una delle più grandi. Adesso il Prado è in trattative per l’acquisto dell’opera.

Israele cancella una mostra sulle Pantere Nere

Anche in Israele gli eventi controversi finiscono per cadere nelle spire della censura. I vertici del Museum of Israeli Art di Ramat Gan hanno infatti cancellato una mostra sulle Black Panthers israeliane che era già stata programmata con largo anticipo. Insomma il museo si è liberato in tutta fretta di una manifestazione a cui si stava lavorando da più di un anno. Le Pantere Nere israeliane sono un movimento di protesta attivo negli anni ’70 e principalmente costituito dalla seconda generazione di immigranti provenienti dalle regioni del Nord Africa.

Il movimento cominciò all’inizio del 1971 nel quartiere Mosrara di Gerusalemme, come reazione alla discriminazione percepita verso gli ebrei Mizrahi, che le Pantere Nere consideravano esistenti sin dalla fondazione dello stato. Secondo le Pantere Nere questa discriminazione si avvertiva nella diversa attitudine dell’establishment Ashkenazi verso gli olim arrivati dall’Unione Sovietica. I fondatori del movimento protestavano perché l’elite ignorava i gravi problemi sociali e volevano lottare per un futuro diverso. All’inizio di marzo 1971, la polizia israeliana non concesse alle Pantere Nere il permesso per una dimostrazione; le Pantere ignorarono questa decisione e procedettero con la dimostrazione illegalmente, protestando per la grande povertà, per il divario esistente tra ricchi e poveri in Israele e per le tensioni etniche all’interno della società ebraica israeliana. Il movimento riuscì a crearsi una base di sostegno, sia nell’opinione pubblica sia nei media.

Un Autunno di Cultura

Giornate Europee del Patrimonio sabato 25 e domenica 26 Settembre 2010. Ideate nel 1991 dal Consiglio d’Europa per potenziare e favorire il dialogo e lo scambio ta i Paesi Europei. Parteciperanno 49 peasi Europei che  per l’occasione apriranno al pubblico gratuitamente i luoghi della cultura che comprendono il patrimonio archeologico, artistico e storico, architettonico, archivistico e librario, cinematografico, teatrale e musicale. Parteciperanno, in uno spirito di sinergica collaborazione, Regioni e Province autonome, il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero dell’Università e della Ricerca nonché altre istituzioni culturali a carattere pubblico e privato.

Lo slogan di questa edizione è Italia tesoro d’Europa per enfatizzare l’importanza dell’ influenza culturale e dell’artistica  italiana su quella europea. Oltre all’apertura gratuita dei musei statali sono stati programmati in ogni regione una serie di eventi: concerti, appuntamenti enogastronomici, visite guidate, tour ambientalistici,  presentazioni di restauri e opere di valorizzazione, itinerari naturalistici, storici ed eno-gastronomici, convegni di approfondimento, concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche e visite guidate.

La video arte, You Tube e Vimeo

Lo scorso giugno il Guggenheim Museum di New York aveva lanciato You Tube Play, un concorso di video arte aperto a tutto il popolo della rete, nel tentativo di scoprire e dare visibilità ai nuovi talenti che operano sulle sempre più folte piattaforme video online. Come da copione un fiume in piena di artisti provenienti da tutto il mondo ha risposto alla chiamata, totalizzando l’incredibile numero di 23.000 opere iscritte provenienti da 91 paesi diversi, un vero e proprio record per un concorso d’arte. Questa settimana la giuria si è riunita per selezionare i video finalisti, riducendo l’impressionante numero di presenze a 125.

Prossimamente i video saranno ulteriormente ridotti a 20 e nella serata conclusiva saranno decretati i vincitori. Tra i finalisti c’è anche un videomaker italiano, Giuseppe Peronace che ha presentato il cortometraggio L’Amante. Questo mese New York ha ospitato anche il Vimeo Festival & Awards, altro concorso lanciato dall’agguerrito concorrente di You Tube, segno evidente che le piattaforme online hanno totalmente catalizzato l’attenzione del pubblico e sembrano essere divenute un valido supporto per la fruizione libera delle opere.

La macabra mostra Bodies viene dichiarata illegale in Francia


Ve la ricordate la famigerata mostra Bodies? Beh per tutti quelli che non sanno di cosa stiamo parlando vi informiamo che Bodies è quel chiacchieratissimo evento dove vengono esposti cadaveri umani perfettamente conservati tramite un procedimento inventato dal discusso anatomista tedesco Gunter Von Hagens. I corpi plastificati sono esposti in bella vista ed è possibile osservare con estrema precisione gli organi interni, i tendini, i muscoli ed altre simpatiche cosine di cui il buon dio ci ha equipaggiato.

Va detto che spesso e volentieri l’opinione pubblica e la stampa si sono scagliati contro Bodies, non solo per la sua efferata natura estetica (che da un certo punto di vista è oltremodo istruttiva) ma soprattutto per il fatto che i corpi in mostra dovrebbero appartenere a persone di nazionalità cinese e stando alle voci sono stati illegalmente importati negli anni ’70. Ebbene in questi giorni la mostra è stata dichiarata illegale dal governo francese che si è appellato all’articolo 16 del codice civile nazionale il quale recita: “Il rispetto del corpo umano non termina con la morte e le spoglie del deceduto devono essere trattate con rispetto, dignità e decenza”.

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato


I meccanismi nascosti all’interno del sistema dell’arte contemporanea sono vari e spesso poco comprensibili. Quello che però salta all’occhio è un certo comportamento diffuso da parte di pubblico ed addetti al settore che molto spesso si bassa sullo screditamento del lavoro altrui o comunque su di un negativismo imperante. Noi di Globartmag abbiamo raccolto una serie di frasi che avrete sicuramente udito almeno una volta se siete avvezzi all’arte contemporanea ed alla sua scena. Eccovi quindi uno stream of consciousness da far invidia pure al povero Joyce:

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato, il direttore di quel museo è un incompetente, i concorsi d’arte sono truccati e la giuria vota solo gli artisti che conosce quindi butterete i vostri soldi se deciderete di partecipare, quell’artista italiano che ha fatto una mostra all’estero non vale nulla, la biennale fa schifo, alla fiera non si è venduto nulla, gli artisti italiani copiano da quelli stranieri, la pittura è morta, i pittori adesso fanno i video artisti, i video artisti adesso fanno i pittori, ho iscritto la mia galleria ad una fiera e mi hanno fatto pagare una cauzione poi non mi hanno selezionato e si sono tenuti i soldi,

Giulio Squillacciotti vince il Festarte Video Art Festival 2010

La video arte si riscopre regina della scena contemporanea romana. Dopo il grande successo di Macro Video Drink dello scorso martedì in quel di via Reggio Emilia a Roma ( evento che ha fatto registrare la presenza di circa 4 mila persone ), ci ha pensato Festarte Video Art Festival al Macro/Pelanda con ben quattro giorni (da mercoledì a sabato) dedicati alla videaoarte a confermare l’estremo interesse che questa meravigliosa tecnica riesce a generare. Una folta presenza di pubblico ha quindi invaso i magici spazi della Pelanda, accingendosi alla visione di un vasto numero di  opere provenienti da ogni parte del globo, accomunate dal tema Violenza Invisibile – privata, pubblica, sociale.

La manifestazione ha inoltre presentato una serie di eventi collaterali come un talk su Video arte e mercato, moderato dalla scrivente a cui hanno partecipato Cecilia Casorati (critico d’arte e docente Accademia di Belle Arti di Roma, in fenomenologia delle arti contemporanee), Raffaele Gavarro (Critico e curatore indipendente, Direttore del Festival internazionale “Videominuto”),  Alessandra Arnò  e Giorgio Fedeli (Fondatori di Visualcontainer), Valentina Moncada (gallerista) e Calogero Pirrera (Responsabile ricerche internazionali FestArte VideoArt Festival). Un secondo talk sulle Affinità e divergenze tra Video Arte Monocanale e Video Installazione, è stato invece moderato da Fabrizio Pizzuto con l’intervento di Bruno di Marino (Studioso di sperimentazione audiovisiva), Silvia Bordini (Docente di Storia dell’Arte contemporanea – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Andrea Aquilanti (Artista) e gli artisti in concorso.

Salvador Dalì. Il sogno di avvicina

Torna dopo 50 anni a Palazzo Reale con la mostra Salvador Dalì. Il sogno di avvicina, a cura di Vincenzo Trione, nella quale saranno esposte, dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011, oltre 50 opere del grande artista spagnolo. La mostra intende illustrare al pubblico, in modo approfondito e con un altissimo livello scientifico, il rapporto nella produzione artistica di Dalì tra paesaggio, sogno e desiderio.

«Una prospettiva, uno sguardo che erompe dalla conformità e si apre a nuove relazioni, inattese rivelazioni, differenti profondità» scrive Massimiliano Finazzer Flory nel testo introduttivo al catalogo «Fra referenze passate e coeve: Velázquez, Vermeer, Raffaello, Picasso, Miró, Miralles, Dalí mette in scena il proprio immaginario fra sperimentazione e suggestione onirica, inquietudine e tecnica, provocazione e modernità. Fra gli “Oggetti ultracivilizzati del ‘900” che, in certo senso, ne accentuano una “sensibilità pop” e nell’uso plurale dei linguaggi artistici che paiono dare corpo all’affermazione di André Breton secondo la quale il linguaggio è stato dato all’uomo perché ne esplori tutte le possibilità e ne faccia “un uso surrealista”» .

Jeffrey Deitch: “Organizzerò la più grande mostra di street art della storia”

Era da qualche tempo che non parlavamo di Jeffrey Deitch, novello direttore del MoCa di Los Angeles, nonché ex proprietario della celebre galleria Deitch Projects. Ebbene molti di voi si staranno sicuramente chiedendo quali saranno le prossime mosse del direttore all’interno della sua nuova istituzione museale, il mistero è presto svelato: Deitch punterà tutto sulla street art.

Alcuni artisti di Los Angeles, assieme a galleristi del luogo avevano già da qualche tempo messo in giro voci su una possibile mostra di street art all’interno delle mura del MoCa ma in settimana Deitch ha rotto ogni indugio ed ha presentato il programma per una mostra che si terrà nel 2011: ” Nel corso delle prossime settimane daremo il via ai comunicati stampa, per adesso stiamo ancora definendo alcuni particolari con i nostri sponsors. Comunque sia la mostra in questione sarà la più grande retrospettiva sulla storia del graffiti e della street art mai presentata in tutti gli Stati Uniti” e queste affermazioni non possono che ravvivare il nostro interesse su quello che si preannuncia come la consacrazione definitiva della street art in ambito istituzionale, se ancora se ne sentiva l’urgenza.

Chiara Dynys – Save Me

Chiara Dynys. Save Me è il titolo della nuova mostra dell’artista milanese che si tiene al CIAC, Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno dal 19 settembre 2010, a cura di Italo Tomassoni. Il museo, nato nel cuore della città umbra da meno di un anno grazie alla volontà della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, del Comune di Foligno e della Cassa di Risparmio di Foligno, opera con grande impegno nel campo dell’arte contemporanea e contribuisce con la sua attività al rilancio di Foligno quale centro di cultura attiva.

L’evento espositivo è incentrato su un tema oggi ancora più attuale e complesso: il depauperamento dell’ambiente e l’esigenza dell’Uomo di recuperarlo attraverso un grande cambiamento, anche individuale, per salvare il pianeta Terra che è sempre più minacciato. Uno dei sentieri da seguire è quello del risparmio globale nell’uso delle risorse ambientali, il cui sfruttamento comporta danni sia all’uomo che alla natura.