Paolo Piscitelli – Unpacking

Lo scorso luglio Paolo Piscitelli allestiva nei grandi spazi della ex-cisterna dell’acqua di Prenzlauerberg a Berlino, sede del Singuhr, quattro video inediti appartenenti al ciclo di Unpacking, un’opera ideata e realizzata proprio per essere installata in quel particolare contesto. Poco più di tre mesi dopo l’inaugurazione berlinese, Piscitelli presenta dal 7 novembre al 19 dicembre, per la prima volta in Italia, in un nuovo allestimento pensato per lo spazio torinese di Blank, lo stesso lavoro in una suite con quattro video (tre di quelli già visti al Singuhr, più un altro inedito).

Si tratta di un progetto che l’artista ha voluto dedicare al tema della memoria, da lui considerata nella sua dimensione più fisica, in contro-tendenza rispetto alla fruizione sempre più virtuale, sempre più soltanto mentale, che sta ormai sempre più prevalendo con l’utilizzo dilagante del supporto elettronico, e il trasferimento alla ‘rete’, a questa entità super-individuale astratta e inafferrabile, di una responsabilità che sarebbe bene mantenesse invece il suo carattere individuale, ed esperienziale.

Unabomber in mostra al Palais de Tokyo

 Nuova proposta artistica per il prestigioso Palais de Tokyo di Parigi, il celebre spazio espositivo presenta in questi giorni (fino al 17 gennaio 2010) una mostra dal titolo Chasing Napoleon, collettiva zeppa di artisti da tener d’occhio che si propone di indagare sulla volontà di esilio e fuga da un mondo di banalità intellettuale oltre che scandagliare un particolare momento storico ossia l’anno 1977.Cosa centra il 1977 direte voi, bene si da il caso che in quell’anno Ted Kaczynski meglio noto come Unabomber si trovava nascosto in una capanna nel Montana a disseminare il panico tra la popolazione con i suoi ordigni esplosivi nascosti nei luoghi e negli oggetti più impensati.

Ovviamente la fuga di  Kaczynski ( genio paranoico ) dal mondo reale ha avuto risvolti drammatici, causando la morte di molte anime innocenti. A Ted Kaczynski si è ispirato l’artista Robert Kusmirowski che ha ricreato il nascondiglio di Unabomber in un’opera dal titolo Unacabine. L’artista Ola Pehrson si è invece cimentato in un’opera dal titolo the Hunt of the Unabomber, documentario che cerca di ricostruire la storia del folle dinamitardo al di là di leggende ed esagerazioni mediatiche. Anche Gardar Eide Einarsson si è cimentato con il tema Unabomber creando ritratti che riflettono lo shock prodotto dal criminale all’interno della cultura sociale collettiva.

Performa 09 la biennale della performance art

 Strano a dirsi ma fino a pochi anni fa era pensiero comune che la performance fosse una forma d’arte destinata a pochi, sparuti intenditori dell’entourage contemporano. Oggi fortunatamente nessuno si azzarderebbe mai a pensare una cosa del genere poiché la performance art è divenuta talmente celebre da meritarsi anche una Biennale dedicata. Si tratta infatti di Performa, biennial of visual art performance manifestazione newyorkese fortemente voluta da RoseLee Goldberg che inaugura questa settimana la sua terza edizione.

RoseLee Goldberg è da sempre un’appassionata della performance art ed è sempre alla ricerca di proposte artistiche in grado di stupire ed affascinare anche l’esigente platea statunitense ed i relativi addetti ai lavori dal piglio snob. Così nelle prossime tre settimane il grande festival presenterà più di 110 lavori creati da 150 artisti provenienti da ogni parte del globo che daranno del filo da torcere ai 40 differenti curatori che hanno dovuto organizzare una grande mole di creatività sparsa in circa 80 sedi cittadine.

Peru Ana Ana Peru, la street art in galleria non perde la sua potenza

 La street art, lo dice già il suo nome, deve la sua fama e la sua potenza espressiva al contesto metropolitano. E’ nella strada che graffiti, murales, posters e stencils trovano terreno fertile per comunicare al meglio una rabbia artistica ed una carica estetica capace di affascinare l’intero mondo dell’arte. Solitamente però, quando la street art viene costretta all’interno delle mura di una galleria, perde i suoi magici poteri, come depressa da un ambiente artificiale ed artificioso non consono alla sua proverbiale bramosia di libertà.

Diciamo solitamente poiché non è questo il caso di Peru Ana Ana Peru, duo artistico in netta ascesa ed attualmente alla Brooklynite Gallery di New York con una mostra dal titolo quanto mai estroso:…And Then We Jumpted Into the Abyss of Numbers: Memories in Absurdity from the Bowels of…Peru Ana Ana Peru. I due artisti propongono un universo dai colori sgargianti dove ruotano immagini assurde e psichedeliche con un tocco di horror. L’anima street non perde la sua natura selvaggia poiché Peru Ana Ana Peru ripropongono esattamente ciò che solitamente creano in strada, anzi si potrebbe dire che alla Brooklynite le loro opere ci sembrano ancor più fantastiche e pervase da un luminoso senso dell’assurdo e del grottesco.

Slick la fiera dell’arte emergente

 Di fiere d’arte ce ne son davvero tante ed ognuna con offerte interessanti e diversificate, basti pensare che solamente in questo mese solitamente hanno luogo Frieze e FIAC rispettivamente a Parigi e Londra. Ovviamente ci sono sempre Art Basel, Artissima e così via in un gran vortice di happenings pieni di galleristi, artisti, collezionisti, appassionati d’arte, editori, critici e quanto altro. In tutto questo gran calderone fa piacere sapere che esiste anche una fiera del tutto particolare, si tratta di Slick, manifestazione che si svolge a Parigi dal 23 al 26 ottobre giunta quest’anno alla sua quarta edizione.

Slick è una grande vetrina internazionale dedicata esclusivamente a nuovi talenti e nuove proposte di arte contemporanea. La fiera si espande su più di 4.000 metri quadrati di superficie espositiva e propone al pubblico 60 gallerie francesi ed internazionali. La piattaforma si è fissata l’obiettivo di diventare un punto fisso per l’arte emergente di tutto il mondo, proponendo opere audaci e coraggiose contraddistinte da un fertile entusiasmo.

Bill Viola, Richard Serra e Urs Fischer a New York

 Se avete intenzione di visitare New York in questi giorni sappiate che la grande mela, oltre alla sua enorme ed abituale offerta di arte contemporanea, sarà teatro verso la fine di ottobre alcune grandi mostre assolutamente imperdibili. Ma andiamo per gradi e analizziamo attentamente ogni proposta. La James Cohan Gallery ospiterà dal 23 ottobre sino al 19 dicembre Bodies of Light un’interessante retrospettiva dell’acclamato video artista americano Bill Viola. Da più di 35 anni Viola è celebre per aver trasformato la video arte in una delle forme vitali dell’arte contemporanea.

In tutto questo tempo l’artista ha creato video, installazioni video e sonore, performances di musica elettronica ed opere per luoghi sacri. La sua creatività indaga sull’universalità di esperienze umane quali la nascita, la morte e la spiritualità. La mostra alla James Cohan Gallery presenta opere che si allargano su due decadi di lavoro ed includono l’installazione video-sonora Pneuma ed alcuni pezzi in flat screen dalla serie Transfigurations, nuovo progetto di Viola che ha avuto origine da Ocean Without a Shore, installata nella chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007.

Madrenalina torna per restare (speriamo)

 Vi ricorderete forse di Madrenalina, appuntamento a metà tra il festaiolo e l’artistico varato lo scorso anno dal Museo Madre di Napoli. Come ben saprete lo scorso anno il party fu interrotto prima dello scadere da un provvedimento di divieto della procura di Napoli per “spettacoli danzanti in quanto non autorizzato al punto 83 del certificato di prevenzione incendio”, secondo quanto riportato dal comunicato emesso dalle autorità. Giovedì prossimo per tutti gli amanti di questa serata artistico-mondana sarà importante sapere che l’evento torna con una serie di grandi novità atte a rinnovare la propria formula senza rivoluzionarla completamente.

Quest’anno i giovedì notte del museo di via Settembrini sono all’insegna del contemporary bar, il bar del contemporaneo inteso nei suoi vari linguaggi: ricerca musicale, videoproiezioni, live performance.

Takashi Murakami, McG e Kirsten Dunst insieme per la video arte

 Il Tate Modern sembra aver ancora una moltitudine di frecce al suo arco ed in particolare la mostra Pop Life: Art in a Material World, di cui vi abbiamo ampiamente parlato, non cessa di sfornare nuove e sempre più piccanti novità. L’evento ospita infatti, in una delle sue ultime stanze, un’inattesa collaborazione tra McG (uno dei più famosi registi americani) e Takashi Murakami il re della pop art giapponese.

I due hanno creato appositamente per il grande evento un video di quattro minuti che vede la partecipazione della celebre e bellissima attrice di Hollywood Kirsten Dunst, intenta a cantare una cover di Turning Japanese, pezzo della band The Vapors. Il titolo di questa buffa e coloratissima opera video è Akihabara Majokko Princess e Kirsten Dunst (famosa per la parte di Mary Jane Watson recitata in tutti i film dedicati a Spider-Man del regista Samuel Raimi) per l’occasione indossa una parrucca blu ed un vestitino che la rende simile a Sailor Moon.

Al via Artecinema 2009

La 14ma edizione di Artecinema, Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea curato da Laura Trisorio, si terrà a Napoli dal 15 al 18 ottobre 2009, nel centralissimo Teatro Augusteo. Artecinema rappresenta dal 1996 un appuntamento imperdibile per gli appassionati di arte.

Riconosciuto a livello internazionale per il suo alto valore culturale e didattico, si avvale del sostegno di istituzioni pubbliche e sponsor privati. Nelle tre sezioni del festival – Arte e Dintorni, Architettura, Fotografia – vengono mostrati documentari sugli artisti, gli architetti e i fotografi più interessanti della scena contemporanea con proiezioni dalle 17 alle 24 intervallate da incontri e dibattiti con registi, artisti e produttori.

I nuovi profilattici di David Beckham by Sam Taylor-Wood

 Forse non saranno i primi preservativi ad entrare nel mondo dell’arte contemporanea ma al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid l’arte contemporanea sarà usata per la prima volta per vendere profilattici. I condoms di cui parliamo saranno in vendita al bookshop del museo in pacchetti appositamente decorati con le opere della mostra Tears of Eros che aprirà le porte il prossimo 20 ottobre.

Tra i protagonisti destinati a comparire sulle scatole di preservativi c’è anche il noto calciatore e sex symbol David Beckham, immortalato come David dormiente  nell’opera video  di Sam Taylor-Wood, apparsa per la prima volta alla National Portrait Gallery di Londra. Anche  Nastassja Kinski fotografata da Richard Avendon potrebbe essere un’altra candidata per il packaging. Ma i vertici del museo hanno annunciato che sui pacchetti di preservativi potrebbero comparire anche opere di  Rodin, Rubens, Maillais e Bernini.

Scandalose accuse di pornografia gay contro la mostra shOUT

 Botte da orbi e scazzottate, solo verbali si intende ma la tremenda polemica accesa dalla Gallery of Modern Art di Glasgow ha catalizzato in questi giorni l’attenzione della stampa britannica e alimentato le chiacchiere di “quelli che benpensano”.

La mostra ospitata in questi giorni (fino al prossimo 1 novembre) al museo è il progetto shOUT, collettiva focalizzata sull’arte e lo stile di vita gay, lesbo e transgender. Il grande evento che ospita tra l’altro opere di celebri personalità dell’arte contemporanea come Robert Mapplethorpe, Nan Goldin e David Hockney è stato oggetto di una campagna al vetriolo nata sulle pagine del quotidiano britannico Daily Mail. Il giornale ha infatti etichettato l’evento come “mostra di pornografia gay” e cosa ancor più bizzarra ha convinto il Vaticano a censurare l’opera Made in God’s Image di Travis Reeves dove i visitatori potevano scrivere commenti sulle pagine della Bibbia. L’opera ha scatenato le ire di 600 persone che hanno ritenuto l’atto decisamente dissacrante.

Guido Van Der Werve e le regole degli scacchi

Guido Van Der Werve torna alla galleria Monitor di Roma e lo fa in grande stile. L’opening del 21 settembre oltre ad attirare un folto pubblico ha offerto agli astanti la meraviglia di una visione artistica completa, interdisciplinare e soprattutto poetica. Per Minor Pieces, l’artista ha infatti presentato un video, una serie di fotografie, una performance ed un concerto per archi, il tutto incentrato sulla matematica e sul mistero di rebus irrisolti, nuclei centrali di tutte le cose visibili ed invisibili. Van Der Werve parte dal gioco degli scacchi per formulare teorie celesti, il suo lavoro corre sul filo di movimenti minimi disegnati su una scacchiera ideale che regola il tempo, lo spazio e la natura del destino umano.

Ed ancora tattiche e mosse scacchistiche ritornano nelle opere fotografiche e nel film di quaranta minuti girato in tre location diverse tra il Marshall Chess Club di Manhattan, il vulcano attivo del monte St Helens e la valle di Sant’Andrea in California, come a voler ribadire la costante presenza di un fato pre-organizzato e regolato da schemi ben precisi.

Apre a Roma Furini Arte Contemporanea con la mostra di Marlon De Azambuja

Il 30 settembre si inaugura il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea con una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo Antônio da Patrulha – Brasile, vive e lavora a Madrid), artista brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il Movimento Concreto che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del “concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come luogo psicologico che fisico.

In questa sua prima personale italiana curata da Antonio Arèvalo, Marlon utilizza dei raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles, da Tunga a Miguel Rio Branco.

All’Hangar Bicocca di Milano una mostra dedicata alla videoarte italiana

Fuori Centro è la nuova mostra che inaugura il 30 settembre alla Fondazione Hangar Bicocca di Milano, curata da Chiara Bertola, neo direttrice artistica dello spazio milanese, in collaborazione con l’artista Rä di Martino.

Il titolo, oltre a dichiarare la posizione periferica dello spazio dell’Hangar, vuole sottolineare visioni non lineari, imprecise e indefinite che mettono in evidenza ingenuità, ironie e ordini di conoscenza non prestabiliti, lasciando emergere la forza di strade indifese e inaspettate. Immagini che parlano di vulnerabilità non solo dell’uomo, ma anche di luoghi non piu’ al centro dell’attenzione e che lasciano svelare quell’autenticità che e’ la vera natura dell’essere umano e della natura che ci circonda: quella che vale la pena di rappresentare. E’ in questa situazione che i gesti più banali, i dettagli più insignificanti, i pensieri più inusuali diventano rivelatori della nostra stessa natura assumendo un rilievo e un valore insospettabile.