Bill Viola, Richard Serra e Urs Fischer a New York

 Se avete intenzione di visitare New York in questi giorni sappiate che la grande mela, oltre alla sua enorme ed abituale offerta di arte contemporanea, sarà teatro verso la fine di ottobre alcune grandi mostre assolutamente imperdibili. Ma andiamo per gradi e analizziamo attentamente ogni proposta. La James Cohan Gallery ospiterà dal 23 ottobre sino al 19 dicembre Bodies of Light un’interessante retrospettiva dell’acclamato video artista americano Bill Viola. Da più di 35 anni Viola è celebre per aver trasformato la video arte in una delle forme vitali dell’arte contemporanea.

In tutto questo tempo l’artista ha creato video, installazioni video e sonore, performances di musica elettronica ed opere per luoghi sacri. La sua creatività indaga sull’universalità di esperienze umane quali la nascita, la morte e la spiritualità. La mostra alla James Cohan Gallery presenta opere che si allargano su due decadi di lavoro ed includono l’installazione video-sonora Pneuma ed alcuni pezzi in flat screen dalla serie Transfigurations, nuovo progetto di Viola che ha avuto origine da Ocean Without a Shore, installata nella chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007.

Irrespektiv, le provocazioni di Kendell Geers

Dal 31 ottobre 2009 il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto presenta la mostra Irrespektiv dell’artista Kendell Geers, nato in Sud Africa e da sempre impegnato in una riflessione profonda e personale sul tema della segregazione razziale.

A cura di Jérôme Sans, Irrespektiv è una coproduzione europea, che associa musei e istituzioni artistiche del Belgio, dell’Inghilterra, della Francia e dell’Italia. Il titolo, una parodia del termine “retrospettiva”, esprime immediatamente il tono della mostra e la pone all’insegna dell’impegno politico e della provocazione. Geers è stato attivo in prima linea nella denuncia delle follie dell’apartheid, ed è giunto a modificare la propria data nascita, per farla coincidere con il maggio 1968. Un rimando al maggio francese che dà il senso della consacrazione all’impegno politico e sociale dell’artista.

Il work in progress del Festival dell’arte contemporanea di Faenza

Il festival dell’arte Contemporanea di Faenza, che si è distinto nella scena internazionale come l’unico appuntamento dedicato alla riflessione sull’arte contemporanea e al confronto tra i suoi protagonisti, torna ad accedere il dibattito, presentando per la prima volta al pubblico la sua terza edizione. La cornice è data dai Ctalks, una serie di incontri in Italia e all’estero che accompagneranno, passo dopo passo, il pubblico all’appuntamento del 2010, riproponendo l’atmosfera, i temi e i contenuti che hanno confermato il successo del festival e offrendo ulteriori stimoli alla riflessione, in un nuovo format itinerante che porterà in viaggio la C Magenta.

Il primo appuntamento si terrà a Milano, Venerdì 23 ottobre 2009 alle ore 17.30 presso la sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro. Intitolato Work in progress, sarà un coinvolgente dibattito tra due grandi protagonisti del mondo dell’arte contemporanea, Angela Vettese e Carlos Basualdo, membri della direzione scientifica del festival insieme a Pier Luigi Sacco, sulle tematiche più incisive legate all’arte del presente – ai suoi contenuti, alle sue promesse per il futuro -, compiendo un percorso dentro l’opera e dentro le pratiche del fare arte, diventando quasi un momento di costruzione in progress del programma del festival.

Lawrence Weiner alla Fondazione Merz

Dal 30 ottobre 2009 la Fondazione Merz presenta un progetto speciale dell’artista concettuale Lawrence Weiner pensato appositamente per gli spazi della Fondazione. L’artista americano ha scelto di relazionarsi con lo spazio del museo e con il lavoro di Mario Merz progettando 3 grandi opere posizionate sia negli ambienti interni che esterni della Fondazione.

Alla base del progetto c’è la storia dell’edificio, un’architettura industriale di grande valore storico per la città, che in origine produceva energia per le officine automobilistiche Lancia e che oggi è un contenitore di opere d’arte. Inoltre, come spesso accade nei lavori dell’artista, emerge una sottile riflessione sulla morfologia e geografia della città che lo ospita. “Mi è venuta l’idea di un semplice fregio che, di fatto, stabilisce il tono della relazione tra il mio lavoro e il lavoro di Mario. Mette i tre lati dell’edificio in una prospettiva perfetta, lasciando che quello che io ritengo essere un edificio bellissimo si elevi nel panorama” così introduce la mostra lo stesso Weiner.

Echo And The Bunnymen – The Fountain

Di album Echo and the Bunnymen ne hanno fatti tanti, alcuni vere e proprie pietre miliari di un pop psichedelico partorito dalla fumosa Liverpool degli anni’80. Del guizzo e dell’eccentricità di Crocodiles e Ocean Rain rimane però ben poco oggi e dopo la ultima reunion gli Echo hanno perso gran parte della verve che avevano un tempo. Questo The Fountain non brilla certo di luce propria anche se nell’orda di canzoni tirate via a caso qualche cosetta si salva.

Le maschere di Shin Murayama contro l’AIDS

 Shin Murayama è un ibrido, la sua istrionica personalità lo porta ad essere a volte un fashion designer che gioca a fare l’artista ed altre un artista che gioca a fare il fashion designer. Dal 2004, data ufficiale della sua prima linea personale dal titolo Wore Dance il talentuoso e giovane designer giapponese non ha mai smesso di stupire il mondo dell’arte e dell’haute couture con le sue bizzarre e sfrontate creazioni. Nel 2007 Murayama ha fatto parte del gruppo artistico The Library Police Group ed ha preso parte alla scoppiettante mostra dal titolo The Royal House.

Dal 2008 Murayama si è trasferito negli Stati Uniti ed ha iniziato la produzione di una fantastica e grottesca serie di maschere riunite in un progetto denominato Valhalla. Tali composizioni hanno dato enorme rilevanza al nome del creativo designer tanto da fargli guadagnare recentemente la copertina di Vogue edizione giapponese dove figura una delle sue maschere dal titolo The Beast Within.

Al via Fiac 2009 e Parigi schiera le sue migliori gallerie

 Dopo Frieze è il turno di FIAC 2009 la fiera d’arte contemporanea parigina che dovrà confermare i segnali di ripresa economica del mercato dell’arte registrati dalla sua avversaria inglese. La grande manifestazione si terrà dal 22 al 25 ottobre al Grand Palais ed al Cour Carée del Louvre.Tra gli espositori figurano 210 gallerie della scena dell’arte contemporanea internazionale.

A tenere alta la bandiera italiana saranno presenti in fiera le gallerie: A arte Studio Invernizzi di Milano, Alfonso Artiaco di Napoli, Raffaella Cortese di Milano, Riccardo Crespi di Milano, Continua di San Gimignano, Enrico Fornello di Milano, Magazzino d’Arte Moderna di Roma, Francesca Minini di Milano, Monitor di Roma, Pianissimo di Milano, Suzy Shammah di Milano, Christian Stein di Milano e Tornabuoni Arte di Firenze ed altre sedi.

Peter Howson è al verde e svende le sue opere

 Peter Howson è un artista scozzese, non uno dei più grandi certo ma nemmeno un pittore della domenica visto che nel 1993 ha ricoperto il ruolo di artista di guerra per l’esercito britannico durante il conflitto bosniaco, creando alcune delle più incredibili e controverse opere che fissarono su tela gli orrori e le atrocità di quella insensata lotta fratricida. Nella sua prima spedizione in Bosnia l’artista rimase talmente traumatizzato che chiese di tornare a casa senza aver prodotto nemmeno un disegno. Quando Howson decise di tornare in Bosnia riuscì finalmente a sbloccarsi ma dovette creare le sue opere usando il lucido da scarpe e la cera delle candele poichè una parte del suo materiale artistico era stata rubata.

Lo stile di Howson potrebbe sembrare un poco datato e non consono alla moda contemporanea ma il pittore è largamente apprezzato e vanta tra i suoi collezionisti nomi come David Bowie, Madonna e Jack Nicholson, a cui ha venduto opere per somme elevate arrivando anche a 300.000 sterline al pezzo. Eppure il caso di Peter Howson potrebbe essere un fulgido esempio di come sia possibile per un artista contemporaneo passare dalle stelle alle stalle in un breve lasso di tempo.

Flight of the Conchords – I Told You I Was Freaky

Conoscete i Flight of the Conchords? nooo? ma dove abitate? Bret McKenzie e Jemaine Clement (i componenti della band) sono il più popolare duo di chitarristi-digi-bongo a cappella-rap-funk-folk comico della Nuova Zelanda. Formatisi in radio i nostri eroi sono poi sbarcati in televisione nel 2007 ed hanno fatto divertire milioni di fans con le loro sconclusionate canzoni.

Madrenalina torna per restare (speriamo)

 Vi ricorderete forse di Madrenalina, appuntamento a metà tra il festaiolo e l’artistico varato lo scorso anno dal Museo Madre di Napoli. Come ben saprete lo scorso anno il party fu interrotto prima dello scadere da un provvedimento di divieto della procura di Napoli per “spettacoli danzanti in quanto non autorizzato al punto 83 del certificato di prevenzione incendio”, secondo quanto riportato dal comunicato emesso dalle autorità. Giovedì prossimo per tutti gli amanti di questa serata artistico-mondana sarà importante sapere che l’evento torna con una serie di grandi novità atte a rinnovare la propria formula senza rivoluzionarla completamente.

Quest’anno i giovedì notte del museo di via Settembrini sono all’insegna del contemporary bar, il bar del contemporaneo inteso nei suoi vari linguaggi: ricerca musicale, videoproiezioni, live performance.

Se Damien Hirst piange, Tracey Emin lo consola

Pochi giorni fa in un nostro articolo vi avevamo parlato della nuova serie di opere pittoriche prodotte da Damien Hirst ed attualmente in mostra alla Wallace Collection. Sfortunatamente questo nuovo vezzo artistico di Hirst non ha ricevuto il successo sperato ed anzi, ha sollevato le feroci ire dei critici inglesi che si sono prontamente schierati contro di lui e la sua arte. Damien Hirst però non è stato completamente abbandonato da tutti, l’eclettico artista inglese può infatti contare su di un valido supporto, quello dell’ancor più eclettica Tracey Emin, sua diretta collega ai tempi degli Young British Artists.

Ai microfoni del Wall Street Journal l’artista ha infatti recentemente dichiarato: “ So benissimo cosa significhi essere preso a schiaffi dalla critica. Ed anche se sei una persona forte alla fine la cosa diventa insopportabile. Ma Damien Hirst sta affrontando un cammino sperimentale e questo è un atto decisamente coraggioso”. Ora ci sarebbe molto da dire circa il tipo di pittura messo in mostra da Hirst e se essa sia realmente una pratica sperimentale o meno, ma preferiamo continuare con l’articolo.

Addio Nancy Spero

Nancy Spero, artista pioniera e sperimentale nonché fervente promotrice del femminismo in ambito artistico è morta all’University Hospital di New York lo scorso  fine settimana alla veneranda età di 83 anni. La vita dell’artista è stata caratterizzata da una ferrea devozione alla giustizia sociale che la stessa ha messo continuamente in gioco durante la sue pratiche politiche ed artistiche.

Nel 1969 l’artista ha collaborato al varo dell’Art Workers Coalition, un gruppo aperto di artisti, filmakers, scrittori e critici schierato contro la politica di esclusivismo dei musei d’arte contemporanea. Tra i membri della coalizione figurarono importanti nomi del contemporaneo come il gallerista Tony Shafrazi, l’artista minimalista Carl Andre e l’artista concettuale Dan Graham.

Kings Of Convenience – Declaration of Dependence

Sonorità languide e rilassanti, ecco il sunto della Musica dei Kings of Convenience. Ma ve li ricordate? La band è formata da due ragazzetti indie pop che rispondono al nome di Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe. I due tempo fa hanno scalato le classifiche con Misread, pezzo incluso nell’album Riot on an Empty Street.