La soglia di Ivàn Navarro

In occasione della 53 ° Biennale di Venezia, il Cile ha scelto di rappresentarsi con il lavoro dell’artista Iván Navarro. Il padiglione è curato da Antonio Arévalo e Justo Pastor Mellado.

Nato nel 1972 a Santiago del Cile, l’artista è diventato presto noto nel panorama internazionale grazie a numerose mostre personali – tra cui ricordiamo le recenti Nowhere Man (2009), The Juice Sucker (2008) – e per la partecipazione alle ultime edizioni de la Biennale de L’Avana (Cuba, 2009) e della Biennale delle Canarie (Tenerife, Spagna, 2009).

Palestina c/o Venezia

Avrà luogo a Venezia dal 6 giugno al 30 settembre, presso la rinnovata Sala del Camino nell’ Ex Convento dei Santi Cosma e Damiano alla Giudecca, un evento espositivo di forte impatto simbolico, il cui contenuto assume caratteri di vera eccezionalità nel contesto dell’offerta d’arte cittadina; ufficialmente compreso fra gli eventi collaterali della 53ª Biennale d’arte, Palestine c/o Venice offre infatti un’occasione di visibilità e penetrazione internazionale ad alcune voci di spicco dell’arte contemporanea palestinese.

I sette artisti partecipanti, cui è stato richiesto di creare un’opera appositamente per l’evento, sono stati scelti per il loro eccezionale impegno, la qualità del loro lavoro artistico, e la capacità  di collegare temi locali e globali. Tra loro sono presenti artisti emergenti e artisti affermati. Le diverse tecniche utilizzate includono l’installazione sonora, l’installazione multimediale, interventi site specific, animazione, fotografia e video.

La globalizzazione dell’arte armena

Il 4 giugno prossimo Forte Marghera ospiterà un interessante evento collaterale della 53esima Biennale di Venezia dal titolo Voulu/obligé che presenterà i lavori della piattaforma artistica berlinese Armenian Transnation.

La manifestazione è frutto di una collaborazione su larga scala che continua da ben quattro anni. Durante questo tempo un gruppo di artisti armeni ha concentrato le proprie ricerche sperimentali sulla globalizzazione e sul mondo di internet ponendo l’accento sull’identità, sulla nazionalità, sulla cittadinanza e sulla coesione. In questi quattro anni gli artisti hanno lavorato insieme per trovare possibili risposte in forma artistica a domande universali sul significato dell’essere Armeno e sul significato dell’identità globale offerta dal 21esimo secolo.

A Tracey Emin non piace più il sesso

Nel bel mezzo della sua mostra alla White Cube gallery di Londra Tracey Emin ha dichiarato di aver perso interesse nel sesso. La famosissima artista inglese che al momento ha 45 anni ha da sempre fondato la sua ricerca artistica su tematiche legate alla sessualità ma ora sembrerebbe giunta ad una curiosa svolta.

“Il sesso è tutto ciò che mi ha trattenuto al letto e mi ha fatto alzare dal letto quando ero giovane” ha dichiarato Tracey Emin “Ma adesso non ho più la stessa follia di un tempo riguardo al sesso, in questo momento sono più interessata alle idee. E’ piuttosto strano da spiegare e penso che questa mostra metta in luce un aspetto decisamente melanconico ma la mia arte sta diventando più forte”.

Pio Baldi è il nuovo presidente del Maxxi di Roma

Pio Baldi sarà il nuovo presidente del Maxxi,  il museo delle arti e dell’architettura del XXI secolo che prossimamente aprirà in quel di Roma. L’importante istituzione pubblica capitolina è stata progettata dall’archistar Zaha Hadid. A rendere nota la notizia della nuova nomina è stato il ministro dei beni culturali Sandro Bondi durante la presentazione della seconda edizione del Premio Terna.

Il nuovo presidente è attualmente direttore regionale della Campania, in merito alla nuova nomina Bondi ha dichiarato: “Pio Baldi da sempre rappresenta il papà ideale del nuovo museo poiché ha sostenuto e promosso il progetto sin dal 1998”. Pio Baldi non è nuovo ad incarichi riguardanti il campo artistico, ricordiamo che fino ha due anni fa rivestiva la carica di direttore della Parc, la direzione generale del ministero per l’architettura e l’arte contemporanea. Il ministro Sandro Bondi ha inoltre svelato la data di apertura del museo Maxxi di Roma fissata per aprile 2010 anche se il cantiere si chiuderà a novembre 2009. Ovviamente questi sei mesi di “buco” serviranno a Pio Baldi per organizzare al meglio la futura programmazione del museo.

Alla Biennale di Venezia trionfa l’amore

L’amore, in quanto tale  è sempre incondizionato, ma alcune volte lo è più che altre. Questo è l’incipit di Unconditional Love, evento collaterale alla 53. Biennale di Venezia che offrirà una riflessione sul sentimento più ricercato e su come se ne possa abusare, fino all’ossimoro.

Un campo d’azione così ampio, con tanti e tali risvolti che potrà essere affrontato solamente puntando su grandi numeri e grandi nomi, esaltando e lasciando libera espressione sia alle capacità sia alle potenzialità di curatori, artisti e location.

Unconditional Love è curato da Alexandrina Markvo, Alinda Sbragia e Christina Steinbrecher, che hanno scelto la linea curatoriale di riunire artisti di varie provenienze ed età per avere la più vasta visuale possibile, ponendo l’accento soprattutto sullo scambio di idee oltre i confini culturali. Markvo ha organizzato la retrospettiva su Sir Norman Foster a Mosca e Russian Act, grande festival d’arte russa a Londra; Sbragia è invece concentrata sullo scambio di conoscenze artistiche tra Italia e Russia, mentre Steinbrecher ha lavorato in vari Paesi, da Parigi (Palais de Tokyo) al Kazakhistan alla Germania.

Biennale di Venezia, Miquel Barcelò rappresenta la Spagna

Il mallorchino Miquel Barceló già vincitore dello Spanish National Visual  Arts Prize nel  1986 e dell’Asturias Arts Prize nel 2003, rappresenterà la Spagna alla 53esima Biennale Di Venezia nel giugno prossimo.

La mostra curata da Enrique Juncosa, direttore dell’IMMA – Irish Museum of Modern Art di Dublino, presenterà al pubblico i nuovi dipinti di grande formato prodotti dall’artista assieme ad altri lavori meno recenti  in una sorta di retrospettiva dal 2000 ad oggi. L’evento che avrà il semplice titolo di Miquel Barceló ruota attorno ai temi familiari dell’artista spagnolo come i primati, i paesaggi africani e la schiuma delle onde oceaniche. Barceló classe 1957 è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pittori spagnoli viventi. La mostra presenterà inoltre una serie di opere dell’artista e scrittore francese François Augiéras (1925-1971) che consistono in una selezione di pitture di genere raffiguranti piccole scene africane.

Le ibride composizioni scultoree di Pierpaolo Campanini

 Martedì 26 maggio la galleria milanese Francesca Kaufmann ha inaugurato una nuova mostra personale di Pierpaolo Campanini. La pratica artistica di Campanini trova la sua origine in ibride composizioni scultoree, in oggetti ritrovati e assemblati in equilibri precari.

Le sue sculture resistono all’individuazione semantica, sono strutture fini a sé stesse; eppure divergono dall’opera disinteressata modernista, non ricercano alcun nucleo di purezza né hanno pretese di autonomia. Sono composti effimeri, destinati a perdersi, sopravvivono unicamente come traccia nella resa pittorica. La pittura di Campanini svolge rispetto alla scultura un ruolo paragonabile all’indice semiotico: esiste un rapporto di contiguità tra i due termini ma non di identità.

Julieta Aranda, dopo New York arriva a Roma

 L’artista messicana Julieta Aranda (1975, Città del Messico) presenta oggi 28 maggio a Roma il progetto dal titolo Publick Occurrences Both Forreign and Domestick: concepito ed esposto per la prima volta a Berlino, viene riproposto in forma sviluppata e rinnovata negli spazi della galleria 1/9 unosunove.

Il titolo riprende quello del primo giornale pubblicato nelle Americhe, a Boston, il 25 settembre 1690 e che, come molte altre pubblicazioni dell’epoca, ebbe una vita molto breve, ritirato dal commercio il giorno dopo la sua pubblicazione per motivi di censura. Allo stesso modo l’artista ha compilato e stampato un giornale che non è reso pubblico, nè destinato alla lettura, ma viene presentato come oggetto fisico attraverso un suo riutilizzo per i più diversi scopi di carattere funzionale e privato: diventa una tenda, un involucro per il cibo, una spugna per asciugare scarpe bagnate, un panno per pulire, e infine cartapesta per la produzione artigianale di altra carta.

Glenn Brown e i ritratti alieni

 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 28 maggio la retrospettiva dell’artista britannico Glenn Brown, organizzata in collaborazione con la TATE Liverpool e a cura di Francesco Bonami e Laurence Sillars.

Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.

Jana Sterbak da Parigi a Milano

 la galleria Raffaella Cortese di Milano ha inaugurato il 26 maggio la seconda mostra personale dell’artista di origine ceca, canadese di adozione, Jana Sterbak. In contemporanea al Centre Pompidou di Parigi in occasione della mostra ELLES sarà presentata una delle sue opere più rappresentative: Vanitas.

Jana Sterbak prevalentemente conosciuta per le performance degli anni ’70 e ’80 che indagavano tematiche quali il potere e la sessualità, ha sempre lavorato con differenti media tra cui scultura, installazioni, fotografia, video e performance. Il percorso iniziato con la mostra del 2006 presentando in galleria il video February, si è sviluppato fino alla realizzazione, nel 2008, di un più lavoro più ampio legato al tema delle quattro stagioni, quattro video ispirati ai paesaggi rinascimentali dipinti da Pieter Bruegel nel 1565.

Sarah Morris al Mambo di Bologna

 Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha inaugurato il 25 maggio la prima mostra personale in un museo italiano di Sarah Morris e di ospitare la première internazionale del suo nuovo film: Beijing.

Nel corso degli anni Novanta, Sarah Morris ha raggiunto la notorietà grazie a dipinti e film caratterizzati da un approccio strutturale astratto e complesso, nei quali traccia tipologie urbane e sociali. Gli ambienti urbani, i motivi architettonici, i simboli, i luoghi e le rappresentazioni del potere sono oggetto di un’indagine ravvicinata che affascina il fruitore dell’opera in un’alternanza di finzione e realtà.

la crisi attacca i musei londinesi

La crisi economica non arresta il suo potere distruttivo. Dopo chiusure di gallerie in tutto il mondo e una tempesta di licenziamenti negli staff dei musei, un’altra disastrosa notizia è in arrivo dal Regno Unito. Come molti di voi sapranno la stragrande maggioranza dei musei britannici tra cui il Tate, la National Gallery ed il British Museum sono completamente gratuiti.

Ciò è possibile grazie all’Art Fund che rende possibile un miracolo impensabile in Italia, quello di dare a milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo la possibilità di ammirare le meraviglie dell’arte senza spendere nulla. Pochi giorni fa è però cominciata a girare la notizia che a causa della crisi l’entrata gratuita ai musei potrebbe essere sostituita dal classico biglietto a pagamento.

Shepard Fairey alla Biennale di Venezia

Dopo le noie del copyright legate alla famosa immagine della campagna di Barack Obama e dopo le vicissitudini legali che lo hanno visto protagonista di denunce per aver imbrattato numerosi spazi pubblici Shepard Fairey può finalmente tornare al lavoro dedicandosi serenamente alle sue opere di street art.

Passata la tempesta l’artista 39enne originario della South Carolina ha già avuto modo di farsi notare per aver dipinto la bicicletta di Lance Armstrong, asso americano del ciclismo e vincitore di 7 Tour de France. Armstrong, noto anche per l’utilizzo di singolari biciclette fuori dal comune, ha utilizzato lo sfavillante mezzo impreziosito dai disegni di Fairey in occasione dell’ultimo giro d’Italia. Ma questa non è l’unica testimonianza che Fairey lascerà nel nostro paese.