David Byrne fa suonare tutta Londra


La Roundhouse di Londra sarà convertita in un gigante strumento musicale che il pubblico potrà suonare, il leggendario spazio creativo ospiterà infatti dal 8 al 31 agosto un’installazione sonora dell’eclettico David Byrne intitolata Playing The Building.

L’opera consiste in un vecchio organo piazzato al centro dello spazio espositivo, attaccato a dei cavi e fili low tech che si espandono sui pilastri della costruzione e sulle travi del soffitto. Una volta premuto un tasto dell’organo l’intera struttura risuonerà come una gigantesca cassa armonica. L’opera di David Byrne è stata già esposta lo scorso anno al Battery Maritime Museum di New York riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica.

Il mondo digitale del Victoria & Albert Museum di Londra

Piante digitali che crescono e occhi meccanici che seguono gli sguardi dei visitatori saranno le attrazioni di una mostra dedicata alle meraviglie del digitale dal titolo Decode: Digital Design Sensations. L’evento ospitato dal Victoria & Albert Museum di Londra e previsto per il prossimo 8 dicembre descriverà i nuovi sviluppi del digital and interactive design dagli esempi di grafica su piccolo schermo fino alle installazioni di larga scala.

Curata in collaborazione con la famosa organizzazione di arti digitali onedotzero, la manifestazione ospiterà le opere di grandi artisti della scena internazionale come Daniel Brown, Golan Levin e Daniel Rozin assieme a talenti emergenti come Troika e Simon Heijdens.

La mostra proporrà una serie di interventi attraverso tutta la superficie espositiva del museo e presenterà anche una selezione di performance appositamente create per l’evento.

23 feriti alla Tate Modern per una mostra di Robert Morris

Alla fine la Tate Modern ha reso pubblico il bilancio della mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris, evento di cui abbiamo ampiamente parlato e che si è tenuto lo scorso maggio ricalcando in tutto e per tutto la stessa mostra che nel 1971 fu costretta a chiudere i battenti a causa di opere interattive giudicate troppo pericolose per l’enorme massa di pubblico dell’epoca.

Dopo quasi 40 anni questo enorme e pericoloso parco giochi artistico non ha perso un minimo del suo potenziale di pericolosità, eppure gli organizzatori avevano assicurato di aver preso tutte le precauzioni del caso e di aver escluso un’opera giudicata non idonea per il pubblico. Alla fine le installazioni costituite da grossi scivoli, percorsi ad ostacoli corde ed altre ripide attrazioni artistiche hanno mietuto ben 23 vittime, ovviamente si tratta di feriti lievi con lesioni guaribili in una sola settimana.

Gay Icons? si, grazie

Importante mostra fotografica alla National Portrait Gallery di Londra, si tratta di Gay Icons, vero e proprio evento che dal 2 luglio al 18 ottobre celebrerà l’importanza e il significativo apporto della realtà gay alla storia ed alla cultura del contemporaneo.

Dieci selezionatori hanno lavorato a stretto contatto con la National Portrait per scegliere sei artisti ognuno, le loro icone personali. La mostra include quindi famose icone (gay o non gay) che al di là del loro orientamento sessuale sono diventate figure preminenti nella società. Ogni personaggio in mostra è presentato con informazioni relative alla sua importanza storica ed alla sua biografia.

Olivia, Braccio di Ferro e Jeff koons

La Serpentine Gallery di Londra ospiterà dal 2 luglio al 13 settembre una grande mostra dedicata al talento dell’artista americano Jeff Koons. La manifestazione si guadagna la palma della più grande retrospettiva dedicata a Koons ospitata in territorio britannico.

Jeff Koons ha precedentemente esposto alla Serpentine Gallery nel 1991 in una collettiva dal titolo Objects for the Ideal Home: The Legacy of Pop Art. In occasione del presente evento dal titolo Popeye Series il famoso artista presenterà alcune opere della sua serie dedicata a Popeye (braccio di ferro) iniziata nel 2002. Le opere sono contraddistinte dall’immaginario artistico di Koons che trae continuamente ispirazione dagli oggetti di uso comune, dal cartoon, dalla storia dell’arte e dai giocattoli. Grazie a prestiti da collezioni pubbliche e private la retrospettiva si avvale anche di opere fino ad ora mai mostrate al pubblico.

Londra trasferisce il museo all’aeroporto

Portare l’arte nei luoghi non deputati all’arte è una pratica talmente diffusa che oramai vedere installazioni, dipinti e video in giro per la città non stupisce più nessuno. Nell’ultima decade le opere d’arte sono regolarmente uscite dai consueti spazi delle gallerie per invadere magazzini, capannoni, snodi ferroviari ed aeroporti, nel tentativo di avvicinare i cittadini all’arte contemporanea o semplicemente per soddisfare i pruriti avanguardisti di sindaci, assessori e curatori.

In tempi recenti è lecito citare lo strano caso del GATE Termini Art Gallery, spazio espositivo allestito presso l’Ala Mazzoniana della Stazione Termini di Roma che nella passata amministrazione aveva ospitato una manciata di eventi tra cui Il Caravaggio della Regina dalle tenebre alla luce. Come lavorava Caravaggio, mostra del 2006 che ospitò la Vocazione dei santi Pietro e Andrea opera inedita del grande maestro. 

Le proteste in Iran si allargano al mondo dell’arte

In seguito alle utlime elezioni presidenziali dello scorso 13 Giugno 2009, vinte ufficialmente da Aḥmadinejād, ma sulla cui regolarità l’opposizione ha espresso forti dubbi, si è registrata una drammatica  rivolta  sociale in Iran che si è risolta in manifestazioni non autorizzate e scontri di piazza, con un numero indefinito di morti provocato da un intervento delle forze dell’ordine le quali con efferata violenza si sono abbattuto sulle masse.

Il mondo non è stato certamente a guardare è numerose iniziative di supporto sono spontaneamente apparse sia da parte della politica che dal sociale e dallo spettacolo. Anche l’arte contemporanea ha deciso ultimamente di focalizzare l’attenzione sul problema Iran. Il 26 giugno il Chelsea Art Museum di New York ha inaugurato una mostra dal titolo Iran Inside Out, manifestazione tesa ad esplorare il linguaggio artistico di 56 artisti provenienti dal paese islamico.  Contemporaneamente, dall’altra parte del globo anche la Asia House di Londra ospita nei suoi spazi espositivi la mostra Made In Iran una piccola collettiva con giovani artisti, tutti quanti provenienti dalla città di Tehran.

Walking in My Mind camminando nella mente dell’artista

La fortunata serie di summer exhibition della Hayward Gallery di Londra rilancia la recente tradizione di invitare famosi e promettenti artisti di tutto il mondo, trasformando così la galleria in un unico spazio espositivo interno ed esterno. Quest’anno dieci artisti sono stati selezionati per esporre opere che indagano sui meccanismi interni della mente e cioè emozioni, pensieri, memorie e sogni, il tutto rappresentato in tre dimensioni.

Un interessante tema che invita i visitatori ad esplorare i processi creativi degli artisti e getta luce sul momento creativo stesso. La mostra presenta al pubblico sia opere recenti che meno recenti dei seguenti artisti: Charles Avery (UK), Thomas Hirschhorn (Svizzera), Yayoi Kusama (Giappone), Bo Christian Larsson (Svezia), Mark Manders (Olanda), Yoshitomo Nara (Giappone), Jason Rhoades (USA), Pipilotti Rist (Svizzera), Chiharu Shiota (Giappone) e Keith Tyson (UK).

Classified, una mostra sulla classificazione

Importanti e recenti acquisizioni di arte contemporanea inglese sono attualmente in mostra alla Tate Britain dal 22 giugno. La manifestazione a carattere totalmente gratuito dal titolo Classified include opere di larga scala e molteplici media, tra gli artisti acquisiti svettano in nomi di Phillip Allen, Gillian Carnegie, Jake and Dinos Chapman, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Mark Dion, Ceal Floyer, Damien Hirst, Simon Patterson, Peter Peri, Fiona Rae, Simon Starling e Rebecca Warren.

La mostra focalizza l’attenzione sul metodo di lavoro degli artisti, esplorando il  bisogno di classificazione come grande influenza in grado di alterare la nostra percezione del mondo esterno. Classified si riferisce al desiderio di collezionare, ordinare e categorizzare e mostra quanto gli artisti usino questo metodo nel loro lavoro.

Anish Kapoor spara grosso

Soltanto una piccola elite di artisti, una minoranza è riuscita a mostrare le proprie opere nelle grandi sale della Royal Academy of Arts, fondata nel lontano 1768 in quel di Londra. L’ultima volta che la RA ha dedicato tutto il suo vasto spazio espositivo al lavoro di un unico artista è stato nel 1988 e l’uomo in questione Henry Moore era già morto e stramorto da due anni.

Oggi, circa due decadi dopo, tutte e cinque le gallerie della RA saranno dedicate all’opera di Anish Kapoor. Per festeggiare il grande momento l’artista ha già preparato un’installazione che consiste in un cannone caricato a cera rossa che sparerà ogni venti minuti sul muro antistante, i proiettili esploderanno alla velocità di 50 chilometri orari.

Il paradiso e la terra di Richard Long

Heaven and Earth è il titolo di una grande mostra dedicata al talento di Richard Long che avrà dal 3 giugno al 6 settembre 2009 al Tate Britain di Londra. L’evento oltre a sottolineare l’importanza di uno dei più grandi artisti britannici rappresenta la più completa retrospettiva dedicata al maestro negli ultimi diciotto anni.

La mostra comprende 80 opere tra sculture, opere murarie, fotografie ed opere testuali che documentano il cammino di Long in giro per il mondo da Dartmoor al Giappone ed offrono l’opportunità di comprendere il pensiero dell’artista riguardo al rapporto tra arte e paesaggio attraverso 40 anni di carriera. Richard Long è salito alla ribalta alla fine degli anni sessanta come maggior esponente di una generazione di artisti britannici che ha esteso le possibilità della scultura oltre i tradizionali metodi e materiali.

Damien Hirst, Il Tate ed i Gemelli

 Incredibile ma vero siamo ancora qui a parlare dei nuovi pruriti artistici di Damien Hirst e di una nuova mostra al Tate Modern di Londra. L’artista sembra essere una inesauribile fucina di idee il più delle volte molto discutibili mentre la famosa istituzione museale britannica inanella una mostra dietro l’altra, il più delle volte abbastanza interessante.

Insomma tirando le somme Londra resta stabilmente nelle zone alte della classifica delle più prolifiche location per quanto riguarda la scena dell’arte contemporanea. Ma torniamo a bomba, dal 1 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010 il Tate ospiterà una mostra dal titolo Pop Life: Art in a Material World, ovviamente come suggerisce tale incipit l’evento indagherà sulle influenze della società del consumismo nei confronti della creazione artistica, niente di nuovo sotto al sole e va da sé che lo spettro di Andy Warhol aleggerà più o meno in maniera convincente nel corso di un megapolpettone i cui ingredienti principali saranno nomi del calibro di Tracey Emin, Keith Haring, Martin Kippenberger, Jeff Koons e Takashi Muratami.

A Tracey Emin non piace più il sesso

Nel bel mezzo della sua mostra alla White Cube gallery di Londra Tracey Emin ha dichiarato di aver perso interesse nel sesso. La famosissima artista inglese che al momento ha 45 anni ha da sempre fondato la sua ricerca artistica su tematiche legate alla sessualità ma ora sembrerebbe giunta ad una curiosa svolta.

“Il sesso è tutto ciò che mi ha trattenuto al letto e mi ha fatto alzare dal letto quando ero giovane” ha dichiarato Tracey Emin “Ma adesso non ho più la stessa follia di un tempo riguardo al sesso, in questo momento sono più interessata alle idee. E’ piuttosto strano da spiegare e penso che questa mostra metta in luce un aspetto decisamente melanconico ma la mia arte sta diventando più forte”.

The Inland Empire, la mostra di Jeff Soto a Londra

Grande personale dell’artista californiano Jeff Soto a Londra il 14 maggio nella Stolen Space Gallery. L’artista si prepara a conquistare l’impero britannico con The Inland Empire, mostra in cui saranno presentati 20 nuovi dipinti su pannello e su carta assieme ad un’installazione esterna di vasta scala. L’artista sarà inoltre presente in galleria per presentare una nuova serie di stampe fatte a mano e per firmare le copie del suo libro fresco di pubblicazione Storm Clouds.

The Inland Empire è una mostra politicamente impegnata che focalizza l’attenzione sugli effetti della recessione nell’area di Riverside dove l’artista vive, riflettendosi in quello che sta succedendo nel resto del mondo. In merito alla mostra ed al perché di questa tematica Soto ha recentemente dichiarato: “La regione in cui vivo è chiamata the Inland Empire. E’ a circa 30 chilometri da Los Angeles in mezzo al deserto ed alle montagne. Durante il boom economico la zona crebbe in maniera esponenziale sia in ricchezza che in popolazione. Dal 2007 è cominciato il lento declino sino alla perdita di 115.000 posti di lavoro ed alle condizioni di estrema povertà in cui la gente del luogo vive tuttora. Vedo la mia zona come una miniatura  di quello che sta succedendo in tutti gli stati del mondo con la classe operaia che diventa sempre più povera mentre i ricchi ed i potenti diventano sempre più ricchi e potenti”.