Andrea Mastrovito – LE CINQUE GIORNATE

Con Andrea Mastrovito si inaugura a pian terreno nella manica lunga del nuovo Museo del Novecento la serie di mostre/ interventi Primo piano d’artista a cura di Alessandra Galasso. Di volta in volta, un artista è invitato a realizzare in situ un progetto che prende forma giorno dopo giorno grazie anche alla partecipazione attiva del pubblico. Durante tutto il periodo, i “lavori in corso” saranno visibili anche dai passanti occasionali attraverso le grandi vetrine di Via Marconi, su cui lo spazio si affaccia.

Per questo primo appuntamento Andrea Mastrovito presenta Le cinque giornate. Il titolo rievoca due episodi che (solo) apparentemente non hanno nulla in comune: le Cinque giornate di Milano, la storica insurrezione avvenuta tra il 18 e il 22 marzo del 1848, ritenuto uno dei maggiori episodi della storia risorgimentale italiana e per mezzo del quale i cittadini di Milano si liberarono dal dominio austriaco, e le cinque giornate di squalifica assegnate durante il campionato italiano di calcio del 2001-2002 all’allenatore Carlo Mazzone, reo di essersi scagliato, durante la partita Brescia-Atalanta, a insultare la curva della tifoseria dell’Atalanta, squadra di cui Mastrovito è un fan sfegatato. Infine, le cinque giornate sono anche un riferimento alla durata delle performance previste dall’artista.

Angelo Bellobono / Vania Comoretti – Vis-à-vis

Si tiene il giorno 8 aprile 2011 presso whitelabs di Milano l’opening della doppia personale Vis-à-vis. Angelo Bellobono. About Freedom & Vania Comoretti. Iride a cura di Nicola Davide Angerame. Il progetto con il quale whitelabs espone per la prima volta in una personale a Milano il lavoro dell’artista romano Angelo Bellobono e dell’artista udinese Vania Comoretti, vincitrice della Prima edizione del Premio Saatchi Showdown (Londra, Inghilterra), in una mostra che accoglie lavori inediti creati appositamente per questo evento e che fanno parte di due serie di ricerca portate avanti dai due artisti.

Vis-à-vis è un progetto che nasce con questa doppia personale, creato dal critico Nicola Davide Angerame, che lo descrive così: “L’idea di mettere due artisti faccia a faccia, mi è venuta da una impressione forte che lo spazio di whitelabs mi ha suscitato. Ci sono due pareti lunghe oltre 14 metri che si fronteggiano a cinque metri di distanza. Soffitto basso. Pochi spazi sono così. Ci sono le sale, i saloni, gli hangar, le salette, ma questo “muro contro muro” lo vedo solo qui. Allora perché non sfruttarlo per mettere in dialogo ravvicinato i lavori di artisti che non hanno mai esposto a Milano e che possono qui trovare un luogo di confronto e di conforto. Presenteremo artisti che si amano e che si odiano, i cui lavori sono in sintonia oppure stridono. L’armonia è importante almeno quanto la distonia”.

Premio Ariane de Rothschild 2011. Alla scoperta dei giovani artisti italiani

Sono stati selezionati i diciotto giovani artisti della V edizione del Premio Ariane de Rothschild, che quest’anno presenta una “fotografia” dello stato dell’arte contemporanea in Italia. Gli artisti, cittadini italiani o residenti in Italia da più di due anni, con età compresa tra i 22 e i 35 anni, sono stati nominati da un comitato di sei critici – individuati dai due curatori del Premio, Laura Barreca e Marcello Smarrelli – e saranno i protagonisti della mostra promossa dalla Fondazione Ariane de Rothschild in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e allestita dal 6 aprile al 1 maggio 2011 negli appartamenti storici di Palazzo Reale a Milano.

Le numerose opere esposte saranno selezionate dai curatori tra quelle che meglio esprimono il linguaggio e la ricerca propri degli artisti. Il 5 aprile, nel giorno d’inaugurazione dell’esposizione, si riunirà la giuria internazionale che individuerà l’artista vincitore di questa edizione italiana del Premio Ariane de Rothschild, al quale sarà assegnata una borsa di studio per un anno presso il Central Saint Martins College of Art and Design di Londra.

PERINO & VELE, Luoghi comuni alla Fondazione Arnaldo Pomodoro

Dal 6 aprile al 17 luglio 2011, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano (via Solari 35), si terrà l’antologica di Perino & Vele, sodalizio nato nel 1994 e composto da Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi (AV), 1975). Curata da Lorenzo Respi, col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano, col contributo di Renato Corti, Comieco, Metropolitana di Napoli, l’esposizione dal titolo Luoghi comuni ripercorrerà, attraverso 25 opere di grandi dimensioni, 17 anni di carriera sviluppatasi attorno a un registro tematico che critica, in modo lucido ma allo stesso tempo ironico, la corruzione, la violenza e l’immobilismo sociale.

Attraverso l’originale uso della cartapesta, Perino & Vele modellano forme che alludono a fatti di cronaca, a temi di denuncia sociale e politica, alla distorsione della realtà da parte dei mass media. Oggetti d’uso quotidiano (borsoni, carrozzine, poltrone), segnali stradali (cartelli, transenne, pali) e animali (maiali, cammelli, pipistrelli) diventano il pretesto per focalizzare l’attenzione degli osservatori su argomenti passati sotto silenzio o volutamente dimenticati, come le stragi, o come la violenza nei confronti dell’uomo e degli animali.

Trent’anni di Mimmo Paladino al Palazzo Reale di Milano

Dal 30 marzo al 26 giugno 2011, Milano sarà teatro di un imperdibile evento: Palazzo Reale, ma anche Piazza Duomo e l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II accolgono la monografica di Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Curata da Flavio Arensi, promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Civita e GAmm Giunti, la mostra prende in esame oltre trent’anni di attività del maestro campano, una delle più autorevoli personalità del panorama artistico internazionale, attraverso un nucleo di oltre 50 opere, tra cui 30 dipinti di grandi dimensioni, sculture e installazioni.

L’omaggio a Mimmo Paladino dalla città di Milano, dove per trent’anni ha mantenuto studio e abitazione, presenta degli elementi di eccezionalità. Per la prima volta, sul sagrato del Duomo, tra la statua equestre di Vittorio Emanuele II e la Cattedrale, verrà installata un’opera d’arte monumentale, la Montagna di sale (35 metri di diametro e 10 metri di altezza), ricostruita a vent’anni di distanza dalla sua prima realizzazione a Gibellina e a quindici anni dal riallestimento in piazza del Plebiscito a Napoli.

TONY OURSLER – OPEN OBSCURA

Il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta la mostra TONY OURSLER. OPEN OBSCURA, curata da Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta da PAC, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e MiArt su progetto di Madeinart. La mostra presenta un’ampia selezione di lavori, tra cui alcune grandi installazioni realizzate da Oursler negli ultimi cinque anni. Questa di Milano, che apre in concomitanza con l’edizione di MiArt 2011, è una delle più ampie antologiche dedicate al noto artista americano, considerato dalla critica di tutto il mondo una figura di spicco della storia recente della video arte e definito l’ideatore della video-scultura. Le sue opere sono presenti nelle collezioni dai più grandi musei d’arte moderna e contemporanea internazionale, dal MOMA di New York alla Tate di Londra.

Tony Oursler è tra gli artisti più innovativi e sperimentali tra quelli che utilizzano il video come mezzo espressivo, convinto che le immagini in movimento, più di quelle statiche, siano estremamente rappresentative della nostra cultura contemporanea. Grazie a lui la video arte si è affrancata dai limiti specifici dello schermo televisivo e dell’immagine proiettata su una superficie uniforme, interagendo in maniera originale con la scultura vera e propria e con il pubblico. La sua arte non si limita cioè a esprimersi attraverso l’immagine video in senso stretto, ma utilizza e sovrappone scultura, design, installazione e performance.

William Kentridge & Milano. Arte, musica, teatro

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE presentano a Palazzo Reale, dal 16 marzo al 3 aprile 2011, William Kentridge & Milano. Arte, musica, teatro a cura di Francesca Pasini e, per il Teatro del Buratto, Giordano Sangiovanni. Il Comune di Milano rende così omaggio all’artista sudafricano con due eventi eccezionali: una mostra e una nuova performance a Palazzo Reale e lo spettacolo Wojzeck sull’Highveld al Teatro Verdi, in scena il 20 e 21 aprile.

«Con una geniale mescolanza dei generi e delle forme espressive prendono corpo l’opera e la poetica di uno dei più significativi protagonisti dell’attuale scena internazionale» ha detto l’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory «Ma di cosa si tratta? Perle della stessa collana il cui filo è l’arte». Nella Sala delle Otto Colonne a Palazzo Reale, dal 16 marzo al 3 aprile 2011, saranno proiettati e visibili al pubblico i film Breathe, Dissolve, Return, realizzati nel 2008 per l’installazione (Repeat) From the Beginning/Da capo presso il Teatro La Fenice di Venezia, il cui tema è il rapporto tra il teatro e la musica. Per la prima volta, per creare l’animazione, Kentridge usa delle sculture disaggregate – composte di frammenti (pezzetti di carta, fili, etc.) – e poste su un piedistallo girevole. Ruotando le sculture davanti alla macchina da presa i frammenti si sovrappongono fino a creare le figure di una cantante, di un direttore d’orchestra, di un personaggio con i baffi, di una danzatrice, di un naso, di un cavallo.

FUORI! ARTE E SPAZIO URBANO 1968-1976

Apre il 14 aprile 2011 la mostra che inaugura lo spazio espositivo temporaneo del Museo del Novecento di Milano, situato al piano terra della manica lunga dell’Arengario. Da qui le ampie vetrate permetteranno di cogliere frammenti della mostra anche da “fuori”, dalla via che costeggia il Museo. Realizzata dal Comune di Milano in collaborazione con la casa editrice Mondadori Electa, e resa possibile grazie al contributo di Bank of America, FUORI! ARTE E SPAZIO URBANO 1968-1976, curata da Silvia Bignami e Alessandra Pioselli, presenta i momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976.

La mostra è una riflessione sugli effetti dei profondi cambiamenti sociali e culturali italiani degli anni Sessanta sulle arti visive. Sono gli anni in cui gli artisti scendono in strada, “fuori” dal museo e dalle gallerie, per confrontarsi con il mondo reale e coinvolgere un pubblico più ampio, attraverso performance, azioni, animazioni, installazioni, sculture. Mossi da numerose questioni politiche, sociali e ideologiche, si trovano a dover ridefinire il loro linguaggio per una “riappropriazione creativa del tessuto urbano”. La loro arte non è più creata soltanto per il museo o per il mercato, ma mira alla sollecitazione estetica e ludica dello spettatore.

Michael Bevilaqua – Catastrophe Ballet featuring Dean Sameshima “In Passing”

Torna alla galleria The Flat di Massimo Carasi, dopo il successo dei precedenti appuntamenti, Michael Bevilacqua con la personale Catastrophe Ballet, che comprende inoltre una collaborazione inedita con l’artista californiano Dean Sameshima. Il titolo con cui l’artista americano sceglie di chiamare la propria mostra milanese è lo stesso del capolavoro, datato 1984, della band gothic californiana Christian Death. Alle atmosfere cupe e nervose di questo disco si ispirano, infatti, i nuovi dipinti, percorsi dalla solita carica iper-pop venata però da una malinconia che sa farsi anche, a tratti, minacciosa.

L’immaginario culturale contemporaneo viene gestito e manipolato sapientemente, sia come repertorio sia come tavolozza stilistica: serigrafie dal sapore punk, inserti di vernice spray, citazioni (X-Men, Yr Mangled Heart , dal singolo dei Gossip, i Ministry che a loro volta dètournano i Pink Floyd in Dark Side of the Spoon, ecc.) e frammenti testuali compongono una stratigrafia della cultura visiva più familiare. E al tempo stesso più straniante. Le pareti della galleria ospitano ampi dipinti – alcuni in scala quasi monumentale – che riuniscono e fondono la sostanza di cui sono fatti i sogni, e gli incubi, del mondo occidentale all’alba del XXI secolo. Un’apocalisse gioiosa e gloriosa.

A Milano il Photofestival 2011

Le gallerie d’arte e i luoghi più rappresentativi di Milano si preparano ad ospitare la quinta edizione di Photofestival, il grande circuito espositivo che per circa un mese (da metà marzo a metà aprile) porterà la fotografia in tutta la città. Questo progetto è stato fortemente voluto da A.I.F. (Associazione Italiana Foto&Digital Imaging) e dagli organizzatori di Photoshow – principale rassegna annuale di fotografia e immagine digitale (Fiera Milano City, 25-28 marzo 2011) – con l’obiettivo di coniugare il momento espositivo con un momento culturale che coinvolga la Città di Milano.

In questo senso è strategica la recente collaborazione tra Photofestival e STARTMILANO, importante associazione cittadina che riunisce molte gallerie d’arte tra le più autorevoli e prestigiose sedi espositive per l’arte contemporanea. Il percorso parte idealmente dagli spazi di Photoshow per ramificarsi in città con oltre 80 mostre fotografiche d’autore in una sessantina di gallerie d’arte e in alcuni palazzi storici, con un programma espositivo qualitativamente alto e molto vario, che spazia dal reportage alla ricerca, dalla proposizione di autori affermati a quelli emergenti.

Street art indonesiana a Milano

Primo Marella Gallery di Milano inaugura il 16 febbraio al pubblico europeo “The Alleys of a City Named Jogya”, una grande mostra collettiva dedicata alla Street Art Indonesiana. L’intento della mostra è quello di portare in Europa una selezione di dipinti e opere tridimensionali che esemplificano gli sviluppi più recenti di questa tendenza artistica, combinando in modo chiaro ed efficace elementi tratti dalla sottocultura urbana Indonesiana e riferimenti al mondo dei cartoon e della musica che tanto hanno influenzato i giovani artisti di questa generazione.

Gli artisti presenti in mostra, selezionati con l’aiuto del curatore Jim Supangkat, combinano una forte coscienza sociale e un serio impegno per il loro mestiere con un’estetica audace e un umorismo pungente, presentando i loro progetti in un contesto tale da garantire allo spettatore un’esperienza coinvolgente ed entusiasmante.

Due mostre alla Galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 15 febbraio 2011 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura due mostre: la personale di Piotr Uklanski e la collettiva Are You Glad to Be in America?. Uno degli artisti storici della galleria, torna a Milano presentando dei nuovi lavori su tela. Ispirandosi al “tie and dye”, una tecnica molto antica di tinteggiatura che prevede la creazione di nodi sui tessuti e la conseguente penetrazione o meno del colore, Piotr Uklanski espone sette grandi lavori per la prima volta in Italia.

Piotr Uklanski sperimenta ancora su formati, tecniche e supporti differenti. E questo nuovo ciclo di opere, tappa più recente nella produzione dell’artista, riflettono sul significato della pittura e sul gesto del dipingere: generalmente si parla di pittura quando pigmenti vengono applicati su una superficie per realizzare segni e figure; invece, nel caso dei lavori di Piotr Uklanski, è fondamentale non la saturazione quanto la decolorazione, lo sbiancamento di alcune parti di colore già steso, attraverso reazioni chimiche fra i liquidi e la tela colorata su cui vengono versati. In questo modo i lavori si posizionano a metà fra casualità e precisa volontà dell’artista.

Working Title – Peep-Hole

Giovedì 10 febbraio Peep-Hole di Milano presenta Working Title una mostra di Pavel Büchler con Evangelia Spiliopoulou. Invitato a sviluppare un progetto specifico per lo spazio, riflettendo sul suo essere contemporaneamente artista, scrittore e docente, Pavel Büchler ha elaborato con Evangelia Spiliopoulou, sua ex allieva alla Manchester Metropolitan University, un progetto che sviluppa e analizza l’ambivalenza del termine “istruzione”: pedagogia e insegnamento da un lato, norma e regola dall’altro. Il progetto assume così la forma di un dialogo, una doppia mostra personale che vede impegnati i due artisti in uno scambio di reciproche suggestioni.

Working Title prende le mosse da un processo che mira a fare delle dinamiche del pensiero speculativo l’opera stessa. Invertendo il principio secondo il quale una cosa viene prima esposta per poi essere discussa, Büchler e Spiliopoulou fanno della discussione lo scopo stesso e non il mero strumento per raggiungerlo. Il confronto dialettico tra due artisti provenienti da generazioni, attitudini e contesti diversi non vuole giungere a conclusioni o articolare una posizione comune.

Arriva a Milano The Affordable Art Fair, la fiera con opere sotto i 5.000 euro

Dal 3 al 6 febbraio The Affordable Art Fair – AAF arriva a Milano, dopo il successo ottenuto in molte città del mondo: Londra, Amsterdam, Parigi, Bruxelles, New York, Sydney, Melbourne, Singapore. Ciò che la contraddistingue è un nuovo modo di far conoscere l’arte in maniera divertente e informale. Fin dal 1999, quando Will Ramsay inaugurò per la prima volta la fiera a Londra, l’obiettivo è quello di rendere l’arte contemporanea accessibile a tutti, per dimostrare che non è necessario essere un esperto, un gallerista o un milionario per iniziare una propria collezione d’arte. È questa la filosofia che contraddistingue The Affordable Art Fair (AAF), la più famosa e interessante fiera d’arte per le opere con un limite di prezzo (5.000 euro nella tappa di Milano).

Dalla prima edizione AAF è cresciuta velocemente, diventando un fenomeno globale con fiere in tutto il mondo, grazie alla capacità di portare nuovi contatti e nuovi collezionisti nel mercato. Globalmente più di 800.000 persone hanno visitato le Affordable Art Fair, comprando più di 130 milioni di euro di opere d’arte. Il 2010 ha chiuso con più di 150.000 visitatori: considerando il network, è la fiera d’arte più visitata al mondo.