Damien Hirst, Tracey Emin e Julian Opie gettano le loro opere nel cassonetto

 Molte volte la critica etichetta una brutta opere di un determinato artista come spazzatura.Per il suo ultimo progetto di Micheal Landy ha intenzione però di trasformare le opere d’arte in spazzatura, buttando nel cassonetto i più brutti lavori di Damien Hirst e Tracey Emin. Il prossimo venerdì 29 gennaio infatti, il provocatorio artista del gruppetto della Young British Artists installerà un enorme cassonetto alto sette metri e largo cinque metri alla South London Gallery dove gli artisti potranno buttare tutti quei lavori che vorrebbero veder definitivamente distrutti.

Durante la preparazione del buffo progetto  denominato Trash Bin, Landy ha invitato alcuni artisti amici a gettare alcune delle loro opere ed ha inoltre lanciato un sito web dove il publico può segnalare le opere appartenenti alla propria collezione per poi distruggerle definitivamente. La cosa ancor più stramba è che non tutto sarà gettato nel cassonetto: “Questo sarà il primo esempio di cassonetto della spazzatura debitamente curato” ha affermato Michael Landy  “Non tutto potrà essere gettato nel cassonetto sarò io a decidere le opere che possono entrarci di diritto”.

Tacita Dean ed il suo albero di Natale alla Tate Gallery

 A Londra le feste natalizie sono sempre una buona occasione per rispolverare una serie di tradizioni tanto care alla Regina Madre ed al popolo britannico. Oltre ai caratteristici biglietti di auguri, rigorosamente spediti per posta, gli inglesi vanno pazzi per l’albero di Natale anche sa va detto che a noi di Globartmag questa tradizione in tempi di crisi ci sembra un poco troppo velleitaria ed irrispettosa nei confronti dell’ambiente, basti pensare a quanti poveri alberi vengono recisi in questo periodo. Comunque sia la Tate Gallery non ha nessuna voglia di rinunciare al suo albero di Natale visto che da 21 anni questa tradizione fa parte delle tante attività della celebre istituzione museale londinese.

Come ogni anno la realizzazione dell’albero è stata affidata ad un artista di nazionalità britannica, la scelta questa volta è caduta su Tacita Dean, artista originaria di Canterbury che in passato ha partecipato al Turner Prize (1998) ed attualmente vive e lavora a Berlino. L’artista ha creato un albero di quattro metri decorato unicamente con candele di cera fatte a mano in Germania. La particolare installazione natalizia rimarrà in mostra nella celebre rotunda del museo fino al prossimo 23 Dicembre.

Una falsa Tracey Emin manda gli auguri di Natale al vicinato

Alcuni abitanti di un quartiere nell’est di Londra hanno ricevuto i consueti auguri di Natale, usanza che nel regno britannico è talmente antica e salda da resistere persino agli attacchi della posta elettronica e degli sms. Ora voi vi chiederete cosa ci sia di strano in tutto ciò ma la cosa assai stupefacente è che gli inviti recavano il seguente augurio: “Buon Natale da Tracey Emin“.

Nella lettera allegata ai Seasonal Good Wishes la celebre e chiacchierata artista avrebbe persino elencato alcuni piani che prevedono la demolizione di tre grandi magazzini nel quartiere di Spitalfields e la successiva costruzione di un grande studio con annessa Art Facility. Nella lettera Tracey Emin assicura che la costruzione sarà effettuata secondo metodi tradizionali, senza sconvolgere l’ambiente circostante ed implementando anche una grande piscina.

Johnnie Shand Kydd, il fotografo dei Young British Artist espone al Madre

Il fotografo britannico Johnnie Shand Kydd (1959) e’ stato il biografo visivo dei famosi e scandalosi Young British Artists che si sono affermati internazionalmente durante lo scorso decennio nell’orbita delle piu’ importanti gallerie londinesi: Damien Hirst, Tracey Emin, Sarah Lucas, Jake e Dinos Chapman, Sam Taylor Wood, per nominarne solo alcuni.

Artisti famosi, controversi e spesso irriverenti, delle vere e proprie popstar dell’arte contemporanea che Shand Kydd ha seguito e intrappolato nel suo obiettivo. Li fotografava nei loro atelier mentre lavoravano, durante i party mentre ballavano o si ubriacavano (spesso), li fotografava mentre scherzavano, mentre si baciavano, mentre firmavano autografi, mentre passavano l’aspirapolvere attorno alla loro ultima opera, come l’italiano Maurizio Cattelan alla Royal Academy of Arts con la sua La nona ora, l’installazione dove si vede un papa Wojtyla di cera colpito da un meteorite.

Se Damien Hirst piange, Tracey Emin lo consola

Pochi giorni fa in un nostro articolo vi avevamo parlato della nuova serie di opere pittoriche prodotte da Damien Hirst ed attualmente in mostra alla Wallace Collection. Sfortunatamente questo nuovo vezzo artistico di Hirst non ha ricevuto il successo sperato ed anzi, ha sollevato le feroci ire dei critici inglesi che si sono prontamente schierati contro di lui e la sua arte. Damien Hirst però non è stato completamente abbandonato da tutti, l’eclettico artista inglese può infatti contare su di un valido supporto, quello dell’ancor più eclettica Tracey Emin, sua diretta collega ai tempi degli Young British Artists.

Ai microfoni del Wall Street Journal l’artista ha infatti recentemente dichiarato: “ So benissimo cosa significhi essere preso a schiaffi dalla critica. Ed anche se sei una persona forte alla fine la cosa diventa insopportabile. Ma Damien Hirst sta affrontando un cammino sperimentale e questo è un atto decisamente coraggioso”. Ora ci sarebbe molto da dire circa il tipo di pittura messo in mostra da Hirst e se essa sia realmente una pratica sperimentale o meno, ma preferiamo continuare con l’articolo.

Youssef Nabil alla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze

Il 17 ottobre 2009 inaugurerà, negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, la prima mostra personale a Firenze dell’artista egiziano Youssef Nabil (Cairo 1972, vive e lavora a New York). La mostra raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni novanta ad oggi. Per l’occasione sarà esposta in anteprima mondiale l’opera Self Portrait with Botticelli – Florence, autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra.

Le opere di Youssef Nabil consistono in fotografie ritoccate a mano. Si tratta perlopiù, ma non esclusivamente, di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte – da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid – e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro.

Frieze art fair ai nastri di partenza e Tracey Emin…

 Ci siamo, dal 15 al 18 ottobre Frieze Art Fair 2009 infiammerà il mondo dell’arte contemporanea con nuovissime proposte provenienti dal grande tendone del Regent’s Park di Londra. Come già annunciato in un nostro precedente articolo a rappresentare l’Italia saranno presenti le seguenti gallerie: Galleria Massimo De Carlo di Milano, Francesca Kaufmann di Milano, Giò Marconi di Milano, Massimo Minini di Brescia, Galleria Lorcan O’Neill di Roma, Galleria Franco Noero di Torino, Galleria Raucci/Santamaria di Napoli, Galleria Sonia Rosso di Torino, Galleria Suzy Shammah di Milano, T293 di Napoli e Galleria Zero di Milano. Inoltre non mancheranno i grandi protagonisti internazionali tra cui svettano i nomi di David Zwirner,Hauser & Wirth,Gagosian Gallery,Lehmann Maupin,Lisson Gallery,Galerie Thaddaeus Ropac,White Cube e tantissimi altri, basti pensare al fatto che le gallerie quest’anno sono oltre 150 provenienti da ogni angolo del globo.

Mentre fervono i preparativi per il grande evento alcune voci di corridoio hanno confermato una notizia del tutto singolare. La Maupin Gallery presenterà in fiera Tracey Emin la quale ha deciso di vendere alla manifestazione alcune opere create appositamente per i visitatori.Le opere saranno basate sulle risposte ad un questionario comprendente domande personali rivolte ai visitatori. Tra le domande figurano interrogativi del tipo:  Credi in Dio?, Parli quando fai sesso?, Ti piace il romanticismo o l’hard core?, Ti piace l’antico od il contemporaneo?.

Bye Bye England, L’addio di Tracey Emin

Tracey Emin, la figlia ribelle del Regno Unito sta meditando su una possibile fuga dalla patria che le ha dato fama ed onori. L’artista potrebbe traversare la Manica e trasferirsi in Francia a causa del famoso 50% di tasse stabilito dal governo inglese per quanto riguarda gli introiti derivati dalle compravendite d’arte.

Tracey Emin che possiede già un’abitazione in Francia ha rilasciato una piccante intervista dichiarando di “aver seriamente preso in considerazione l’idea di lasciare la Gran Bretagna. La questione è semplice non ho nessuna voglia di pagare le tasse al 50%, calcolando questa tassa assurda più le spese per la National Insurance riguardante i contributi per la pensione alla fine rischierei di spendere 65 pence per ogni sterlina ricavata.”

Gustav Metzger, l’anti-divo dell’arte contemporanea

L’arte contemporanea britannica è padrona del mercato, i suoi attori riempiono gallerie, musei e copertine di magazines. Siamo oramai abituati a vedere ovunque la faccia da sbruffone di Damien Hirst o il sorriso ammiccante di Tracey Emin. In Gran Bretagna esiste però un artista che da anni crea le sue opere in controtendenza ed in netto contrasto con questi presenzialisti dell’arte.

Si tratta di Gustav Metzger, artista nato in Polonia nel 1926 rimasto apolide fino agli anni ’40 ed emigrato in Inghilterra per fuggire dai rastrellamenti nazisti. Metzger è una figura mistica e mitologica, un vero sciamano contemporaneo oltre che un grande rivoluzionario. L’artista non ama comparire in pubblico, non rilascia interviste e sembra che per dialogare con il resto del mondo usi una cabina del telefono pubblico, dove egli si reca abitualmente per ricevere ed effettuare chiamate.

Vincere un’opera di Tracey Emin? con raffle.it si può

Un disegno della trasgressiva Tracey Emin raffigurante l’ancor più trasgressiva Kate Moss fa attualmente parte dei premi messi in palio per una riffa su internet dal gusto altamente artistico. L’artista stessa ha donato una  stampa limited edition dal titolo Kate Moss 2000 dove la famosa modella, oramai musa di ogni star dell’arte contemporanea che si rispetti, appare senza veli. Inoltre Tracey Emin ha successivamente donato altre tre stampe  rigorosamente numerate che attualmente sono quotate oltre i 2000 euro.

Ovviamente si tratta di una lotteria a scopo benefico visto che parte del ricavato andrà alla fondazione Mothers4Children. Tale associazione umanitaria è stata costituita dalla modella ed attrice Lisa B allo scopo di migliorare le condizioni di vita dei bambini di tutto il mondo. Lisa B e le altre sue socie Yasmin Le Bon, Trinny Woodall, Anya Hindmarch e Natalie Massenet hanno deciso di organizzare delle riffe su internet in collaborazione con la piattaforma Raffle.it, mettendo in palio alcuni premi offerti direttamente dai più grandi nomi dell’arte contemporanea, della moda e dello spettacolo. 

A Londra una settimana contro l’arte

L’arte contemporanea oramai muove le montagne, grossi interessi circolano attorno alla creatività a livello internazionale ed ogni istituzione pubblica o privata, ogni grande gruppo bancario o azienda che si rispetti non si lascia sfuggire l’occasione di investire in arte o lanciare qualche iniziativa a sostegno di essa.

Questo poichè sostenere la cultura permette grossi sgravi fiscali ed un grande ritorno d’immagine e poi l’arte contemporanea piace a tutti, meglio ancora se incomprensibilmente criptica ed ermetica, ammiccante e sorniona quanto basta per solleticare i commenti esegetico-spirituali delle signorine della Milano da bere e della gente che piace alla gente che piace. Del resto non interessarsi all’arte contemporanea in questi anni significa essere fuori moda.

Damien Hirst: Royal Academy, no grazie

Ogni settore ha il suo fuoriclasse, il genio sregolato che puntualmente infrange le regole in maniera plateale infischiandosene di quello che pensa il pubblico e finendo puntualmente sulle prime pagine di giornali e riviste. Damien Hirst, senza star troppo a discutere sulle sue presunte o reali doti artistiche, può essere tranquillamente definito il fuoriclasse dell’arte.

La star britannica al pari di un Jim Morrison furbetto o di un George Best analcolico riesce sempre a fare notizia e molto spesso non per le sue opere ma per le sue chiacchierate decisioni. La notizia del giorno arriva fresca da Londra,  secondo quanto afferma il quotidiano Evening Standard il capo esecutivo della Royal Academy Dr Charles Saumarez Smith, avrebbe ultimamente chiesto a Damien Hirst di diventare membro della Royal Academy of Arts ma questi avrebbe prontamente rifiutato senza addurre spiegazioni plausibili.

Amore e Psiche raccontati come uno storyboard

Sarà inaugurata il prossimo 27 giugno a Spoleto, nella Rocca Albornoziana, la mostra Amore e Psiche. Storyboard di un mito, all’interno del 52° Festival dei due Mondi.

Ideata e curata da Miriam Mirolla, la mostra mette in scena la favola di Amore e Psiche come se fosse lo storyboard di un film, illustrandola con le opere di venti protagonisti dell’arte contemporanea che, nel testo di Apuleio, hanno trovato lo spunto per rappresentare temi come la visione e l’invisibilità, la conoscenza e l’inconoscibilità, il divieto e la sua infrazione, l’anelito all’immortalità, l’istinto di ricerca e il raggiungimento del piacere.

Più sesso per favore, siete artisti!

Il nostro beniamino Jonathan Jones ne sa una più del diavolo . Il famoso critico britannico dalle sue pagine sul The Guardian ha da poco lanciato una curiosa invettiva contro il mondo dell’arte contemporanea accusando gli artisti aver lasciatole tematiche sessuali troppo al di fuori delle loro opere. Vediamo cosa scrive il buon vecchio Indiana Jones dell’arte.

“Negli anni ’10 e ’20 il sesso era un modo per scappare dai confini di una società troppo imbolsita e bacchettona. Pensate che quando fu presentato per la prima volta il dipinto Les Demoiselles d’Avignon di Picasso fu tacciato di immoralità. Al giorno d’oggi il sesso è un veicolo commerciale, roba da cartelloni pubblicitari e veline, insomma è sotto gli occhi di tutti ed alla portata di tutti. Il sesso non è più sovversivo e non rappresenta più un avanguardia ma una noiosa banalità. “