Damien Hirst? dipinge come Gheddafi!

Damien Hirst non è un pittore. Ma come, direte voi, e gli Spot Paintings? E gli Spin Paintings? Beh, ci vuole coraggio a definire dipinti sia gli Spot che gli Spin, i primi sono semplici puntini colorati, delle patterns che nel tessile si usano dagli anni del cucco. I secondi invece sono simili a quei dipinti che fino a qualche tempo fa si potevano comprare al lunapark per pochi spicci, quelli eseguiti con il piatto rotante per intenderci. Ovviamente noi di Globartmag non siamo gli unici a criticare negativamente le esperienze pittoriche del folletto della YBA generation.

Anche gli altri magazine del settore hanno più volte criticato le gesta materiche del nostro buon Hirst. Come ben ricorderete, nel 2009 Hirst presentò una nuova serie di 25 dipinti realizzati per la mostra No Love Lost: Blue Paintings alla Wallace Collection di Londra. In quel frangente la critica ha stroncò le opere del celebre artista definendole la peggiore brutta copia di Francis Bacon. In seguito a questa triste vicenda anche il prestigioso magazine Artreview, nella sua top 100, si trovò costretta a far scendere Hirst al 48° posto e l’editore Mark Rappolt commentò così l’accaduto: “negli ultimi tempi Damien Hirst ha cambiato la sua produzione e le sue direzioni artistiche in maniera del tutto drastica. L’artista ha ridotto il suo studio e sembra essere in una sorta di fase sperimentale.”

Bourgeois, Gilbert & George e Boetti, Londra ha tanto da offrire

Mentre a New York impazza l’Armory Show art week, noi vorremmo spostare l’attenzione dall’altra parte del continente, per osservare attentamente cosa succede dalle parti dell’altro grande polo dell’arte contemporanea, vale a dire il Regno Unito. Se Damien Hirst è riuscito a riempire tutte le Gagosian Gallery del mondo con la sua serie di spot paintings, anche il duo più celebre dell’arte contemporanea non è da meno.

 Gilbert & George sono infatti i protagonisti di una grande mostra personale allestita in tutte le White Cube gallery di Londra. London Pictures è il titolo della mostra, che rimarrà aperta sino al prossimo 12 maggio 2012 nelle sedi di Bermondsey, Hoxton e Mason’s Yard, i prezzi delle opere oscillano dalle 50.000 alle 250.000 sterline.

La VIP art fair risolve i suoi probemi e i Big dell’arte le rinnovano la fiducia

Come già anticipato la VIP art fair, vale a dire la fiera internazionale d’arte contemporanea interamente ed esclusivamente online, ha già pronto il piano d’assalto per la prossima edizione che dovrebbe partire il 3 febbraio del 2012 e rimanere aperta sino all’8 dello stesso mese. Le grane tecniche che hanno di fatto impallato il sito della manifestazione facendo saltare i nervi a galleristi e collezionisti, saranno un ricordo del passato poiché i vertici della fiera hanno assoldato la specialista internet Lisa Kennedy.

La Kennedy non ha nessuna esperienza nel campo dell’arte ma ha già decretato il successo dell’online retailer Quidsi Inc., recentemente ceduto ad Amazon per mezzo miliardo di dollari. Inoltre Jane e James Cohan, dealers e promotori della manifestazione, hanno deciso di nominare un nuovo direttore che sarà reso noto al più presto. I problemi tecnici sembrerebbero quindi risolti e le più prestigiose gallerie del globo hanno deciso di accorrere in massa, rinnovando la fiducia ad un evento ancora sperimentale.

Londra, la patria degli art districts

Quando si parla di scena dell’arte contemporanea bisogna senza ombra di dubbio affermare che Londra ha una marcia in più rispetto alle altre grandi metropoli d’Europa. Una delle lodevoli capacità del sistema londinese è infatti quella di creare dal nulla degli art districts in zone urbane depresse o comunque poco frequentate, trasformandole in veri e propri punti nevralgici della cultura cittadina e riqualificandone così l’estetica ed il valore economico.

La presenza di un blasonato polo museale nelle vicinanze è sempre il primo passo verso la creazione di un nuovo art district ma gran parte dell’opera viene compiuta dagli artisti che scelgono di insediare i loro studi in un quartiere meno dispendioso e le gallerie private che vi stabiliscono la loro sede. Per Mayfair e l’East End le cose sono andate più o meno così ma in questi ultimi tempi Londra ha dato i natali ad un terzo polo culturale nel quartiere di Bermondsey. La zona in questione è abbastanza centrale e non molto distante dal Tate Modern e dal Design Museum. Il quartiere è inoltre dotato di spazi industriali e post industriali che ben si adattano alla trasformazione in edifici adibiti all’arte contemporanea.

VIP 2.0, la fiera solo su internet ci riprova per il 2012

La seconda parte della stagione artistica non è ancora entrata nel vivo e già si parla della prossima edizione della VIP Art Fair, fiera d’arte interamente ospitata dal web che durante la sua prima edizione ha fatto registrare un alto numero di consensi e di polemiche. Se ben ricorderete, lo scorso anno Globartmag aveva ottenuto un pass per la fiera e vi aveva fornito un ampio reportage su cosa avevano da offrire gli stand telematici.

Il più grosso ostacolo incontrato dalla fiera è stato il boom di presenze online che durante la scorsa edizione hanno sovraccaricato il sito rallentandolo pesantemente. Anche la chat, che permetteva ai visitatori di parlare con assistenti e galleristi, appariva miseramente “impallata”. Dopo tutti questi inconvenienti la direzione della fiera decise, attraverso le parole del suo co-fondatore Jane Cohan, di stabilire un risarcimento del 50% sui costi di partecipazione sostenuti da ogni galleria partecipante. Comunque sia, anche con tutti questi bugs, molte gallerie si sono ritenute soddisfatte dell’evento pilota.

VIP Art Fair, la nuova fiera per i big esclusivamente online

Le fiere d’arte contemporanea rappresentano sempre una prestigiosa e redditizia piattaforma di mercato per le gallerie. Va detto inoltre che i collezionisti all’interno delle fiere hanno a disposizione una vasta scelta di opere da poter aggiungere al loro carnet. Insomma le fiere sono e saranno grandi appuntamenti della stagione artistica internazionale. Ovviamente non tutti dispongono del tempo necessario per recarsi a visitare le maggiori fiere internazionali come Frieze a Londra, ARCO a Madrid o Art Basel a Miami Beach.

Dal prossimo 22 gennaio (fino al 30 gennaio 2011) questo problema potrebbe dissolversi come neve al sole. Già perchè proprio in quella data sarà inaugurata una nuovissima fiera d’arte contemporanea che prende il nome di VIP Art Fair. La caratteristica principale di questa piattaforma è che tutto si svolgerà su internet, insomma gallerie, artisti ed acquisti saranno tutti online.

Gilbert & George e gli annunci sessuali in una nuova mostra alla White Cube di Londra

Era da un bel pezzo che non si sentiva il loro nome in giro ma evidentemente stavano preparando qualcosa di grosso. Si parla ovviamente del dinamico duo formato dagli stilosissimi Gilbert & George che dopo oltre 40 anni di onorata carriera artistica non ha intenzione di sotterrare l’ascia di guerra. Anzi i due si sono da poco messi all’opera per creare una nuova serie più provocatoria che mai.

Avete presente quegli annunci fotografici decisamente ammiccanti che appaiono sui quotidiani? Ebbene si tratta di annunci relativi a prestazioni sessuali ed a Londra anche le cabine del telefono ne sono piene. Gilbert & George in questi giorni si sono messi a caccia proprio di questi annunci fotografici ed hanno collezionato centinaia di volantini e fotografie varie.

Il Teschio di Damien Hirst in mostra a Palazzo Vecchio di Firenze

For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007, verrà esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011. For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di 8.601 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di 1.106,18 carati. Sulla fronte è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia anche noto come “la stella del teschio”. I denti sono stati ricavati da un cranio vero del Settecento acquistato da Hirst a Londra.

Il teschio di diamanti non ha precedenti nella storia dell’arte. Sotto un certo aspetto, l’opera rappresenta un tradizionale “memento mori”, un oggetto che parla della transitorietà dell’esistenza umana. Come scrive lo storico dell’arte olandese Rudi Fuchs: «Il teschio è sovrannaturale, quasi celestiale. Proclama la vittoria sulla decadenza. Al tempo stesso rappresenta la morte come qualcosa di infinitamente più implacabile. Rispetto alla lacrimosa tristezza di una scena di vanitas, il Teschio di Diamanti è gloria pura».

Art Hong Kong 2010 pronta a partire

Motori accesi anche per la futura edizione 2010 della Hong Kong International Art Fair, comunemente detta ART HK 10, che quest’anno mira a confermare una fama sempre più crescente avvalorata dall’interesse di addetti ai lavori, collezionisti e dealers di tutto il mondo. La manifestazione aprirà i battenti 27 maggio e si concluderà il 30 maggio in una kermesse senza precedenti che non mancherà certo di affascinare i visitatori. Per non venir meno alla sua reputazione di fiera d’arte più importante dell’Asia, Art Hk 10 ha già reso noti i nomi delle gallerie che parteciperanno alla manifestazione.

Accanto a blasonati ritorni come Gagosian Gallery, Lisson Gallery e White Cube, quest’anno la fiera ospiterà per la prima volta pezzi da novanta come Hauser & Wirth (Zurigo, Londra e New York), Galerie Lelong (New York, Parigi e Zurigo), Emmanuel Perrotin (Parigi), Almine Rech Gallery (Bruxelles) e le gallerie newyorchesi James Cohan Gallery e Lehmann Maupin Gallery. Questo manipolo di gallerie, che in sostanza rappresentano la crema dei mercanti d’arte di tutto il mondo, è stato sicuramente attirato dalla presenza di Deutsche Bank, sponsor principale della manifestazione.

Sam Taylor-Wood e Aaron Johnson saranno presto mamma e papà

Giovani, belli e ricchi, anzi nel caso di uno dei due potremmo dire anche troppo giovani. L’acclamata artista britannica Sam Taylor-Wood è infatti in attesa di un bebè, il padre è l’attore Aaron Johnson che a soli 19 anni ha conquistato il cuore dell’artista che ne ha 42. Sam Taylor-Wood ha conosciuto Johnson sul set del suo film di debutto alla regia Nowhere Boy ( vedi nostro precedente articolo) che ultimamente sta ricevendo numerose critiche positive.

Alcuni mesi fa la relazione fra i due aveva già solleticato le curiosità dei gossippari accaniti che li avevano sorpresi a scambiarsi teneri sguardi ad un party del Cannes Film Festival. In novembre la coppia ha annunciato il fidanzamento ufficiale e la scorsa notte un portavoce ha dichiarato alla stampa: “Confermiamo che Sam è incinta del suo primo figlio con Aaron. Ambedue sono molto, molto felici”. La stimata artista ha già due figlie di 12 e 3 anni, avute dal suo matrimonio con Jay Jopling proprietario della celebre galleria White Cube che vanta tra le sue fila artisti del calibro di Damien Hirst e Tracey Emin.

Damien Hirst:”tutti possono dipingere come Rembrandt”

Questa non è certo la prima volta che parliamo di Damien Hirst e qualcosa ci fa pensare che non sarà nemmeno l’ultima. Il fatto è che l’eclettico artista britannico ne combina una dietro l’altra come la sua cuginetta Tracey Emin e risulta davvero difficile seguire tutto ciò che Hirst dice o Hirst fa. In una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian, il celebre rampollo della generazione Young British Artists reduce da una tempesta di critiche per la sua pessima mostra pittorica alla Wallace Collection di Londra (potete leggere un nostro precedente articolo sull’intera faccenda), ha dichiarato che il genio artistico non è innato ma si acquisisce attraverso la pratica.

Hirst ha inoltre continuato affermando che “Tutti possono essere come Rembrandt, personalmente non penso che un pittore come Rembrandt sia un vero genio. Si tratta di osservare ed esercitarsi, tutto può essere imparato e questa è la grandezza dell’arte. Si può diventare come Rembrandt se solo si vuole. Con la pratica si possono fare eccezionali dipinti”.

Sam Taylor Wood sulle tracce di Emily Bronte

 Sam Taylor Wood ha creato una nuova serie fotografica intitolata Ghosts ispirandosi al celebre romanzo Cime Tempestose di Emily Bronte. Come set l’artista ha utilizzato i dintorni di Haworth e Top Withens nella campagna britannica, in pratica le stesse ambientazioni del romanzo. Sam Taylor Wood ha dichiarato di non aver mai letto il libro fino a quando lo scorso anno, mentre si trovava nella sua casa nello Yorkshire in piena ambientazione romantica con tanto di vento e pioggia, ha deciso di leggere un libro adatto alla situazione. Dopo essersi calata nell’atmosfera del romanzo Sam Taylor Wood ha subito sentito il bisogno di uscir fuori con la sua macchina fotografica per ricreare le turbolenti ambientazioni descritte da Emily Bronte.

In febbraio l’artista insieme ad un suo assistente si è recata quindi sui luoghi prescelti alla ricerca della giusta dose di romanticismo senza però dimenticare di portarsi decine di macchinette fotografiche. Per tre giorni i due eroi si sono alzati all’alba, cercando di fissare i bagliori e la nebbia mattutina, fino alle luci del tramonto.

A Tracey Emin non piace più il sesso

Nel bel mezzo della sua mostra alla White Cube gallery di Londra Tracey Emin ha dichiarato di aver perso interesse nel sesso. La famosissima artista inglese che al momento ha 45 anni ha da sempre fondato la sua ricerca artistica su tematiche legate alla sessualità ma ora sembrerebbe giunta ad una curiosa svolta.

“Il sesso è tutto ciò che mi ha trattenuto al letto e mi ha fatto alzare dal letto quando ero giovane” ha dichiarato Tracey Emin “Ma adesso non ho più la stessa follia di un tempo riguardo al sesso, in questo momento sono più interessata alle idee. E’ piuttosto strano da spiegare e penso che questa mostra metta in luce un aspetto decisamente melanconico ma la mia arte sta diventando più forte”.

Viva, viva, viva l’Inghilterra

Parliamo ancora della scena dell’arte britannica. Nell’ultimo periodo le gallerie d’arte contemporanea di Londra stanno attraversando un  interessante periodo di transizione. Mentre il resto del mondo della finanza stringe la cinghia per far fronte alla crisi, Londra sembra un fiorire di eventi legati al mondo dell’arte.

Anche se la Lisson Gallery e la White Cube hanno ridotto il loro staff c’è da dire che pochissime gallerie, rispetto alle altre nazioni europee, hanno chiuso i battenti. L’unica grave perdita registrata è l’abbandono della Yvon Lambert Gallery che aveva inaugurato la sua sede lo scorso ottobre, alla blasonata galleria rimangono comunque le sedi di Parigi e New York. A parte questa nota negativa le brutte notizie sembrano sovrastate da una miriade di iniziative benefiche.  Hauser & Wirth, una delle più grandi gallerie d’arte contemporanea di Londra ha deciso di dare giusto supporto ai giovani artisti britannici aprendo una nuova sede in Swallow Street dedicata alla giovane arte.