Nick Walker e Papa Ratzinger – Ritrovato il Corot smarrito: era in un bagno

Lo scorso fine settimana una nutrita folla si è riunita attorno all’ultima opera del graffiti artist Nick Walker, eseguita nei pressi di Hyde Park, proprio sulle mura di un piccolo casotto posto fuori dal Royal College of Art di Londra. Il soggetto ritratto da Walker è nientemeno che il nostro cciovane Papa Ratzinger con tanto di ghigno satanico e gatto bianco sulle ginocchia. Certo, così ritratto il povero Benedetto XVI seduto sul suo scranno sembra il capo della spectre dei films di James Bond. Ebbene Nick Walker ha eseguito il suo murale proprio nel corso dell’ annuale fiera d’arte britannica 20/21 che si tiene proprio all’interno del Royal College of Art e la cosa non è passata di certo inosservata.

Molti si sono scandalizzati ed altri hanno gridato allo scandalo ma alcuni galleristi presenti in fiera si sono letteralmente azzuffati per aggiudicarsi la tanto pubblicizzata opera. Alla fine della contesa Gay Hutson e Angela Wynn, organizzatori della fiera, hanno deciso di lasciare l’opera alla collezione della prestigiosa scuola d’arte britannica.

Arrestata a New York Julie Torres, una street artist che non è una street artist

Abbiamo più volte parlato della street art ed in particolare della graffiti art e dei murales in termini di arte o vandalismo. Fermo restando che certe manifestazioni ( i famosi scarabocchi ) potrebbero essere tranquillamente definite come volgari espressioni di squallidi imbrattamuri, i murales ed i graffiti eseguiti con coscienza e con la dovuta creatività sono comunque un patrimonio per la città e non un danno come a volte le istituzioni vorrebbero farci credere. Recentemente in Italia alcuni comuni hanno lanciato una vera e propria caccia alle streghe contro i poveri street artists, tartassati dall’inasprimento della legislazione.

C’è da dire però che a New York, patria per eccellenza della street art, le cose non vanno meglio e le insulse leggi sul decoro urbano a volte mietono vittime che nulla hanno a che fare con la street art. Ne ha fatto le spese la povera artista di Brooklyn Julie Torres che lo scorso 17 luglio si era tranquillamente recata all’incrocio con l’undicesima strada e Bedford per portare a termine un acquerello en plein air.

Jeffrey Deitch: “Organizzerò la più grande mostra di street art della storia”

Era da qualche tempo che non parlavamo di Jeffrey Deitch, novello direttore del MoCa di Los Angeles, nonché ex proprietario della celebre galleria Deitch Projects. Ebbene molti di voi si staranno sicuramente chiedendo quali saranno le prossime mosse del direttore all’interno della sua nuova istituzione museale, il mistero è presto svelato: Deitch punterà tutto sulla street art.

Alcuni artisti di Los Angeles, assieme a galleristi del luogo avevano già da qualche tempo messo in giro voci su una possibile mostra di street art all’interno delle mura del MoCa ma in settimana Deitch ha rotto ogni indugio ed ha presentato il programma per una mostra che si terrà nel 2011: ” Nel corso delle prossime settimane daremo il via ai comunicati stampa, per adesso stiamo ancora definendo alcuni particolari con i nostri sponsors. Comunque sia la mostra in questione sarà la più grande retrospettiva sulla storia del graffiti e della street art mai presentata in tutti gli Stati Uniti” e queste affermazioni non possono che ravvivare il nostro interesse su quello che si preannuncia come la consacrazione definitiva della street art in ambito istituzionale, se ancora se ne sentiva l’urgenza.

Droga ed obesità al femminile al Wessing photographic prize 2010

La National Portrait Gallery di Londra ha da poco annunciato i finalisti per l’edizione 2010 del Taylor Wessing photographic prize e per nostra sorpresa gli artisti selezionati di quest’anno toccano, nelle loro opere, temi molto sensibili principalmente legati alla parte femminile della società odierna. Prostituzione, obesità ed altre delicate tematiche sono infatti protagoniste assolute del prestigioso premio fotografico.

Ad esempio il fotografo americano Jeffrey Stockbridge ha scelto di ritrarre una coppia di gemelle di 20 anni chiamate Carroll e Shelly McKean che nel suo scatto appaiono sedute su di un gradino e abbigliate in maniera alquanto sciatta. Dai duri ed allo stesso tempo vulnerabili sguardi delle due sorelle traspare la crudezza della loro esperienza di vita, secondo quanto dichiarato da Stockbridge, Carroll e Shelley vivono per strada, soffrono di insonnia e sono state costrette alla prostituzione dalla loro dipendenza dalla droga. Stockbridge, che ha già partecipato a numerose mostre internazionali ha aggiunto: “il dolore e l’estrema difficoltà vissuta quotidianamente dalle due sorelle le forti e deboli allo stesso tempo. Nel pieno della loro dipendenza, le due fanno di tutto per sopravvivere ma non riescono ad uscire fuori dal vortice della droga”. 

Lady Gaga si veste di carne e copia Jana Sterbak

La nostra peperina Lady Gaga ne ha combinata un’altra delle sue, dopo aver dichiarato a gran voce di voler entrare nel mondo dell’arte contemporanea, dopo aver collaborato con il nostro Francesco Vezzoli e dopo essere stata più volte “beccata” assieme al curatore del MoMa  Klaus Biesenbach, la biondissima clone di Madonna ha letteralmente stupito il pubblico la scorsa domenica agli MTV music video awards.

A dire il vero sono stati in molti ad accusarla di cattivo gusto e gli animalisti sono andati su tutte le furie. A scatenare il vespaio di polemiche questa volta ci ha pensato il vestito indossato dalla celebre cantante: un ammasso di carne macellata, braciole e fettine di vitella incluse.  Lady Gaga ha dichiarato di aver già indossato un simile costume per la cover di Vogue Hommes giapponese del prossimo ottobre, lo scatto è stato effettuato (neanche a farlo a bella posta) da Terry Richardson, uno che con gli scandali ci va letteralmente a nozze. Tra scarpe di, borsetta e cappello ricavati da bistecchine fresche Lady Gaga ha dichiarato che il suo gesto può assumere molteplici significati: “Se non combattiamo per i nostri diritti e per quello in cui crediamo in un prossimo futuro non avremo più diritti di un pezzo di carne ed io non sono un semplice pezzo di carne”.

Tagli alla cultura, gli inglesi attuano una rivolta artistica

I tagli del governo alla cultura sono una pesante scure che si abbatte violentemente su tutto il mondo dell’arte. Recentemente anche l’assessore alla Cultura di Milano, Massimiliano Finazzer Flory ha espresso le sue preoccupazioni  nel corso della conferenza stampa di presentazione del festival musicale Mito, dichiarando che i tagli economici dell’80% previsti dalla prossima manovra economica potrebbero: “colpire indiscriminatamente le mostre della nostra città. Cancellare una mostra significa cancellare un museo ed un’intera città“.

Flory ha però confermato di essere convinto che: “i tagli economici colpiranno solo gli eventi inutili” e qui si potrebbe aprire una lunga diatriba su quali potrebbero essere questi eventi inutili, visto che la decisione spetta sempre alla autorità governative che in passato non si sono mosse con lungimiranza.Il problema è che per quanto riguarda Milano il budget per il 2011 potrebbe scendere sotto il milione di euro, mettendo così a repentaglio il programma espositivo del Palazzo Reale, del Pac, dal Palazzo della Ragione, della Rotonda della Besana ed altre istituzioni.

Furto al Maxxi: “Ha funzionato tutto” dichiara Pio Baldi

Antefatto: durante una mostra organizzata dal Maxxi di Roma e dedicata a Luigi Moretti, qualcuno ha rubato una statuetta orientale, di proprietà del celebre architetto. Il fatto è accaduto verso la fine di luglio ma è stato reso noto solamente  alcuni giorni or sono. Ebbene, in un’intervista apparsa il 5 settembre scorso sul quotidiano La Repubblica, il presidente della fondazione Maxxi, Pio Baldi ha rassicurato addetti ai lavori e pubblico con alcune dichiarazioni che vorremmo analizzare attentamente, per comprendere se veramente vi sono rischi reali per le future mostre del gioiello progettato da Zaha Hadid.

Baldi ha  dichiarato che i sistemi di sicurezza del museo sono completamente efficienti ed il fatto non si ripeterà, poi ha liquidato il tutto come un evento spiacevole che solitamente succede anche nelle migliori famiglie, basti pensare al Louvre. Alla domanda “Che cosa non ha funzionato” posta da Repubblica, Baldi ha replicato con un: “ha funzionato tutto” ma poi ha confessato di aver aggiunto un’ulteriore unità di sorveglianza nelle sale del museo.

Gli U.S.A. scelgono Allora & Calzadilla per la Biennale di Venezia 2011

Finalmente dopo mille peripezie e altrettante aspettative sul possibile artista chiamato a rappresentare gli Stati Uniti alla prossima edizione della Biennale di Venezia edizione 2011, è stato reso noto il nome del prescelto. A dire il vero sarebbe più corretto parlare al plurale visto che i prossimi artisti che occuperanno il padiglione a stelle e strisce sono Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, semplicemente noti come Allora e Calzadilla. Il duo, che lavora insieme dal 1995 e vive a San Juan, Portorico, è stato da poco scelto dal Federal Advisory Comittee on International Exhibitions, organismo statunitense che si occupa di coordinare le mostre internazionali degli artisti nazionali.

L’organismo ha a sua volta affidato la selezione degli artisti all’Indianapolis Museum of Art che ha definitivamente rotto gli indugi, scegliendo il duo portoricano. Solitamente Allora e Calzadilla creano performances, sculture, video, installazioni sonore e fotografie tese ad indagare le relazioni tra arte, politica ed identità.

Muybridge e Photoshop – La Cappella Sistina a rischio

Strano ma vero, più di 100 anni prima di Photoshop, Eadweard Muybridge era già a conoscenza di alcuni trucchi per manipolare le immagini fotografiche. In questi giorni la Tate Britain ospita 8 dall’8 settembre al 16 gennaio) una grande retrospettiva dedicata all’uomo che per primo ha affrontato il mezzo fotografico in termini artistici.

Raggiunto dai microfoni del Guardian, Ian Warrell co-curatore della mostra ha svelato alcuni giochi di prestigio di Muybridge: “Prima delle scoperte del grande maestro, I fotografi non usavano l’otturatore, toglievano la lente, contavano e la rimettevano a posto. Muybridge inventò inoltre lo zoopraxiscopio, una sorta di proiettore con cui manipolava le foto. Inoltre era sua abitudine tagliare ed incollare parti di differenti negativi e ricolorare le foto”.  Insomma Photoshop non ha inventato nulla di nuovo.

Takashi Murakami nel pallone e Yoko Ono in pieno orgasmo al Moma

Ogni anno per il Giorno del Ringraziamento Macy’s, i più grandi Grandi Magazzini del mondo organizzano la parata del Thanksgiving Day a New York. Solitamnete la parata è una sorta di immenso e festoso carnevale a cui ogni anno assistono circa 500.000 persone ed al posto dei carri vengono fatti sfilare dei giganteschi palloni gonfiabili con le sembianze degli eroi dei fumetti e dei cartoni animati come Mickey Mouse, Spiderman o Bart Simpson.

Quest’anno però, per la prossima edizione della parata (che si terrà il prossimo 25 novembre) Macy’s ha deciso di presentare al pubblico due nuovi personaggi creati dal genietto del pop giapponese Takashi Murakami. Si tratta di Kaikai e Kiki, due strani folletti volanti che riprendono in pieno le sembianze dei personaggi creati dal nostro caleidoscopico artista dagli occhi a mandorla. 

Citarsi addosso ma filosoficamente

Il citazionismo filosofico è l’ultima spiaggia di qualsiasi critico d’arte o meglio di qualsiasi individuo con la velleità di divenir tale. Si arriva al citazionismo proprio come in ascensore si discorre del tempo con una persona che non si conosce, come ad una cena fra amici si inizia a raccontar barzellette mentre si affetta il melone.

La misteriosa pulsione che scatena nella mente del giovane critico o del giovane giornalista il bisogno di ricorrere al citazionismo è qui di seguito illustrata. Mentre ci si trova a redigere un testo, affiora l’urgenza di descrivere le sperimentazioni di un determinato artista e l’essenza di un’opera con parole forbite, con concetti alti che illumino o rendano il tutto vagamente incomprensibile o che magari creino nel lettore il sospetto di aver a che fare con qualcuno che sa il fatto suo.

E Gagosian apre anche a Parigi

Parigi non è certo il fulcro del sistema dell’arte contemporanea internazionale, eppure c’è chi è pronto a scommettere su una pronta rinascita della Francia. Ad alzare la posta ci ha penato il celebre dealer americano Larry Gagosian che solitamente non sbaglia un colpo ed apre le sue Gagosian Gallery in città che si rivelano in seguito come new entries del mercato o in rapida crescita esponenziale per quanto riguarda il giovane sottobosco creativo.

Basti prendere ad esempio la sede di Gagosian a Roma che ora si trova per così dire affiancata da un Macro a pieno regime ed un Maxxi nuovo di zecca, due punti a favore per un dealer che solitamente vende opere di artisti blasonati ed ospitati dai più grandi musei del mondo. Insomma stavolta Gagosian ha deciso di aprire una sede parigina che sarà inaugurata il prossimo 20 ottobre.

La saga degli Sgarbi: Vittorio alle prese con il Tiziano bagnato ed Elisabetta al Festival del Cinema

La scorsa domenica un terribile incendio ha danneggiato parte del sottotetto del palazzo seminariale posto vicino alla Basilica della Salute a Venezia. Ovviamente i vigili del fuoco sono prontamente intervenuti e dopo alcune convulse ore di faticoso lavoro sono riusciti a domare le fiamme. La grande mole di acqua impiegata per lo spegnimento dell’incendio (che non sembrerebbe di origine dolosa) è però sconfinata nell’attigua sagrestia della Basilica dove tra altre importanti opere dimora il celebre capolavoro Davide e Golia di Tiziano, collocato sul soffitto della sala a circa dieci metri di altezza.

Il dipinto è stato completamente inondato dai potenti getti d’acqua delle pompe dei Vigili del Fuoco e da una prima verifica si è potuto constatare che l’acqua aveva già preso a gocciolare dalla superficie dell’importante opera. Vittorio Sgarbi, attualmente sovrintendente del polo Museale di Venezia, si è subito recato sul posto per effettuare gli accertamenti del caso. Per nostra immensa fortuna il dipinto di Tiziano non è stato danneggiato in maniera grave ma Sgarbi ha subito ordinato la pronta rimozione per sottoporlo ad alcuni interventi di restauro. L’acqua sarebbe entrata da un piccola apertura a lunetta della sagrestia della Basilica ma è ovvio che il progressivo aumentare delle fiamme avrebbe potuto causare danni ben più gravi.